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Autore: Lady Gourmande    03/02/2011    2 recensioni
Era freddo, nevicava, era la prima neve dell’anno e Parigi era davvero bellissima ricoperta da quello strato bianco invernale, mentre sul palco una ragazza di sedici anni con lunghi e mossi capelli mori, di nome Cassandre, stava magnificamente suonando il piano. [cit. capitolo] Non si sarebbe mai aspettata che la sua vita sarebbe cambiata di lì a poco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era freddo, nevicava, era la prima neve dell’anno e Parigi era davvero bellissima ricoperta da quello strato bianco invernale, mentre sul palco una ragazza di sedici anni con lunghi e mossi capelli mori,  di nome Cassandre, stava magnificamente suonando il piano. Finita l’esibizione la giovane tornò nel suo camerino dove la madre la aspettava in lacrime con un mazzo di rose e margherite in mano.
“Sei stata bravissima.” Le disse la madre.
“Grazie. Papà dov’è?”
“Siediti, devo parlarti.”
 “Cosa è successo, mamma?”
“Cassandre tuo padre stasera voleva veramente venire a sentirti per incoraggiarti, ma nella strada che porta qui.. un camion lo ha investito.” La madre, Antonella, ora piangeva e singhiozzava senza più un contegno, doveva essere stata molto dura per lei pronunciare quelle parole alla figlia che tanto amava il padre.
“Non è vero! Non ci credo!” Cassandre si accasciò a terra urlando il nome del padre.
Era proprio vero, Hugo aveva fatto tardi ma non voleva, per nulla al mondo, perdersi il provino della sua unica figlia, aveva accelerato, stava chiamando la moglie per rassicurarla che sarebbe arrivato di lì a poco, ma non era riuscito a evitare il camion che era sbucato all’improvviso dal lato opposto della strada. Antonella non aveva più sentito la voce di suo marito e aveva pensato subito al peggio, confermato poi dai carabinieri e dall’ambulanza che erano accorsi sul luogo.
Cassandre, distesa sul letto, con i lunghi capelli mori che le nascondevano i bellissimi occhi verdi ormai gonfi di lacrime, leggeva ininterrottamente il bigliettino rosa scrittole dal padre inserito nei fiori che la madre le aveva donato la sera prima. Era scritto a penna, con una calligrafia maschile e curata e  riportava poche ma affettuose parole : “Sei sempre la pianista che preferisco, ti voglio bene. Papà”. La madre entrò lentamente nella camera della figlia, con le pareti coperte di foto e scaffali disordinati con libri e peluche.
“Cassandre, amore, alzati, rinfrescati e vestiti o faremo tardi al funerale.”
La ragazza non rispose, ma pochi minuti dopo era al piano di sotto abbracciata alla madre. Al cimitero attorno alla tomba del defunto, molte persone piangevano e consolavano la madre e la figlia. Cassandre, con ai lati le sue due migliori amiche Isabelle e Violette, non riusciva a staccare gli occhi dalla lapide bianca su cui era scritto “Al buon Hugo Gérard Moreau, Riposa in pace” e dai fiori colorati posti vicino. Le due Moreau e le amiche fidate tornarono a casa per continuare a svolgere la loro vita di sempre. Cassandre, Isabelle e Violette si sedettero sul letto e si misero ad ascoltare la musica. La ragazza, mentre udiva le note di “A message” dei Coldplay, pensava a tutto il tempo passato con il padre ed a tutto ciò che non avrebbe più potuto fare con lui. Era stato, infatti, Hugo ad insegnarle ed a trasmetterle la passione per la musica, in particolare per il pianoforte. Quando era piccola ed andava a trovare il padre nel suo grande museo, si metteva sullo sgabello di pelle imbottito vicino al pianoforte a coda nero ed aspettava che il padre finisse di lavorare per suonare con lui; egli le aveva insegnato le prime note e l’aveva portata all’età di cinque anni ad una importante scuola di musica parigina. Cassandre era grata alle sue amiche perché le erano state vicine sempre ed erano lì anche in quel momento. Isabelle Robin la conosceva fin dall’asilo, si erano subito piaciute e da tredici anni non si erano stancate un momento l’una dell’altra, aveva i capelli lunghi, biondi e ondulati, gli occhi di un nocciola profondo. Lei era la più estroversa e simpatica del trio, aveva i genitori separati ma non le pesava perché accanto a lei aveva sempre il suo labrador, Iago. Amava gli animali, i film romantici e i vestiti di alta moda.
 Violette Beauregard si era, invece, unita al gruppo all’età nove anni, ma erano ugualmente molto unite. Lei aveva i capelli rossi, lisci e piuttosto lunghi con una frangia che le arrivava fino ai grandi occhi azzurri come il cielo. Lei era la “pazza” del gruppo, amava la musica rock e le piaceva l’esagerazione, infatti alle feste non perdeva occasione per ubriacarsi; fumava, sorbendosi ogni giorno la disapprovazione delle due amiche. Aveva un fratello più piccolo, Carl, di tre anni, che era coccolato dalle tre ragazze. In comune avevano da sempre la passione per i viaggi, infatti avevano visitato insieme qualche importante città d’Europa come Amsterdam, dove Violette era voluta andare a tutti i costi, Milano, per la gioia di Isabelle e Vienna. Speravano di visitare altri luoghi nelle loro vacanze estive.
 
 
Cassandre era pronta per andare in piscina con Isabelle e Violette, quando suonò il campanello. Era il postino con una busta importante per lei. Scese velocemente le scale con le infradito che facevano un buffo rumore. Prese la lettera e la lesse :
 
Gentile sign.ina Cassandre Elisa Moreau,
l’Ecole d'Art de Grenoble è felice di informarla che, visto il suo provino, è stata ammessa al prossimo corso che avrà inizio a settembre prossimo. Dietro le alleghiamo le istruzioni e il modulo da compilare.
                                                                                        Au revoir, la direzione.
 
Chiamò le ragazze, disse loro che non poteva andare in piscina e stette tutto il pomeriggio in camera sua con l’iPod nelle orecchie a pensare a cosa avrebbe deciso di fare. Non voleva lasciare le amiche, Isabelle e Violette, e la madre, ma desiderava coronare il suo sogno di pianista, come aveva promesso al padre.
  
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