Note dell’autore: Eccovi il primo capitolo dell’episodio “Colpo d’occhio”
della mia terza stagione con Rose. Naturalmente, questo me lo sono inventato di
sana pianta.
Il
Dottore, Rose e Martha vogliono andare a rilassarsi su una spiaggia deserta, ma
il Tardis decide diversamente.
Buon
divertimento e ricordatevi di recensire.
Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia
proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è
solo un divertimento.
Colpo d’occhio
Capitolo 1
La casa misteriosa
Rose e Martha uscirono di corsa dal Tardis, pregustando
la giornata in pieno relax, su un isola deserta, avevano passato due giorni un
po’ burrascosi, erano stati su un pianeta dove Rose è stata quasi sacrificata,
poi su un altro il Dottore aveva rischiato di essere bruciato vivo per eresia.
Purtroppo per loro, una volta fuori dalla cabina furono
investite da una pioggia battente, si guardarono in giro accorgendosi di
trovarsi in una stradina di Londra.
“Ha di nuovo sbagliato le coordinate.” Si lamentò Martha,
il Dottore uscì dalla navicella, con gli occhiali da sole.
“Hai di nuovo sbagliato le coordinate.” Gli disse Rose con il broncio.
“Non è possibile.” Rispose offeso, mentre si guardava
attorno.
“Credo che stai iniziando a perdere colpi, Dottore.”
Scherzò Martha.
“Vi giuro che stavolta non è colpa mia.” Si giustificò.
“Cerchiamo un riparo, poi ne riparliamo, ok?” suggerì
Rose trascinando il Dottore per una manica della sua giacca. Corsero sotto la
pioggia, fino a fermarsi qualche metro lontano dal Tardis, davanti ad un’enorme
villa abbandonata.
“Non vorrete rimanere qui?” chiese Martha guardandoli
shockata.
“E’ un posto come un altro.” Disse il Dottore tirando
fuori il cacciavite sonico per aprire il cancello.
“Non avete mai visto i film horror?” chiese retorica
Martha seguendo i due.
“Su, Martha non sarà peggio dei luoghi in cui siamo
andati.” Le rispose Rose.
I tre arrivarono dentro e diedero un occhiata in giro.
“Vado a controllare di sopra.” Disse Martha avviandosi
fuori dal salone grande in cui erano.
“Fai attenzione.” Si raccomandò il Dottore seguendola con
lo sguardo.
Rose si strinse
nelle spalle, per il freddo, quella sera faceva particolarmente freddo.
“Tutto bene?” chiese il Dottore apprensivo.
“Sì, c’è solo un po’ di freddo.” Gli rispose sorridendo,
gli piaceva quando faceva il premuroso con lei, in quegli ultimi giorni non
avevano avuto modo di parlare, voleva capire di più, le aveva regalato una
copia del diario, passavano più tempo insieme, e il Dottore riusciva sempre a
rubarle qualche bacio. Ma non avevano parlato chiaramente di come si era
evoluto il loro rapporto, lo doveva considerare ancora come un semplice amico?
Era così confusa e di certo lui non l’ aiutava.
“Per stanotte possiamo rimanere qui, domani cercheremo di
capire perché ci siamo arrivati.” Le spiegò il Dottore, si avvicinò, e le mise
il suo cappotto sulle spalle, Rose arrossì.
“Questo ti manterrà calda.” Disse dolcemente.
“Grazie.” Disse timidamente. Era strano perché la giacca
era bagnata, invece di darle una sensazione di freddo le stava dando una
sensazione di calore, o forse era lei che stava diventando pazza.
“Adesso dovremmo trovare un modo per passare queste ore.”
Disse il Dottore guardandosi attorno, Rose colse la palla in volo.
“Beh … potremmo sempre parlare.” Disse imbarazzata, il
Dottore la guardò confuso.
“Parlare? Di cosa?” chiese aggrottando le sopracciglia.
“Beh tanto per iniziare … potremmo parlare … sì, ecco … di
noi.” Disse sempre più imbarazzata, il Dottore sorrise e le circondò la vita
con le braccia, Rose alzò lo sguardo sui suoi occhi castani, era così strano
tutto quello, lui era così strano.
“E precisamente, perché vorresti parlare di noi?” chiese
con ironia, Rose si morse il labro cercando di resistere all’impulso di
baciarlo, doveva approfittare di quel momento per avere un chiarimento sulla
loro storia.
“Ecco … mi
chiedevo … “ cercò di parlare, ma il Dottore si avvicinò ancora di più
rendendole più difficile il discorso.
“Cosa ti chiedevi?” le sussurrò suadente.
“Noi due … cosa siamo adesso?” gli chiese infine,
fissandolo negli occhi.
“Noi … siamo …” disse avvicinandosi ancora di più,
sfiorandole le labbra. Martha arrivò in quel momento separando i due.
“Mi dispiace interrompervi piccioncini, ma dovete vedere
una cosa.” Disse la ragazza avvicinandosi.
“Che cosa succede adesso?” chiese il Dottore, senza
nascondere il suo fastidio per l’interruzione, Rose si accorse che per tutto
quel tempo lei aveva trattenuto il respiro.
“C’è qualcosa di veramente strano.” Continuò Martha
guardandosi attorno.
“Forse ti stai facendo condizionare da tutti quei film
horror che hai visto.” Aggiunse Rose.
“Andiamo a vedere.” Disse il Dottore muovendosi.
“Beh che fate non venite voi due?” chiese voltandosi verso
le sue compagne, Rose e Martha si guardarono e lo seguirono.
“Allora cosa hai visto di così spaventoso?” chiese il
Dottore un po’ scontroso, mentre arrivarono al piano superiore, mentre le due
ragazze gli erano dietro.
“Quello.” Disse la ragazza indicando una statua di un
angelo piangente alla fine del corridoio, il Dottore ne fu colpito, mentre Rose
non sembrò per niente preoccupata.
“E’ solo una statua.” Disse la bionda.
“Io non credo Rose.” Rispose invece il Dottore
continuando a fissare la statua davanti a sé.
“Bene, adesso avvicinatevi a me, senza staccare gli occhi
da quella statua.” Disse, le ragazze si guardarono a vicenda confuse, ma poi
entrambe ubidirono.
“Vi fidate di me?” chiese mentre lentamente si avvicinava
ad un interruttore della luce.
“Certo.” Risposero insieme le due.
“Bene … allora uno, due e tre.” Contò lentamente, poi
spense la luce e la riaccesa subito dopo, la statua era avanzata verso di loro.
“Oh mio Dio!” esclamò Rose stringendosi al braccio del
Dottore.
“Lo sapevo, lo sapevo che era una pessima idea venie
qui.” Disse Martha.
“Non preoccupatevi.” Le rassicurò il Dottore guardandosi
attorno.
“Hai un piano?” chiese Rose.
“Beh, più o meno.” Le rispose non molto convinto.
“Non sembri molto convinto.” Disse Martha.
“E’ molto importante, che afferrate il mio capotto.”
Disse sempre con calma.
“Perché?” chiese Martha.
“Fatelo e basta.” Insistette il Dottore, le due si
guardarono ancora una volta e strinsero la manica del capotto insieme.
“Reggetevi.” Disse per poi spegnere la luce. Sentirono
qualcosa che gli afferrò nel buio, un tintinnio e poi il cemento duro sotto i
loro piedi, oltre ad una forte sensazione di smarrimento e giramento di testa.
Fine
Capitolo I