Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: yulinghan    02/02/2011    4 recensioni
Luna piena. Estate. Sono trascorsi due anni da quando Kagome si è trasferita definitivamente nell'era Sengoku, ma qualcosa sembra turbarla.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Luna piena.
L’argento caldo e luminoso si posava leggero sulla vegetazione, rendendola quasi surreale, non un filo di vento la smuoveva, il caldo estivo la rendeva una serata piacevole, mentre le cicale con il loro canto offrivano un concerto naturale. Il piccolo villaggio poco distante sembrava un presepe, solo la danza delle lucciole rendeva reale quel paesaggio bellissimo, tanta era la calma che regnava a quell’ora tarda indefinita nella notte.
Il cielo era stellato, colmo di punti di luce più o meno grandi, uno spettacolo davvero sublime capace di calmare l’animo e dare pace al cuore.
Anche l’esile figura immobile davanti al vecchio pozzo sembrava far parte di quel paesaggio incantato. Le piccole mani poggiate sul bordo di legno non erano contratte ma poggiate con morbidezza, tuttavia lo guardo fisso nel buio del pozzo tradiva una certa malinconia nonostante l’incantevole fosse tutt’attorno.
“Mamma, Sota…nonno..”. Due anni erano ormai trascorsi da quando aveva deciso di stabilirsi nell’epoca Sengoku, dicendo addio a tutto ciò che l’aveva accompagnata fin dalla nascita; aveva lasciato i suoi cari, le sue amiche, la sua casa, il tempio, il quartiere..tutto. Per lui. Inuyasha. Ma stava bene, si era abituata alla vita dell’era feudale già da molto tempo prima di trasferirsi definitivamente, infondo anche se ogni tanto poteva permettersi di tornare a casa, era qui che passava la maggior parte del tempo. Naraku doveva essere sconfitto, per il bene di tutti e finalmente ce l’avevano fatta. La vita nel villaggio le piaceva: trascorreva molto tempo ad apprendere da Jinenji le qualità terapeutiche e mediche delle erbe, la vecchia Kaede la istruiva a dovere per consentirle di essere una buona sacerdotessa e poi c’era Sango divenuta più che amica e Miroku. E Inuyasha. Colui per il quale avrebbe fatto e dato qualunque cosa.
Una lacrima solitaria cadde sul dorso di una delle piccole mani poggiate sul legno. La malinconia che l’aveva circuita non era scatenata dal rimorso, oh no, avrebbe deciso altre mille volte di rimanere nel Sengoku. Era solo..nostalgia. Si ecco, nostalgia.
“Ehi ti ho cercato parecchio!Dannazione, stanotte sono solo un essere umano e il mio fiuto non funziona..Tzè!”.
La ragazza voltò leggermente il capo, senza cambiare postura. Vederlo le faceva sempre lo stesso effetto, ma poterlo ammirare in forma umana era sempre sconvolgente. Forse perché poteva farlo solo poche volte l’anno. I capelli colore dell’ebano alla luce della luna erano magnifici e gli occhi nonostante fossero scuri erano intrisi di luce propria.
“Inuyasha”. Il cuore le si gonfiò accelerando di un battito e in quell’istante ebbe l’ennesima conferma che la sua scelta era stata la cosa più giusta che avesse mai potuto fare.
“Che ci fai qui, Kagome?”. Lo chiese senza curiosità, piuttosto con un velo di preoccupazione.
“Stavo..pensando.”. Mentre lo disse si voltò dando le spalle al pozzo per appoggiare i fianchi ai bordi legnosi sui quali poggiò anche le piccole mani.
“E..a cosa?”. Disse il ragazzo distogliendo lo sguardo. Non era mai stato curioso, tantomeno interessato alle vicende umane, ma davanti a lui c’era Kagome e quella sera aveva qualcosa di strano. La ragazza alzò lo sguardo al cielo e fece un respiro profondo. La bellezza del cielo stellato la catturò come la prima volta che lo vide, mentre l’aria pura le pervase il corpo. “Sai Inuyasha, nel mio tempo sarebbe impossibile godere di un simile spettacolo..”. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo ed in cuor suo diede ragione a Kagome, quelle volte che l’era andata a trovare nella sua epoca e aveva guardato in alto non aveva visto nulla di simile. “..inoltre l’aria non è così pura, e i fiumi non sono così limpidi e poi lì..non ci sei tu.”. Gli occhi della ragazza lo guardarono con dolcezza, quelle parole erano sincere. Inuyasha le sorrise appena, avvicinandosi a lei per prenderle le mani. “Ma io sono qui, noi siamo qui. Kagome, cosa c’è che non va?”. La ragazza guardò le loro mani unite, l’unica persona che avesse mai amato, che avesse mai desiderato era accanto a lei. L’aveva aspettata per ben tre anni prima di rivederla e quando era tornata nel Sengoku, ad attenderla c’era lui. Le aveva stretto la mano sollevandola senza sforzo dal pozzo mentre senza una sola parola, guardandola era stato capace di dirle tutto ciò che lei avrebbe voluto sentire. Come poteva confidargli che aveva nostalgia di casa? Come poteva dirgli che le mancavano la mamma, Sota ed il nonno? Come avrebbe potuto dirlo a lui che non aveva conosciuto suo padre, che aveva perso sua madre e che per gran parte della sua vita non aveva avuto nemmeno un fratello? No, non poteva. Sarebbe stata una cosa egoista.
“Io non..”. Il respiro le si mozzò in gola, non voleva piangere, ma era più forte di lei. Combattere con quell’impulso che la spingeva a sfogarsi era davvero difficile. Più combatteva più sentiva che stava per cedere. Poi d’improvviso le braccia forti del mezzo-demone, o meglio dell’umano per quella notte, la cinsero forte. Il respiro regolare del ragazzo e il battito calmo del suo cuore sembravano rassicurarla. Poi le sue parole fecero crollare quel debole muro sollevato. “So perfettamente che a mancarti è la tua famiglia ..è naturale.”. Come faceva a sapere cosa le passava per la mente? Kagome a quelle parole si sciolse, sentiva che gli occhi gonfi stavano per svuotarsi e si sentì libera da un peso non indifferente. Le lacrime sgorgarono copiose, mentre il ragazzo la stringeva a se. Pianse e pianse. Di nostalgia per la famiglia, ma anche di riconoscenza verso Inuyasha che l’aveva capita senza che dicesse nulla.
“Inuyasha perdonami..”. Lui sorrise. “E di cosa?”. Le piccola mani di lei andarono ad asciugare le guance rosee, dopodichè strinse quelle di lui. “Mi mancano, è vero. Ma non posso venire a dirtelo con tranquillità. Voglio dire..”.
“Sei una stupida”. Gli occhi di lei lo osservarono spalancati. Era perentorio. Poi però sorrise impercettibilmente,e si sfregò la nuca con la destra. “La tua famiglia è stupenda ed è giusto che ti manchi.”. Le lasciò l’altra mano per sedersi a terra e darle le spalle, ciò che stava per chiederle lo imbarazzava leggermente. “Kagome, voglio solo sapere se , per quanto vuoi stare con me, smetterai mai di rimproverarti per averli lasciati..”. Finalmente comprese. Si, ora aveva chiaro tutto quanto. Inuyasha le aveva reso tutto limpido. I suoi cari le mancavano, ma la sua era una decisione consapevole, presa senza indugi e senza timore perchè sapeva che la sua vita sarebbe stata completa solo lì, con lui. Grazie ad Inuyasha aveva chiaro il conflitto nel suo cuore: sapeva che a casa avrebbero capito ed accettato la sua decisione, la mamma era stata la prima a capirla..ed anche perfettamente. E lei era stata talmente felice nel momento in cui il pozzo aveva ripreso vita che non vedeva l’ora di volare da Inuyasha. “Sono stata un’egoista..”. Si disse, sedendosi sui bordi di legno mentre portava le mani a coprire il viso. Inuyasha si alzò immediatamente in piedi, irato con se stesso per non poter far nulla, arrabbiato per la sua impotenza davanti a tali sentimenti. Si rese conto che talvolta poco o nulla si può fare per alleviare il dolore altrui. Ma quella non era una persona qualunque, MALEDIZIONE, quella era la sua Kagome!
“Kagome io..”. Si morse il labbro, rabbioso impotente. Voleva consolarla, ma come? Voleva vederla sorridere, ma che poteva fare? Come si può convincere una persona che ciò che pensa è..sbagliato?
“Tu non sei egoista Kagome, sei generosa, gentile e sei sempre disponibile ad aiutare chiunque..Io con te sono una persona migliore. Mi fai sentire in pace col mondo e quando sorridi io..sto bene. Perciò ti prego Kagome, sorridi, per me.”
La ragazza lo fissò incredula. Era la prima volta che Inuyasha le diceva queste cose, doveva essere messa proprio male quella sera. Gli sorrise, sommessamente, ma lo fece. Non sarebbe stata in grado di non accontentarlo, né ora né mai.
“Ora sto bene, mi hai sorriso!”. Tentò di rendere l’atmosfera più leggera il ragazzo, mentre Kagome tirò su col naso e tornò a guardare il cielo. “Grazie Inuyasha”. Lui le si avvicinò, le mise una mano sprovvista d’artigli sulla guancia. “Non puoi colpevolizzarti per aver seguito il tuo cuore, per aver inseguito la felicità. I tuoi ti hanno lasciata andare per essere felice, non per rimpiangerli o per colpevolizzarti.”. Prese fiato, anche se ne aveva, doveva solo capire come mettere in piedi quella frase. “Devi solo chiederti se io ti rendo felice, se non è così allora farò di tutto, ma solo allora potrai permetterti di avere rimpianti, solo allora, perché non sarai felice come loro invece vogliono.”. La ragazza lo guardò basita, stava per rispondere quando lui la bloccò per finire. “E la colpa allora sarà solo mia.”.
“Inuyasha..”. La ragazza lo abbracciò affondando il viso nel kariginiou rosso, mentre si rendeva conto che la sua nostalgia di casa era naturale, ma che aveva esagerato facendo preoccupare Inuyasha e portandolo a fare pensieri così assurdi!..Lui la rendeva felice, solo con lui lo era, solo con lui accanto poteva vivere serenamente. Era il suo sole e la sua stella, l’avrebbe seguito nel Sengoku, nel periodo Meiji, dappertutto!
“Inuyasha, tu mi rendi felice! Non mi pento di essere qui, lo rifarei milioni di volte, è la cosa più giusta che abbia mai fatto ed è per questo che non voglio rovinare nulla..Mi spiace di averti fatto preoccupare.”. Lo guardò intensamente, anche da umano era incredibilmente bello. “Kagome”. Sussurrò il ragazzo mentre si abbassava a cercare se sue dolci labbra salate. Si incontrarono. La morbidezza delle labbra di lei incontrò la dolce veemenza di lui. Danzarono le loro lingue e danzarono i loro cuori. Non era il primo bacio che si scambiavano, ma l’emozione era sempre quella della prima volta, ma di volta in volta si aggiungeva la reciproca conoscenza che li portava a scoprire sempre più l’uno dell’altra.
“Voglio che tu con me sia felice, Kagome.”. Le disse mentre avvicinava, senza malizia alcuna,  il suo corpo sempre più vicino a quello di lei seduta sul bordo del pozzo. Lei annuì con un cenno del capo. “Lo sono, davvero”. E le posò la destra all’altezza del cuore. “Te l’ho donato ed è pieno di tutto ciò che provo per te”. Il ragazzo strinse la piccola mano sul suo petto, “E tu hai il mio”. Si scambiarono un altro bacio colmo d’amore, stavolta le labbra e le lingue danzarono su note più appassionate. La stessa danza era eseguita anche dalle piccole lucciole tutt’intorno e mentre un filo d’argento li velava fecero impallidire anche i fiori più rossi.
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: yulinghan