Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: Eiri Yuki    01/02/2011    1 recensioni
[0259 - G/Gokudera]
"Sai una cosa? Credo che io e te siamo molto simili in realtà..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: G, Hayato Gokudera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
g59 Era già da un po' di tempo che me ne stavo tranquillamente sdraiato sul mio letto, le braccia incrociate dietro la testa mentre lo sguardo non accennava ad allontanarsi dal soffitto. Pensavo... Pensavo alla prova che avevo appena superato, e alle parole che mi avevano fatto riflettere su molte cose... Mi avevano aperto gli occhi sulle mie priorità in quanto braccio destro del Decimo e sui miei comportamenti, ecco come stavano realmente le cose. Finalmente lo avevo capito, e avevo necessariamente avuto il bisogno di qualcuno che mi rendesse più comprensibile quella cosa. A dire la verità non potevo crederci, era impossibile da accettare l'idea di non essere stato capace di rendermene conto da solo...
Quanto avevo fatto arrabbiare il Decimo con tutti gli errori che avevo fatto? Quante volte lo avevo messo in difficoltà? Immagino avesse avuto innumerevoli occasioni per potermi allontanare per sempre da lui, ed invece non lo aveva mai fatto, anzi... Aveva esplicitamente detto che mi voleva al suo fianco...

"Diavolo..."

Feci leva sui gomiti per alzarmi, dopodichè mi misi seduto a gambe incrociate. Mi sporsi poi verso il comodino per prendere il pacchetto di sigarette ed accendermene una, ributtandomi poi indietro, una gamba accavallata sull'altra.
Ero uno stupido, uno stupido troppo stupido affinchè si rendesse conto di esserlo...
Fu in quel momento, durante quei miei pensieri, che una luce scarlatta comparve accanto a me, mostrandosi poi per lo stesso uomo che era apparso poco tempo prima durante la prova.
G se ne stava seduto sul letto, gli occhi fissi su un punto non ben definito della stanza.

"Hey..." Qualche secondo dopo voltò lo sguardo verso di me, con fare annoiato.

Inutile dire che scattai seduto, il corpo leggermente sporto all'indietro, sostenuto dalle braccia.

"E tu che ci fai qua!?"
"Quanto sei rumoroso..." Si portò la mano tra i capelli, scompigliandoseli un po'.

Ok, a quanto pare non aveva alcuna voglia di stare a rispondermi... Sospirai, cercando di calmarmi vista l'improvvisata.

"Scusa tanto se sono rumoroso, non volevo certo disturbare il povero ospite che neanche era stato invitato!" Mi rigettai sul letto, per l'ennesima volta, fissandolo comunque con la coda dell'occhio per captare ogni suo singolo movimento. "Che sei venuto a fare, si può sapere?"

Si voltò, scrutandomi, poi tirò fuori una sigaretta e se la mise tra le labbra.

"Ti dispiace?" Ammiccò verso la mia.
"Hm..." Lo fulminai con lo sguardo, rassegnandomi a quella presenza che a quanto pare non se ne sarebbe andata tanto presto. Ed io che avevo sperato di stare in pace a riflettere! "Fai pure..." Socchiusi leggermente gli occhi tranquillamente, per cercare comunque di rilassarmi.

Molto lentamente lo vidi avvicinarsi a me, facendo combaciare perfettamente la parte superiore di entrambe le sigarette. G ispirò, facendo in modo che la sua si accendesse, dunque fece uscire del fumo dalla bocca.

"Grazie." Un tono inespressivo il suo.

Era tutt'altro che di compagnia, davvero, altro che fantasmi o robe simili, lui batteva tutti quest... Aspettate, lui in fondo era un fantasma! Oh, allora si capivano tante cose!! La sua era quasi un'esistenza nulla, in quella stanza, non parlava nè faceva altro... Visto che mi aveva disturbato, avrebbe potuto anche dirmi cosa voleva.

"Allora? Non mi hai ancora risposto... Che ci sei venuto a fare qua?"

G si sdraiò sul letto, guardando il soffitto.

"Ero venuto a controllare..." Finalmente aveva parlato!
"Controllare cosa?" Mi alzai appena con il busto, fissandolo.
"...di non essere stato troppo duro con te." Sospirò. "In fondo sei ancora una ragazzino."

Cos'era quella improvvisa gentilezza da parte sua? Sicuri fosse la stessa persona che mi aveva esplicitamente detto di ridare l'anello al Decimo e tornarmene in Italia, abbandonandolo e lasciandolo quindi al suo destino? A me non sembrava proprio...

"Perchè adesso ti preoccupi?" Azzardai un sorrisetto, appoggiando il gomito sulla gambe e il mento sul palmo della mano.
"Non mi va di fare la parte del cattivo, tutto qui." Avrebbe potuto anche rispondere con un po' più di enfasi...

Sospirai.

"Guarda che non me ne importa niente di quello che mi hai detto... Cioè..." Ma perchè diavolo stavo cercando di non fargli pesare quella cosa, come se fossi stato io lo scortese! "Quello che voglio dire è che..." Mi scompigliai leggermente i capelli, in segno di resa. "Insomma, non devi scusarti di niente!"

G mi guardò per qualche secondo, sbuffando in un sorriso.

"Ho fatto bene a farti superare quella prova, sei adatto al ruolo."
"Hm?" Lo fissai, dritto negli occhi.
"Sei molto affezionato al tuo Boss, vero?"

Abbassai lo sguardo, fissando il muro di fronte a me.

"Ovvio... Lui è la prima persona che io abbia mai rispettato con tutto me stesso, a cui davvero voglio... come dire... bene. Mi ha accettato per quello che sono, è uno dei pochi di cui davvero posso fidarmi, è il mio Boss, il mio migliore amico... La persona per la quale darei la mia vita." Sospirai per un secondo, dopodichè tornai a guardarlo, un sorriso sulle mie labbra. "E' il migliore!"
"Non lo metto in dubbio." G si rimise seduto, sorridendomi poi per la prima volta.

Non so perchè mi imbarazzai nel vedere quella sua espressione, forse perchè in qualche modo sentivo che i miei sentimenti verso il Decimo erano simili a quelli che provava lui per il suo Boss.

"Sai una cosa? Credo che io e te siamo molto simili in realtà..." Ed ecco che le mie intuizioni avevano ricevuto conferma.

Mi appoggiai al muro, rimanendo però seduto, dopodichè sospirai.

"Davvero?"
"Tranne quando fai casino."
"EHI! Cosa intendi con 'fare casino'!? Mi portai di istinto una mano alla bocca, non avendo il bisogno di sentire una risposta visto che lo avevo capito da solo...
"Questo." Ridacchiò.
"Tsk..."

Spensi la sigaretta, dopodichè incrociai le braccia al petto, distogliendo lo sguardo. Mi stava trattando come un idiota, ecco che cosa faceva. E la cosa, a dire il vero, mi dava anche parecchio fastidio! Ma avevo promesso che non mi sarei mai più comportato come un bambino, quindi non gli avrei risposto per le rime...
Fu in quel momento che sentii quel sussurro che, in qualche modo, mi rese felice.

"...per il resto sei un perfetto braccio destro."

Ero orgoglioso di quelle parole, orgoglioso di sentirmele dire da lui, il braccio destro del primo Boss dei Vongola...

"Fai del tuo meglio d'ora in avanti." Sorrise compiaciuto, alzandosi poi in piedi.
"Io faccio sempre del mio meglio!" Lo fissai, rispondendogli stavolta a tono.

Come si permetteva di dire una cosa del genere? Io, Gokudera Hayato, braccio destro del Decimo, non mi ero mai tirato indietro di fronte a niente! Qualsiasi cosa ci fosse stata da affrontare, l'avevo superata senza problemi!

"Proteggi il Decimo, è questo il compito di un braccio destro." Un flebile sospiro prima di scomparire in quella luce, nello stesso modo in cui era apparso.
"E' ovvio che io protegga il Decimo... E' la mia unica ragione di vita..." 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Eiri Yuki