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Autore: FraRose    02/02/2011    10 recensioni
Le vicende più assurde tra la coppia più bella di sempre: Damon Salvatore & Elena Gilbert.
Tratto dal 7° Capitolo:
“Bene. Vuoi sfidarmi, Stefan?”, ghignò Damon.
“Oh sì, Damon”, rispose malvagiamente Stefan.
Damon scoppiò in una risata maligna: “Lo sai che vincerò io. Perché io vinco sempre”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Lavori Domestici

 

 

La mattina di un freddo giorno di gennaio, Damon Salvatore si alzò molto più presto rispetto al solito. Si sentiva responsabile di troppe cose: doveva assolutamente fare contenta la sua fidanzata e se non l’avrebbe fatto avrebbero sofferto entrambi. Peccato che quello che doveva fare non rientrava nella lista delle cose che Damon amava fare.

Ora Elena e Damon vivevano nella stessa casa e come minimo lui doveva dimostrarle quanto la amava e quanto teneva alla presenza di Elena nella loro nuova villa sul mare. Era stupenda, con una vista meravigliosa sull’oceano. Non c’era un giardino, ma avevano a disposizione una piccola spiaggia privata tutta per loro. Elena non vedeva l’ora che arrivasse l’estate per poter prendere il sole e per potersi godere il calore della sabbia bollente sotto l’asciugamano.

Elena negli ultimi anni era riuscita a diventare una bravissima maestra delle elementari: i bambini la stimavano, la adoravano come se fosse il loro eroe. Tutti in città conoscevano la maestra Elena, era famosa e il suo ragazzo andava fiero della sua piccola umana. Era come se fosse Barbie per le bambine e Batman per i maschietti. Sarebbe stato davvero fantastico e perfetto, peccato che quando tornava a casa Elena era… un po’ andata di testa… come il giorno prima.

 

“Allora, Damon?”, sbraitò Elena entrando in casa e sbattendo la porta con la forza di Hulk. Forse i bambini non le insegnavano cose che avrebbero semplificato la vita a Damon.

“Ciao anche a te, tesoro”, la salutò lui con un sorriso ironico da infarto, alzandosi dal divano e avvicinandosi per stamparle un bel bacio di buon ritorno a casa.

“Ma che hai fatto tutto il tempo?”, domandò poi lei, evitando le sue labbra e guardandosi attorno con gli occhi fuori dalle orbite, come se attorno a loro fosse in corso la rivoluzione francese.

Damon alzò le spalle: “Beh, tante cose”, si difese, appena vide lo sguardo accusatorio di Elena che poteva incenerire l’Everest.

“Ah sì? Che cosa?”, lo sfidò lei, tremando dalla rabbia.

Damon si guardò attorno, in cerca di ispirazione: “Allora… prima di tutto mi sono rilassato e ho fatto la doccia, e ho lavato i capelli e li ho trattati con un balsa-“, iniziò lui, ma venne interrotto da un’Elena con gli occhi che cadevano per terra da quanto stavano uscendo dalle orbite: “Quale mio balsamo, Damon?”, chiese minacciosa e alzandosi sulle punte dei piedi.

“Io… non lo so. Quello che ho trovato nell’armadio. Anzi, dovresti proprio dirmi dove lo compri perché ha un effetto unico sui miei unici capelli. Vuoi toccarli? Ti assicuro che sono tutt’altro rispetto a quell’idiota della pubblicit-“, si vantò lui, chinando la testa.

“Bene… poi che hai fatto?”. Quando Damon iniziava a parlare dei suoi capelli e di quanto erano belli, era meglio rinunciare alla conversazione oppure cambiare l’argomento in fretta.

Damon aprì la bocca. Poi la richiuse. Poi la riaprì. Poi la richiuse.

“Vedi? Non hai fatto un cazzo!”, strillò Elena, crollando sulla poltrona e iniziando a piangere.

Intorno a loro, sui tavoli e per terra c’erano libri, riviste, foto (ovviamente di Damon) e… delle “Settimana Enigmistica”.

“Mi spieghi perché ti sei messo a fare la Settimana Enigmistica?”, domandò urlando Elena.

“Beh… avevo voglia di acculturarmi e… ne ho presa una e c’era sempre una definizione che non sapevo allora dovevo cambiare quesito. Poi i cruciverba finivano e allora dovevo andare a comprare un altro giornale”, spiegò Damon, senza abbandonare il suo solito tono “alla Damon”.

“Quindi tu avresti comprato (fece una pausa per contare)… 60 giornali di cruciverba e non ne hai risolto nemmeno uno?”, domandò incredula.

Damon si strinse nelle spalle. Non voleva sembrare imbranato o scemo, anche se sapeva perfettamente che non riuscire a risolvere uno di quei giochini dove bisognava trovare le parole in mezzo alle lettere era da completi rammolliti cerebralmente. “Sei tu la maestra, non io”, tentò di giustificarsi lui.

Elena si alzò: “Lo sai io cosa faccio tutto il giorno? Io sono a scuola, in mezzo a una banda di bambini pazzi e scalmanati che non sanno nemmeno qual è la differenza fra caccia e cacca. E io lo spiego, lo spiego ma loro non capiscono. Continuano a sbagliare ed è così frustrante… E tu, mentre io sono lì a farmi il culo per fare imparare qualcosa a venti bambini asini, tu sei qui che tenti di risolvere senza successo cruciverba, rebus e compagnia bella. E non so se te ne sei accorto, ma  questa casa puzza e te non fai nemmeno le pulizie, nonostante hai ore di tempo libero, a differenza di me. Qui devo fare tutto io, e non lo sopporto più. Io giuro che me ne vado”, concluse Elena senza fiato.

A quell’affermazione Damon iniziò a traballare. No, non poteva andarsene. “Elena, ti prego, non andartene”, pensava lui.

“Ti prego, dammi solo una possibilità. Ti dimostrerò quanto posso fare di più, va bene?”, la supplicò Damon, inginocchiandosi davanti a lei.

Elena, per quanto incazzata fosse con lui, decise di concedergli l’ultima chance, ma se avesse fallito allora non gli avrebbe più rivolto la parola. “Farai qualsiasi cosa ti dico?”, chiese lei, guardandolo negli occhi.

“Qualsiasi cosa”, ripeté Damon. Sembrava che in quel momento fosse Elena a soggiogare Damon, e non il contrario. Lui era davvero terrorizzato a morte dal fatto che la persona che più amava al mondo lo potesse lasciare da un momento all’altro perché lui si era divertito a fare l’idiota.

“Domani farai la lavatrice. E pulirai per terra. Buona fortuna”, e così Elena lo congedò. Prese una coperta dall’armadio e se ne andò in bagno, e da lì non uscì più. Sì, Elena non aveva voglia di passare la notte con il suo vampiro, che ora era scosso, addolorato e assalito dai sensi di colpa.

Damon si sollevò da terra e andò a dormire nel suo letto, che appariva davvero troppo vuoto. Sentiva che Elena mancava. Il giorno dopo doveva fare tante cose, cose che non sapeva neanche come si dovevano fare.

 

Proprio per la promessa fatta a Elena, Damon si alzò prestissimo. Elena era già andata via: il suo lavoro le imponeva di essere a scuola molto prima rispetto ai bambini, per poter preparare le lezioni e cose così. Damon si vergognava ad ammettere che quando lei gli aveva spiegato come funzionava non l’aveva ascoltata poi così tanto.

“Allora… sì, devo pulire il pavimento. Con cosa posso pulirlo?”, mormorò a se stesso Damon. Si diresse verso il bagno, dove in teoria si trovavano i detersivi e quelle cose là, e cercò. Mastro Lindo, Vanish, Acchiappacolore, Swiffer… che diavolo doveva usare?

“Acchiappacolore… beh, acchiapperà anche lo sporco, no?”, ragionò Damon. Afferrò la scatoletta con scritto: “Novità, in polvere!” e l’aprì. Dentro c’era una polverina grigia, disgustosa, puzzolente e molto fina. Probabilmente la doveva sciogliere nell’acqua.

Decise di prendere un secchio, lo riempì fino all’orlo e poi versò un po’ di quella polverina. L’acqua si colorò di un grigio chiarissimo, quasi trasparente. Damon annusò e sembrava tutto normale. Non stava esplodendo niente e si sentì invaso da un’ondata di orgoglio: “Elena mi adorerà e mi rivorrà con se”, si ritrovò a pensare.

Damon decise che avrebbe fatto le cose per bene, così prese anche uno straccio e una scopa che gli  avrebbe permesso di scovare anche il più piccolo granello di polvere. “Gli acari e lo sporco non avevano scampo, con Damon Salvatore al comando”. Damon ridacchiò al suo nuovo slogan e scese le scale.

Intinse lo straccio blu nell’acqua che straboccò abbondantemente dal secchio. Prese la scopa e Damon iniziò a pulire allegramente, alla Mary Poppins.

Decise che forse con la musica sarebbe stato più divertente e accese così lo stereo a tutto volume. Iniziò a ballare con la scopa a ritmo di musica, sorrideva come un ebete vedendo che il pavimento iniziava a scintillare. Ovviamente, la cosa che scintillava di più nella stanza non era di certo il pavimento, bensì il suo sorriso accecante e luminoso.

Damon completò l’opera dopo qualche ora. Tutto, ma proprio tutto, scintillava. Aveva deciso di lavare anche le padelle, i piatti, le posate e le stoviglie. Ma c’era qualcosa che non andava, qualcosa che non scintillava come il resto. Damon si guardò attorno in cerca della causa e poi la vide: il tappeto. Quello persiano a cui Elena teneva tantissimo, che era costato un occhio della testa e che la sua fidanzata abbracciava ogni sera prima di andare a dormire; Elena sarebbe stata felicissima se l’avesse pulito.

Damon sollevò il secchio con l’acqua, prese lo straccio, lo bagnò e iniziò a strofinare per bene. Il tappeto sembrava davvero pulirsi e schiarirsi. Certo che ce n’era parecchio di sporco sopra: da marrone scuro era diventato giallo ocra. Certo che quell’ Acchiappacolore funzionava davvero anche per lo sporco. Wow, Damon non poteva fare a meno di sentirsi una leggenda. Perché non aveva mai provato a fare strada nel mondo della pulizia? Perché non aveva mai provato a offrirsi come domestico? Perché in quel momento non si trovava a vendere aspirapolveri? Perché non stava studiando la formula di un nuovo detersivo? Damon non lo aveva  ancora capito, ma una risposta a tutte quelle domande c’era, eccome se c’era.

“Wow! Sono un mito e ora… tutti a fare la lavatrice!”, urlò Damon, saltellando su per le scale e andando nella “stanza-lavanderia”. Per quel che ne sapeva la lavatrice serviva a lavare. Non era certo se i vestiti oppure le stoviglie…

“Non credo le stoviglie. Poi le ho già lavate prima… proviamo i vestiti”, pensò Damon.

Andò alla ricerca dei suoi vestiti sporchi. La camicia nera, la giacca di pelle nera, le scarpe nere, i calzini neri, l’intimo nero… Trovò una vecchia cravatta risalente probabilmente al 1864. Perché non anche quella?

Andò a controllare l’armadio di Elena e vide tantissimi vestiti colorati… prese quello giallo che gli sembrava troppo tendente al marrone. “Ti ho trovato, sporco! Muhahahahahahah!”, gridò sadico Damon. Poi decise che tanto valeva lavarli tutti, i vestiti. Ritornò alla lavatrice con cinquanta vestiti tutti di colori diversi fra le braccia.

“Allora… per accendere. Questo”, rifletté Damon, fissando un tasto arancione. Sobbalzò quando l’apparecchio iniziò a cinguettare una specie di suoneria. “Forse significa che è accesa.

Probabilmente devo infilarci i vestiti dentro…”. Damon aprì lo sportello e infilò tutta la roba che aveva trovato. Poi chiuse tutto e arrivò la parte più difficile: “Segui il tuo istinto… Damon, sei un dio della pulizia. Oggi hai pulito la casa, tutto da solo…”, tentò di convincersi. Così ad occhi chiusi si ritrovò a girare le manovelle per quella che doveva essere la temperatura e qualcos’altro. Non guardò quello che aveva combinato e schiacciò “avvia”.

Appena sentì la lavatrice muoversi si alzò, soddisfatto, e ritornò in soggiorno per una meritata pausa.

Mentre guardava “La prova del cuoco” alla televisione (così sarebbe migliorato anche in cucina, oltre che nell’igiene), sentì dei rumori strani provenienti dal piano di sopra. Aggrottando le sopracciglia andò a vedere che stava succedendo. Durante il tragitto trovò la scarpa che voleva lavare; a quanto pareva era caduta. Damon la raccolse, pronto per lavare anche quella e aggiungerla al carico di lavaggio.

Entrò nel bagno e vide la lavatrice saltellare. Letteralmente. Stava saltellando. “No, non può essere. Io sono un dio della pulizia. Oggi ho pulito la casa da solo, sono un dio della pulizia. È normale che saltelli”, tentò di convincersi Damon.

Doveva assolutamente infilare quella scarpa nella lavatrice. Come poteva fare? Il modo più semplice: aprirla e richiuderla.

Tranquillo e poco consapevole di quello che stava per combinare aprì lo sportello e tutta l’acqua con la schiuma uscì allagando il bagno. Damon aveva lasciato la porta aperta e l’acqua dilagò anche per tutto il piano, fino a poi scendere dalle scale e ad arrivare in soggiorno.

“Merda… che faccio ora? Ho allagato la casa…”, sussurrò spaventato. Era la fine. Elena lo avrebbe lasciato.

“Sono tornata! Come è andata ahhhhhhhhhhhhhhh!”, urlò Elena dall’ingresso.

Damon scese lentamente le scale. “Io…”, provò lui.

Elena lo guardava, in cerca di spiegazioni. Casa sua era completamente allagata, come se uno tsunami l’avesse colpita. “Che hai combinato Damon?”, domandò.

“Io… ho solo fatto la lavatrice e… mi ero dimenticato una scarpa e… ecco l’acqua è uscita”, spiegò lui in un sussurro. Non voleva guardarla negli occhi. Era la fine. Poteva anche andare a preparare le valigie.

“Una scarpa? Damon ma che ci hai messo nella lavatrice?”, chiese Elena.

“Tutti i vestiti sporchi, cosa se no?”, rispose lui.

Dalle scale scesero lentamente la camicia di Damon, la giacca di pelle di Damon, i calzini di Damon, una scarpa di Damon… Sentendo movimenti dietro di lui, Damon si voltò e vide la sua amata giacca distrutta. “Noooooooooooooo”, ululò lui addolorato nel profondo.

Elena corse ad abbracciarlo: “Vedrai ne troveremo un’altra. Almeno ci hai provato…”, lo consolò lei.

“E ho fallito”, sussurrò sconfitto lui. “No, hai fatto solo del tuo meglio. Ti amo ahhhhhhhhhhhhhhh”. Anche Elena aveva visto qualcosa che forse sarebbe stato meglio non vedere. “I miei vestiti”, ansimò. Il vestito giallo era diventato nero, come se un vestito nero avesse ceduto il suo colore. E lo stesso era successo ad altri vestiti prima chiari, ora scurissimi.

“Mi dispiace”, sussurrò colpevole  e dispiaciuto Damon. Lei lo guardò, riprendendo la calma. “La colpa è mia e solo mia. Mi sono arrabbiata troppo con te”, disse.

“Sono io che non so fare un cazzo”, rispose lui.

“Ti amo anche per questo”, sussurrò lei, baciandolo dolcemente.

Il divano aveva iniziato a galleggiare.

“Secondo te ci regge?”, domandò malizioso il vampiro.

“Mah… non so, vuoi provare”, rispose altrettanto maliziosamente Elena.

“Tu che dici?”, chiese Damon.

“Sei sempre il solito…”, sbuffò Elena. Lo baciò con passione.

“Senti… ho alcune domande. È normale che una lavatrice saltelli? E l’Acchiappacolore acchiappa anche lo sporco?”, chiese lui con uno sforzo immane. Ma doveva sapere quali altri casini aveva combinato.

“No, non è normale che saltelli. E… no, l’Acchiappacolore non acchiappa lo sporco. Perché, che hai combinato? Ma basta parlare”, sussurrò Elena, riprendendo da dove era stata interrotta.

“Niente, tranquilla. Non ho fatto niente… chiedevo così solo per chiedere…”, mentì Damon. “Allora, devo comprare una nuova lavatrice e anche un nuovo tappeto persiano… mi serve un lavoro”, pensò preoccupato il vampiro, rendendosi conto perché il tappeto si stava schiarendo. “Ehi, com’è che oggi sei così distante?”, mormorò Elena.

“Niente. Ora sono tutto tuo ma… un’ultima cosa”.

“Cosa?”.

“Ti amo, Elena”.

“Anch’io ti amo Damon”.

 

[Continua…]

 

 

Angolino della Matta Fra o.O

Ciao!

Allora questa fan fiction mi è venuta così, ieri mentre stavo nel letto mi sono messa a scrivere delle ipotetiche OneShot sui nostri amati Delena. Qui vedete Damon alle prese con una lavatrice… non è venuto fuori quello che volevo esattamente che venisse fuori, comunque…

Questa fan fiction sarà una raccolta di OneShot. Alcune saranno indipendenti l’una dall’altra, mentre altre saranno il continuo di altre precedenti. Questo “episodio” avrà un seguito fra circa tre o quattro capitoli, non so se mi spiego.

Sono storie assolutamente demenziali, proprio il massimo che la mia mente malata poteva produrre, ma spero che comunque siano storie che abbiate voglia di leggere quando non sapete cosa fare e mi raccomando: lasciate una piccola recensione. Sono sempre curiosa di sapere quello che ne pensate.

Vi dico inoltre che un episodio simile (l’inondazione del bagno) è successo a una mia amica (quando era piccola) e mi ha fatto così tanto ridere che ho deciso di riscriverlo per i Delena.

Tutte le OneShot saranno solo e soltanto Delena, vedrete che vi aspetterà. Premetto che ci sarà da divertirsi!

Uh, e qui c’è il mio crossover fra Twilight e The Vampire Diaries. Non perdetevelo e lasciatemi un parere! Bacioni

Fra

   
 
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