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Autore: Kiya_    01/02/2011    3 recensioni
[Spoiler dal capitolo 198 in poi]
Grimoire Heart era finalmente sconfitta. Makarov, sdraiato a terra supino, guardò il cielo limpido e azzurro, uno spettacolo meraviglioso degno dell’isola di Fairy Tail. Sorrise commosso e chiuse gli occhi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Grimoire Heart era finalmente sconfitta. Makarov, sdraiato a terra supino, guardò il cielo limpido e azzurro, uno spettacolo meraviglioso degno dell’isola di Fairy Tail. Sorrise commosso e chiuse gli occhi.
 
Polryusca sospirò tentando di mantenere una calma che l’aveva già abbandonata. Con le lacrime agli occhi uscì dalla sua umile dimora di bosco: ad attendere fuori c’erano Erza e Lisanna. Vedendo l’espressione dell’anziana maga, le due capirono subito. I loro volti attoniti lasciarono posto alla disperazione: Lisanna scoppiò in un pianto dirotto mentre Erza iniziò a singhiozzare silenziosamente, ma dopo poco il suo contegno svanì lasciandole libero sfogo.
«Le sue ultime parole…» disse Polryusca con la voce rotta «sono state: “Dite a Luxus… Dite a Luxus di prendersi cura dei miei amati figli”. È morto col sorriso sulle labbra».
Lisanna abbracciò Erza. La rossa soffriva doppiamente sapendo che avrebbe dovuto comunicare la notizia anche agli altri.

 
Il sole splendeva alto e potente nel cielo. Al funerale di sua madre, pensò Lucy, pioveva a dirotto. Ma come poteva piovere lì, su quell’isola dal clima tropicale? Avevano trovato un posto ombreggiato, coperto da salici che versavano i loro rami nell’acqua di un laghetto per seppellire il master. Forse un posto così calmo e tranquillo non si addiceva allo spirito vivace di Makarov ma era un bel posto per godersi la meritata pace dopo tanti anni irrequieti, nel bene e nel male. Sebbene Lucy fosse entrata a far parte di Fairy Tail da poco, la morte del master la faceva soffrire terribilmente: aveva subito imparato a volergli bene quasi come a un padre vero, a cui d’altronde aveva imparato da poco a voler bene. Le aveva insegnato ad essere forte, ad aver fiducia nei propri compagni e a credere in se stessa. Come poteva non soffrire per questa grave perdita? Ma ad alimentare le sue pene c’era anche la reazione di Natsu. Si girò per osservarlo: era seduto con la schiena poggiata ad un albero, lo sguardo vacuo fisso sul lago, i soliti vestiti (avevano deciso di vestirsi informalmente per dare l’addio a Makarov, perché lui si ricordasse di loro com’erano sempre stati nella loro vivace quotidianità). Happy, invece, stava in piedi vicino a Lucy guardando a terra ancora commosso. Appena Erza era entrata nella gilda e aveva annunciato addolorata la scomparsa del master, Natsu aveva sbarrato gli occhi, poi aveva tirato un violento pugno al tavolo presso il quale era seduto spaccandolo immediatamente a metà. Non una sola parola. Da quel momento non aveva proferito verbo. Era passato ormai un giorno. Lucy era preoccupata: in genere il suo amico era anche fin troppo loquace; vederlo così la faceva star male. Chissà poi quanto sarebbe durato questo suo silenzio. “Dobbiamo affrontare il dolore, Natsu. Dobbiamo continuare a vivere e a lottare in nome della gilda, in nome del master. Non vorrebbe mai vederci così, anche se so che è difficile sopportare. Ma dobbiamo farlo per lui, Natsu. Dobbiamo andare avanti” pensò Lucy abbassando lo sguardo.

Gray continuò a camminare per la selva dell’isola di Tenrou. Non aveva ancora pianto. Forse aveva terminato le sue lacrime a causa di Ur e del recente scongelamento di Deliora. Chissà che fine aveva fatto Zeref, quel dannato mago che aveva creato quel mostro. Dopo tutta quella serie di avvenimenti era sparito. Avrebbe voluto sistemarlo con le sue mani, fargliela pagare per aver ucciso i suoi genitori e la sua maestra. Ma a cosa sarebbe servito se non ad aumentare la sua rabbia? Di sicuro i suoi cari non sarebbero tornati indietro. Scosse la testa e i suoi pensieri tornarono a Makarov. Trovò un masso e vi si sedette sopra. Il master non c’era più: non riusciva ancora a realizzarlo. Il nonnetto, colui che gli aveva dato una casa e una famiglia dopo che lui, per la seconda volta, l’aveva persa, era morto. Morto. Mentre realizzava ciò, arrivò Lluvia.

Lluvia non stava cercando Gray per il piacere dei suoi occhi, come suo solito. La perdita del master aveva colpito anche lei, sebbene fosse da poco una di Fairy Tail. Lui non aveva esitato ad accogliere lei e Gazille, benché avessero appena tentato di distruggere la sua gilda. Aveva capito che erano sinceramente redenti e che avevano bisogno di una famiglia, di un affetto che solo loro potevano offrirgli. Proprio per questo Lluvia, la quale conosceva la storia del suo bramato Gray, sapeva che quest’ultimo stava soffrendo come si fa per la perdita di un padre vero. Non aveva avuto il coraggio di parlargli da quando avevano saputo la notizia, ma ora le sembrava il momento giusto per concedergli di sfogarsi. Sapeva che da solo non sarebbe mai riuscito a farlo del tutto; sperava solo di non essere inopportuna. Finalmente lo trovò: stava seduto su una grande pietra, i gomiti poggiati sulle ginocchia e il volto sui dorsi delle mani. Fissava il vuoto davanti a sé. Si accomodò anche lei su quel masso dandogli la schiena. Stettero in silenzio per un po’. Poi lei si girò e appoggiò le mani sulle larghe spalle dell’amico il quale si coprì il viso con i palmi e cominciò a singhiozzare silenziosamente.

Erza non sapeva cosa fare. Quella situazione era snervante. Tutti soffrivano in attesa della sepoltura definitiva e lei non poteva fare nulla per calmare il loro dolore…in più il loro dolore era anche il suo. Si mise a camminare avanti e indietro. Non ricordava praticamente nulla della sua famiglia. Fairy Tail ormai era la sua vera famiglia da tempo. Tutti fratelli, un solo padre: Makarov. Ora erano tutti orfani. Come avrebbero potuto accettare quella scomparsa? Erza si fermò e tirò un pugno a un albero. Una lacrima le rigò il volto. Anzi, due lacrime. Era anche grazie a lui se poteva vedere e piangere da entrambi gli occhi. E sempre a lui doveva la vita, il suo carattere forte e temprato, la sua abilità nel combattimento, i suoi amici: tutto quanto. Ci avrebbe messo troppo tempo a placare questa sofferenza, o forse non ci sarebbe mai riuscita.

Gazille stava seduto sotto un albero, non molto lontano da Natsu. Lily, che aveva assunto le sue sembianze di pantera, sedeva con la schiena poggiata dal lato opposto dello stesso tronco del dragon slayer di ferro. Nessuno dei due parlava. Il “gattone” non aveva fatto in tempo ad affezionarsi propriamente al master ma aveva capito che tipo era. Era un grande uomo, una persona dal potere speciale e forte almeno tanto quanto la sua anima. Non faceva fatica a comprendere il silenzioso dolore di Gazille. Gli sembrava strano vederlo così. A un certo punto gli era pure parso di sentire un singhiozzo soffocato immediatamente. Un sorriso amaro adornò il suo viso: possibile che il lato umano di quel testone dovesse venire fuori proprio in momenti come quelli?

Mirajane stava ferma in piedi sorretta dalle stampelle e da Lisanna. Le ferite le procuravano dolori ovunque ma non ci badava. La sofferenza per la perdita del master sovrastava qualsiasi altra pena. Dio solo sapeva quante lacrime aveva versato e quante ancora ne doveva versare. Non poteva crederci. Per lei Makarov era anche più di un padre. Si era sempre preoccupato per lei, l’aveva trattata con premura e affetto, l’aveva fatta ridere, le aveva dato delle speranze, le aveva dato una vita felice. Perché lei era sopravvissuta e lui no? Avrebbe scambiato la sua vita con quella del master. Non sarebbe mai riuscita a placare il dolore per questa morte, mai.

Luxus fece ingresso nello spiazzo ombreggiato portando in spalla la bara, aiutato da Elfman. Davanti a lui una semplice lapide di pietra e una profonda buca nel terreno. Tutti lo raggiunsero disponendosi a semicerchio attorno alla tomba. Luxus aveva delle profonde occhiaie e il volto provato. Poggiò la cassa a terra e prese la parola.
«Tutti noi sappiamo che non ci sono parole per descrivere mio nonno, il master, come non ce ne sono neppure per descrivere la nostra sofferenza. Non c’è bisogno di grandi discorsi per elogiarlo: sappiamo bene tutti quanto fosse lodevole.  C’è solo bisogno di dargli il giusto…» Luxus s’interruppe commosso, poi riprese «Dobbiamo solo dargli il giusto addio. Vogliamo che il nostro saluto lo raggiunga per fargli sapere la nostra infinita gratitudine».
Erza ricordò la visione del suo funerale: aveva tanto sperato non dovere mai più vedere né soprattutto vivere situazioni del genere. La bara venne calata nella fossa e ognuno, a turno, gettò chi un fiore, chi uno stemma di Fairy Tail, chi un oggetto importante che voleva lasciare al master. L’ultimo fu Luxus, il quale lasciò cadere nella tomba una foto di lui da bambino mano nella mano con Makarov: sullo sfondo la vecchia gilda. Non aveva voluto informare Ivan della morte di suo padre: a cosa serviva se forse neanche gli sarebbe importato. Ad ogni modo né sarebbe venuto a conoscenza da sé, in qualche modo. Incominciarono a coprire la bara con la terra tra le lacrime di tutti. Ognuno dentro di sé dava il suo addio al master che tanto li aveva amati. Quando la buca fu completamente coperta Luxus iniziò a piangere come tutti gli altri e mormorò sottovoce: «Sì, avrò cura dei miei fratelli. Addio nonno. Ti voglio bene. Ci mancherai, ma andremo avanti… per te».

Lucy alzò gli occhi: tra un ramo e l’altro era possibile vedere lo stesso azzurro limpido che il master aveva tanto amato prima di morire. Le dava fastidio l’idea che anche il cielo non piangesse la sua scomparsa, ma non poteva capire che quel sereno era il suo addio a Makarov.




Note dell'autrice
Un'altra fanfic per Fairy Tail. Almeno questa volta però l'ho completata. XD Chiedo scusa a chi sta leggendo anche "Phantom Lords is back" ma sono un po' in crisi con quella fic! .-. Chiedo umilmente perdono se non la aggiorno da un po'. Comunque, non sono una granchè brava a scrivere (non lo dico per modestia ma perchè credo sia vero) ma appena ho letto il capitolo 216 ho pensato a questa one-shot e mi sembrava carino pubblicarla. Dopo qualche settimana l'ho scritta ed eccoci qua. So che è un po' lunga e probabilmente noiosa ma ci tenevo a descrivere gli stati d'animo di alcuni membri e, anzi: qualc'uno ho voluto scartarlo per non diventare davvero troppo prolissa. Che dire? Spero vi sia piaciuta. Dato che è una one-shot e non potrò rispondere ad eventuali recensioni (che sono graditissime) ringrazio anticipatamente chiunque abbia letto, apprezzato e magari anche recensito questo lavoretto. Besitos

Serena/Kiya
  
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