“Non sono affatto una
bambina!”
Era stato alle terme che Lina
Inverse aveva avuto l’illuminazione: sarebbe andata nella camera dello
spadaccino e gli avrebbe dimostrato che non era così
‘piccina’ come lui sottintendeva sempre. Nonostante la
complicità e la stima tra loro, la maga percepiva chiaramente che Gourry la considerava ancora una ragazzina, sotto quel punto di vista. Non che volesse esattamente
saltargli addosso, quello no, ma una piccola lezione
gliel’avrebbe data.
Quello che ancora non sapeva
era che le cose sarebbero andate ben diversamente.
Vestita con un pigiama a
cuoricini e cuscino stretto tra le braccia, come per soffocare il battito
furioso del suo cuore, la maga affrontò il corridoio gelido e
scricchiolante fino alla porta dello spadaccino. Aveva le guance paonazze e i
capelli umidi e la determinazione e il senso di rivalsa con cui era partita
avevano iniziato drammaticamente a scemare man mano che si avvicinava alla sua
destinazione.
Aveva affrontato demoni con
minor nervosismo, quello era certo e la tremarella che aveva alle gambe non
faceva certo onore ad una soprannominata Bandit Killer.
Sentendosi una completa
idiota accostò l’orecchio alla porta, pronta a cogliere i segnali
della presenza di Gourry nella stanza ma senza
successo. Non il minimo rumore turbava la quiete del piano
dove alloggiavano. Bene, posso
anche andarmene, pensò mentre il suo corpo traditore le inchiodava
le gambe a terra e il pugno si alzava animato da volontà propria e
bussava alla porta. Nessuna risposta, ancora. Alla fine si spinse ancora
più vicino, con l’orecchio incollato al legno cercando
di percepire quantomeno il russare lieve che di solito caratterizzava il sonno
del suo compagno per poi tornare in camera sua a maledirsi per aver dato
ascolto strane idee che quella notte di luna piena le stava mettendo in testa.
“Lina?”
Una voce, la sua voce la colse
così di sorpresa che quasi cacciò un urlo. Beccata. Si voltò di scatto. Ecco il perché di tanto
silenzio: Gourry non era in camera. Ovvio, no? Ma da
quando era diventata tanto stupida poi? Lui la
guardava, vestito con i calzoni del pigiama e una canottiera bianca,
l’espressione leggermente perplessa. Non poteva certo biasimarlo.
Gli rispose stiracchiando un
sorrisetto e sentendosi una perfetta deficiente.
“C’è
qualcosa che non va?” Lo spadaccino era sempre così sollecito e
per lui era chiaro che se andava a trovarlo a notte fonda era perché
c’era qualcosa di sbagliato,
era in pericolo o cose simili. Solo per cose simili perché lei era una bambina, niente di appetibile nel suo
aspetto per un ragazzo. Nulla che facesse presumere un altro genere di ragioni
alla sua presenza a mezzanotte, in pigiama, davanti alla sua camera
da letto.
L’istinto le diceva di
rinunciare a qualsiasi cosa i fumi delle terme le avessero fatto venire in
mente e così appena aprì bocca…
“Devo…
parlarti.” Non era esattamente quello che voleva dire, proprio no. Ma a quel punto era stupido nascondersi dietro ad una
ritirata strategica. Aveva deciso o no di dimostrargli che non era una bambina?
E allora…
Ma non poteva certo farlo lì, proprio in
corridoio, tra gli spifferi e a portata di occhi e orecchie di chiunque. E poi
faceva un freddo cani, a dispetto del fatto che lo
spadaccino fosse mezzo nudo, lei era in preda ai brividi.
“Entriamo allora…
stai tremando.” Le mise una mano sulla testa, nel gesto che ormai era
tipico. “Hai i capelli tutti bagnati…
accendo il fuoco, altrimenti ti verrà un accidente.” Le
scoccò uno sguardo tra il dubbioso e il preoccupato mentre apriva la
porta. Una volta all’interno si diede abilmente da fare con il camino e
in un attimo la stanza fu rischiarata dalla luce delle fiamme.
La maga entrò,
stritolando il cuscino. Si appoggiò alla parete, fissandosi le ciabatte.
Era stufa marcia della sua ironia sulle sue forme non ‘adeguate’,
dei suoi modi di difenderla che a volte facevano leva sul suo essere poco ‘desiderabile’.
Alzò lo sguardo e deglutì. Te
lo faccio vedere io!
“Gourreeeeee”
Lo chiamò con tono che intendeva essere seducente,
socchiudendo gli occhi mentre un pensiero le esplodeva in testa. Brava Lina, adesso penserà che sei ubriaca…Gourry si
alzò e la squadrò in viso. Fece qualche passo verso di lei,
abbassò il volto all’altezza del suo e annusò l’aria.
Il rossore sulle guance della maga si intensificò.
“Lina… hai per caso esagerato con il vino questa
sera? Mi sembra che sbiascichi.” Appunto.
La maga gli mise una mano
sulla spalla, costringendolo a rimanere alla sua altezza con gli occhi nei
suoi. Sospirò leggermente e cercò di avvicinare ancora di
più lo spadaccino che a quel punto si irrigidì.
“Lina… ma che ti prende?” Lei allungò anche
l’altro braccio e, spostando la mano che lo tratteneva, gli cinse il
viso.
“Gourry….
“ Di sicuro aveva attirato la sua attenzione anche se non esattamente
come aveva desiderato. Una parte di lei stava
gridando, furiosa di imbarazzo: “E
adesso cosa fai??? In che modo gli vuoi dimostrare che non sei piccola?”
“Io… non sono una
bambina.” Lo spadaccino spalancò gli occhi poi le fece un piccolo
sorriso storto. “Questo lo so.” Glielo disse in un soffio,
appoggiando lentamente la fronte contro quella della
maga e chiudendo gli occhi, poi
però si allontanò da lei di scatto, come se si fosse scottato
improvvisamente. Indietreggiò di qualche passo, con le mani sollevate. Si
schiarì la voce, abbassando le braccia. “Adesso però vai ad
asciugarti i capelli e poi a dormire. Altrimenti domani…”
Lina non credeva alle sue
orecchie, la sua frase, così carina
subito seguita da quella scena dolce
e poi la mandava a dormire, ancora una volta come una mocciosa. Ma che diavolo c’era di tanto sbagliato in lei? Assottigliò
gli occhi. Aveva ottenuto quello che voleva, (aveva ottenuto quello che voleva?) in modo
anche piuttosto veloce… aveva ammesso che non era così piccola ai
suoi occhi… eppure un secondo dopo la trattava in quella maniera.
“Forza!” La voce
falsamente gioviale e una mano sulla schiena, Lina si trovò senza quasi
rendersene conto davanti alla porta. Ma non voleva
uscire, non voleva andarsene. Voleva… voleva
rimanere. Si girò in modo repentino, sorprendendo Gourry.
Non era affatto pratica
‘dell’amore’. Non si era mai interessata alle cose romantiche
perché fino a quel momento nella sua vita c’era stato spazio solo
per la magia e le avventure. Ma… sentirsi
‘rifiutare’ in quella maniera…
“Se sai che non sono
una bambina, perché ti comporti così?” sibilò,
tremando ora di rabbia. Gli afferrò una mano e cercò di tirarla
verso il suo corpo, fasciato dal pigiama a cuoricini. Gourry
la fissò con sguardo disperato, opponendo resistenza. “Non sei una
bambina… ma… io non posso…”
“Non gli interessi, sciocca!” La canzonò una vocina malvagia nella sua
testa.
Lina gli lasciò la
mano e lui le diede le spalle, emettendo un profondo respiro. “Non puoi cosa?” Anche se si considerava
geniale, non riusciva ad arrivare al punto. A meno che
il punto fosse proprio la mancanza di interesse dello spadaccino nei suoi
confronti. Da Gourry sopraggiunse un altro respiro,
mentre serrava le mani a pugno. Poi la fronteggiò di nuovo.
“Tu sei fantastica,
Lina. Sei la persona più abile e coraggiosa che conosca, nonché la più testarda e la più pazza.
Tu mi piaci, Lina,” si interruppe fissandola
intensamente. “Sì, mi piaci molto. Ma sei
troppo giovane ancora.” Il cuore di Lina fece una buffa capriola di felicità
a quelle parole che comunque l’avevano stupita. Gli angoli delle sue
labbra si incurvarono in su, lievemente. Gourry la fissava in silenzio, adesso, ansimando piano, nel
suo sguardo una domanda o forse anche più di una.
Era… emozionata.
Sì, era emozionata dalla dichiarazione che aveva appena sentito ed era
commossa, dalla stupidità di Gourry che la riteneva ancora immatura per… un ghigno le affiorò sul volto, cancellando
il sorriso dolce che vi albergava fino a pochi secondi prima.
“Gourry…
per cosa esattamente sono troppo
giovane?” Si mosse verso lo spadaccino e gli afferrò la maglietta,
facendolo caracollare sul letto. Adesso era lei a guardarlo dall’alto.
“Per cosa… ?” Gli sussurrò nuovamente, lasciando la
presa e accarezzandogli con un dito la guancia. Una vocina dentro di lei, la
solita vocina fastidiosa, le gridava se non fosse
impazzita ma no, non era diventata matta. Questo era quello che voleva davvero,
che per molte ragioni aveva voluto nascondere e che il pretesto della
‘bambina’ aveva tirato fuori.
Lo spadaccino le mise una
mano calda sul polso, scuotendo leggermente la testa. “Non
posso…” La maga si abbassò e ripetendo i gesti di poco
prima, mise il viso all’altezza di quello di Gourry.
“Non sono così giovane, Gourry Gabriev ma ti ringrazio per il tuo buon cuore.” E con
quelle parole sfiorò le labbra del ragazzo. Non aveva mai dato un bacio
in vita sua. Mai, ma non per questo non era in grado di riconoscere il
momento giusto.
Gourry aveva chiuso gli occhi, poi il suo sguardo liquido si
era posato su di lei. “Non voglio che tu… ti penta...” Il suo tono era serio e forse anche un po’
triste, adesso. “Sei fenomenale, Lina, il tuo potere, la tua forza sono
immensi… ma io vedo anche la ragazza che c’è dietro, ed
è una ragazza giovane, che non ha mai conosciuto l’amore, che non
ha mai conosciuto un uomo… e ho paura…”
Si preoccupava per lei,
sempre. Si preoccupava anche di proteggerla da lui stesso, da sé stessa, da qualsiasi cosa potesse ferirla. In
altre occasioni si sarebbe sentita irritata invece, in quel momento, in quella
camera rischiarata dal bagliore del fuoco, si sentì toccata. Gli
appoggiò il viso sul petto e lo strinse forte tra le braccia.
“Non avere
paura…”
Lui la sollevò e
timidamente iniziò a baciarla. La fronte, prima, la punta del naso, la
bocca. La sua lingua la accarezzava e la invitava a danzare con lui. E Lina
danzò, danzò fino ad avere il fiatone,
fino ad avere le guance incandescenti. Fino a volere di più.
Quando si staccarono
lo spadaccino la osservò con una punta di apprensione, mista a quello
che la maga era sicura fosse riflesso anche nei suo sguardo. Le sembrava strano
doverlo guidare ma capiva quello che lui le aveva voluto dire. In modo
impacciato gli accarezzò le spalle e gli sfiorò il petto avvertendo
sotto le sue dita i muscoli ben definiti del ragazzo.
“Lina…” lei sentendo il suo nome annuì, senza alzare
lo sguardo.
Gourry la fece sedere sul letto di fianco a lui, poi le mise
un braccio sulle spalle. Il peso, il calore del braccio di
lui erano così confortanti. La maga
appoggiò la testa contro di lui ed entrambi non dissero una parola
né si mossero da quella posizione per diversi minuti. Poi Lina si
districò dall’abbraccio e tornò a baciarlo, facendo in modo
che entrambi scivolassero sul letto. In quel momento lo spadaccino si
separò da lei e si sollevò sul gomito. Le indirizzò un
sorriso dolcissimo, il più bello che lei avesse mai visto. Iniziò
ad accarezzarle i capelli, con grande tenerezza. Ogni suo gesto era lento e
delicato, come se temesse di romperla. La maga tornò ad
incontrare gli occhi di lui e a quel punto pretese ancora di baciarlo e il
bacio fu più sicuro, più profondo.
La mano dello spadaccino si
spostò dal suo viso alle spalle, alle braccia, tenendosi lontano dal
resto del suo corpo, dal suo famigerato seno piatto, dalla pancia, da qualsiasi
cosa al di sopra e al di sotto della vita. Ogni volta
che si posava accidentalmente nelle vicinanze, spostava la mano, dirigendosi
verso luoghi più ‘sicuri’.
Ma Lina Inverse, essendo Lina Inverse, non era donzella
da avere paura. Inesperta, quello sì, innocente,
quello anche, sotto quel punto di vista ma… non per questo fragile.
Quando la mano dello spadaccino deviò verso le braccia per
l’ennesima volta, si staccò da lui e gli mise una mano sul proprio
petto.
“Non ho paura.”
Lo guardò diritto
negli occhi e gli accarezzò una guancia.
.