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Autore: Toti1424    07/02/2011    1 recensioni
Abby è una ragazza come tante altre, gli piace fare cose normali:andare a scuola, andare al cinema con gli amici. Il suo mondo era solido ed equilibrato.Nessuno poteva scalfirla o ferirla, perché nessuno conosceva la vera Abby. Da sempre si era costruita come un’armatura, una corazza inpenetrabile, che impedisse a tutti di vedere il suo vero io. Nessuno sapeva mai cosa provava veramente o cosa pensava, lei, al contrario di molte altre ragazze della sua età, era un libro chiuso.
Tutto quello che aveva costruito in quegli anni, però un giorno come tanti altri incominciò a vacillare in seguito all’arrivo del suo nuovo docente: Gurth Carter.
Fin da subito tra i due era nata una sorta d’antipatia, Abby lo reputava più bravo come modello
vista la sua innaturale bellezza. Infatti Carter non era come tutti gli altri insegnanti, era bello, affascinante, misterioso.
Per caso il professore scoprirà la situazione che è costretta a sopportare Abby a casa; il padre della protagonista è quasi sempre ubriaco e la picchia. Carter spinto dal desiderio di aiutarla finirà per avvicinarsi alla ragazza. I due finiranno per intraprendere una storia per trasgredire le regole ma… questa storia potrà mai diventare amore puro?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Professor Carter

 

Oggi arriva il nuovo professore di inglese, il signor Parker, quello precedente ci aveva lasciato a malapena due settimane prima, tutti, compresi gli altri professori si erano dimostrati in pezzi alla commemorazione, tutti, erano stati spropositatamente falsi. Il Signor Parker, era un gran stronzo, se chiedevi com’era ad un qualsiasi alunno un mese prima della sua morte ti avrebbero risposto così. Invece, se lo domandi ora, diranno che era un bravo insegnante e che è un peccato che sia morto. Per me, invece, una persona stronza, lo è anche da morta. Perché tutti appena muore una persona la fanno diventare una santa? Quel professore non mi aveva fatto niente di male oltre a qualche bastardata tipo interrogazione, ma dato che la reputavo una persona sgradevole, non vedo perché io debba cambiare così. D’un tratto. Diventa improvvisamente una persona che ammiravo. Stiamo scherzando?!

Comunque, a quanto pare, dato che il nostro docente di classe se n’è andato all’altro mondo, ora ce ne becchiamo un altro. Si è giusto, ma mi mancheranno tutte quelle ore buche.

Persa con i miei monologhi non mi resi nemmeno conto che il direttore era appena entrato in classe che tutti i miei compagni si erano alzati in segno di rispetto, tutti tranne me.

Will mi prese per il braccio costringendomi ad alzarmi << Abby.>> mi sussurrò.

<< Buongiorno ragazzi.>> il direttore era un uomo baffuto e con una spropositata pancia, alto a malapena un metro e mezzo << oggi è qui con noi il vostro nuovo professore di inglese.>> e alzò la mano in direzione della porta d’entrata come un gesto d’invito << il professor Carter.>> dalla porta entrò un uomo stupendo, alto, con occhi grigi coperti da sottili capelli corvini che scompigliati facevano cadere alcune ciocche sul viso.

<< Buongiorno.>> la sua voce era calda, rassicurante. Dopo aver rassicurato in direttore che se la sarebbe cavata e che intendeva iniziare con il programma da subito rimanemmo soli, la classe e lui << bene. Prima di incominciare intendo fare le mie condoglianze  a tutti voi, deve essere stata dura per voi.>> poggiò entrambe le mani sulla cattedra << poi, vi prometto che non vi darò molti compiti. Ricordo che nemmeno a me piacevano alla vostra età.>> sorrise.

<< Stronzate.>> commentai tra me e me.

<< Come?>> la mia osservazione si sentì più di quanto avessi pensato, ero in fondo all’aula e lui l’aveva sentita anche se bisbigliata << vuoi dire qualcosa?>> si rivolse di nuovo a me. La classe era piombata in un silenzio tombale, Will seduto di fianco a me mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite.

Mi alzai in piedi << Alla fine, anche se voi docenti ci promettete o che so io all’inizio dell’anno di non darci molti compiti, alla fine ci ritroviamo stracarichi perché ognuno pensa che esista solo la propria materia.>> incrocia le braccia.

<< Io non rientrerò in quella categoria.>>  sorrise, per poi levarsi la giacca << tu sei?>>

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<< Piacere di conoscerti Abby…>> si passò una mano tra i capelli con fare teatrale << Garth Carter.>>

<< Il piacere è tutto suo. >> mi risedetti con i nervi a fior di pelle. Quell’uomo aveva sbagliato mestiere, gli conveniva fare il modello, perché come docente me le stava già facendo girare.

Dopo quel bizzarro inizio la lezione continuò regolarmente, l’inglese non si poteva dire che non lo sapeva, anzi, non se la cavava male, ma nell’interagire con gli alunni era pessimo, soprattutto nell’interagire con me.

Le due ore di tortura terminarono, poi venne il resto della giornata, che passai pensandolo, era un chiodo fisso, non riuscivo a toglierlo dalla testa.

<< Facciamo un pazzo di strada assieme?>> Will si alzò dal banco stiracchiandosi, per poi infilarsi la giacca verde mela e infilare i libri nello zaino.

<< No, vai senza di me. Io rimango ancora un po’ per finire i compiti.>> scostai una ciocca bionda che mi era caduta d’avanti agli occhi << a casa c’è troppo casino.>>

<< Capisco… allora a domani.>>

Il sole stava tramontando, l’aula si stava tingendo di arancione. Per molte persone questo momento  della giornata è romantico, qualcosa da vedere con l’anima gemella. Per me è triste. È la sconfitta del giorno e il trionfo della notte, è come se il sole stesse morendo d’avanti ai nostri occhi. È triste.

<< Ancora qua?>> d’avanti a me c’era il nuovo professore, tutto bello sorridente come se fosse perennemente sotto i riflettori.

<< Perché? Nel regolamento c’è scritto che me ne devo andare subito dopo le lezioni?!>> mi misi sulla difensiva, come facevo sempre d’altronde.

<< No.>> prese la sedia del banco d’avanti al mio e si sedette al contrario appoggiando le braccia sullo schienale.

<< Cosa vuole?!>> misi i libri in cartella nervosamente.

<< Nulla.>> appoggiò il viso sulla mano sorridendomi. Il mio sguardo si posò sulle sue labbra, così invitanti…

<< Allora perché è qui?!>>

<< C’è forse scritto nel regolamento che devo andarmene subito dopo la fine delle lezioni?>> la sua voce era calma, sembrava che si stesse divertendo, come se mi stesse osservando, ma non come un maniaco o che so io, no, in un modo diverso, nessuno mi aveva mai guardata così.

<< No.>> in fin dei conti, non era poi così male.

Il telefonino mi vibrò nella tasca del Jeans. Rabbrividii cercando di farlo smettere senza che se ne accorgesse.

<< Ti squilla il telefonino.>> cazzo! Addio cellulare!

<< Ecco, posso spiegare…>>

<< Perché non rispondi?>> c…come?! << sbrigati o perderai la chiamata.>>

Senza farmelo dire un’altra volta accetti la chiamata per poi accostare il congegno all’orecchio.

<< Pr…pronto?>>

“ Dove cazzo sei?! Sono quasi le sette!” era mio padre “ Muoviti e torna a casa! Ho fame!” il volume del telefono era piuttosto alto e lui urlava. Invano tentai di abbassare il volume per impedire che sentisse.

<< S…sono ancora a  scuola, mi hanno trattenuta per aiutare il…>> non feci in tempo a finire la frase.

“ Che cazzo hai combinato questa volta! Non dovrò mica venire di nuovo a parlare con qualcuno dei tuoi docenti?!”

<< N…no.>>

“ Muoviti allora! Porca troia!” di sottofondo si sentivano le risate dei suoi amici, era al bar, era ancora al bar.

<< Non ho ancora…>>

“ Abby! Ringrazia che non ti abbia lasciata con quella puttana di tua madre a marcire in mezzo alla strada e torna immediatamente a casa!”

<< Devo…>>

“ Non devi fare un cazzo se non tornare a casa! Non me ne fotte una minchia di quello che ti chiedono gli altri di fare! Ora torni a casa e basta o le senti!”

<< Ma…>>

“ Abby non farmi incazzare! Sai cosa succede quando lo sono! Alza in culo e preparami da mangiare!” dopo di che riattaccò.

Nell’aula era calato il silenzio, lui era voltato con lo sguardo alle finestre, come se stesse aspettando che avessi finito, come se non avesse sentito le urla, ma aveva sentito tutto << Allora io vado.>> dissi cercando di essere disinvolta, ma non fu un grande successo << Arrivederci.>>

<< A domani.>> mi sorrise, e lui si, che era disinvolto.

Tornai a casa di corsa, preparai velocemente la cena, un semplice piatto di pasta, mio padre non era ancora rincasato così ne aprofittai per farmi una veloce doccia e chiudermi in camera. Molto probabilmente era ubriaco, era stato tutto il giorno al bar. Chiusa al sicuro in camera mia mi addormentai.^

Ecco una mia nuova ff, questa storia mi è venuta in mente in seguito ad un sognio... non dico quale...XP

Spero che vi piaccia come sta appassionando me, ho in mente molti capitoli e mote altre cose da far succedere!!!

Spero che non vi dispiaccia se non ho messo nulla di così entusiasmante in questo capitolo, ma non arrendetevi e aspettate i prossimi capitoli per abbandonare la ff, non vi deluderò!

Allora al prossimo capitolo!!! Ciaoooooo

Princess_Dadi

  
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