Siccome non ho niente da fare (col cavolo) e leggendo su wiki che Arthur non ha una data di nascita(se ce l’ha e lo sapete, non ditemela, fatemi rimanere nella beata ignoranza, grassie) mi è venuta in mente questa piccola UsUk, neanche una pagina di Word, ma spero che sia abbastanza carina per colpirvi.
Buona lettura.
 
 
 
 
DRIIIIIIINN
Al primo squillo Arthur aggrottò le sopracciglia.
DRIIIIIIINN
Al secondo squillo Arthur sbuffò.
DRIIIIIIINN
Al terzo squillo si alzò e si dirige a passo di marci verso la porta.
“Arthur aprimi! Lo so che sei in casa!” e quell’idiota che ogni giorno è davanti alla sua porta, cominciò a “bussare”, anche se all’inglese sembrò che la stesse buttando giù.
Non rispose subito, aspettò di aprire la porta e di potergliele dire in faccia.
“si può sapere perché sei ancora qui!?”
Alfred rimase con il pugno sospeso a mezz’aria, Arthur avrebbe giurato che stesse prendendo calci la porta per fare un rumore simile.
“tieni!” e come ogni giorno gli porse, meglio, gli lanciò un pacchetto colorato.
“…ancora!?” Arthur non capiva, perché ogni giorno quel’americano doveva presentarsi a casa sua e dargli un regalo? Era da più di mese che andava avanti così, ogni volta che chiedeva spiegazioni Alfred alzava le spalle, gli dava un bacio e lo salutava, lasciandolo lì, col suo regalo.
“no, questa volta mi spieghi!” disse fermo, restituendo il pacchetto ad Alfred.
“eeeh!? Ma i regali non si possono dare indietro! È maleducazione! Me lo hai insegnato tu!”
Arthur sospirò, perché doveva essere così…così…idiota?
“non intendevo non accettarlo…lo accetto solo se mi dici il perché di tutti questi regali! Capisco che forse, le persone innamorate fanno così, però…” continuò arrossendo appena e abbassando leggermente la testa: “non serve che me li porti ogni giorno…”
Alfred rimase in silenzio, sembrava cercare le parole da come assottigliava gli occhi e aggrottava le sopracciglia.
“giusto” pensò “a Inghilterra servono delle sicurezze, una buona ragione per tutto, una spiegazione…”
sorrise: “ecco…volevo che restasse un segreto… però visto che insisti tanto…”
Si schiarì la gola, mettendosi un pugno davanti alle labbra: “buon compleanno Arthur!”
L’inglese rimase un attimo sorpreso, buon compleanno? e da quanto?
“m-ma se non si sa quando è il mio…”
“infatti!” lo bloccò Alfred: “siccome nessuno, ma proprio nessuno sa quando compi gli anni, ho deciso che ti porterò un regalo tutti i giorni! così prima o poi azzeccherò il giorno giusto!”
Arthur divenne del colore dei pomodori di Spagna, Alfred rise e gli ri-porse il pacchetto, che Inghilterra non tardò a recuperare, voltò le spalle alla porta e fece un passo in casa, nascondendosi il viso col regalo.
Alfred lo seguì e lo abbracciò da dietro.
“e-e…gli altri..? s-solo un giorno è il mio compleanno..” borbottò nascosto com’era dai nastri e carta colorata.
Alfred ridacchiò: “c’è davvero una buona ragione perché io debba farti regali ogni giorno? L’hai detto tu prima, gli innamorati fanno così…”
I cuore di Arthur fece una capriola, o anche un salto mortale, per essere più precisi.
Si voltò e affondò il viso nella felpa di America borbottando un :”grazie” soffocato dalla stoffa  e dall’imbarazzo.
“hahaha, bhe non c’è di che!” rispose: “buon compleanno, Arthur…”
 
 
 
 
 
Che bel finale…no sto scherzando, non mi piace e mi sa di scialbo…pazienza…
Scusate anche per il titolo, non sono brava in queste cose, preferirei lasciare le storie senza nome, perché dandogli un nome si toglie un po’ di astrattezza…
Grazie a tutti quelli che leggeranno e ancora più grazie a chi commenterà.
E come al solito: commentate! Perché i commenti sono il cibo per noi scrittori, non costiamo tanto e regaliamo sorrisi e risa, e anche qualche lacrima! Quindi orsù! Sfamate le bocche insaziabili degli artisti! *fa un inchino teatrale*
Ciaossu!