Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: ribrib20    04/02/2011    1 recensioni
Da quanto tempo erano lì?
Quante volte aveva ripetuto quel gesto?
Quanti giorni erano ormai che ripeteva quella parola, rivolgendosi a se stesso più che ad Euridice?
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lyra Orphée
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Untitled Document

« Orpheo  ... »
Aggrottò la fronte, tenendo gli occhi chiusi.
« Orpheo  ... »
Voleva dormire, il cavaliere di Lyra.
Voleva riposare poiché era stanco.
« Orpheo  ... amor mio, svegliati … » una voce delicata, che suonava come musica per le orecchie del giovane che, ormai vinto dalla voglia di vederla ancora una volta, aprì finalmente gli occhi.
Un sorriso dolcissimo fu la prima cosa che vide: Euridice, la sua dolce amata era lì dinnanzi a lui, ad augurargli il buongiorno. Le sorrise di rimando, passandole le dita fra i lunghi capelli biondi e baciandole teneramente le guance fredde. Per un attimo Orfeo chiuse gli occhi azzurri, annusando il profumo della giovane.
Da quanto tempo erano lì?
Quante volte aveva ripetuto quel gesto?
« Perdonami ... » le sussurrò, abbracciandola piano, mentre la tristezza prendeva possesso della sua anima violenta senza lasciargli via di scampo. Come una tempesta fatta di emozioni travolgenti.
Quanti giorni erano ormai che ripeteva quella parola, rivolgendosi a se stesso più che ad Euridice?
Cercando di convincersi che non era colpa sua se erano condannati a stare lì, a convincersi che no, non era lui ad aver sbagliato. Non era lui ad aver condannato Euridice.
Ma più il tempo passava e più le parole diventavano fumo al vento.
« Perdonami Euridice ... » continuava a sussurrarle, tutti i giorni. Non poteva fare altro: la sua unica possibilità era stata consumata per un suo letale - fatale - errore.

Era da un pò ormai che stavano camminando, calpestando lo scuro terreno dell'Ade.
"Ci sono riuscito!" continuava a pensare il cavaliere, felice di avere la sua dolce amata con s'è, nel regno dei vivi grazie alla sua musica.
Grazie al suo amore, a breve, sarebbe riuscito a riabbracciarla: molta era la sua volontà di rivedere quegli occhi, quella leggiadra figura che aveva imparato ad amare di un amore delicato e sincero.
Grazie a quel dio tanto oscuro quanto misterioso. La sua musica era davvero capace di incantare così una divinità? Era stupito Orpheo dei poteri che poteva racchiudere un suono, una nota. Scosse la testa piano: che importanza poteva avere questo, ora che la sua adorata musa era lì, dietro di lui?
Oh, quanto era grande la voglia di abbracciarla e quanto devastante il desiderio di osservare il suo dolcissimo sorriso.
Ma lui strinse i denti, non poteva, non doveva cedere.
Doveva resistere in nome della loro felicità - del loro amore -
Ma era un essere umano, Orpheo. E per quanto forte potesse essere, anche lui non riusciva ad affrontare nemico più forte del desiderio di stare con una persona amata.
L'amore non è nemico. L'amore è forza. E' quello che rende invincibili due persone.
Ne era convinto, lui. Pochi passi ancora ed ecco che lo vide. Il sole, così bello, così luminoso: «Il sole, lo vedo! Oh amor mio, siamo arrivati finalmente!» e felice si voltò verso di lei, firmando una tacita condanna. Perché Orpheo era solo un umano innamorato e in quel momento non seppe più aspettare, non riuscì più a trattenere la sua gioia.


Aprì gli occhi di scatto, ancora immerso nel dolce profumo, nei biondi capelli.
«Tutto bene, Orpheo?» chiese la candida voce di Euridice al suo innamorato, osservandolo. E nei suoi occhi si leggeva tutta la tristezza che provava.
Orpheo la guardò, cercando di sorridere, ma più il tempo passava più faceva fatica ad essere felice. Era davvero quello, il loro destino? Perché due anime innamorate dovevano sopportare tanto pur di stare insieme? Questo si chiedeva il giovane; anche ora mentre dolcemente le carezzava la nuca per poi prendere la sua lira e suonare dolci e malinconiche melodie.
Ormai, ad Orpheo ed alla sua Euridice, non era rimasto altro che quello.
Chiuse gli occhi allora, pizzicando le corde e sperando, almeno per un attimo, di poter tornare con la mente a quei giorni pieni di colore e di amore.
Sorrise piano, Euridice sapendo in cuor suo che, per quanto si sforzassero, ormai la felicità - quella fatta di corse nei prati in primavera, di risate e dolci abbracci - la loro felicità, era svanita in un mondo dove quel sentimento non si sapeva neanche cosa fosse.
Chiuse gli occhi Euridice, beandosi della melodia prodotta da quella magica lira e in cuor suo per un attimo sperò che le sofferenze avessero fine.
E piano l'oscuro mondo di Ade si riempì di candide note.
Una meravigliosa melodia che trasportava con sé la condanna di una vita del sapore stesso della morte.



--- Note di Rib ---
Salve! Si, lo so che ho ancora una raccolta da portare a termine (ci sto lavorando, giurin giurello) ma questa storia era lì, pronta...
Originariamente era stata scritta per il contest intetto da questi individui qui, ma poi ho deciso di scrivere altro per loro e quindi... bhe, ecco qui. Spero vi sia piaciuta, almeno un pochino.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: ribrib20