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Autore: FeyM    03/02/2011    1 recensioni
Sono passati molti anni da quando Ruben era un bambino. Ora è un uomo adulto con delle responsabilità.
Però, dietro la sua maschera burbera si nasconde ancora un ragazzo spensierato.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Richard!- Nessuna risposta.

-Richard!- Nessuna risposta.

-Ma insomma! Dove si sarà cacciato quel ragazzo?- Ruben portò le mani alla bocca e chiamò forte ancora una volta. Sembrava che Richard fosse sparito sul serio, di nuovo.

-Vedi niente?- domandò un ragazzo dall’aria smunta e preoccupata. Passava il peso da un piede all’altro senza riuscire a stare fermo.

Ruben si girò a guardarlo e scosse la testa. Giù in città non avevano visto Richard da qualche giorno. Il fatto non li aveva allarmati, ma la madre del ragazzo li aveva lo stesso esortati a capire dove fosse. L’aveva esortato, per la precisione. Tyner sarebbe andato a cercarlo immediatamente se non avesse conosciuto le abitudini di Richard. E ora Ruben si trovava a cercare controvoglia il ladro delle sue mele.

-Vediamo se si è nascosto nella vecchia chiesa.- propose incamminandosi. Non avrebbe aspettato una risposta, non da Tyner. Lui era l’adulto, lui cercava. Tyner era lì solo per convincere Richard a tornare.

-Credi davvero sia là dentro?-la faccia stupita di Tyner lasciava trapelare la sua opinione:-Non ci andrebbe mai.-

-Non contrarci troppo. L’ultima volta si è rifugiato nella casa del vecchio Kirby, non ricordi? Se esiste un posto dove non sarebbe mai andato è quello.- spiegò accelerando il passo. La casa pericolante era stata la loro ultima tappa, ma era ovvio che fosse andato altrove. Le finestre erano state sbarrate e chiuse, un rigo di polvere le abbelliva da quattro anni. Se il precedente proprietario avesse visto cosa gli animali facevano all’abitazione sarebbe inorridito. Sempre a scacciar chiunque, il vecchio Kirby.

-Dove sarà?- borbottò esitante Tyner:-Potrebbe essersi messo nei guai, o peggio…potrebbe essere caduto nel fiume, oppure…-

-Pensa poco e cammina svelto.- lo ammonì Ruben. Tyner si zittì all’istante.

Passarono il bosco vedendo le foglie autunnali cadere di tanto in tanto e controllarono spesso la direzione per la chiesa. Non era facile da raggiungere, e se non fosse stato ancora giorno avrebbero dovuto rinunciare.

-Richard!- Tyner aveva cominciato a chiamare appena arrivati alla chiesa. Alla voce di entrambi risposero gli uccelli e qualche animale infastidito, di Richard nessuna traccia.

-Non è qui.- sbuffò Ruben.

-Non è nella casa del vecchio, non è nella chiesa…- la voce di Tyner tremava come le sue mani:-Cosa dico a mamma? Che ho perso mio fratello?-

-Torniamo in città.- propose Ruben:- Se domani non lo troviamo chiamiamo gli altri.-

Si incamminò. Non curandosi nemmeno che il ragazzo lo stesse seguendo.

-Non torno a casa, non ci torno.- piagnucolò Tyner.

Ruben tornò indietro e gli diede uno strattone alla maglia, facendolo sbilanciare. Riprese il cammino solo dopo averlo rimproverato del suo carattere infantile. Non era il momento per una crisi di nervi.

-Non sono un bambino!- urlò il ragazzo.

-Dimostralo allora.- lo schernì:-Sei più grande di Richard, ma ti comporti come il fratello minore.-

Tyner si alterò.

-Per questo voglio rimanere a cercarlo. Sono il maggiore, e lo riporto indietro.-

Ruben lo liquidò con un gesto della mano. Gli aveva detto di essere più uomo, non più pazzo. Rimanere a cercare qualcuno di notte era una follia.

-Fa come vuoi. Io me ne torno a casa. Vedi di non perderti.- Non aveva tempo per stare dietro anche a Tyner.

Udì un borbottio simile ad un’offesa, poi un’esclamazione carica di rabbia.

-Papà avrebbe continuato le ricerche!-

-Sì, ma il figlio è suo, non mio.- e detto questo se ne andò, diretto alla propria abitazione.

Non era felice di lasciare Tyner da solo, ma la cocciutaggine era di famiglia, non poteva farci niente.

Dopo una giornata di ricerche si buttò sul letto così com’era entrato, stanco e sì, anche preoccupato. L’indomani si sarebbe fatto aiutare dagli altri in città, non avrebbe atteso un altro giorno.

-Ciao zio!- quel saluto lo fece balzare dal letto.

Impiegò qualche attimo per capire chi avesse davanti.

-Richard?!-

-Sì zio, non sono un fantasma.- sorrise il ragazzino smilzo che aveva davanti agli occhi.

-Cosa ci fai qui?- lo apostrofò avendo rimosso la felicità dovuta al sapere che stesse bene.

-Niente d’importante. Ero passato per qualche mela.- mostrò a Ruben un sacco con cinque o sei frutti rossi:-Le scorte scarseggiano, dovevo rimediare.-

-Hai idea di quanto sia preoccupata tua madre?- chiese gelido.

Richard rise e poggiò a terra la sacca:-Mamma sa che vado via spesso, non si preoccupa.-

-Ci ha mandato a cercarti stamattina, questo è preoccuparsi- gli fece notare Ruben.

Richard sbuffò e incrociò le braccia seccato:-Ma non si fida di me?-

-Se sapesse dove scappi rimarrebbe tranquilla.- vide gli occhi di Richard illuminarsi di una luce strana, reticente.

-Perché non dici a nessuno dove vai?- chiese serio.

-Non voglio che qualcuno possa trovarmi.-

-L’altra volta ti abbiamo scovato alla casa di Kirby, non ti eri nascosto bene forse?-

-Stavo tornando e sono rimasto lì a dormire, va bene come risposta?-

Ruben notò che le scarpe di Richard erano coperte di fango, anche se in quei giorni non era piovuto.

-Che hai?- chiese Richard sulla difensiva.

Ruben congiunse le mani cercando la calma. Non erano molti i luoghi in cui la terra rimaneva umida e piena di pozzanghere. Uno di quelli era la riva del fiume vicino alla città, particolarmente pericolosa per le grotte dove potevano nascondersi animali d’ogni genere.

-Dimmi che non sei andato alle grotte.- disse mantenendo la voce più calma possibile.

Richard gelò sul posto, sorpreso.

-Come l’hai scoperto?- indagò, cauto.

Ruben stinse i pugni. Tra tutti i posti possibili Richard aveva scelto il più pericoloso.

-Le tue scarpe…- spiegò indicandole.

Tornò a guardare il nipote con una forte voglia di tirargli un orecchio.

-Tua madre ha ragione a preoccuparsi. Cosa vai a fare alle grotte?- chiese alzandosi in piedi e mostrando la propria statura minacciosa.

Richard sembrò farsi piccolo di fronte allo zio:-Ho promesso. Non posso dire niente.-

-Non essere sciocco!- tuonò Ruben:-Scoprirei comunque perché vai lì. Dimmelo.-

-Ho detto che non posso, zio. Non mi farà tornare se sa che l’ho detto a qualcuno.- Richard lasciava vagare gli occhi alla ricerca della porta, o di una qualunque via di fuga.

-Chi non ti farà tornare?- Ruben aveva abbassato il tono. Era pur sempre suo nipote, non un criminale.

Richard tacque. Ruben si diresse alla porta, avendo preso una decisione.

-Sei più muto di un pesce.- lamentò:-Chiunque tu abbia incontrato sarà ancora in una grotta, vado a vedere.-

Prese un mantello pesante e lo allacciò, quindi aprì la porta.

-Aspetta, non andare!- lo implorò Richard.

-Tu resta qui.- lo ammonì l’uomo già fuori dall’uscio.

Fece solo pochi passi, fino a che si ritrovò Richard davanti.

-Dov’è Tyner?- chiese ansimando. Stringeva una mano sopra la gamba sinistra, lo scatto doveva avergli procurato uno strappo lieve.

-Ti sta cercando alla chiesa diroccata, non è voluto tornare indietro.- disse scansandolo.

-Cosa? E l’hai lasciato lì?-

-Sei tu che l’hai lasciato da solo. Se non fossi sparito Tyner non sarebbe fuori a cercarti.-

-Andiamo a prenderlo.- disse Richard mettendosi a camminare al suo fianco.

Ruben soffocò un moto di risa.

-Di notte non vedresti a un palmo dal naso. Come vuoi andarlo a prendere?-

Richard sembrò offeso.

-So orientarmi anche di notte, io. Lo troveremo in un attimo.- disse rivolgendogli un sorriso teso.

-Non pensare che questo possa distrarmi dall’andare a controllare le grotte. Se non oggi, andrò domani.- disse burbero incamminandosi.

Rimasero in silenzio per la maggior parte del tragitto, poi Richard ruppe volontariamente la quiete notturna.

-Papà abita nell’ultima grotta a sinistra, quella in fondo al pendio.- disse d’un fiato.

Ruben si fermò, Richard fece lo stesso.

-Richard, dimmi che non è una scusa.- disse avvertendolo. Nominare il fratello non era il miglior modo per trattare una conversazione piacevole con Ruben.

-Dico la verità.- disse frettolosamente:- Vado a trovarlo spesso, ogni volta che posso.-

-Sciocchezze. Se fosse davvero  vivo, perché non torna?- disse riprendendo a camminare.

-Passerebbe dei guai con l’esercito. Non è morto, ha disertato.- spiegò il ragazzo seguendolo.

Ruben provò a non ascoltare quello che Richard disse dopo, ma il desiderio di sapere il fratello vivo era più forte dell’attaccarsi alla razionalità.

Quando arrivarono alla chiesa Ruben sapeva quasi tutto sugli ultimi anni che suo fratello aveva passato nascosto da tutti: dopo alcuni mesi dalla sua partenza per la guerra, aveva deciso di scappare e tornare a casa. Alcuni amici avevano finto di averlo visto morto sul campo e di lui si erano perse le tracce. Si era rifugiato in una grotta e lì aveva ricominciato a vivere passando le proprie giornate a rimpiangere di essere partito con un falso sogno d’onore e gloria.

Trovarono Tyner intento a girare i dintorni della chiesa, talmente stanco che si sarebbe addormentato a terra.

-Tyner!- chiamò il fratellino.

Appena lo vide gli corse incontro, poi notò Ruben.

L’uomo non seppe precisamente perché Tyner perse la stanchezza, cominciò a inveire contro Richard e a rincorrerlo con un ramo in mano ma aveva idee a riguardo.

Per un attimo gli parve di rivedere se stesso e il fratello minore quando non avevano la minima idea di cosa volesse dire perdersi per poi non rivedersi più.

Senza farsi notare si allontanò prendendo in mano un ramo molto più grosso di quello di Tyner e si avviò alle grotte. I nipoti lo avevano ispirato per dare il bentornato al fratellino.

Non gli importava che il fratello fosse stato costretto a nascondersi per non essere accusato di diserzione, avrebbe dovuto dirgli di essere vivo e vegeto.

Ruben avrebbe presto ripreso il suo ruolo di fratello maggiore come Tyner e avrebbe scacciato senza remore il fratello minore da quella grotta, proprio come il vecchio Kirby aveva fatto con loro molti anni prima quando, da bambini, andavano a devastare per dispetto la sua fattoria.  

Mentre camminava sentì l’eco delle risate di Tyner e Richard. Avevano smesso di rincorrersi e scherzavano lasciandosi la preoccupazione e la tensione di poco prima alle spalle.

C’era una famiglia da ricomporre, tanti giorni persi da recuperare e tanti altri problemi da risolvere. Ma Ruben non se ne preoccupava, non in quel momento.

Rincorrere il fratello per tutta la città urlandogli contro i problemi che aveva causato per poi sedersi con lui e ridere fino a perdere la voce, era la priorità.

  
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