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Autore: visbs88    02/02/2011    7 recensioni
(FF ambientata nella pausa tra il secondo libro della saga di Sandokan di Emilio Salgari, "Le tigri di Mompracem", e il terzo, "I pirati della Malesia")
La morte di Marianna.
Scritta per l'iniziativa "Un prompt al giorno", prompt "Delirio".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
È la prima volta che scrivo su questo fandom!
Mi sono ispirata ai libri di Emilio Salgari, la saga di Sandokan. Narrerò l’episodio della morte di Marianna, a cavallo tra il secondo libro (Le Tigri di Mompracem) e il terzo (I pirati della Malesia).
Spero vi piaccia!
Buona lettura!
 
Sandokan guardava la creatura posata sul letto dalle lenzuola bianche, gli occhi neri pieni di angoscia e dolore. Sulla soglia della camera, Yanez osservava la scena, pieno di apprensione.
Marianna giaceva lì, inerte, un fiore di bellezza che nemmeno il colera era riuscito a far appassire.
I lunghi capelli color dell’oro giacevano sparsi sul guanciale, la pelle ancora più bianca del solito la faceva sembrare livida. Gli occhi azzurri più del mare erano fissati su Sandokan, sul volto bronzino del suo amato Sandokan.
Da tempo, avevano tutti capito che la malattia non avrebbe dato scampo a quell’essere così fragile e delicato. La Tigre della Malesia non aveva voluto rassegnarsi. Tuttavia, sentiva il momento troppo vicino.
- Sandokan… - mormorò la fanciulla, tentando con le ultime forze di prendere la mano dell’amato.
- Marianna – sussurrò lui di rimando, la voce rotta dall’emozione.
- Ti amo… - bisbigliò la ragazza. Quelle parole riempirono di lacrime gli occhi neri dello scorridore del mare, quegli occhi sempre stati duri e crudeli, che mai avevano pianto prima.
- Non lasciarmi, Perla di Labuan – disse, disperato – Non lasciarmi, Marianna!
La frustrazione per non poter combattere quel male riempiva ogni fibra del suo corpo, facendolo fremere di rabbia e dolore. Lui, la Tigre della Malesia, che aveva combattuto gli inglesi in mille arrembaggi e battaglie, non avrebbe potuto fare nulla, nulla, era impotente di fronte al male incurabile che aveva colpita l’amata. La sua dolce Marianna, così giovane, così bella, così sfortunata.
- Non posso – disse piano la fanciulla, mentre la tristezza offuscava lo sguardo azzurro – Sarai forte, vero Sandokan?
- Non lasciarmi…
- Dimmi che sarai forte…
- Marianna…
- Sandokan…
Anche gli occhi di Yanez si erano riempiti di lacrime, a sentire quelle parole. Il portoghese si ritirò nell’ombra, pensando di andarsene.
- Io… sarò forte – sentì bisbigliare alla Tigre della Malesia.
- Sì… - soffiò Marianna. Il petto bianca della fanciulla si sollevò in uno spasimo, quindi si abbassò. Poi più nulla, gli occhi azzurri si chiusero per sempre.
L’atroce grido di dolore di Sandokan si ripercosse anche fuori dalle mura della palazzina a Batavia.
Yanez scattò in avanti, prendendolo per le spalle, tentando di trattenerlo.
La Tigre della Malesia, però, lo respinse con forza, spingendolo con tale impeto da farlo cadere al suolo.
- MARIANNA! MARIANNA!
Sandokan piangeva. Piangeva disperatamente, mentre sollevava il corpo snello, perfetto, che cominciava a raffreddarsi della giovinetta, stringendolo a sé, come se quel contatto avesse potuto riportarla in vita, strapparla al morbo che se l’era portata via.
- MARIANNA!
La donna per la quale aveva abbandonato tutto, il suo mare, la sua isola, il suo potere, la sua fama, era morta. La donna che aveva amato, per la quale aveva rischiato i pericoli più gravi, aveva rischiato di farsi uccidere, non c’era più.
Il fiore era morto, la Perla di Labuan aveva smesso di brillare, come il sole di Sandokan. La stella che lo illuminava era solo lei, solo Marianna, lei infiammava il cuore nel suo petto, lei gli aveva fatto scoprire la dolcezza, i sentimenti, l’amore, lei che lo aveva cambiato, lei che lo aveva stregato, lei che aveva distrutto il pirata sanguinario.
- MARIANNA!
Era svanito tutto, non c’era più nulla. Solo un cadavere freddo, immobile, bellissimo, che non rispondeva alla sua chiamata disperata.
- MARIANNA!
Sandokan prese con violenza il suo volto fra le mani e la baciò, baciò le labbra gelide, tentando di svegliarla, di riportare il calore in quel corpo che la vita aveva abbandonato troppo precocemente, ma la Perla di Labuan non rispose al bacio, non avrebbe mai più risposto, mai più…
Sandokan sentiva il cuore lacerarsi ogni secondo di più, ogni secondo che passava dalla morte di Marianna, ogni secondo che la verità si faceva sempre più reale e dolorosa, crudele come nemmeno lui, il più spietato pirata della Malesia, era mai stato.
- Marianna… Marianna, sei viva, dimmi che sei viva! – gridò, ben sapendo che non era la verità. La vista gli si offuscò, e gli parve di vedere il volto di Marianna animarsi, sorridergli, splendere come aveva sempre fatto.
Delirava. Era in preda al delirio, un delirio pieno di dolore e sofferenza, che nemmeno la febbre più violenta gli aveva mai procurato. La testa girava, sentiva voci che lo chiamavano, nemici immaginari che ridevano nel vederlo così affranto, così debole, privato della luce che lo animava. Gli pareva di sentire Marianna parlare, di udire la risata argentina o il suono melodioso della mandola che suonava sempre per lui, e poi tutto svanire in grida di dolore. Delirava, sembrava diventato pazzo.
- Sandokan – lo chiamò con voce rotta dal pianto Yanez, dietro di lui.
Il portoghese si avvicinò nuovamente, cingendo con un braccio le spalle dell’amico, che non voleva lasciare andare la fanciulla. Tenendola ancora stretta a sé, la Tigre appoggiò il capo sulla spalla di Yanez, e si mise a singhiozzare, mentre anche il portoghese fissava il bellissimo volto che la morte non aveva osato intaccare.
Molti uomini, ex tigrotti di Mompracem, si affacciarono nella camera, e un sussurro serpeggiò fra loro:
- Lady Marianna è morta…
- La Regina è morta…
Finché un ennesimo grido di Sandokan non li sovrastò.
- MARIANNA!
 
Dopo nemmeno un mese, in Inghilterra e in tutta l’Europa dilagò la notizia che la Tigre della Malesia era tornata a Mompracem.

 
Finita! Non sarà un granché, ma mi sono sempre immaginata il dolore di Sandokan come qualcosa di immane. Spero di avergli reso onore, povero…
Spero vi sia piaciuta!
Visbs88
   
 
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