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Autore: Chess    04/02/2011    1 recensioni
Cerca ancora Antonio, ed ancora lo trova a fissarlo, con un curioso particolare in quei dolci occhi verdi che, ad un insospettabilmente attento osservatore di spagnoli come lui, pare dire “va tutto bene, e tutto sarà come è sempre stato”.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vesti porpora e blu s'affollano tutt'intorno a lui, dando sfoggio di uno sfarzo che tanto aveva potuto ammirare a casa dello spagnolo e tanto aveva rimpianto fra le mura della sua gente ridotta alla povertà.

La cosa, tutto sommato, avrebbe dovuto renderlo felice, perchè veder quella moltitudine di grassi e goffi uomini corrergli vicino così altezzosamente bardati era il chiaro segno che, dopo anni di sottomissione e repressione, una qualche fottuta importanza la stava acquistando anche lui: ed anche se come sempre gli era stato ordinato di starsene in silenzio e composto lì, senza interferire minimamente con i discorsi che tanto infiammavano quegli aristocratici imbellatti, dentro un tenero sentimento di soddisfazione ed orgoglio lo possedeva, impedendogli di tenere i piedini ben fasciati in scarpe di pelle fermi nel loro penzolare da una sedia decisamente troppo grande per la piccola stazza mantenuta nel corso dei secoli dal Sud Italia.

Cerca il volto di Antonio, e nell'incontrare quelli degli altri occupanti della stanza intorno a lui, ancor più gli viene voglia di obbligarlo con qualche calcio ad abbassarsi e dedicargli completa attenzione: la tentazione di inveire contro i loro difetti è troppo forte per essere trattenuta in un qualsiasi modo.

Ma lui non c'è, ed anche di nazioni ce ne sono poche, in verità; senza contare che fra queste la percentuale di quelle da Lovino considerate degne della benchè minima stima soo pari ad un numero sospeso fra lo 0 e qualche termine in negativo dotato tranquillamente anche di 4 cifre.

Le regole del gioco, in tutti quei secoli, non le ha mai capite, come non ha mai capito perchè, se le nazioni stesse rappresentano il popolo, non si degnano mai di presenziare a riunioni dove si decide il destino delle persone che lo compongono.

Inghilterra ride sguaiatamente e quasi provoca lo spauracchio di qualche disastro sismico, nel sollevar quelle maledette sopracciglia; Francia sistema le carte e fa per andarsene.

E finalmente lo vede, lo spagnolo, con delle occhiaie incavate che tanto lo fanno sembrare un barbagianni, e la postura curva, stanca, di chi si ritrova a tirare le misere somme di una guerra combattuta inseguendo lo stendardo di qualcun'altro. Prenderà ingiro anche lui,questo è certo, e presto gli darà anche un motivo in più per prenderlo a testate: Romano è già preparato al rimprovero che l'altro gli rivolgerà, nel vedergli ondeggiare con tanta velocità le gambe da sembrare sul punto di ribaltarsi da un momento all'altro. Chiude già i pugnetti, quando questo gli rivolge un sorriso tenero e triste, rimanendo a fissarlo per qualche secondo con aria semi-imbambolata, gli occhi verdi impegnati in un'azione palesemente improntata al fotografare ogni centrimetro del corpo dell'italiano per intrappolarlo indelebilmente nella mente. Spagna far emergere una mano, e sembra perfino essere in procinto di tendergliela, istillando l'ansia nel meridionale quando, deturpando il suo bel volto nato per dispensare sorrisi, si fa serio e la ritrae.

Sud Italia si chiede il perchè del mancato rimprovero.

Si chiede perchè si ritrova a rimpiangere una stupida sgridata.

Poi tutti intorno a lui si alzano e si preparano a ritirarsi, mentre un Austria più teatrale del solito si schiarisce per la 245esima volta la voce, e si avvicina a lui con fare serio.

- Rimani qui, per favore. Sono previsti dei cambiamenti, ed i miei funzionari arriveranno per spiegarti ogni cosa. - E Romano prova un insano desiderio di mordere quelle mani affusolate e candide, che ora volteggiano fendendo l'aria, come intenzionate ad ipnotizzare con sinuosi movimenti il loro interlocutore.

Fa per dire qualcosa, e la destra dell'austriaco scatta puntandogli un indice contro, azzittendolo con più forza di quella che l'italiano sia disposto a sopportare.

E smettila di dondolare quei piedi, per favore. -

Cerca ancora Antonio, ed ancora lo trova a fissarlo, con un curioso particolare in quei dolci occhi verdi che, ad un insospettabilmente attento osservatore di spagnoli come lui, pare dire “va tutto bene, e tutto sarà come è sempre stato”.

E l'unico dubbio che in testa gli permane è quali tra gli innumerevoli insulti dialettali sarà meglio rivolgergli dopo, quando lo farà pentire amaramente di averlo portato in gita in questo schifo di città di nome Utrecht.

Prima fanfiction in assoluto, sicuramente confusionaria e poco chiara ò__ò. Non sono neanche troppo sicura di aver reso al meglio la caratterizzazione dei personaggi, quindi spero con tutto il cuore di evitare il linciaggio generale.

L'idea era di descrivere le trattative di Utrecht del 1713, che segnarono la fine del conflitto chiamato "Guerra di Successione Spagnola" che, fra le altre cose, portò anche la cessione definitiva del Sud Italia all'Impero Austro-ungarico: il Meridione, come in passato, non ebbe comunque un ruolo centrale in questo passaggio, e venne visto solamente come una terra di scambio. Al fine di rappresentare questo, ho tentato di rappresentare Romano il più possibile ignorante dell'importanza degli eventi, e delle decisioni che intorno a lui si prendono, e più concentrato sui suoi istinti infantili.

Spero solo che la lettura non si riveli una tortura pesante e noiosa...
  
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