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Autore: FeBookworm    07/02/2011    2 recensioni
All'alba decise che avrebbe indossato sempre e solo il nero e che sarebbe rimasta sempre di meno in quella corte così opprimente.
All'alba iniziò l'era della Dama Nera.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Quella sera niente aveva più senso.
Il mondo ormai era diventato un universo tutto buio e senza uno scopo. Aveva perso l'unico che sapeva capirla a fondo, l'unico così simile a lei in un luogo pieno di stranieri. 
Sentiva un dolore acuto dentro il petto, come se ci fosse una voragine che, a mano a mano che i minuti senza di lui passavano, diventava sempre più profonda e andava a colpire il suo già gracile cuore.
Purtroppo ancora non sapeva che, nei prossimi anni, avrebbe condiviso sempre più con quella voragine perchè, come delle candele che si spengono una ad una con l'arrivo del vento, così anche le persone a lei cara, mese dopo mese, anno dopo anno, si andranno via via a spegnersi.
Si stese sul letto cercando di alleviare il dolore, ma esso non cessò mai di smettere. Solo dopo ore lasciò scendere le sue calde e copiose lacrime.
Andò avanti a piangere per minuti, forse ore, finchè una mano piccola e calda le accarezzò i capelli:”Anyu, Apa jön” (Mamma, sta arrivando papà).
Allora ella si destò, si asciugò le lacrime e si ricompose in una maschera inespressiva.
“Liebling...come ti senti?” le chiese l'uomo che era appena entrato nella stanza. Un uomo alto, magro, con il fisico dell'atleta, un fisico troppo giovane su un volto straziato dal dolore, due occhi verdi vivaci anche se gonfi dalle lacrime e i capelli che iniziavano a diventare radi e bianchi accompagnati dai classici baffoni austriaci.
“Come si sente una mamma che ha appena perso il suo unico figlio maschio”.
“Liebling...”
“No, non parlare Franz. Lasciami sola col mio dolore.”
L'Imperatore all'inizio non si mosse, ma poi si inchinò e, a passi pesanti, si ritirò nel suo studio.

Passarono i giorni e, alla fine, il corpo del Kronprinz venne sepolto nella Cripta dei Cappuccini, la famosa Cripta dove, da secoli, vengono sepolti imperatori, imperatrici ed eredi della casa d'Asburgo.
Era notte fonda e la pioggia scendeva battente per le strade di Vienna. Non c'era anima viva per le strade eccetto una donna alta ed eccessivamente magra, completamente vestita di nero, con solo un ombrellino piccolo e leggero a pararla dalla pioggia incessante.
Bussò al portone della Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
“Chi siete?” le chiesero dall'interno.
“Sono Elisabetta Amalia Eugenia, nata duchessa in Baviera, Imperatrice d'Austria, Regina d'Ungheria e di Boemia.”
“Non la conosciamo. Chi siete?”
“Sono Elisabetta, Imperatrice d'Austria e Regina d'Ungheria”.
“Non la conosciamo. Chi siete?”
“Elisabetta, una povera peccatrice.”
“Potete entrare.”
Entrò nella Chiesa e chiese di essere portata nella Cripta dei Cappuccini.
“Mi dispiace” rispose il monaco:”Ma non possiamo far entrare nessuno.”
Solo allora Elisabetta si tolse il velo che el copriva il volto, il dolore dipinto su di esso e le lacrime e mostrò il suo volto al frate.
Lui non si scompose alla sua vista e disse solamente:”Venite con me”.
Comminarono in silenzio e solo il rumore dei tacchi delle scarpe di Elisabetta osavano rompere quel silenzio religioso e tombale.
Trovatasi davanti alla tomba di suo figlio, le ginocchia di Elisabetta cedettero così come le sue lacrime e lei si lasciò andare in un pianto disperato.
Pianse il figlio tanto caro e che non era riuscita ad amare fino in fondo, pianse il figlio che era tale e uguale a lei, pianse quel figlio che tutti le avevano chiesto e che alla fine aveva dato, semplicemente pianse per suo figlio.
Per tutto quel tempo interminabile il frate rimase a pochi metri di distanza da lei, pregando per quella povera anima peccatrice.
Dopo alcuni tentativi, le ginocchia di Elisabetta riuscirono a reggerla di nuovo e lei riuscì a ritrovare un po' della dignità reale che tanto la caratterizzata.
Si ricoprì il volto col velo nero e si rivolse al frate:”Non dite a nessuno della mia visita stanotte. Deve rimanere un segreto.”
Il cappuccino si limitò ad annuire e poi, dandole le spalle, si incamminò fuori dalla Cripta.
“Che Dio sia con voi, Elisabetta” le disse prima che uscisse dalla Chiesa.
Ma l'Imperatrice non rispose, era troppo concentrata sul suo dolore.
Rientrata alla Hofburg si lasciò cadere in sonno né agitato né tranquillo.
All'alba decise che avrebbe indossato sempre e solo il nero e che sarebbe rimasta sempre di meno in quella corte così opprimente.
All'alba iniziò l'era della Dama Nera.

   
 
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