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Autore: Eiri Yuki    06/02/2011    1 recensioni
[GxLampo - GiottoxG]
Lui era unico che mi faceva quell'effetto.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: G, Giotto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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giottoglampo Me ne stavo tranquillamente seduto sul divanetto del salone, aspettando che il tempo scorresse al più presto. Era noioso quando non c'era niente da fare o alcun lavoro da svolgere. Come se non bastasse, tutti se l'erano data a gambe non appena erano venuti a sapere del fatto che Giotto, intestardito, voleva andare non si sa bene dove a fare non si sa bene cosa.
Mi portai la sigaretta alla bocca, aspirando un po'. Si sarebbe potuta quindi definire una noiosissima giornata ma, fortunatamente... non lo era.
Un sorrisetto sadico quello che comparve sul mio volto non appena Lampo mi passò davanti agli occhi... allora non se ne erano andati proprio tutti.

"Ehi, stupido idiota!" Mi misi comodo, incrociando le gambe sopra al tavolo davanti a me.
"Che vuoi..." Non appena sentì la mia voce, si voltò.
"Che mi racconti di bello? Passate bene quelle piccole vacanze che il Boss ci ha dato la scorsa settimana?" Il ghigno sul mio volto non era ancora scomparso.
     
Sospirò.

"Senti, non ho voglia di litigare con te oggi... Se proprio devi dirmi qualcosa fallo subito..."
"Oh?" Mi rimisi seduto composto, facendo spazio sul divanetto. "Non posso essere un bravo ragazzo ogni tanto? Perchè devi pensare subito male?" Misi il broncio come avrebbe fatto un bambino piccolo che viene accusato di qualcosa.

A stento riuscivo a non ridere.

"Non se sei tu quel bravo ragazzo..." Mi squadrò.
"Come sei cattivo..."

Mi aprii in un sorriso, invitandolo a sedersi accanto a me. Battevo la mano sul divanetto per indicargli addirittura il posto.

"Vieni."
      
Mi stette a fissare sospettoso per qualche secondo.

"Io vengo lì accanto a te, ma tu non fare niente di strano..."
"Ceeeeerto!" Mi misi una mano sul cuore per giurarlo.

Ma quanto era divertente prenderlo in giro!?
  
"Ok..." Si avvicinò lentamente e fece per mettersi seduto, un po' più lontano da dove ero io.
"Perchè così lontano?" Di nuovo il volto rattristato.

Continuò a fissarmi un po', scrutando ogni mia singola espressione o movimento.
 
"Semplice, non mi fido... Mi hai preso per un imbecille?"

Perchè? Non lo era? Una risatina irruppe in me e quella volta non riuscii proprio a nasconderla.
Mi voltai dalla parte opposta alla sua e mi portai una mano alle labbra, dovevo resistere, non potevo rovin...

"Hmph..." Troppo tardi.
"E adesso che hai da ridere!?" Sbottò abbastanza arrabbiato.
"Niente! Non sto riden... hmph... Ok, sto ridendo." Mi voltai verso di lui e le risate iniziarono ad uscire sonoramente. Mi appoggiai quindi allo schienale del divano, guardandolo.
"Certo che non hai proprio ritegno, eh? Almeno non farti vedere!"
"Oh..."

Divenni nuovamente serio, quindi mi alzai da quella comodità che mi stava ospitando da oramai non so più quante ore, avvicinandomi a Lampo. Lo sovrastai, andando a sedermi sopra di lui a gambe aperte, prendendogli poi il mento con la mano e avvicinando il suo volto al mio.

"...Perchè dici che non ho ritegno?" Gli sorrisi a pochi centimetri dalle labbra.

Dire che distolse lo sguardo era poco, in un secondo già guardava da tutt'altra parte, arrossendo.

"Perchè, tu questo lo chiami avere ritegno forse?"

Avvicinai il mio corpo al suo, cingendogli il collo con entrambe le braccia.

"Non penso mi interessi qualcosa come il ritegno..." Gli sussurrai queste parole nell'orecchio.
"Dovrebbe interessarti invece..." Una voce calma, che non faceva trapelare nessuna emozione, quella che si sentì dietro di me.

Una perla di sudore scese lungo la fronte, percorrendomi l'intera guancia. Allontanai le braccia da Lampo, alzandole in segno di resa, dopodichè molto lentamente, mi allontanai da lui.
Giotto se ne stava sulla soglia della stanza, fissandoci in tutta calma... Certo... Calma? Davvero pensate fosse calmo? Oh, vi state sbagliando di grosso. Era tutt'altro che calmo.

"G..Giotto... Qual buon vento..." Andai a sedermi nell'angolo più lontano del divano.
"Emh... Non so voi, ma io ho da fare!" Lampo rise istericamente, quindi si alzò e scappò letteralmente via dalla stanza.

Giotto si spostò appena per farlo passare dopodichè chiuse la porta dietro di sè, rimanendo in silenzio a fissarmi.

"Come va?" La voce tremava, un'altra linea di sudore scese. Ero spacciato.
"Bene, grazie." Si tolse il mantello, lasciandolo su una sedia lì vicina, dopodichè si sedette sullo stesso divanetto, solo poco più lontano da me. "Tu invece? Vedo che sai come divertirti..."
"Ah.. quello.." Avevo il terrore a stargli vicino in quel momento. "...Beh... come dire... posso spiegare..." Tenevo lo sguardo fisso su di lui, pronto a scappare quando la situazione lo avrebbe richiesto.
"Parla." I suoi occhi continuavano a fissarmi, imperscrutabili, mentre quel sorrisetto sulle sue labbra non accennava ad andar via.
   
Obbedii immediatamente a quell'ordine, la paura di andargli contro era più forte di qualsiasi altra cosa.

"Io... mi annoiavo... forse..."
"E quindi? Continua." Ghignò.

Ricambiai quel sorriso con visibile terrore.

"E quindi... volevo passare un po' il tempo..."

Distolse lo sguardo, sospirando.

"Oh, se è così allora... mi dispiace di aver interrotto il tuo passatempo."
"Tu..." Provai ad allontanarmi un po'. "...Sei tutt'altro che dispiaciuto, vero?"

Sorrise, non degnandomi neanche di uno sguardo.

"Effettivamente non lo sono affatto."
"Forse è meglio se vado anche io... " Un sorrisetto ostentato, dopodichè scattai in piedi.

Mi incamminai verso la porta a gran velocità ma, arrivato ad essa, la trovai OVVIAMENTE chiusa.

"Ecco..." Un brivido mi percorse il corpo.
"Vieni immediatamente qui." La sua voce si fece in un secondo autoritaria.
"Lo sai anche tu, non è una buona idea!" Mi misi immediatamente con la schiena rivolta verso la porta.

Non mi perdevo un suo singolo battito di ciglia. Giotto arrabbiato non era mai stato un bello spettacolo, soprattutto quando toccava a me risolvere la questione. Ma quella volta era diverso... Ero il quello contro cui si rivolgeva.

"Hai intenzione di venire di tua volontà o ti ci devo portare di forza?" Nonostante le dure parole la sua voce non mostrava segno di apparente ira.
"Dai, Giotto... non fare così... Era uno scherzo! Ahah! Già! Uno scherzo!" Avevo iniziato a gesticolare con le mani, segno di nervosismo. "Per favore... Calmat..."
"Io non sto scherzando affatto invece. Per l'ultima volta... vuoi venire con le buone o con le cattive?"
    
Ma perchè diavolo la porta era chiusa!!! Quegli occhi dorati mi facevano star male, sprizzavano rabbia in una maniera poco normale!

"Non farlo..."

Non era un ordine, assolutamente no... Oddio, sembrava un ordine!!! Stavo male mentalmente, era certo ormai. La sua sola presenza mi faceva impazzire.

"E va bene, io ti ho avvertito." Alzò lo sguardo, incrociandolo con il mio, dopodichè si alzò di scatto.
        
Sentivo le gambe tremarmi, quasi non riuscivo a reggermi in piedi. Era... agonizzante la cosa.
Deglutii, gli occhi ancora fissi su di lui mentre avanzava, arrivando infine ad intrappolarmi tra il suo corpo e la porta, sbattendo violentemente il pugno sul legno.

"Hai intenzione di startene impalato ancora per molto?"
"Io... ecco... Sei arrabbiato, vero?" Deglutii una seconda volta.
"Tu che ne pensi? Prova a indovinare per colpa di chi..."
"Mi dispiace..." Fu l'unica, stupida, cosa che riuscii a dire.
"E' troppo tardi per dispiacersi..." Mli prese il viso con una mano, stringendomi le guance, poi mi baciò con una violenza inaudita.

Sentii la sua lingua invadermi, cercare la mia con incredibile possessione. Mi aggrappai alla sua camicia, mi mancava il respiro.

"Perchè non fai più lo spavaldo? Non eri quello senza ritegno tu?" Si era avvicinato all'orecchio, sussurrando a bassa voce.

Arrossii vistosamente, portandomi una mano davanti al viso come per nascondere quell'imbarazzo. Soltanto davanti a Giotto riuscivo a tirar fuori quel lato di me... Con lui, le mie paure resuscitavano dall'abisso. Non era così anche per gli altri, facevo sempre lo spavaldo con loro, proprio come avevo fatto con Lampo poco prima.

"Io..."

Lui era unico che mi faceva quell'effetto.
   
 
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