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Autore: Annette85    07/02/2011    2 recensioni
Il quinto o il sesto soprammobile finì in frantumi contro il muro alle spalle del signor Weasley, mentre questo cercava maldestramente di raggiungere Dudley e fargli ritornare la lingua della sua dimensione normale. [...]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Famiglia Dursley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nota: Questa storia si può dire che mi abbia sbloccata, visto che da un po' non scrivevo o, anche se ne avevo un po' di voglia, non mi applicavo abbastanza per tirare fuori qualcosa di buono.
Ma stamattina, rileggendo il quarto libro per un gruppo di lettura a cui sto partecipando, mi è venuta in mente questa cosa e spero che possa piacere. È un Missing Moment collocabile tra il quarto e il quinto capitolo di "Harry Potter e il Calice di Fuoco". Spero vi piaccia e vi faccia sorridere almeno un po'...
Dedico questa storia a tutti quelli a cui sono mancate le mie storie, spero di non deludervi con questa, e in particolar modo a Raf, che nell'ultimo mese ha cercato di spronarmi a scrivere e mi sopporta quando sono in crisi (il che capita sempre più spesso XD).
Buona lettura^^


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Un'impresa quasi impossibile

Il quinto o il sesto soprammobile finì in frantumi contro il muro alle spalle del signor Weasley, mentre questo cercava maldestramente di raggiungere Dudley e fargli ritornare la lingua della sua dimensione normale.

Purtroppo i Dursley non erano dello stesso avviso, convinti che avrebbe solo peggiorato la situazione o, peggio, mandato all’ospedale il loro Diddy con qualche stregoneria.

Arthur provò a diminuire la distanza tra sé e Dudley per l’ennesima volta, anche schivando Petunia, che, a furia di tirare la lingua del proprio figlio, era stata catapultata verso la porta della cucina. La donna si rialzò a fatica e cercò di riprendere posizione davanti a Dudley, ma il mago fu più veloce e riuscì finalmente a immobilizzarla con un incantesimo della Pastoia.

Vernon guardò sua moglie precipitare come al rallentatore sul divano e decise di scagliarsi contro il signor Weasley.

«Insomma, la vuole smettere?» urlò il mago al signor Dursley. «Non vorrà mica portarlo in ospedale in queste condizioni? Sono l’unica soluzione per suo figlio!»

Vernon non ascoltò una sola parola e continuò la sua corsa verso Arthur, ma questo fu più veloce e riuscì a bloccarlo: delle corde uscirono dalla sua bacchetta e si avvolsero attorno al Babbano, facendolo assomigliare a un salame troppo riempito.

«Finalmente», sospirò Arthur. «Ok, Dudley, adesso devi solo stare fermo e lasciarmi fare. Non ci vorranno più di due secondi».

Sorrise al ragazzo. Per tutta risposta, lui lo guardò come se fosse impazzito e gli volesse fare ancora più male di quanto la lingua, lunga ormai un metro, non stesse facendo. Dudley cercò di divincolarsi, ma spostò lo sguardo prima da sua madre, immobilizzata in una posizione assolutamente innaturale, a suo padre, che cercava di liberarsi delle corde, e capì che per lui non c’era più scampo: o si faceva curare da quello strano uomo che brandiva la bacchetta o sarebbe soffocato a breve, visto che la lingua continuava a crescere ogni istante che passava.

Dudley chiuse gli occhi e piagnucolò qualcosa di incomprensibile; il signor Weasley approfittò di quel momento per puntare la bacchetta sulla lingua del ragazzo.

«Reducio!» sillabò Arthur con sicurezza.

La lingua si contrasse e ritornò della sua dimensione originale nell’arco di pochi secondi, Dudley finalmente poté ricominciare a respirare normalmente, prima di svenire.

Il signor Weasley si alzò e spazzolò via dai pantaloni un po’ di polvere di ceramica che si era depositata a terra quando i soprammobili andavano in frantumi. Si guardò un po’ intorno e con un gesto della bacchetta sistemò tutto ciò che si era rotto in quella lotta furiosa per la salvezza di Dudley. Aggiustò anche il buco nel muro e si voltò verso i padroni di casa.

«Bene», disse con un sorriso. «Mi scuso per i vari inconvenienti procurati e vi ringrazio per l’ospitalità». Vernon, ormai paonazzo e quasi senza fiato, lo guardò con sufficienza e si chiese se quel ringraziamento fosse tutto uno scherzo, visto il disastro che lui e i suoi figli avevano combinato.

«Come promesso ho risistemato il muro», continuò Arthur imperterrito, non notando affatto l’occhiata colma di odio che Vernon gli aveva appena lanciato. «E ora vado. Spero passerete bene le ultime settimane di vacanza».

Il signor Weasley ripose la bacchetta nella tasca interna della giacca e si preparò per la Smaterializzazione. Qualcosa, però, gli tornò in mente all’improvviso: riprese la bacchetta e con un gesto fluido del polso liberò Vernon e Petunia dagli incantesimi che li tenevano legati.

«Scusate ancora e arrivederci», disse prima di sparire dalla vista dei Dursley con un sonoro crack.

   
 
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