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Autore: Fleur Isabelle Delacour    04/02/2011    0 recensioni
Tutto è perfetto nella vita di Victoire Weasley.
Tutto sarebbe perfetto nella vita di Victoire Weasley se, il giorno prima, non avesse ricevuto una lettera dal padre, che la informava che quello sarebbe stato il suo ultimo anno alla scuola francese.
Come può farle questo? Sradicarla dalla Francia, la sua casa? In Francia Victoire ha tutto: gli amici, la scuola, lo scettro. Sì, lo scettro. Come avrebbe fatto ad Hogwarts? Lei, abituata ad avere sempre tutto. Lei, nata per comandare. Lei, che sin dal suo primo giorno a Beauxbatons aveva dettato legge senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Victoire non riesce ancora a crederci e ora, pochi minuti prima di partire per il suo quarto e ultimo anno a Beauxbatons, è pervasa da una profonda tristezza.
Come può andare a vivere in Inghilterra? Lei odia il clima inglese, con tutto quel grigio e quella pioggia incessante.
Si stà così bene in Francia: è la cosiddetta "It Girl" della scuola provenzale, è circondata da un gran numero di amici, ha i nonni e le cugine che ama.
Lasciare quell'invidiabile ruolo è da pazzi!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Victorie Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Guardava fuori dal finestrino della carrozza, la giovane Weasley.

Osservava il cielo limpido e i paesaggi francesi che scorrevano sotto di loro.

-Victoire? Va tutto bene? Sembri...- Odile la richiamò dalla specie di coma nel quale era caduta.

-... assente- concluse Julie.

-Va tutto bene, solo che questo sarà il mio ultimo anno qui- ammise Victoire, cercando di non mostrare loro quanto stesse male.

Le amiche sgranarono sgli occhi, sorprese.

-E perchè, scusa?- chiese Julie.

-I miei vogliono che torni in Inghilterra, dicono che Beauxbatons è troppo lontana da casa- sbuffò la bionda.

-Ma la tua casa è qui!- protestò Odile scuotendo i suoi lunghi capelli neri.

-Ho provato a dirglielo, ma è inutile. Ormai hanno deciso- Victoire era furente. Come potevano non capire? Lei non voleva andarsene.

-E frequenterai... Hogwarts?- chiese Julie, arricciando il naso.

-Sì- confessò Victoire assumendo la stessa espressione dell'amica come avrebbe potuto sopravvivere in quella scuola di pazzi?

Sarebbe stato orrendo: i cugini Weasley, il cibo inglese, il freddo gelido del castello, che a quanto le era stato raccontato era circondato da un anello di montagne. E in che Casa sarebbe stata? Sentiva sempre i suoi cugini parlare di queste Case, ma lei sapeva solo che erano quattro e che si chiamavano Serpeverde, Grifondoro, Corvonero e Tassorosso.

Era così felice quando era venuta a vivere in Francia. Fleur era contenta che sua figlia andasse a Beauxbatons. Dominique era entusiasta perchè sarebbe stata al centro dell'attenzione, senza di lei. Louis era troppo piccolo per capire qualcosa. L'unico era Bill, che voleva la sua bambina a poca distanza da lui.

Ma insomma erano passati quattro anni! E se ne venivano fuori adesso con la storia del 'troppo lontano, ci manchi, ergo devi tornare a casa'?

Ad Hogwarts non sarebbe stato come lì: non sarebbe stata la Regina, non avrebbe regnato incontrastata, non avrebbe dettato legge.

Lei, orgogliosa, testarda, vendicativa e autoritaria, ma sotto sotto dolce e gentile, com'era solo con le sue amiche.

Lei, pronta a tutto pur di salire i gradini del potere.

Lei, calcolatrice, stronza... ma, nonostante ciò non aveva un animo cattivo: era molto sensibile e romantica, solo che non lo dava a vedere.

Come potevano sradicarla da lì?

-Quest'anno sarà memorabile, Victoire, è una promessa- le sussurrò Julie prima che la carrozza atterrasse, toccando dolcemente il suolo.

Victoire scese dalla vettura e si guardò intorno.

Il Palazzo era magnifico: elegante e sfarzoso come sempre. Le pareti in marmo bianco, le grandi vetrate, i tetti di un blu polvere, gli scloni d'entrata... tutto ciò lo rendeva unico e inimitabile.

Il parco, enorme: i fiori nelle aiuole posti in studiate composizioni tra le siepi verdi e i sentieri curati.

Il corso d'acqua, una specie di lago artificiale, il blasone celeste dell'Accademia.

Le fate, piccole creature splendenti di luce argentea, volavano, felici per il ritorno della vita nella scuola.

Tutto contribuiva allo splendore del luogo.

Com'era bello poi, vedere quei gruppi di amici dalle uniformi di seta di un colore blu-grigio e il cappello a punta unita. Tutti ammaliati dalla magia che quel palazzo sprigionava.

Mentre una donna dall'aria gentile radunava i mastodontici e candidi cavalli alati per dar loro il whisky di malto, gli studenti entrarono all'interno del palazzo.

Cori di ninfe dei boschi li accolsero, voci argentine e limpide, di benvenuto.

I ragazzi si avviarono verso la Sala da Pranzo, immensa. Le pareti decorate da molti fregi e il soffitto a cupola. Le vetrate che davano sul giardino.

Victoire e le amiche presero posto ad uno dei numerosi tavoli rettangolari posti nella sala.

Il chiacchiericcio sommesso fu subito messo a tacere da Madame Maxime, la Preside dell'Accademia.

Olympe Maxime era una mezzogigante e, finita la Seconda Guerra Magica, si era sposata con un certo Rubeus Hagrid, altro mezzogigante professore ad Hogwarts dal quale aveva avuto molti figli*.

-Buongiorno a tutti voi, diamo il benvenuto agli alunni del primo anno- disse facendo un cenno ad una strega che, con un colpo di bacchetta, fece spalancare le porte rivelando una certa quantità di primini, stupiti ma felici nelle loro nuove uniformi.

Il coro iniziò a cantare l'inno dell'Accademia, le note dolci che formavano una così bella sinfonia.

La Preside li invitò poi a prendere posto ai tavoli rimasti e il pranzo iniziò.
Victoire si servì una ratatouille, odiava la bouillabaisse, la zuppa di pesce tipica della Provenza.

Continuava a guardarsi intorno, restava stupita ogni momento dallo splendore del palazzo e non la finiva di chiedersi come avrebbe fatto nel tetro e freddo castello inglese.

A pranzo concluso, Madame Maxime richiamò l'attenzione dei suoi studenti -Ho una splendida notizia per voi, miei cari ragazzi: è mio dovere informarvi che le scuole di Durmstrang ed Hogwarts parteciperanno al Torneo Tremaghi, che si terrà nella nostra amata Accademia. Gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dell'Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang giungeranno a Beauxbatons il primo ottobre e sta a noi accoglierli con gentilezza ed eleganza.

Ci tengo a precisare che il Torneo sarà accessibile solamente a coloro che hanno compiuto i diciassette anni d'età, la maggiore età magica appunto, a causa dell'esorbitante aumento del tributo dei morti negli ultimi periodi. Il premio in palio è di mille galeoni e, ovviamente, la fama eterna- spiegò la Preside compiacendosi dell'assoluta attenzione dei ragazzi -detto questo, potete andare a sistemare le vostre cose nelle rispettive stanze e passare un bel pomeriggio all'aria aperta prima dell'inizio delle lezioni, perciò, buona giornata- concluse alzandosi dal tavolo delle autorità e lasciando la sala con passo veloce.

Victoire, Odile e Julie si alzarono dal loro tavolo e si diressero verso quella che da ormai quattro anni era la loro stanza.

La Weasley era furente. Hogwarts. Hogwarts. Hogwarts. Sempre quella dannata Hogwarts. Non poteva trascorrere il suo ultimo anno a Beauxbatons in pace, no? No, sarebbe stato troppo bello per essere vero.

Sperò caldamente che i cugini inglesi che frequentavano Hogwarts non giungessero lì, non avrebbe potuto sopportarlo. Poi, ricordò che il Torneo era solo per i diciassettenni e si tranquillizzò: Fred e Roxanne avevano la sua età e Ted, quel suo petulante 'amico' d'infanzia, era solo un sedicenne. Almeno questo! pensò, sollevata.



NdA:
Grazie a chi recensisce e a chi ha messo la mia storia tra le seguite, spero che vi piaccia.
L'invito alle recensioni è sempre valido e spero di fare in tempo a rispondere a quelle dello scorso capitolo.
Una piccola precisazione: nei prossimi capitoli i dialoghi tra francesi e inglesi saranno, per farvi un esempio, come quelli tra Fleur e Harry (...), quindi non stupitevi se gli accenti cambieranno in confronto a come sono qui (infatti in questi primi capitoli sarebbero in francese).
Grazie,
Alice

  
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