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Autore: Akane    21/06/2003    3 recensioni
Allora non mi ero sbagliato su di lui. Ci stiamo baciando e lo vedo, lo vedo il fuoco, è grande ed emana un calore immenso, le fiamme eseguono una danza, ed è impossibile non restarne ipnotizzati… sedotti…
[Ho rivisitato un po' la storia e resa più leggibile di prima anche se in linea di massima la trama è rimasta invariata. Ho corretto la parte grammaticale e tolto qualcosina qua e là. Avverto inoltre che Takuya è OC. Avrei dovuto avvertire al tempo ma non pensavo lo fosse, ora me ne rendo conto ma non posso modificarlo o stravolgerei tutto.]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akane Tachibana, Hitonari Hiragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: La danza del fuoco
AUTORE: Akane
SERIE: Generation Basket / I'll
GENERE: sentimentale
TIPO: yaoi
RATING: giallo/PG13
PAIRING: AkaneXHitonari. C'è anche Takuya ma è piuttosto OOC...
PARTI: One Shot
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma del sensei Asada che ha fatto un gran lavoro. Anche se in tutti questi anni di scrivere di loro mi sembra siano diventati miei fratelli... ^___^
NOTE: una sera ho voluto rileggere la mia primissima fanfic, ovvero questa, e mi sono resa conto che era la prima volta che scrivevo, specie su loro due. Ci sono un sacco di cose che non vanno bene e che rifacendola da cima a fondo cambierei parecchio ma ho voluto mantenere tutto così come ho fatto, le cose principali della trama e delle scene. C'è anche un Takuya OOC ma siccome per la storia serviva uno che si comportava come lui l'ho lasciato così. Quella volta l'ho scritto in quel modo perché non era ancora stato approfondito molto e non si capiva bene come fosse. Ho corretto solo la puntaggiatura ed alcuni errori illeggibili. Insomma, ho rivisto la forma e la grammatica ma il contenuto non l'ho toccato (ho tolto tutti i miei commenti fra parentesi e gli elenchi anatomici che avevo fatto...). È una via di mezzo fra la quasi illegibile versione di prima e le mie ultime fanfic. In fondo si tratta del mio inizio, poi ho cambiato moltissimo nello scrivere e nel gestire Akane e Hitonari. In seguito li ho conosciuti meglio, sono diventata meno romantica, sono migliorata in generale... però questi sono gli albori e a parte qualcosa qua e là ho voluto lasciarlo com'era, più o meno.
Buona lettura comunque.
Baci Akane.

LA DANZA DEL FUOCO


"Merda, merda, merda!
Maledizione, mille volte maledizione!
Accidentaccio! Perché? Eh? Perché sono così ansioso e teso?
In fin dei conti sto solo andando da quel musone di Hiragi e allora perché cazzo sono così?
Forse perché è la prima volta che ci vado da solo; già di solito c’è sempre Sumire, ma stavolta sono stato io a dirle che sarei tornato per conto mio.
Ma comunque chissenefrega dei perché e dei per come?
Senza contare i per quando!
E poi odio fare supposizioni inutili, quelle le fa Sumire, non io!
In fondo devo solo chiedergli di fare due tiri con me a basket, inoltre non c’era neanche agli allenamenti, oggi, e questo non è da lui; già, proprio no!
Mal che vada mi riderà in faccia e finiremo in rissa come al solito.
A pensarci bene sembra che io e lui riusciamo a comunicare solo attraverso il basket e i pugni; bè, almeno siamo originali!
Ma se è vero tutto ciò, perché sto quasi correndo per arrivare da lui?
Basta! Adesso basta veramente!
Mi è venuta voglia di lui e con ciò?
Cioè, mi è venuta voglia di stare con lui, certo, ma sempre per via del basket.
E’ solo basket!
Come mi odio quando penso così tanto, mi prenderei a pugni in questi momenti! Anzi ora chiedo a Hiragi di farlo al posto mio, così sono sicuro che non si fermerà all’ultimo momento, come invece farei io. Ovvio, gli altri li picchio divinamente e senza problemi, ma quando si tratta di auto picchiarmi il discorso cambia!
Bè, questa non è un’idea tanto intelligente: invece di scazzottarmi, scazzotterò il primo che mi viene sotto mano, tanto l’importante è sfogarsi, no?
Ecco, dietro quest’angolo c’è il suo appartamento… ma chi è che disturba i sacri pensieri del sacro Akane Tachibana?
Che razza di urla sono mai queste? Sono due ragazzi… aspetta… io conosco queste voci… sono Hiragi e suo fratello.
Che stress, quel rompipalle non si arrende mai?
Bè, ha vita difficile con lui; lo conosco abbastanza da poter affermare che non cederà mai, Hiragi. Non ho mai incontrato nessuno più testone di lui, oltre a me, ovviamente!
All’apparenza non sembrerebbe, perché è molto riflessivo e chiuso, alcuni direbbero addirittura freddo, ma io ho visto come prende fuoco quando le sue aspettative vengono deluse, quando si insiste troppo su qualcosa di inammissibile per lui, quando gli viene toccato ciò che è sacro…
Poi allo stesso modo in cui prende fuoco si calma e sembra che si spenga, ma invece è sempre lì in attesa di scaldare qualcuno col suo incredibile calore, che sale e scende in continuazione ma che non si spegnerà mai. È un fuoco dai colori caldi e passionali; magari non sembra vero tutto ciò ma si deve saper percepire l’immensità della sua anima, un’anima che chiede solo di scaldare, di amare qualcuno che lo capisca senza fargli dire parole o compiere gesti inutili. Una volta che l’hai capito è impossibile non restarne attratti, affascinati… scatta in te un’irrefrenabile impulso di proteggere quel fuoco incredibile pronto a darti tutto.
E io questo l’ho sentito.
- Ma come è possibile che tu non capisca l’inutilità del tuo comportamento?! Come puoi insistere nell’affermare che tu ami tutto questo? Stai facendo una vita da schifo e sicuramente non sfonderai mai nel basket, come hai sempre voluto.
Devi capire che non è solo divertimento, se lo pratichi e lo prendi seriamente, come fai tu, poi diventa anche un dovere e non puoi prendertela comoda iscrivendoti in una scuola in cui la squadra di basket cade a pezzi e giocare per vincere è un optional; stare là ti sta rovinando, ti stai circondando di gente che non ha midollo e lo stare con loro sta facendo diventare così anche te. Dai solo delusioni, sei sempre stato un buono a nulla ma pensavo che crescendo saresti cambiato, evidentemente mi sbagliavo; non sai neanche accettare l’aiuto che ti viene offerto per poter finalmente diventare qualcuno…-
Come può quel bastardo dire queste cose a suo fratello? L’unico che non è niente e che è vuoto, qui, è lui, di certo non Hitonari.
- Come puoi credere di me quelle cose? Eppure dovresti conoscermi. Ma non me ne frega, dì pure quello che vuoi… però non devi toccare loro. Finalmente sono circondato da qualcuno che può assomigliare ad un amico; specialmente uno non devi azzardarti a sfiorare, se sono ancora io questo lo devo solo a lui. -
Pazzesco, che tono basso e deciso, tutto diverso da Takuya Hiragi che urla come un pazzo; ha uno sguardo talmente minaccioso… e poi gli occhi… quel colore dorato che è sempre attento a tutto e con un fondo di tristezza ora è infuocato, stà per esplodere e quando lo farà saranno guai per quell’imbecille.
- Ah si! Ti riferisci a quel moccioso di Akane Tachibana, vero? Quello non può aiutare proprio nessuno… è un bamboccio che si atteggia a salvatore con fare da spaccone. Anzi, sai che ti dico? Che è proprio lui che ti ha rovinato… che ti fa dire assurdità come amare il basket e robe varie… Tachibana è solo un… -
STOCK!
- Non permetterti neanche di nominarlo, non ne sei degno! -
Evvaiii!!! Grande Hitonari! E cosa aspettavi? Che ti insultasse ancora?
Ma un momento… cosa ha detto? Che io…
- Molto bene… ti sei fatto i muscoli, eh Hitonari? Mi hai fatto finire a terra. Vedo che questo è diventato l’unico modo per parlare con te… allora ti assecondo volentieri! -
STOCK!
Brutto fottuto bastardo, come osi colpire così Hitonari? Solo io posso!
Al diavolo! Sono venuto fin qua per stare con lui ed ora quel coglione mi sta mandando tutto all’aria… eh no!
Scaglio con forza la palla che ho portato ma non mi basta per mantenere il sangue freddo, allora corro, sono una furia; stringo il pugno e alzo il braccio all’altezza della spalla… sento tutti i muscoli tendersi sempre di più, finché, arrivato davanti a quella faccia che voglio massacrare, lo faccio partire ed esplode in piena faccia di quell’animale che ormai non merita neanche un nome. Per non cadere continuo a correre per qualche altro metro, poi mi giro a guardarlo e vedo con soddisfazione che è andato a terra per la seconda volta, quindi vado verso Hitonari che è rimasto esterrefatto dalla mia apparsa fulminea.
Ci guardiamo negli occhi, il suo sguardo mi fa veramente impazzire ma noto anche il suo zigomo sinistro rosso che si sta gonfiando, allora il sangue comincia a ribollirmi di nuovo nelle vene e mi volto con estrema lentezza, lo guardo dall’alto, ho i pugni chiusi e le unghie conficcate nella pelle, i muscoli sono al limite… sento un lampo attraversare il mio sguardo e capisco che la ragione mi ha abbandonato lasciando il posto all’istinto.
Con la coda dell’occhio vedo che anche Hitonari si è voltato verso suo fratello. Takuya si alza in piedi, è ancora più furibondo di prima, non gli è bastata la lezione.
- Tachibana, non c’è bisogno che ti intrometti, sono questioni di famiglia, vattene prima che perda la pazienza anche con te… -
- E’ proprio quello che voglio! -
Socchiudo gli occhi e faccio un sorriso accattivante; voglio sfidarti, voglio umiliarti, voglio che per questo momento la pazzia si impadronisca di me e so che Hitonari ha capito le mie intenzioni e non farà niente per fermarmi, non questa volta. Quando sarà il tempo giusto mi fermerò da solo. Tuttavia Takuya è troppo stupido per capire cosa lo attende… e accetta la sfida.
E’ lui a fare la prima mossa cercando di colpirmi con un montante; già, ‘cercando’ perché non ci riesce dal momento che lo schivo velocemente.
Lo ritrovo di fianco, tutto sbilanciato alla mia destra; ha giusto il tempo di alzare la testa per guardarmi che gli mollo subito un manrovescio. E’ ancora in piedi, ora è bilanciato a circa 2 o 3 metri di distanza da me.
Parte subito al contrattacco colpendomi con un destro in pieno viso; questa volta era un diretto, infatti il naso comincia a farmi alquanto male; non mi aspettavo che avesse una ripresa così rapida, inoltre i suoi movimenti sono molto veloci: non per niente è un campione di basket universitario!
L’adrenalina mi scorre nelle vene sempre più intensamente.
Prendo la spinta per saltare e con un calcio volante lo colpisco: gli prendo tutta la parte sinistra della testa.
Nonostante ciò, però, rimane in piedi facendosi leva con la gamba destra, ho il tempo di atterrare e di girarmi verso di lui che vedo un pugno schiantarsi nel mio zigomo sinistro.
Adesso basta, sono stufo!
Mi arriva un gancio nell’angolo della bocca. Bastardo, mi hai pure fatto uscire sangue; me lo asciugo con il polso sinistro con fare lento ma deciso mentre lo fisso negli occhi… ora te la faccio sparire io la soddisfazione dal viso!
Dopo l’ultimo colpo mi è rimasto stupidamente vicino, allora, con entrambe le mani, lo afferro per il colletto della tuta e gli do una testata in fronte poi, senza mollarlo, gli assesto una bella ginocchiata in pieno stomaco; sento che le gambe gli cedono ma continua a guardarmi lo stesso con la sua aria da superiore.
Bene, te la sei cercata!
Sempre tenendolo per il bavero lo spingo per terra… che stupido, non si regge nemmeno in piedi ma fa lo sbruffone, ora capisco perché Hitonari non lo sopporta… mi metto in ginocchio a cavalcioni sopra di lui, con la sinistra continuo a tenere alzata la testa di Takuya, mentre la destra lo colpisce ripetutamente in viso.
Voglio cancellare l’espressione sprezzante dalla sua faccia, voglio che non si avvicini più a Hitonari, che capisca che se lo farà di nuovo lo massacrerò ancora… voglio fargliela pagare per tutte le volte che lo ha ferito e per tutto ciò che gli ha detto!
Ad un tratto un fulmine squarcia il cielo illuminandolo con un fragore tremendo. Ormai è sera e il cielo si è annuvolato minacciosamente.
Sono tornato in me finalmente; ho i muscoli del corpo più rilassati, il braccio che fino a un secondo fa era teso e colpiva quell’idiota, ora è abbassato lungo i fianchi, la mano sinistra continua a sostenere Takuya Hiragi che, nonostante tutti i pugni che si è preso, è ancora sveglio e cosciente ma con gli occhi chiusi e il respiro affannato. Ha sangue che esce dalle labbra e dal naso, senza contare tutti i lividi.
Guardandolo mi rendo conto che forse ho esagerato un po’ però quando perdo il controllo lo perdo veramente, mica per finta! Che diamine!
Lo mollo e mi alzo, lo guardo un’ultima volta quindi gli dico:
- Ehi, ce la fai ad alzarti e a camminare? Comunque da queste parti c’è un albergo, sta per piovere… ti conviene darti una pulita prima: hai un aspetto pietoso. Ed ora che ho terminato la comunicazione d’obbligo addio e non tornare più! -
Mi giro senza aspettare una risposta, ma sento che si sta alzando quindi, tranquillo per non avere un’anima sulla coscienza, mi avvio verso Hitonari che, in disparte, ha assistito a tutta la scena; ha lo sguardo serio e pensieroso. Chissà se ce l’ha con me per aver ficcato come sempre il naso negli affari altrui.
- Hitonari, me ne vado, ma non credere che mi rassegni… so che non è qua quello di cui hai bisogno… - Il fratello scemo, dopo aver detto la sua stronzata, se ne va ma noto, però, che gli occhi di Hitonari sono tornati tristi e non lo sopporto.
Ed è proprio a questo punto che qualcosa comincia a cambiare intorno a me… che succede? Sta girando tutto, perché Hitonari non si ferma? La testa mi scoppia, le orecchie e le tempie mi bruciano, sento dolori lancinanti allo zigomo sinistro, alla fronte, al naso e all’angolo della bocca. Maledizione, ora che sono calmo mi vengono fuori tutti i dolori per i pugni presi… comincio a vedere degli strani e fastidiosi puntini neri finché non diventa tutto nero.
Ha preso a piovere con tanto di tuoni ma li sento lontani, così come lo è la voce di Hitonari che mi chiama; accidenti, le gambe si piegano, vorrei rispondergli però non mi esce la voce allora gli prendo un lembo della camicia lasciata fuori dai jeans e mezza slacciata. Lui mi afferra le spalle e mi scuote anche se io non ho più forza e, appoggiata la testa sulla sua spalla, ho solo il tempo di sentire le sue braccia cingermi la schiena che perdo i sensi abbandonandomi fra le sue braccia. L’ultimo pensiero coerente che ho è che il suo corpo emana un calore incredibile nonostante il diluvio che si è scatenato."


"Oh Santo Cielo, è svenuto, e adesso che faccio?
Merda, come se non bastasse piove a dirotto con tanto di tuoni!
Bè, intanto lo porto dentro, prima che ci prendiamo un accidente.
Povero, però! Guarda che lividi che ha… certo, ne ha date tante, ma ne ha anche prese.
Che incosciente, solo lui poteva mettersi a litigare al posto di qualcun altro, con uno più grande di lui e il bello è che ha avuto la meglio! E’ unico!
Cavoli, ma quanto pesa? Per fortuna che non devo fare molta strada con lui in braccio, il mio appartamento è qui sopra e sempre che non mi ammazzi salendo le scale arrivo subito in casa.
Ecco qua, lo metto nel mio letto ma sarebbe meglio che si togliesse questi vestiti fradici, anche perché altrimenti mi bagna le lenzuola…
Bah, questo non si sveglia più; io intanto gli tolgo la camicia; guarda, è ancora quella dell’uniforme scolastica, non è neanche andato a casa. Dev’essere venuto subito da me, chissà poi perché… conoscendolo gli sarà venuta voglia di fare due tiri con me a basket e dal momento che non c’ero agli allenamenti ha deciso di venire senza avvertire nessuno.
Tachibana è fatto così, quando si rende conto di volere qualcosa, se la prende senza porsi domande.
Ok, dato che questo continua a dormire io gliela tolgo, la camicia!
Mi siedo vicino a lui e comincio a slacciargli i bottoni piano quindi gliela apro lasciando scoperto il petto e l’addome. Non ha neanche una canottiera sotto… bè, è comprensibile, ormai siamo in estate e fa sempre più caldo, a parte qualche temporale di poco conto.
Gliela sfilo lentamente infilando le mani sotto la stoffa bagnata che aderisce incredibilmente al corpo, inevitabilmente vengo a contatto con la sua pelle umida, scendo dalle spalle fino ai bicipiti e continuo questa specie di carezza fino all’avambraccio, poi, finalmente arrivato alle mani gliele prendo e faccio scivolare via completamente le maniche.
Per togliergliela dalla schiena gli passo il braccio destro dietro le spalle alzandolo delicatamente, con l’altro gliela tiro via. Mentre faccio questa manovra osservo attentamente la sua espressione per vedere se si sveglia e mi rendo conto che in questo momento siamo molto vicini, i nostri visi si sfiorano.
Sento il suo respiro lento e regolare sulle mie labbra e vengo assalito da una strana sensazione mai provata prima, estremamente piacevole.
Controvoglia lo appoggio di nuovo al cuscino e sistemo la camicia strafonda su una sedia vicino al letto.
Lo guardo, ora è a torso nudo e, lo devo proprio ammettere, ha un bel corpo. Mi sembra strano trovarmi inebetito a fare certe considerazioni ma vengo distratto dai suoi pantaloni bagnati. Arrossisco violentemente. Quelli non ho nessuna intenzione di toglierglieli, ci si ammala nei polmoni, nei bronchi, non nelle gambe e quelle anche se rimangono bagnate non fa niente!
Appena si sveglia gli faccio fare una bella doccia calda, intanto lo copro con le lenzuola e gli metto qualcosa su quei lividi prima che diventino viola. Gli tolgo le scarpe e vado a prendere del ghiaccio. Lo metto sopra le botte più evidenti e fatto anche questo non mi resta che aspettare.
Sono ancora seduto nel letto vicino ad Akane e mentre fisso un punto vuoto ecco che mi riaffiorano alla mente le parole di mio fratello.
So che non è qua quello di cui hai bisogno…’
- Stronzate! - Dico ad alta voce, l’ira per un momento mi pervade ma lascia subito il posto ad una delusione e disperazione infinite.
Non sa un cazzo! Cosa può saperne lui? Non c’è bisogno di sforzarsi per una cosa del genere… chiedo solo di essere amato…
Lui parla di successo e non di basket, del mio basket; parla di strade da percorrere in solitudine; per far felice chi, poi? Per il bene di chi?
Qua ho trovato ciò che mi può aiutare veramente, ho trovato colui che mi può dare quello di cui ho bisogno. Il mio sguardo si sposta sul viso di Akane e sento che lui l’ha capito. Finalmente non dovrò più parlare e fare gesti inutili per farmi capire.
Tuttavia non è detto che me lo voglia donare…
Ecco, che cos’è quello che sento ora? E’ paura di essere respinto per l’ennesima volta, paura di soffrire ancora, paura di essere abbandonato di nuovo, paura di tornare vuoto come prima d’incontrarlo… sento le lacrime inondare i miei occhi e il mio viso, non riesco più a fermarle. Maledizione, e lui si sta svegliando proprio ora… si porta la mano sugli occhi togliendosi il ghiaccio dalla fronte e dallo zigomo colpito, lo guardo, non si è ancora accorto di me però io non riesco più a fermare il pianto che ho tenuto represso per troppo tempo.
Alcune mie lacrime cadono sulla sua mano, quella che ha tenuto ferma accanto a me , quindi si scosta l’altra dal viso e con occhi spalancati mi guarda allibito, a questo punto il suo sguardo cambia. È come se all’improvviso capisse tutto.
Lentamente si tira su, ora è a pochissimi centimetri da me, vedo i suoi occhi neri come la notte più scura e profonda, senza confini e orizzonti, che assumono un’espressione indecifrabile, dopo di che cambiano nuovamente ed è come vedere un universo dove vi si legge chiaramente un amore immenso e profondo. Mi sembra di esserne risucchiato. Sento le lacrime che nonostante ciò continuano a cadere copiose.
Mi prende la mano destra e la stringe, è una stretta forte che m’infonde tutto il suo calore. L’altra mano l’appoggia dietro di sé, nel materasso, e si spinge più avanti fino a che i nostri corpi si toccano; avvicina il viso al mio e porta le labbra socchiuse alle mie guance, comincia a passarle con estrema lentezza sopra le mie lacrime. È una carezza dolce e delicata, ipnotizzante…
Sento che passa la sinistra dietro il mio collo, muovendola lentamente sale su fino alla nuca, gioca un po’ coi miei capelli biondi, spettinati e bagnati, scende giù seguendo con due dita dal tocco leggero e sensuale la mia spina dorsale attraverso la stoffa sottile che è incollata alla mia pelle per via della pioggia di prima. Mi fa venire i brividi mentre sale e scende con la mano e continua a passarmi le sue labbra morbide sul mio viso. Io ho socchiuso gli occhi e la bocca, sto provando delle sensazioni incredibili, immense.
Gli metto la mano sulla sua vita, sento che trema al tocco diretto della nostra pelle. Ha gli occhi chiusi ora.
Con la mano che teneva stretta la mia sale piano piano, l’avambraccio, i bicipiti, le spalle, il collo… adesso me lo cinge dolcemente mentre con le dita, infilate sotto la camicia, traccia dei segni molto delicatamente. Chiudo gli occhi e dalle mie labbra esce un breve e sommesso gemito, allora le mie mani salgono e accarezzano la sua schiena nuda. Voglio sentire la sua pelle sotto di me.
Fra di noi non c’è né imbarazzo né vergogna per le sensazioni che stiamo provando.
Sento le sue labbra che tramutano le carezze in piccoli e dolci baci mentre il suo respiro, proprio come il mio, si fa sempre più corto.
Mi bacia gli occhi, la fronte, le guancie, il mento e continua queste carezze finché non si ferma sulle mie labbra già schiuse, sta un attimo in questa posizione, labbra contro labbra, poi, lentamente, mi passa la lingua sulla bocca finché non l’infila dentro molto dolcemente. Finalmente le nostre si incontrano e mi sembra di vedere un fuoco… un enorme fuoco caldo le cui fiamme si muovono in una danza incantatrice e seducente. Non so descrivere esattamente la sensazione che sto provando ma credo di essere una di quelle fiamme ipnotizzatrici che grazie ad un semplice ma indispensabile legno non si ferma, non si spegne, non è vuoto… fuoco e legna è un tutt’uno, senza il legno non esiste il fuoco, senza il fuoco non ha senso l’esistenza del legno. Si cercano, si attraggono e quando si trovano non si separano più, danzano in eterno… quando finisce uno finisce anche l’altro ma ora la danza è appena iniziata ed è più sensuale che mai.
Sento le nostre mani che si muovono sempre più freneticamente in mille carezze. Continuiamo a baciarci e lui mi slaccia del tutto la camicia, infila le mani sotto la stoffa accarezzandomi, me la toglie più velocemente che può visto come è impaziente di toccare la mia pelle, di assaporarla come lo voglio io."

"Ecco qua, finalmente è venuta via, sta camicia!
Ho bisogno di sentire la sua pelle bianca, liscia, delicata… delicata come la sua anima… voglio infondergli tutto il calore di cui sono capace, farlo sentire protetto, amato. Allora non mi ero sbagliato su di lui, ci stiamo baciando e lo vedo, lo vedo il fuoco: è grande, emana un calore immenso. Le fiamme eseguono una danza ed è impossibile non restarne ipnotizzati, sedotti… guarda i legni come lo riempiono di mille colori, sembra che stiano eseguendo una danza. Non si fermeranno più.
Hitonari mi spinge delicatamente giù, ora sono disteso nel letto e lui è sopra di me. Smettiamo di baciarci e ci guardiamo intensamente, il suo sguardo mi fa venire un tuffo al cuore. Quegli occhi dorati ora sembrano due soli al tramonto, hanno un colore incredibile. La sua espressione è il ritratto della passione. Alcune goccioline di sudore gli imperlano la fronte sulla quale ci sono alcune ciocche bionde che gli incorniciano il suo bel viso… i suoi capelli sono bagnati come i miei ed ha uno sguardo così inconsapevolmente sensuale.
Lo voglio!
E’ appoggiato sui gomiti che sono vicino al mio viso, una mano mi sta accarezzando i capelli neri e bagnati sparsi sul cuscino, con l’altra sta tracciando tutti i contorni della mia pelle, dei miei muscoli. E’ come il tocco di una farfalla ma molto più seducente. Dopo un lungo momento in cui è stato fermo così, con una mano sulle mie labbra e una sui miei capelli, ci fissiamo come in trance, immersi l’uno nell’altro; allora lui mi cerca e intrecciamo le nostre dita, infine si china su di me e mi bacia dolcemente ancora. Ecco, lo vedo di nuovo… è il fuoco di prima, enorme, che mi fa provare sensazioni indescrivibili. È ora che mi permetto di accarezzare a mia volta ogni centimetro della sua schiena. Non riesco più a staccarmi e sento che anche per lui è così."

"La nostra danza sta continuando e io non ho assolutamente voglia che finisca.
Mi stacco dalle sue labbra, scendo sul collo, lo bacio e arrivato alla giugulare che sento battere forte dischiudo le labbra e succhio quasi con avidità quel punto troppo invitante… il sapore della sua pelle mi piace da impazzire: è calda, morbida…
Ha un gemito e la consapevolezza di esserne io la causa mi piace.
Ha la testa abbandonata all’indietro, gli occhi e la bocca socchiusi, piccole goccioline di sudore e di pioggia lo ricoprono qua e là ed è incredibilmente bello con questa espressione. Con un notevole sforzo apre lentamente gli occhi e capisco che non vuole essere da meno di me, infatti con decisione inverte le posizioni. Ora è lui sopra di me e mi sta guardando con i suoi occhi neri con aria di sfida, sembra che dica: ‘e adesso vedi!’ poi si china, mi apre le labbra con le sue e vi infila la lingua facendomi vedere nuovamente il grande fuoco di prima, trasmettendomi ancora delle sensazioni incredibili. Gli cingo la schiena e il collo con le braccia. Lui, appoggiato sui gomiti, smette di baciarmi sulla bocca e continua sul collo scendendo sempre più giù, fino all’ombelico, dove vi passa la lingua molto lentamente, a quel contatto sento la pelle bruciarmi…intanto Akane continuando a baciarmi è arrivato a uno dei miei capezzoli e circondandolo con le labbra comincia a succhiare molto sensualmente intanto che con una mano mi tormenta l’altro. Un’infinità di sensazioni mi avvolgono e porto all’indietro la testa socchiudendo gli occhi e lasciandomi scappare un gemito. Le mie mani muovendosi di propria volontà sono andate a posarsi sulla sua testa, fra i suoi capelli scompigliati e morbidi e mentre io gli accarezzo la nuca e il collo quasi con frenesia, lui è passato all’altro capezzolo riservandogli lo stesso trattamento. Mormoro il suo nome a fior di labbra, poi gli tiro delicatamente su la testa e, sempre con gli occhi chiusi, gli cerco le labbra. Una volta trovate gliele bacio con tutta la passione che provo in quel momento. E’ veramente incantevole la danza che sta compiendo incessantemente il nostro fuoco.
E me ne rendo conto in questo momento… Akane mi sto innamorando di te… solo questo ti dico…
So che mi hai sentito e so che lo provi anche tu. Non ci servono altre parole, sarebbero superflue ed inutili."

"Mi tiro su, ho bisogno di guardarti negli occhi, devo dirti una cosa importante e te lo dirò con tutto col nostro modo di comunicare attraverso il quale ci diciamo sempre le cose più importanti. Noi ci vergogniamo di dire certe cose, così utilizziamo codici e modi tutti nostri, ci capiamo solo noi. A volte bastano anche solo gli sguardi.
Ora ascoltami tu Hitonari. Ti ho sentito e voglio risponderti. Anch’io mi sto innamorando di te e so che mi hai sentito, me lo dicono i tuoi occhi che non smetterò mai di adorare.
Si solleva e, con uno sguardo molto intenso, mi abbraccia forte, è un abbraccio pieno che riempie tutto facendo aderire perfettamente i nostri corpi. Posa la testa nell’incavo del mio collo toccandomi la pelle con le labbra. Sento il suo respiro caldo su di me.
Lo sapevo, mi ha sentito.
Mentre ricambio il suo abbraccio ci stendiamo lentamente l’uno di fianco all’altro. Rimaniamo così per un lungo momento, poi con un dito gli sollevo il volto e lo bacio dolcemente, dopo di che mi giro facendolo adagiare delicatamente sul mio torace.
Non sarai più solo, non soffrirai più perché ci sarò io con te, saremo sempre uniti, proprio come quel fuoco e il suo legno: finché uno esisterà l’altro continuerà ad esistere e non saremo mai vuoti.
Non è così Hitonari? Lui mi bacia il petto. Certo, ha detto."

FINE

   
 
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