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Autore: PureMorning    04/02/2011    2 recensioni
Yao era,semplicemente,suo complementare.
Anzi,ripensandoci,in quel momento Yao era semplicemente suo. [RussiaXCina]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cina/Yao Wang, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Quell’inverno per Ivan fu poeticamente impietoso.
Era arrivato a toccare,tra Dicembre e Gennaio,i meno diciassette gradi,a Mosca.
 
Ma soprattutto fu impietoso per i suoi ospiti,disabituati a temperature tanto rigide,sebbene la casa di Braginskij fosse calda e accogliente,la neve fuori di essa non risparmiava nessuno.
 
Il fedele generale Inverno.
 
Torisera tornato a fargli visita,sebbene i loro rapporti fossero cambiati. E parecchio,anche.
E anche Gilbert.
E anche Francis,e Alfred,che aveva finito per assillarlo con uno dei suoi fallimentari progetti.
Meno gradita era stata la visita di Natalia,sua sorella minore,dalla quale in ogni modo aveva tentato di fuggire.
 
Inutilmente.
 
Ma poi era stato il turno di Cina.
Quando lo aveva accolto in casa sua era già raffreddato. Particolarmente grazioso,con  gli occhi e il naso arrossati.
“Non immaginavo sarebbe stato così freddo,aru.”
E Ivan si era limitato a inclinare leggermente la testa e dedicargli uno dei infantili sorrisi.
Inquietante.
Yao era rimasto a guardarlo,senza sorridere,senza aggrottarsi.
Serio,le mani nelle maniche ampie,lo sguardo ieratico ma fisso su di lui.
 
Presente.
 
Il russo si era girato dirigendosi verso la cucina,pronunciando qualcosa di simile ad un invito a bere vodka.
In realtà voleva dedicare a sé stesso un altro sorriso.
Diverso.
Che non riusciva ad interpretare nemmeno lui.
Ma non voleva che il cinese lo vedesse.
 
 
 
 
 
Seduto sul divano,accanto al ragazzo cinese,si era,come dire,bruciato.
Perché lui era così. Congelava o bruciava,senza vie di mezzo.
Bruciato la pelle per il calore che il caminetto emanava.
Bruciato per l’alcol che scivolava dentro il sangue.
Bruciato per il contatto con il fianco di Wang. Bruciato dentro.
E,mentre bruciava,si era ritrovato a parlare di sé. E questo non accadeva spesso.
A modo suo,certo,ma aveva cominciato a parlare della sua famiglia,della sua neve,del proprio sangue versato,e dei propri girasoli.
 
Di come si sentisse solo.
 
E se ne era accorto vedendo l’espressione turbata di Yao.
Preoccupata.
Yao si era preoccupato per lui.
 
Yao si era preoccupato per lui.
 
Sorrise di nuovo. La sua mente era già ottenebrata.
 
 
 
 
 
 
La sua mente era già ottenebrata,e lui era steso sul proprio letto.
Senza stivali. Senza sciarpa -senza sciarpa,lui?-. Senza il suo bel cappotto beige da ussaro.
E senza maglione di lana,accidenti.
Ora che ci pensava,si era tolto -si era tolto?- anche la cintura nera,e i primi due bottoncini della camicia erano slacciati.
Un  singulto attutito lo aveva distratto,e aveva realizzato.
Sepolto sotto svariati strati di coperte,Yao era lì accanto a lui.
E aveva appena starnutito.
Aveva i capelli lunghi sciolti,scintillanti sulla federa bianca del cuscino.
Lo guardò a lungo,sorridendo ancora,soffermandosi per una quantità interminabile di tempo sulle spalle nude che spuntavano dalla coperta.
Sorrise ancora,senza pensarci,senza attribuire nessuna presunta o effetto a quel sorriso,e si era scavato un posto tra le coperte,fino a che non aveva trovato la pelle – bollente- dell’altro,e vi si era attaccato,e lo aveva stretto forte contro di se,cercando di dissimulare tutta la propria debolezza.
Rabbrividiva per il freddo,Yao,benché scottasse.
Tremava per la gioia,Ivan,cominciando a scaldarsi.
E poi l’aveva baciato. Era diverso. Era dolce,fragile in un modo attraente,lo faceva sentire bene,senza dargli quel morboso senso di onnipotenza che trasmettevano invece le labbra di Toris.
 
 
 
 
 
 
Yao gli assomigliava.  Aveva sofferto. Nella sua lunga vita aveva amato il suo paese,lo aveva amato nei momenti difficili come nella gloria più sfavillante.
Ed era stato costretto ad assistere alle rovinose cadute del suo popolo.
Tutta quella guerra. Tutto quel sangue.
 
Yao era profondamente diverso da lui. Era a modo suo innocente,eppure maturo.
Non aveva mai approfittato della debolezza di qualche nazione nemica,eppure aveva sempre combattuto,a testa alta.
Aveva dimostrato un cuore nobile nell’aiuto disinteressato a Giappone.
 
Yao era,semplicemente,suo complementare.
Anzi,ripensandoci,in quel momento Yao era semplicemente suo.
 
 
 
 
“Ivan?”
“Sì?”
“Tu non sei solo”
 
 
  
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