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Autore: redspecial    03/02/2011    4 recensioni
Rachel era una ragazza sveglia, piena di vita, curiosa e bellissima; aveva profondi occhi azzurri, di una sfumatura molto intensa e cortissimi capelli castani che le davano al contempo un’aria sbarazzina ma molto femminile. Il futuro cosa può mai riservare? House, Cuddy e Rachel... Gli esami non finiscono mai!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Rachel era una ragazza sveglia, piena di vita, curiosa e bellissima; aveva profondi occhi azzurri, di una sfumatura molto intensa e cortissimi capelli castani che le davano al contempo un’aria sbarazzina ma molto femminile. Era al primo anno di college, consapevole che la sua vita stava prendendo piano piano forma. Non era mai stata indecisa in vita sua, piuttosto molto riflessiva, ma mai indecisa sulla strada da percorrere. La sua famiglia era un po’ stramba per certi versi, composta da persone che la incoraggiavano ad essere ciò che meglio le riusciva; i suoi genitori la spronavano in tutto ciò che faceva, ad essere sincera, anche verso se stessa. “Già, pensava, proprio quei due mi dicono di essere sincera! Si sono rincorsi per 20 anni almeno!”, in quei momenti aveva sempre un sorriso beato stampato in viso. Una cosa era certa, amava la sua famiglia ed i suoi genitori avrebbero fatto qualsiasi cosa per vederla felice e realizzata.
Le ammissioni per la facoltà di medicina si avvicinavano sempre di più e lei, che era praticamente cresciuta in un ospedale, invece che essere finalmente in grado di mettersi alla prova tentennava sempre di più. Che cosa avrebbe pensato di lei il suo burbero e scontroso papà? Già, suo padre. Rachel adorava quell’uomo così misterioso e riservato, che con un’occhiata era in grado di gelarla e nel frattempo di farle trasparire tutto l’amore che provava nei suoi confronti. Era un uomo strano, con la battuta sempre pronta, le t-shirt con le scritte e la chitarra sempre in mano. Più di tutto era uno straordinario medico, un abile diagnosta che durante la sua carriera aveva svelato migliaia di “puzzle medici” e salvato la vita di quelle persone. Un modello di confronto pazzesco, così come sua madre! Anche lei medico, era il direttore sanitario dell’ospedale in cui entrambi lavoravano, aveva assunto quella carica in giovane età ed era tenace, sfrontata, bellissima; ma riusciva ad essere anche dolce e comprensiva, aveva un’innato senso della giustizia che nella sua carriera l’aveva quotidianamente portata a scontrarsi con quello che sarebbe diventato il suo adorato papà, un uomo da amare alla follia o da odiare; da prendere comunque nella sua totalità.
Rachel spesso ripensava a quando era bambina, alle giornate trascorse a chiedere il significato di paroloni che per i suoi erano di linguaggio comune e aveva fin da allora maturato la convinzione che sarebbe diventata un medico con i fiocchi. Ora, avvicinandosi sempre di più il momento dell’ammissione, si sentiva un po’ spaesata. “E se non avessi fatto la scelta giusta?”, si ripeteva, però le bastava pensare al sorriso di sua madre e allo sguardo pieno di orgoglio di suo padre per convincersi che era nata per intraprendere quella strada. Lo sapeva che, geneticamente parlando, aveva tutt’altro corredo rispetto a quelle persone ma da loro aveva imparato a non arrendersi.
Il fatto di non essere loro figlia naturale non le aveva sconvolto la vita, così come scoprire che cos’è un papà a 4 anni; fino ad allora aveva avuto una mamma e tanti zii che le giravano attorno (o meglio, giravano attorno a Lisa, sua madre) ma un papà vero e proprio lo ebbe quando lo zio Greg decise di adottarla ufficialmente aggiungendole il suo cognome, dopo aver ampiamente rodato la sua relazione con Lisa. Era stata abituata a vederli amarsi, litigare e fare pace, con quella scintilla negli occhi che solo il vero amore può accendere. Marina, la sua tata, le era sempre rimasta accanto, tant’è vero che era diventata la migliore amica della sua figlia più piccola, Susan.
Rachel se ne stava nella sua camera, a contemplare le foto che la ritraevano nei viaggi e nei momenti più buffi o importanti della sua crescita. Passava dal viaggio che aveva fatto a 4 anni a Mont St. Michel assieme a Greg e Lisa dopo la sua effettiva adozione da parte dell’uomo, al suo 10° compleanno in cui sulla torta, invece delle candeline vi era disegnato un’enorme stetoscopio fatto di zuccherini (ovviamente un’idea di Greg!). Oppure dalla foto in piscina in cui era abbracciata stretta stretta a lui dopo che aveva fatto la sua prima vasca senza aggrapparsi al bordo e nella foga di arrivare aveva bevuto persino dalle orecchie! Lisa la stava riprendendo con la videocamera e Greg si era appena tuffato nell’acqua fresca, quando vide la sua piccola streghetta annaspare, nonostante cercasse di farle vedere che avrebbe dovuto cavarsela da sola aveva un’aria alquanto preoccupata, non voleva certo far affogare la “sua” bambina! Fu allora che capì tutto, anche se non era biologicamente sua sarebbe stata per sempre sua figlia e non si sarebbe mai tirato indietro per aiutarla oppure darle una lavata di capo.
“Che strani quei due!”, le sfuggì di colpo a voce alta, al che un uomo alto, sulla sessantina col suo inseparabile bastone e la sua aria intrigante fece capolino in camera sua.
“Ehi streghetta! A cosa stai pensando? O meglio, a chi!” disse lui.
“A nulla papà, o meglio a nessuno!” fece lei di tutta risposta.
“Streghetta, menti esattamente come tua madre…da schifo! Sputa il rospo su!”
“Dai papà smettila, sto cercando di studiare!”
“Certo, guardano con quegli occhioni sognanti il soffito…” fece lui con quel suo fare da bambnio cresciuto che tanto la divertiva.
“Uff, e va bene! Stavo pensando al Lupus oppure alla Sarcoidosi!” fece lei con fare irriverente, adeguandosi al gioco.
“E brava Rachel, mi vuoi fregare, eh? Tanto non è mai Lupus, né tantomeno Sarcoidosi!” rispose lui prontamente strizzandole l’occhiolino.
“Non preoccuparti, va tutto bene” disse lei sbrigativamente.
“Non ci casco cara mia! Sei diventata troppo seria tutto ad un tratto… Mi stai nascondendo un fidanzato per caso? Lo sai che devo pulire il fucile che ho in cantina!” fece lui sempre in tono scherzoso.
“E dai papà! Jason non me lo perdonerà mai! L’ultima volta che è venuto a cena da noi chissà perché si è svegliato con la faccia nel piatto delirando! Devi smetterla di narcotizzare i ragazzi che vi porto a casa! Quando mi sposerò cosa farai, truccherai la torta nuziale facendo svenire tutti gli invitati e ucciderai lo sposo con una fetta di torta all’ottimo retrogusto di cianuro?” tuonò lei prontamente.
“Dai streghetta alzati e cammina che ti devo far sentire una cosa!” disse lui tornando nel soggiorno con fare canzonatorio, aspettandosi una piccola lamentela da parte della sua splendida donnina.
“Ok, arrivo!” rispose Rachel vagamente incuriosita.
Appena arrivò nel salone trovò Greg seduto al pianoforte pronto ad intonarle un motivetto orecchiabile, a dire il vero quel motivetto lo ricordava proprio bene, era stata una delle prime composizioni che lui le aveva fatto ascoltare, spiegandole che l’aveva composta proprio per lei e che faceva da sottofondo al suo battesimo, quell’avvenimento che lui aveva fatto finta di disprezzare davanti a Lisa ma che gli aveva riempito il cuore capendo quanto per lei fosse importante, anche se gli aveva fatto intendere di averlo invitato per cortesia.
Aveva sepolto lo spartito in un cassetto per diverso tempo, dato che dopo quell’avvenimento si erano susseguite diverse vicende, dal Mayfield alla convivenza con Wilson, alla paziente che aveva perduto a Trenton quel giorno al suo inizio della storia con Lisa… Già, allora aveva deciso di rispolverare quel cassetto e forse davvero sperare in un nuovo inizio.
Mentre le sue dita scivolavano sui tasti color avorio dello strumento il suo sguardo era intento a studiare l’espressione della ragazza, aveva un viso così dolce che le preoccupazioni si notavano abbastanza facilmente; per lo meno lui aveva quel potere su di lei, seppur non avendola generata la capiva meglio di chiunque altro, forse anche di Lisa che da quando l’aveva adottata erano entrate in una specie di simbiosi che solo le madri possono avere con le loro figlie.
“Hai capito tutto, vero? Geniaccio nevrotico…!” le disse lei all’improvviso nel bel mezzo della frase musicale.
“Però…! Suscettibile!” fece lui invitandola a sedersi sullo sgabellino e a continuare a quattro mani.
Non lo faceva spesso, ma da appassionato musicista credeva che la musica avesse un potere magico, legato ai sentimenti. “Avanti parla.”
“Fra tre giorni c’è l’ammissione ed io mi sento confusa. Non fraintendere, ho scelto da sola ma ho paura di sentirmi inadeguata, infondo il cognome, anzi i cognomi, che porto sono ben famosi nell’ambito medico. E se qualcuno insinuasse che ho superato il test perché sono vostra figlia anziché per le mie capacità ed il mio impegno…?”
“Avevo colto nel segno allora. Penso questo da quando ci hai comunicato la tua scelta di continuare la professione di famiglia. D’accordo, non sei intelligente come me ma nessuno è perfetto!” le rispose cercando di far tornare il sereno sul faccino della sua donnina.
“Anche io me l’aspettavo una frecciatina di questo genere! Ci conosciamo troppo bene e so quanto tenete alla mia realizzazione. Appunto per questo non vorrei darvi un dolore.”
“Rachel ricorda chi sei senza pensare al cognome che porti, sei tenace, sfrontata, bellissima, come tua madre e sei curiosa, sveglia ed intuitiva come il tuo vecchio…una bella combinazione direi! Se fallirai faremo causa all’università!” disse tentando di incoraggiarla ma anche di farla sorridere. “Al massimo dovrò andare in cantina a lucidare il mio fucile…”
“Smettila Greg!” lo interruppe lei emettendo una fragorosa risata.
“Ora continuiamo la frase, ti va? Il pianoforte ne va matto!” disse lui ridendo, confortando Rachel, spostandosi un po’ più vicino a lei sullo sgabellino, in modo da farla sentire rassicurata.
Quella sera Lisa rincasò ad un buon orario, Marina aveva preparato la cena e Greg si era divertito a farla arrabbiare come sempre. Rachel finita la cena si ritirò in camera sua, voleva dare un’ultimo sguardo ai testi per l’esame; ora si sentiva meglio e si ricordò quella breve ma intensa conversazione che aveva avuto col suo strambo ed adoratissimo papà.
Allo stesso modo anche Lisa e Greg si ritirarono dopo cena, avevano voglia di stare un po’ soli dopo tutta la giornata separati. Fecero l’amore teneramente, dopo quegli anni passati assieme, era un po’ come la prima volta dopo quell’incidente con la gru a Trenton; lei comprendeva le sue sofferenze e lui la faceva sentire amata, finalmente completa. Anche se non avevano avuto un figlio biologicamente loro erano perfetti insieme, tutti e tre, pur con le loro imperfezioni. Come coppia avrebbero dovuto lasciarsi dopo i primi ostacoli ma entrambi sapevano capirsi e nonostante le litigate e qualche sotterfugio l’amore tra loro era talmente forte che non potevano fare a meno l’uno dell’altra.
Coccolandosi sotto le coperte parlarono del futuro e degli anni trascorsi insieme, delle avventure al PPTH e della loro vita da genitori con Rachel.
Sgattaiolarono lungo il corridoio verso la camera della loro piccola streghetta cresciuta e abbracciandosi dolcemente sospirarono guardandola dormire un po’ più serenamente dopo quel pomeriggio di discorsi importanti, augurandole solo il meglio della vita. 
  
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