Apro gli occhi assonnata, rivoltandomi nel letto. Il posto al mio fianco è vuoto. Stranamente. Eppure non sono il tipo di persona che sogna certe cose, la notte. Non posso certo aver immaginato tutto. Una parte, forse. Sbatto le palpebre un paio di volte e mi siedo sul materasso trovando, dal lato opposto della stanza, il mio riflesso che mi osserva stupito. I miei capelli sembrano stoppa incandescente, a quest'ora. Poi che razza di rosso è questo? Più scuro del solito, odio la mia parrucchiera che è andata in maternità affidando il negozio alla sorella incapace.
Mi guardo intorno, non è casa mia. O di Wayne. È ariosa, dalla finestra si vedono gli alberi che si affacciano sulla strada. Non passa quasi nessuno, forse perché la villa è piuttosto riparata. Patrick direbbe che ad imbrogliare di guadagna bene e che lui ne è la prova vivente. Ma lui fingeva. Lei no. Kristina non mente, altrimenti non si spiegano tutti questi soldi.
Oltretutto devo ancora capire cosa sia successo ieri sera. Patrick aveva risvegliato la sensitiva dal suo stato di morte celebrale, io ero intenta a leggere racconti amatoriali su internet, imbattendomi in una storia assurda, probabilmente scritta dallo stesso Jane, dato che parlava di me e Lisbon. Me e Lisbon! Inizialmente sono rimasta scandalizzata, poi ho analizzato i pro ed i contro (e il fatto che lei sia alta un tappo ed un cracker è un contro), rendendomi conto che con Teresa Lisbon probabilmente no, ma con una donna potevo trovarmi anche bene.
Indosso gli abiti della sera precedente quando, su ordine di Hightower, sono venuta a controllare la sensitiva che rischiava di essere di nuovo presa di mira da John. Scendo le scale per trovarmi nell'ampio salone, quello che Teresa descriveva come una sala massaggi. Secondo me solo perché era gelosa del rapporto tra Kristina e Patrick.
-Buongiorno.
-Buongiorno, dormito bene?
-Si, grazie. Tu?
-Bene, non c'è che dire.
Siedo al tavolo mentre Kristina mi porge una tazza di caffè macchiato. Lo gusto con calma, in silenzio. Lei è ancora cauta nei gesti e nelle parole, non sa cosa sia accaduto durante i suoi sette mesi di morte e sospetto non voglia saperlo. Già entrare nella sala interrogatori dove sapeva essere Lisbon e trovarla intenta in una gara di solletico all'ultimo riso con Jane deve essere stato traumatico. Figurarsi dirle che in quel periodo io mi ero lasciata con il mio uomo, Rigsby si era fidanzato con la dottoressa Montague che alla fine aveva ceduto, Kim stava per sposarsi (KIM!!) e Patrick e Teresa formavano una sorta di coppia segreta, anche se tutto il CBI sapeva del loro rapporto.
Mi guarda in un modo strano. Mi sento quasi ad un esame con i suoi occhi che mi scrutano.
-Tua zia ti voleva molto bene.
Trattengo il respiro. Lo sapevo che non mi odiava ma che era tutta apparenza. Mia zia era la persona più strana che conoscessi, però la adoravo comunque.
Accenno un sorriso.
-Io devo andare al lavoro. Tra poco arriverà l'agente Cho a controllare. Nel frattempo qui intorno ci saranno degli agenti. Sei al sicuro.
-Tornerai tu questa sera?
-Solo se sei d'accordo.
Kristina rimane in silenzio osservandomi.
-Si, sono d'accordo.
Le sfioro lentamente le labbra con le mie. Pazzesco quello che sta accadendo, no?


Spazio autrice:
Nel caso qualcuna avesse intenzione di chiederlo (ma ne dubito) NON avrà un seguito, nemmeno sotto preghiere o minacce. Grace è definitivamente abolita dalle mie storie a meno che il suo ruolo non sia indispensabile ._.
La dedico a cinque lettrici in particolare, perché è per colpa loro se mi vengono certe idee xD : Alice, Serena, Greta, Claudia, Sonia. Vi voglio bene RG ♥
Giulia