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Autore: giuli91    06/02/2011    1 recensioni
Ho cercato di dare vita a dei pensieri di una ragazza che ha dovuto far fronte a una forte delusione nell'ambito dell'amicizia. Spero, almeno un pochino, di essere riuscita a rendere la lettura di questa storia piacevole e reale.
A voi l'ardua sentenza!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Good Girl
Ero circondata da sguardi quel giorno. Alcuni sfuggenti, che, timidi, cercavano un contatto con la mia anima, accompagnati da un accenno di sorriso. Altri, più profondi, cercavano invece di sondarla, quell’anima, dilaniata dalla delusione e dall’insoddisfazione.
Ma questo, quegli sguardi, non dovevano saperlo.
A volte cercavo di trovare una motivazione per la quale il mio carattere fosse così interessante per la maggior parte delle persone che avvicinavo, o, forse, il motivo era proprio perché si trattava di persona complicate come me. Beh, non ero certo in grado, in quel momento, di accogliere troppi pensieri nella mia testa.
Da ragazza socievole e solare, ero diventata più chiusa e taciturna. E ricordarne il perché, faceva ancora troppo male. Quelle ferite, che in solitudine mi leccavo, erano ancora aperte e sanguinavano in svariate occasioni.
Ma non potevo cedere, no. Dovevo fingere, perché se avessi manifestato davvero il mio dolore, e la sua intensità, magari avrei perso anche quelle poche persone che mi stavano, stranamente, vicino. Dovevo lottare contro la mia sincerità e fingere.
Per questo mi voltai verso le mie amiche, sorridendo di tanto in tanto e facendo finta di prestare attenzione ai loro discorsi, mugugnando un –mh mh- poco convinto.
Sentivo che avevano capito che non le stavo ascoltando, non che ci volesse molto a intuirlo, ma mi accettavano lo stesso e continuavano a volermi bene per quello che ero, sapendo che il loro affetto era sì corrisposto, ma non quanto avrebbero voluto.
Quando si viene traditi da un amico, che credi sia parte di te, è come se ti crollasse il mondo addosso. Già, era questo il torto che avevo subito.
La mia più cara amica, quella che sapeva interpretare i miei pensieri con uno sguardo, quella che sapeva tutto di me, quella che mi capiva quando il resto del mondo non lo faceva, quella che diceva di volermi bene più di chiunque altro, quella che era così diversa.. eppure così uguale a me.
Era sparita, senza una spiegazione, e non l’avevo più rivista.
Aveva lasciato un vuoto, un silenzio, per colpa del quale era difficile, per me, fidarmi nuovamente di qualcuno adesso.
-Chiara, Chiara!- qualcuno chiamava a gran voce il mio nome, ma io ero lontano, quasi su un altro pianeta..
Mi riscossi d’improvviso dal torpore dei miei pensieri, come un colpo secco che mi riportò alla realtà. Mi accorsi che le mie amiche chiedevano un po’ delle mia attenzione per tirare fuori l’occorrente del pic-nic della domenica. Era bellissimo il parco quel giorno, cercai di godere di quegli attimi, piuttosto che rimuginare sul passato. E sorrisi, compiaciuta della mia saggia decisione.
Ma evidentemente il destino aveva deciso di mettermi alla prova, perché mi voltai, e proprio mentre ridevo finalmente di gusto per i racconti di una mia amica, incontrai i suoi occhi.
Sì, erano i suoi, li avrei riconosciuti tra mille.
Lei camminava, circondata da un gruppo di persone, ma mi vide. Fu un attimo, ma ne ebbi la certezza. Incrociai il suo sguardo e mi sorrise. E non importava che fossero mesi o anni che non ci vedevamo, mi sorrise, quasi involontariamente. E io, altrettanto involontariamente, risposi a quel sorriso.
Non riesco neanche a ricordare quante cose avrei voluto fare in quel momento: andare da lei e urlarle contro tutti gli insulti possibili, e sputarle in faccia tutto il mio dolore, ma non lo feci, no, scelsi di interrompere per prima il contatto coi suoi occhi.
Sorrisi impercettibilmente, volgendo il mio sguardo sull’erba ai miei piedi, ne strappai un ciuffo e nella mia mente sussurrai: -Addio, amica mia- .
Incuriosita, lanciai un’occhiata veloce verso il punto in cui l’avevo vista, ma era sparita. Sparita come una volta. Neanche il gruppo di persone c’era più.
Forse avevo immaginato tutto, pensai. Ma almeno era servito a qualcosa, le avevo detto addio.
E sentivo il cuore più leggero.
Presi un bel respiro e mi concentrai nuovamente sui discorsi delle mie amiche, tornando a comportarmi come avrebbe fatto una brava ragazza.
  
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