Anime & Manga > Cuore di menta
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Autore: chiara98    02/02/2011    1 recensioni
Nick è un ragazzo di sedici anni circa, che ama scrivere poesie e racconti d'amore, ma soprattutto ama Liz Ram, una ragazza che ha due anni meno di lui
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Liz, quella mattina, si fece pensierosa. Ricordava tanti episodi diversi vissuti con Nick, tante avventure memorabili, ma soprattutto ricordava quella volta in cui lo conobbe. Andò in camera da letto e aprì il cassetto del suo comodino. Ne estrasse, con la sua solita delicatezza da farfalla, un diario pieno di fiori finti, con su scritto I RICORDI DI LIZ RAM. Cominciò a leggere nella mente quello che aveva scritto, ma senza finire di leggere la pagina. Esattamente aveva scritto:
Nick non ricordava più il nome dello studente che aveva avuto la “fantastica idea” di andare in campeggio in tenda in quella foresta del Canada. Se lo avesse saputo,quello studente sarebbe stato costretto a mettersi gli occhiali scuri per nascondere i segni di una lunga lite.
Tutti, quella notte,in quella foresta,si trovavano in difficoltà,tremavano di freddo e avevano paura che il forte vento facesse cadere rami o alberi sulle loro tende.
Liz era andata a cercare legna da ardere,ma era stata sopraffatta dal buio a dal forte vento improvviso. Dopo qualche ora dalla scomparsa di Liz,Nick aveva deciso di andarla a cercare,ma si era poi ritirato visto che nessuno aveva le sue stesse intenzioni e sembrava non conoscere la figura magrolina e pallida di quella bambina di nove anni,che in quel momento nessuno sapeva dove fosse finita.
L’ennesimo problema si presentò davanti ai ragazzi (campeggiatori non attrezzati): il fuoco non si accendeva e il vento sembrava minacciare sempre più la stabilità e la sicurezza delle tende.
Rassegnati,i ragazzi si coricarono nei loro sacchi a pelo,senza nemmeno mettersi in bocca qualcosa per rompere la fame. Tutti continuavano ad ignorare la scomparsa di Liz,a parte Nick,che si era seduto sul suo sacco a pelo,contemplando quella specie di mistero che nelle ultime cinque ore non lasciava più vivere:era come se dentro di lui si fosse formato una specie di “lucchetto” con la catena che aveva chiuso da una parte gli altri pensieri,per poi lasciare allo scoperto solo quelli che riguardavano la bambina. Tra i pensieri di Nick,riaffiorarono poco alla volta tutte le immagini di Liz,come tante fotografie stampate nella sua mente. Un altro pensiero,ad un tratto lo bloccò:in nessuna di quelle immagini la bambina sorrideva o nemmeno accennava un timido sorriso,anzi Nick si ricordò di non averla mai vista sorridere,nemmeno il giorno del suo sesto compleanno,quando aveva ricevuto in regalo Charlie,un cagnolino affettuosissimo. Liz amava gli animali,soprattutto i cani,ma nessuno degli invitati al suo compleanno (e nemmeno Nick)aveva fatto caso al fatto che non sorridesse. Una folata di vento decisamente troppo forte per la scarsa robustezza delle tende,fece tornare Nick alla realtà. OK. Era passato troppo tempo dall’inizio di quel mistero e,mentre tutti dormivano,Nick sgattaiolò fuori dalla tenda. Il vento gli fischiava nelle orecchie e gli occhi gli bruciavano talmente forte,che fu costretto a ripararseli con un braccio. Non sapeva in che direzione andare e non aveva alcun indizio a cui far riferimento. Il vento portava con sé qualche goccia d’acqua qua e là e Nick si fermò un attimo a riposare:era qualche ora,ormai,che camminava senza sosta e senza meta,ma aveva riflesso a lungo e aveva scoperto l’unico indizio:a nord la foresta era più rada ed era piena di rami secchi, adatti a un falò. Probabilmente Liz aveva seguito lo stesso criterio nel suo cammino e Nick era sicuro che l’avrebbe trovata.
....La mattina dopo....
Era già mattina. Nick si era addormentato durante la sua sosta notturna,che era destinata ad essere breve,ma il sonno l’aveva travolto e se l’era portato con sé.
Nick si tirò su di scatto,come se avesse sentito la sveglia suonare con un’ora di ritardo e si riassestò i capelli. Non aveva passato una nottata tranquilla:aveva sognato un tunnel senza fine,in cui lui era rinchiuso e da cui non riusciva ad uscire. Successivamente,un altro sogno spaventoso gli si era consumato nella mente confusa:un drago,bianco e gigantesco;decisamente troppo grande da poter combattere con un uomo. Nel sogno lui era proprio lì,al fianco del drago,mentre cercava di scappare dalle sue fauci,ma senza successo. In quel momento non bisognava soffermarsi sui sogni,ma sul cammino da fare per trovare Liz.

Nick  ricominciò a camminare. Aveva male al collo. Probabilmente aveva dormito in una posizione scomoda e il terreno era arido e durissimo,senza neppure un filo d’erba.
Sentì dei rumori provenire dagli alberi dietro di lui. Si voltò,si avvicinò in quel punto coraggiosamente e  i suoi occhi si illuminarono…..Liz si era nascosta dietro un piccolo cespuglietto
dai fiorellini rossi e delicati. Nick le si avvicinò cauto. Liz non si spostò,anzi avanzò verso di lui di qualche piccolo,timido passo,come se avesse quasi paura di essere rimproverata per qualche errore commesso.
-Come mai non sei tornata al nostro accampamento?-azzardò Nick. Niente…silenzio…la bambina lo fissava negli occhi senza dire un sola parola. –Guarda che non ti sto rimproverando. Ti ho solo fatto una domanda. Ieri sera ero preoccupato della tua improvvisa scomparsa,così sono venuto a cercarti-. – Come facevi a sapere che ero venuta da questa parte?- la sua voce era tranquilla,come se avesse passato una notte al caldo del caminetto bevendo una cioccolata calda. – Beh,ho pensato di seguire la parte della foresta più rada,dove si possono trovare molti rami da ardere più facilmente,e senza rischiare che un serpente ti morda- - Bravo Nick,sei intelligente. Avrai anche pensato che sia stata sopraffatta dal buio e dal vento?- Nick accennò un sì con la testa. Era ancora più confuso della sera prima:sembrava che Liz gli leggesse nella mente. – Beh,sì,in effetti è così. Ero venuta per raccogliere la legna,ma il vento ha cominciato a soffiare troppo forte e causava strani rumori,così mi sono messa dietro a quel cespuglio ben riparato…ah,e poi…grazie per il pensiero:sei l’unica persona che ha pensato a me per la prima volta. Sai,di solito,tutti mi ridono dietro,perché lo sanno che non ho nove anni,ma tredici e sono troppo piccola e gracile per la mia età. Mi dicono che sono denutrita e mi chiamano “l’orfanella”- il suo tono si era rattristato, ma Nick voleva saperne di più, quindi continuò il discorso con un’altra domanda – Qual è il motivo? I tuoi genitori li ho conosciuti di persona e sono certo che siano veramente i tuoi…insomma,Liz,sei uguale a tua madre e i tuoi capelli e i tuoi occhi sono quelli di tuo padre,così come il tuo cognome!- - Sì, loro sono veramente i miei genitori,però gli altri mi chiamano così perché dicono che senza di loro non posso vivere. Da quasi due mesi mio padre ha trovato un nuovo lavoro nelle miniere del Belgio,quindi è andato là. Mia madre lavora come cameriera a casa di un ricco signore inglese e la vedo soltanto nel weekend o nel suo unico pomeriggio libero. Come potrai immaginare,senza di loro non me la posso cavare bene e ho cominciato a mangiare poco perché i soldi che mi mandano non sono sufficienti per fare un buon pranzo e una cena sostanziosa. D’altra parte,in casa mia,l’unico modo per guadagnare qualcosa è sudare sette camicie per comprarne una,visto che nessuno dei miei genitori è laureato-
-Io pensavo che avessi una sorella poco più grande di te- saltò su Nick,cambiando argomento. – No,quella ragazza che hai visto tu era mia cugina,ma ora è sposata con un attore di teatro e non vive più a Toronto con me. Si sono trasferiti in Texas,penso vicino a Dallas,ma non potrebbero tenermi,visto che l’attore ora è in giro per l’Italia. Non riuscirei mai a studiare,con tutti quei viaggi che fanno e loro non vogliono nessuno a carico-. – Mi dispiace- disse Nick,e ribadì,visto che Liz aveva una strana espressione di disappunto e d’incredulità. – Mi dispiace sul serio. Quando questo campeggio sarà finito,vedrò che cosa posso fare tramite i miei genitori. Vorrei aiutarti in qualche modo e trovare per te una soluzione che ti permetta di vivere bene e a tuo agio- . A quelle ultime parole, Liz si aprì in quel sorriso che ne nessuno aveva mai visto e abbracciò con tutta la sua forza il suo benefattore.
...Qualche ora dopo....
- Non puoi nemmeno telefonare ai tuoi genitori?- chiese Nick una volta ricominciato il cammino per tornare al campeggio. – Mia madre la chiamo tutti i giorni,ma mio padre è sempre nelle viscere della terra a faticare e forse si è anche dimenticato di me-. – Non credo proprio- obiettò Nick con un sorriso, notando che dallo zainetto che Liz portava sulle spalle,mancava la sua fotografia. Aveva ragione, perché, infatti, il padre di Liz si era portato via con sé la sua foto e la guardava tutte le sere prima di dormire. Chissà,forse l’aveva fatta vedere anche ad altre persone nella miniera e si stava vantando di avere una figlia così carina e delicata (nella foto non era ancora così magra e denutrita e se suo padre avesse saputo di com’era diventata,avrebbe abbandonato quel lavoro per farla tornare come prima).....
Ecco, arrivò solo fino qua, insomma quel poco che le bastava per togliersi di mente quei pensieri confusi che le erano riapparsi.
Ah, e poi, non ricordava più d'avere scritto la sua avventura come un narratore esterno: non le sembrava di averla vissuta, ma si sentiva, allora, un'altra bambina.

   
 
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