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Autore: MaryLouise    07/02/2011    0 recensioni
La sua pelle era tutta un brivido, nonostante il sole cocente che batteva sull'asfalto liscio e lucido rendesse l'aria umida e afosa. Le file di coni colorati erano lì, le parevano infinite anche se sapeva perfettamente che le più lunghe erano composte solo da venti birilli.
Un'atleta, nervosa per la propria gara. Che potrà succedere?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La manche

 

 

La sua pelle era tutta un brivido, nonostante il sole cocente che batteva sull'asfalto liscio e lucido rendesse l'aria umida e afosa. Le file di coni colorati erano lì, le parevano infinite anche se sapeva perfettamente che le più lunghe erano composte solo da venti birilli.
Controllò nervosa che i suoi pattini fossero allacciati decentemente, aprì e chiuse il cricchetto due volte, strinse la fascia in velcro il più possibile.
Le ruote bianche da ottanta millimetri la alzavano notevolmente rispetto al suo metro e sessantacinque scarso.
Calzettoni spessi le spuntavano dallo scarponcino azzurro, coprivano gran parte dello stinco.
Le ginocchia erano bianche come il latte, si notavano tutte le ferite e cicatrici causate dalle sue cadute. Un paio di aderenti pantaloni neri le fasciavano le gambe appena sopra la rotula. Se li aggiustò irrequieta, tirando l'elastico il più possibile per farlo scattare contro il ventre.
La maglietta a maniche corte blu che riportava il suo nome le arrivava fino al collo candido, da cui si distinguevano chiaramente le vene ingrossate dall'agitazione.
Strinse i capelli castani nella coda di cavallo e guardò il suo allenatore.
Lui le sorrise, rassicurante.
Il suo sguardo si posò sullo speaker, che fece dare inizio alla musica.
La melodia si diffuse tra la platea silenziosa. Sentiva la tensione addosso, le pesava come un macigno. Doveva assolutamente raggiungere un buon punteggio per rientrare nel podio.
Le prime parole della cantante diedero inizio alla sue esibizione.
Si diede una spinta con il piede destro e le ruote obbedirono, scivolava sull'asfalto, leggera.
I muscoli dei polpacci si contrassero notevolmente quando spostò il peso in avanti per iniziare a slalomare tra i coni sulle punte.
Contò mentalmente i birilli superati e cambiò passo. Eseguì la combinazione che le avevano insegnato pochi giorni prima; il piede destro sfiorò veloce il pavimento tra i coni, il sinistro volò a coltello e puntò il tallone come perno, girandosi dolcemente. Infine incrociò i pattini in un Alah con stop sui tacchi e sulle punte, per concludere con un compasso da quattro coni.
Le caviglie iniziavano a lamentarsi, la tensione le faceva tremare.
La fila da cinquanta centimetri era davanti a lei. Falciò rapidamente l'asfalto con un tip tap saltellato e si lanciò in uno spacca caviglie, abbattendo qualche cono.
Non si lasciò prendere dallo sconforto, mai mollare.
Gocce di sudore freddo le colavano lungo le tempie, gli occhi verdi erano ridotti a due fessure, concentrati sui birilli.
Uscì dalla fila tra i consueti applausi del pubblico, prese un poco di rincorsa e s'avviò verso la fila dei centoventi centimetri.
Afferrò il pattino destro appena sotto la suola dello scarponcino, dove s'innestava il carrello e si piegò sulla gamba sinistra, entrando nella fila. Contò cinque coni, per poi rialzarsi e concludere con una papera incrociata.
Mentre si recava di nuovo verso i cinquanta centimetri alzò lo sguardo verso i giudici.
Erano in tre, seduti su sedie bianche in plastica il cui colore si confondeva con le loro uniformi.
Il primo era robusto e calvo, gli occhi piccoli e scuri la mettevano in soggezione. La seconda era alta e smilza, i capelli neri le ricadevano sulle spalle, il capo era riparato da un cappellino immacolato.
Il terzo era invece di media statura, occhiali scuri celavano il suo sguardo.
Aveva sempre odiato gli occhiali da sole, preferiva il contatto visivo diretto.
La vista dei tre uomini la distrasse tanto da farle abbattere due coni. Concentrazione, ripeté a se stessa.
Concluse la quarta passata velocemente e il fischio del giudice arbitro la interruppe a metà della quinta.
Pattinò rapidamente in direzione del suo allenatore, che le sorrise.
Brava, sillabò con le labbra.
Cercò lo sguardo dei suoi amici che la salutarono calorosamente, incitandola.
Sapeva che erano passati pochi minuti dalla fine della sua manche, ma l'attesa si stava facendo snervante.
Finalmente lo speaker annunciò che gli uomini in bianco avevano preso una decisione.
Alzarono i cartelli per il punteggio tecnico. Trentasette, trentanove, trentacinque.
Si morse le labbra facendole sanguinare. Non andava molto bene.
Il punteggio artistico andava dai trentanove ai quarantuno.
L'uomo al suo fianco si aprì in un sorriso. Le diede una pacca sulle spalle e l'abbracciò.
Lei rise. Non era arrivata prima, ma ce l'aveva fatta.
 
 
Ehi.
Ennesimo testo per scuola, ho deciso d'orientarlo su una gara di pattinaggio freestyle in linea, mio sport preferito e che pratico.
Spero vi sia piaciuto :)
Jo

The One Hundred Prompt Project
 
   
 
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