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Autore: MiseryandValerieVolturi    03/02/2011    1 recensioni
[BellaXEdward]
Per la seconda volta, Edward se ne va. Perché? Cosa lo spinge ad abbandonare Bella e Renesmee?
Bella, distrutta e decisa a non rimanere a Forks, si trasferisce in Alaska ... ma non è tutto come sembra.
Dal primo capitolo:
Iniziò a leggere “So quello che pensi Bella, ma non è così: non vi ho abbandonate, e non ho intenzione di farlo per nessuna ragione al mondo …” si fermò quando si accorse che le lacrime iniziarono a cadermi leggere sulle guance e sospirò “… ho dovuto farlo, perdonami. Voglio che vi prendiate cura di voi, continuando a fare quello che avreste fatto con me al vostro fianco; senza fare stupidaggini Bella, promettimelo questa volta. Tornerò prima o poi, ve lo giuro. Vi lascio questi due cuori, nella speranza che vi possano aiutare a ricordarmi, vi amo. Edward”.
Dal terzo capitolo:
Ero alla ricerca delle parole giuste, di certo non potevo esprimere quello che avevo appena pensato.
“Niente, niente di grave” mentii “Abbiamo deciso di trasferirci”
Dal capitolo dieci:
“Va tutto bene” una voce calda e bassa mi risvegliò, suadente. Era famigliare, quanto il profumo che mi avvolse assieme alle sue braccia. Il freddo si sostituì al sintetico calore di una coperta di pile. Un solo nome, ora, soffiava dalle mie labbra.
“Edward …” mormorai. L’unica risposta fu un bacio a fior di labbra. Lo immaginai sorridere, dietro di me.
“Niente più brutti sogni” mi sussurrò, cullandomi.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Torniamo, con questo capitolo. E' un capitolo importante, fa da ponte fra gli altri, avverranno alcune cose interessanti e ... Beh, ci piacerebbe sapere cosa ne pensate!



Wait me

VII Capitolo

Incubi

Ero esausta, era stata una giornata lunghissima e abbastanza pesante.

Di nuovo tramonto, una giornata piuttosto normale scompare insieme alle altre meno felici, e con essa

Incubi e ricordi.

Tra lo stress dovuto al trasloco, cambio città, l'intera serata a sistemare, e i mille altri pensieri che vorticavano nella mia testa, avevo deciso di staccare la spina, di rilassarmi ... cosa impossibile.

Avevo appena finito di riordinare le mie enormi valige, nella speranza di poter ricominciare tutto da capo, mettendo via la disperazione e l’angoscia, ma i ricordi erano ritornati a galla, proprio come mi aspettavo.

Avevo portato le cose più banali, quelle più importanti, ma anche un pezzo di carta mi ricordava la mia vecchia vita, ero un caso perso, già.

Ma come potevo non esserlo, dato la situazione?

Per fortuna avevo Jake al mio fianco. Era tutto per me, un punto d'appoggio fondamentale per continuare ad andare avanti.

A volte mancava l’aria e le parole mi si fermavano in gola, poi tutto svaniva, piano.

 "Ehi, ti ho preparato una cioccolata calda, Bells". Jake entrò in salotto con due tazze di cioccolata, mi sorrise e si sedette al mio fianco.

Ricambiai il sorriso e fui veramente grata di aver qualcosa di caldo tra le mie mani, era davvero freddo.

"Grazie, Jake" bevvi a piccoli sorsi e mi sentii subito meglio. Senti il calore bruciare il palato.

Jacob teneva la testa bassa.

 "Bella, scusa, scusa davvero per prima. Non dovevo.." cercò di giustificarsi.

Mi avvicinai e cercai di guardarlo negli occhi.

"Ehi, ehi..non è successo niente Jake. Non ci ho fatto neanche caso, credimi. Sono stata io che..beh, in questi giorni sono insopportabile e irascibile, lo ammetto."

Alzò lo sguardo .

"Beh, scusa se ti ho offeso, non era mia intenzione" posò la sua tazza nel piccolo tavolino ai nostri piedi.

"Jake.." scossi la testa "non ricordo neanche di cosa abbiamo discusso, sul serio. Non devi scusarti" risposi appoggiando la schiena sul morbido cuscino alle mie spalle.

Seguirono secondi di silenzio. "Stanca?" seguì il mio stesso movimento e iniziò a stiracchiarsi le braccia.

"Mh, abbastanza" sorrisi "Ma non ho voglia di andare a dormire, non ho proprio sonno".

Chiuse gli occhi per poi riaprirli "Beh, forse era meglio una tisana, allora" ridacchiò.

"Forse. Ma questa è molto più buona, decisamente" finii di bere il mio ultimo goccio. "A proposito, complimenti Jake, ottima" sorrisi, poi voltai lo sguardo verso la finestra. Avevamo un paesaggio spettacolare davanti ai nostri occhi.

"Le bustine del supermercato fanno miracoli!" lanciò un'occhiata alla sua tazza.

"Già" scherzai  e ricambiò il sorriso.

"Domani ultimo giorno di pacchia, eh Bells?" alzò un sopracciglio.

Annuii ."Si, si torna a scuola. Sembrano passati anni dall'ultima volta ... sarà tutto diverso" nonostante fossi abituata al freddo di Forks, dovetti ammettere che anche ad Anchorage era molto freddo.

Probabilmente iniziai a tremare, perché Jake allargò le braccia e mi strinse forte. Vi trovai subito calore e sollievo.

"Sei contenta di ritornare?" domandò accarezzandomi la schiena.

"Diciamo che servirà a distrarmi, questo basta a rendermi più tranquilla" sospirai "almeno per qualche ora.."

"Si, ti farà bene, sicuramente" guardò fuori dalla finestra "Che ne dici se domani mattina andiamo a vedere un po’ la città? Ci sono molti posti da visitare..non siamo mica a Forks, qua! C’è di più di una stazione di polizia e del negozio dei Newton" scherzò.

Risi. "Forks però rimane Forks, non scordartelo!"

Per me era il luogo più importante, un paese che non avrei mai scordato. L’inizio, l’inizio di tutto.

Dovevo ringraziarlo in un certo senso, mi aveva dato molto, essendo solo un piccolo paese.

 

Alzò le spalle. "Ovvio. Ma sarebbe bello girovagare in città tra la neve, no? Renesmee non vede l'ora!" disse entusiasta.

Puntai lo sguardo nei suoi occhi "Mmh, solo Renesmee?" domandai scherzando.

"No, ok, ammetto di essere curioso anche io" ridacchiò scostandomi una ciocca di capelli dalla fronte “è che..sembra così affascinante, e non sono mai stato in città così grandi. Non so, ha un qualcosa di spettacolare”.

Ci pensai un secondo. "Affare fatto, socio. Ma se nevica rimaniamo a casa. Rischio di prendermi qualcosa ..." risposi ormai calda tra le sue braccia.

"Certo, le solite fortune di Bella Swan!" disse sorridendo.

Gli diedi un colpo secco sulla spalla. "Scemo, non esco di casa a maniche corte in pieno inverno, io!" evidenziai l'ultima parola.

"Che ci vuoi fare, queste sono le fortune da licantropi!"

Affondai la testa nella sua spalla "Grazie Jake, grazie di tutto."

 Mi baciò la testa "Ti voglio bene, Bella".  Chiusi gli occhi "Ti voglio bene".

Continuammo a stare in silenzio per parecchio tempo, dato che persi la concezione dei minuti, e, forse, delle ore. 

Ormai il silenzio era diventato il mio confidente, lo stato che più mi rispettava.

Sentivo la necessità, quasi l’obbligo di rimanere in silenzio, a volte. Mi faceva bene, purificava, liberava.

 

"Ehi Nessie, come mai sveglia?" sentii Jacob sussurrare e aprii gli occhi voltando la testa.

Renesmee aveva una faccia scioccata, impaurita.

Non rispose, si avvicinò e mi prese per mano, sembrava piuttosto spaventata.

"Amore, cos'hai? Qualche brutto sogno, scommetto.." la presi in braccio accarezzandogli la testa delicatamente.

Annuì di nuovo senza spiccicare una parola. Guardai Jacob preoccupata, guardava fisso il volto di Nessie.

Non succedeva una cosa del genere dall'arrivo dei Volturi, non aveva mai più avuto incubi. Immaginavo quale fosse il motivo. La lontananza di Edward ci stava cambiando, non eravamo più le persone di prima.

Anche Renesmee stava avvertendo qualcosa, o si, probabilmente aveva capito più di me quale fosse il motivo.

Io ero come isolata nel deserto. Non sapevo cosa avrei fatto, non sapevo cosa saremmo stati in un futuro, non più.

 

"Andiamo, allora" cercai di tranquillizzarla "Vengo io con te, ok tesoro?". Mi alzai dal divano e la presi in braccio.

"Buonanotte Nessie" sussurrò piano Jake ancora seduto comodamente sul divano.

"Notte" rispose insonnolita tra le mie braccia.

L'adagiai piano nel suo enorme letto e mi distesi accanto, poteva anche essere un letto per due persone, data la grandezza. Tutta opera di Alice.

L’avevo appena sentita per telefono, ma già mi mancava tremendamente.

 

Nessie mi guardava fissa negli occhi "Non riesco più a dormire" mi avvertì.

Sospirai "Ma certo che ce la fai, non hai mai avuto paura di queste cose! Cosa è successo?" le accarezzai una guancia.

Mi prese una mano e riuscii a capire tutto. Aveva sognato, ma questa volta era davvero molto reale.

Le immagini che scorrevano erano molto, troppo realistiche per essere semplicemente un sogno, eppure lo era.

Lo sfondo scuro da dove filtrano alcuni raggi di sole fino a diventare marrone, ed improvvisamente, una faccia, un volto.

Aro. Il suo sguardo potente e desideroso di sangue. I suoi occhi penetranti da far male, e da un solo paio di occhi,  a quattro, sei, venti ... tantissimi occhi fissi su uno stesso punto.

Sembravano famelici, desiderosi di chissà cosa, della stessa cosa. Mantelli neri, oscurità e urli strazianti.

Buio. Solo urla, grida e risate fastidiose. Poi silenzio, e un suono dolce e delicato, prima leggero e poi sempre più presente.

Una stanza, luminosa ma deserta. Niente mobili, nessuno. Un piano nero e nuovo occupava una parte centrale.

Da lontano, e poi sempre più vicino. I tasti si muovevano in modo veloce, senza sosta. Nessuno a guidarli, agivano in automatico. Anche quella melodia divenne piuttosto fastidiosa, di nuovo urla e grida.

Un volto, Edward.

Ritirai velocemente la mano. E' un sogno, Bella, solo un sogno.

Il cuore iniziò a battere forte, Renesmee mi guardava  preoccupata "Mamma, tutto bene?"

 

"Si, tesoro" rimasi fissa a guardare il muro. Era un sogno, vero. Ma il volto di Edward era stata la cosa più realistica e vera di tutte. Sembrava veramente di averlo davanti ai miei occhi, la sua presenza vicina. Riuscii a sentire perfino il suo odore, inconfutabile. Come se fossi riuscita ad entrare nel suo sguardo.

Eppure era solo un sogno,un maledetto sogno.

Non sapevo cosa dire, ogni cosa sembrava troppo stupida e banale.

"Renesmee..non devi aver paura. I Volturi non torneranno, sei al sicuro tesoro" continuavo ad accarezzarle la testa.

"Si, ma papà. Dov'è papà? Perché non è qua con noi?" la domanda mi lasciò spiazzata. Speravo che a quell'ultima parte del sogno non avesse dato importanza, invece era tutto l'opposto.

Ok, forse era inutile cercare scuse. Cosa le avrei raccontato? Era arrivato il momento più difficile.

Ma se non sapevo neanche io cosa fosse successo, come facevo a dargli una spiegazione logica? Non ce n'era. Non sapevo niente neanche io, non c’era spiegazione. In realtà c’era, ma era del tutto nascosta ai nostri occhi.

Cosa sapevo più di lei? Niente, assolutamente niente.

"Nessie... Non so dov'è. Vorrei saperlo, ma non lo so. Sarà sicuramente molto più vicino di quanto ci aspettiamo, però …" le sorrisi cercando di non far trapelare molta preoccupazione.

Ovviamente era solo un sogno, ma poteva anche essere la realtà, o no?

Dov'era Edward? Forse si, era qua vicino a noi, ma come potevo saperlo?

Doveva essere al sicuro. Non mi sarei mai perdonata se gli fosse successo qualcosa per proteggerci, se si fosse andato a cacciare in qualche guaio ... e se ...

No, Edward stava bene, si. Forse era solo ... solo un momento di distacco. Probabilmente avrebbe voluto che andasse in un altro modo, o probabilmente si era stufato della sua vita.

No, non era possibile. Non l'avrebbe mai fatto. Non di nuovo.

Doveva esserci una spiegazione, Edward non ci avrebbe mai abbandonate, questo lo sapevo.

Non avrebbe influito così tanto dolore se non ci fosse stata un spiegazione per questa sofferenza.

Una lacrima scese delicatamente sulla mia guancia fino alle labbra. Velocemente leccai il labbro superiore per evitare che Renesmee vedesse.

Perché non potevo essere più forte? D'altronde non chiedevo tanto. Solamente la forza sufficiente a non sprofondare nel silenzio e nella sofferenza.

Edward era la mia forza, e senza di lui ... beh, ero un palazzo senza impalcatura, instabile.

Rabbia, rabbia, rabbia. Se solo avessi potuto far qualcosa per averlo qua al mio fianco, per riportarlo qua, con me, con noi.

La cosa che più desideravo. Svegliarmi da questo incubo e ritrovarlo al mio fianco come ogni volta.

"E perché non ci dice niente?" chiese mettendosi seduta a gambe incrociate sul letto.

Scossi la testa. Quante volte mi ero fatta queste domande, non ero mai riuscita a trovare delle risposte.

Ci avevo rinunciato. Faceva male, tanto male. Come piccole ferite fastidiose sul corpo che guariscono piano piano per poi riaprirsi, dolore.

"E' colpa mia" disse sottovoce. Probabilmente sperava non fossi riuscita a sentirla.

Sgranai gli occhi sollevandole il mento. "Nessie, ma cosa dici?

Mi guardò "Si, è colpa mia se sono arrivati i Volturi, ed è colpa mia se papà non è con noi."

"No!" quasi urlai, e subito sperai che Jacob non mi avesse sentito. "I Volturi sarebbero venuti lo stesso, eri solo una scusa, Nessie.  Non dire queste cose tesoro. Non è colpa di nessuno, ok? E’ successo qualcosa che forse non possiamo sapere, o non è successo niente, vedrai..non preoccuparti."

Le baciai una guancia. "Te non c'entri niente con tutto questo, mh? E' vero, non so dove sia e avrei voluto che mi dicesse tutto, ma non lo ha fatto, come il suo solito".

Ogni volta, pur di proteggerci, ci lasciava senza una spiegazione, niente informazioni, niente di niente.

La sua mania del tenerci lontano dalla sua vita, dalla sua natura.

Avrei dovuto farmi trasformare molto prima, le sarei stata vicino e avremmo affrontato qualsiasi cosa insieme.

Ma io non appartenevo ancora al suo mondo, per me era sempre tutto all'oscuro.

Mi aveva lasciato quel ciondolo. "L'agnello diventerà un leone".

Doveva essere una promessa, sarebbe tornato prima o poi. Doveva.

"Ma sta bene. Tornerà presto, vedrai..non potrebbe mai stare lontano così a lungo, lo sai. Non potrebbe abbandonare la sua principessina" le lasciai una bacio sulla fronte e riuscii a farle comparire un piccolo sorriso sulle labbra.

"Mi manca" disse abbracciandomi.

Le accarezzai la schiena e di nuovo lacrime scesero dai miei occhi gonfi.

"Anche a me, tanto" la abbracciai forte. "E' per questo che tornerà" dissi convinta.

 

 

Ci addormentammo abbracciate e stranamente riuscii a dormire tranquilla.

Ci svegliammo abbastanza tardi e mi sentii in piene forze. Jacob ci stava viziando, ci aveva perfino portato la colazione a letto.

Colazione che sarebbe bastata ad un esercito. Ovviamente non finimmo tutto, ma ci pensò Jacob a fare fuori le poche cose rimaste. Rimanemmo a scherzare e a giocare sul letto. Ero felice. Vedevo luce negli occhi di mia figlia, e mi davano forza.

Come concordato la mattina visitammo la città, era bel tempo e la neve del giorno precedente era quasi sciolta.

Jacob portò anche la mia macchina fotografica e non smetteva di scattare foto al paesaggio. Sembravamo turisti pazzi in una città sconosciuta. Ci divertimmo molto. Entrammo in tutti i negozi possibili, e finimmo per uscirne con decine di buste tra le mani. Cose inutili, superflue, ma troppo carine. Io e Nessie ridemmo di gusto quando Jake scivolò sulla neve con le sue quattro buste in mano.

Scattai  una foto, l'avrei incorniciata, promesso.

Era ormai pomeriggio e decidemmo di finire il nostro giro da ‘turisti stranieri’.

"Jake, devo passare al supermercato. Prendo giusto qualche cosa per riempire il frigo. Porti te a casa Nessie?" domandai anche se sicura della risposta.

Jake mi fece l'occhiolino. "Certo, vai."

Si avviarono mano nella mano verso casa e li salutai agitando una mano.  Ero felice, si. Loro erano felici e mi trasmettevano serenità. Anche se poi quella serenità sarebbe diventata presto angoscia e oscurità molto presto. Non ci badai, continuai a godermi il mio stato d’animo.

Bene, ora dovevo solo trovare un supermercato. Cercai di ricordare le informazioni chieste ad un passante giusto qualche minuto prima. Farmacia, eccola, proprio davanti ai miei occhi. ‘Girare a destra e all'incrocio di nuovo a destra’.

Perfetto. Era enorme. Non ero abituata a negozi così grandi a Forks. Sembrava tutto così diverso..tutto così grande, immenso.

Mi affrettai ad attraversare la strada e ad entrare dentro. Si, grande. Decisamente troppo grande per i miei gusti. Con la fortuna che mi trovavo mi sarei persa tra gli scaffali, ci avrei scommesso.

Iniziai ad andare in ordine e presi le cose più indispensabili. Uova, latte..mmh..ok, qualche verdura.

Ricordai di aver bisogno di un libro nuovo. Mi rifiutavo di leggere per l'ennesima volta i miei vecchi libri, troppi ricordi, troppa vecchia vita in mezzo.

Ma ... dov'era il reparto libri? Questo era il problema.

Girai più volte il negozio. Possibile che un negozio così grande non venda libri?

Mi ritrovai nel reparto dei cereali per sbaglio e ne approfittai per prenderne una confezione.

Vidi un libro di Jane Austen e un paio di penne nel carrello al mio fianco. Alzai la testa, e una ragazza dai lunghi capelli scuri e occhi verde acqua osservare perplessa la pila di confezioni.

"Ehm, mi scusi..posso sapere dove ha trovato quel libro?" cercai di chiedere cortesemente.

La ragazza si voltò a guardarmi e mi sorrise. "Laggiù in fondo" disse indicandomi una parte del tutto sconosciuta per me.

Scrollai la testa. "Che sbadata! Ci sarò passata decine di volte. Grazie, comunque"

Mi allontanai verso il fondo dello scaffale, alla ricerca del mio libro.

Sorrise di nuovo. "Prego. Cercavi questo libro?" la ritrovai proprio al mio fianco che indicava il suo libro dentro al carrello.

La guardai confusa. Solo allora mi accorsi del suo strano accento. Sicuramente non era della zona, e neanche Americana, no, proprio no.

"Beh, si" in realtà non era vero, ma l'idea di leggere un libro di Jane Austen che ancora non avevo letto mi incuriosiva.

Abbassò lo sguardo verso il suo carrello. "Devono essere andati a ruba, è la nuova edizione,  sono già terminati"

"Oh, peccato! E' l'unico libro che non ho ancora letto, ma non fa nien-" parlai gesticolando.

"Se vuoi posso prestartelo!" mi interruppe "Ho così tanti libri ancora da leggere a casa.. e poi dovrei studiare” si avvicinò e mi sorrise “Credo che non avrò molto tempo per leggerlo" disse ridacchiando.

"Studi qui?" chiesi stupita.

"Si, all'università. Corso di biologia..pff" disse alzando gli occhi al cielo.

Avevo fatto conoscenza prima del previsto, perfetto. Ci voleva, ero contenta, mi sarei presentata a scuola con molta meno paura. Già conoscevo qualcuno, e mi rendeva più serena.

"Davvero? Anche io seguo quel corso!" dissi contenta.

Sorrise. "Sul serio? Io sono nuova e.. devo dire che sono tutti così ospitali! Ti troverai bene.

Piacere, mi chiamo Stella" disse dandomi la mano "sembra che dovremmo passare del tempo insieme allora"

Ricambiai "Già, così sembra. Piacere, Bella". Sembrava ormai diventata tutt'altro che una semplice conversazione tra due sconosciute.

Ma faceva piacere, magari saremmo diventate buone amiche, chissà.

Mi guardò per un secondo. "Ti chiami Isabella? Da dove vieni?" chiese curiosa. Accostò il suo carrello al lato per lasciare libera la carreggiata.

Dubitai che conoscesse un piccolo paese di nome Forks.

"Forks" ridacchiai "Seattle"

 

"Oh, mai stata prima. Ho viaggiato molto, ma non sono mai stata a Seattle" scosse la testa.

Ogni tanto il suo accento diventava marcato, ma dovevo ammettere che era molto, molto bello e particolare.

"Capisco. Te sei di qua?" una domanda abbastanza stupida, ma non ci fece caso.

"No, sono italiana. Sono qui per studiare e per ... beh, cambiare vita" alzò le spalle "ed eccomi, mi sono iscritta di nuovo a scuola" si appoggiò allo scaffale accanto a me.

Annuii. Italiana. Perfetto.  Sembrava fossi una calamita che attraeva tutto il paese.

Girò il polso e guardò l'orologio. "Oh, è tardissimo! Devo scappare.."

Si sporse verso il carrello e afferrò il libro. "Tieni, prendilo" disse porgendomelo e sorridendo.

"Oh, non fa niente, non ti preoccupare" dissi ringraziando.

"Sul serio, davvero" disse con il libro in mano. Accettai e la ringraziai più volte.

"Piacere di averti conosciuto, Bella" sorrise "Ci vediamo domani, allora. Ci conto"

Annuii.  "Certo, ci vediamo" salutai e la vidi avviarsi velocemente in cassa.

Feci un ultimo giro per controllare di aver preso tutto e tornai a casa.

Posai le due buste sul tavolo e Jake corse incontro ad aiutarmi a sistemare.

"Renesmee?" chiesi.

Si avvicinò "E' di fuori a giocare" sorrise guardando dalla finestra.

"Come è andata? Trovato alla fine il negozio?" chiese Jacob svuotando una delle buste.

"Negozio..pff..sembrava un'altra città, altro che negozio. Era enorme, ed hanno anche un sacco di cose, dovreste vederlo" aprii il frigo e sistemai la busta di mele nel cassetto.

"Mmh, vero. E' l'unica cosa che non abbiamo ancora visto" rise.

"Già, in tempo di record.." risposi scherzando.

"Un altro grande classico, Bells?" chiese tirando fuori dalla busta il libro.

Mi avvicinai a Jake per osservare il libro che in realtà non avevo ancora visto.

"Mmh, no.." sorrisi . Mi guardò storto “cioè, si” ammisi. Rise.

“Dai, concedimelo. Questo non l’ho ancora letto, è l’unico!” sollevai le spalle.

 

Scrollò la testa "Troppo tardi" mi osservò "ormai hai influenzato anche Nessie. Non ha parlato d'altro".

 

Fui contenta in un certo senso. Dalla sera precedente non aveva più toccato l'argomento, ed ero sollevata. Sapevo che lo pensava, spesso la trovavo fissa a guardare un qualsiasi punto. Sapevo cosa pensava e vederla in quelle condizione mi faceva male, terribilmente.

 Provavo in tutti i modi a distrarla e a farle sentire il mio affetto..ma non potevo fare più di tanto.

Stava male, come me d'altronde.

"Papà!" sentii urlare. Mi avvicinai alla finestra e vidi Renesmee correre in giardino.

Corsi fuori dalla vetrata, Jake mi seguì preoccupato.

 

"Renesmee??" urlai. Era sparita. Mi feci prendere dal panico e le gambe iniziarono a tremare.

Jake al mio fianco che correva per il giardino alla ricerca di Nessie.

Sentii qualcosa prendermi per mano "Mamma". Mi voltai di scatto.

"Amore, dove eri finita?" domandai ancora preoccupata.

Jake ci raggiunse velocemente e sembrò essere più tranquillo, anche se il suo sguardo trapelava un qualcosa di strano.

Una lacrima le bagnava le fredde guance. La presi in braccio, la portai dentro al caldo e mi sedetti al suo fianco.

Ancora ancorata alle mie braccia "Ho visto papà".

"Cosa?!" domandai confusa, sebbene in cerca di speranza.

Non potevo crederci. Probabilmente si stava facendo prendere troppo, ormai piangeva ogni notte e faceva brutti sogni. Anche questo sarà stato ... beh, un'immaginazione, pensai.

"Si, era lui! Quando mi ha visto è scappato" disse guardando fuori dalla finestra.

"Nessie, sei sicura?" domandai. Jacob si inginocchiò al nostro fianco e annuì guardandomi prima che Renesmee rispose.

"Si, era papà. Aveva la maglia che le ha regalato zia Alice, era lui!" disse stringendomi forte.

Panico, paura ... sollievo.

Se era davvero vicino, perché non era tornato? Cosa diavolo stava succedendo?

Iniziai a piangere di rabbia e nervosismo. Volevo uscire da quel brutto sogno, no, non poteva essere la realtà. Volevo riemergere. Stavo affogando nella disperazione, non potevo. ‘Sii forte’ mi incoraggiai.

Unica cosa che mi tranquillizzava, Edward stava bene. Del resto ero ancora più confusa e agitata.

Voltai lo sguardo tra le lacrime e vi incontrai gli occhi freddi e spenti di Jake.

 

Oh, siete giunte fin qui, care <3 Il capitolo è di Vale e a lei vanno tutti i meriti per la velocissima stesura ... u.u

Speriamo che vi piaccia, la mancanza di recensioni lo scorso capitolo ci ha un po' buttato giù, ma ci riprendiamo facilmente. Vi ringraziamo per ogni vostra recensione, ogni elogio, ogni critica ^^

Come vedete, ci sono cose piuttosto interessanti ... Stella, la nuova amica di Bella, Jacob, Renesmee e ... Beh, Edward!

Speriamo che vi piaccia =D

Mi raccomando, recensite ^^

Baci,

Missy & Vale *w*

  
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