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Autore: TittiGranger    08/02/2011    16 recensioni
- Fino a prova contraria, Ronald, sono io che mi sono fatta un viaggio di otto ore oggi - protestò lei, con la testa praticamente infilata nel baule - Per di più, ora sto anche sistemando tutto questo - disse, riemergendo e alzandosi a fatica, con i capelli stravolti e stringendo tra le braccia un mucchio di pergamene - Mentre tu te ne stai spaparanzato sulla poltrona! - aggiunse, scaraventando le pergamene sul copriletto violaceo del suo baldacchino - Ergo, non sei nella condizione di poter essere stanco!___(Raccolta missing moments).
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Secondo il mio progetto iniziale,

Secondo il mio progetto iniziale,

Questa scena non era compresa nella raccolta.

L’ho scritta perché voglio dedicarla ad EmmaHp7,

 perché è un’autrice in gambissima,

perché è una lettrice sincera,

perché è lei, semplicemente.

 

 

 

 

Happy Birthday

 

La scena è ambientata il giorno del ritorno di Hermione da Hogwarts, al termine del suo settimo anno.

 

 

- Sono distrutto - sentenziò Ron in tono plateale, lasciandosi scivolare sulla poltrona a fiorellini di Hermione.

Dall’altra parte della stanza, lei si limitò a borbottare qualcosa da dietro il massiccio baule che stava svuotando; dietro di lei, una piccola montagna di roba si ergeva disordinata, in attesa che la mente razionale e precisa di Hermione decidesse quale fosse la sistemazione più consona di ogni cosa.

- Fino a prova contraria, Ronald, sono io che mi sono fatta un viaggio di otto ore oggi - protestò lei, con la testa praticamente infilata nel baule  - Per di più, ora sto anche sistemando tutto questo - disse, riemergendo e alzandosi a fatica, con i capelli stravolti e stringendo tra le braccia un mucchio di pergamene - Mentre tu te ne stai spaparanzato sulla poltrona! - aggiunse, scaraventando le pergamene sul copriletto violaceo del suo letto - Ergo, non sei nella condizione di poter essere stanco!

Dal canto suo, Ron si limitò ad aprire un occhio, cosa che sembrò costargli uno sforzo abnorme.

- Io ho portato il baule, signorina. Non ce lo dimentichiamo - disse, mentre si stiracchiava.

Hermione corrugò la fronte, incrociando le braccia e guardando sconsolata la sua stanza, praticamente sommersa da oggetti di ogni genere - Tu non hai portato il baule, Ronald! Hai semplicemente fatto un incantesimo! Al massimo hai sforzato il polso, guarda.

- Dettagli - disse lui, ancora buttato sulla poltrona, con le lunghe gambe che quasi raggiungevano la sponda del letto - Che poi… Miseriaccia! - Ron emise un lungo fischio quando, aperti gli occhi, si rese conto del caos in cui, a distanza di pochi minuti, si era ritrovato - Come diavolo faceva tutta questa mercanzia a stare nel baule, Hermione? - chiese, tirandosi su e facendosi largo tra le montagne di vestiti, libri, penne, pergamene, boccette di pozioni e tanti altri oggetti non identificati che occupavano la stanza - fino a pochi minuti prima immacolata - di Hermione.

- Incantesimo Estensivo - rispose lei semplicemente, passandosi una mano tra i capelli scomposti - Non credevo che fosse così tanta roba, però.

Ron schioccò la lingua, osservando le decine di libri che, impilati a piccoli gruppi, ricoprivano gran parte del pavimento della vasta stanza da letto - Va bene, dai. Io penso a sistemare questi - disse Ron, chinandosi a raccogliere un pesante tomo di Incantesimi - Tu… occupati di quelli - disse, gettando un’occhiata agli indumenti di Hermione, mentre arrossiva leggermente.

Hermione sorrise e, di slancio, si alzò sulle punte dei piedi per baciare Ron sulle labbra - Grazie - gli soffiò contro, percependo le labbra di lui distendersi in un sorriso.

Si allontanò prontamente, prima che Ron venisse distratto da qualcos’altro e fosse distolto dal suo proposito di aiutarla con quel macello.

- Ci dovrebbero essere degli altri libri nel baule! - disse lei a voce alta, scomparendo nella cabina armadio con un malloppo di vestiti tra le braccia.

Ron alzò gli occhi al cielo, mentre, svogliatamente si trascinava verso la libreria e cominciava a sistemare con attenzione i libri, sapendo comunque che Hermione ci avrebbe in ogni caso rimesso le mani.

Dopodichè, dribblando i cumuli di roba ancora sparpagliati ovunque, raggiunse nuovamente il baule, proprio mentre Hermione riemergeva dall’armadio.

- Te lo dicevo io che leggere, alla lunga, può provocare danni alla salute - borbottò, la voce attutita dal baule.

Hermione si limitò a scuotere la testa e a sorridere, mentre ripiegava delle magliette, accatastandole sul letto. Ron riuscì dal baule, stringendo tra le mani un groviglio di lana.

- Ho trovato anche queste - disse, togliendosi malamente i capelli dalla fronte, indicando quelle che dovevano essere sciarpe arrotolate - Forse dovresti…

Ma mentre le porgeva ad Hermione, qualcosa scivolò dal groviglio e cadde  a terra, tintinnando sul pavimento di marmo e scivolando fino ai piedi di Hermione.

Quando entrambi riuscirono ad identificare l’oggetto, l’uno cercò subito lo sguardo dell’altra, che, dopo un momento di iniziale stupore, sorrise…

 

Quella mattina era particolarmente fredda.

Troppo per essere solo la metà di settembre. L’alba era passata da poco, ma Hermione era già sveglia e attiva, pronta per il suo giro di controllo.

La radura che avevano scelto era particolarmente pacifica. Una distesa di verde, misto al marrone- giallognolo di alcune piante, contribuiva ad acquietare ulteriormente quel posto già di per sé tranquillissimo.

Si strinse nel cappuccio della sua felpa, inspirando profondamente quell’aria profumata, mentre le ultime cicale della stagione la salutavano con il loro canto sommesso.

Uno scricchiolio di passi alle sue spalle turbò la pace di quel momento, facendola sobbalzare.

D’istinto si voltò, puntando la bacchetta, mentre il cuore iniziava a batterle forte.

- Calma, calma! Sono io - Ron si azzardò a fare qualche passo avanti, timoroso, continuando a tenere le mani alzate di fronte a sé. Anche lui indossava una felpa abbottonata fin sopra; quando comprese di aver scampato il pericolo, si decise ad infilarle nelle tasche dei jeans.

- Mi hai spaventata - disse semplicemente lei. In condizioni normali gli avrebbe fatto una ramanzina sul quanto potesse essere pericoloso comparire così d’improvviso e alle spalle di qualcuno, ma stavolta, con sorpresa di Ron, non fu così - Che ci fai sveglio così presto?

Ron fece spallucce, grattandosi la testa mentre si avvicinava di qualche passo ancora - Volevo essere il primo.

Hermione, dopo un attimo di esitazione sorrise, distogliendo lo sguardo, con il piccolo viso incorniciato dalla stoffa della sua felpa.

- E’… carino da parte tua, Ron - fece, imbarazzata, appoggiandosi al tronco nodoso di un albero quasi spoglio. Una lieve folata di vento smosse la radura intorno a loro, parecchie foglie volteggiarono, staccandosi da quella che fino a quel momento era stata la loro casa, il loro posto… per finire dove il vento le avrebbe portate.

Un po’ come stava accadendo a loro.

- Sì, bè… - Ron deglutì, guardandosi attorno - Avrei voluto prepararti delle uova con il bacon ma… non ho trovato le uova. E neanche il bacon, in realtà.

Hermione stavolta ridacchiò e quel suonò provocò in Ron un calore in grado di sconfiggere qualsiasi brezza mattutina.

- E’ come se lo avessi fatto… - disse dolcemente Hermione, guardandolo.

Sapeva perché Ron le stava dicendo quello.

Sapeva che a quell’ora si sarebbero abbuffati di uova, bacon e succo di zucca se fossero stati a casa.

Sapeva che si sarebbe svegliata con un biglietto dei suoi, se tutto fosse stato normale.

Ron sospirò, guardandosi i piedi. Sembrava sul punto di dire qualcosa; dondolava nervoso, da un piede ad un altro, senza guardarla. Ad un certo punto, si chinò, raccogliendo da terra una pietrolina bitorzoluta e sporca di fango.

Se la rigirò tra le mani, poi fece un profondo respiro e tirò fuori la bacchetta dalla tasca dei suoi pantaloni.

Hermione lo guardò curiosa, mentre lui, con un incantesimo borbottato, trasfigurava la pietra in un bellissimo fiore arancione. Rimase a fissarlo per alcuni secondi, apparentemente stupito, come se non credesse davvero di essere riuscito a fare una cosa del genere.

- Oh… - disse spiazzato e imbarazzato al tempo stesso. Con le orecchie arrossate, finalmente si decise a guardarla e quando i suoi occhi incontrarono lo sguardo dolce di lei, ogni timore scomparve - Non… non ero sicuro di riuscirci - si giustificò, avvicinando all’albero a cui lei era appoggiata - E’ da un po’ di giorni che mi esercito con questo incantesimo, ma non sempre mi riusciva - disse con naturalezza, raggiungendola.

Hermione gli sorrise, evitando di dirgli che lei praticava quell’incantesimo dall’estate del loro secondo anno.

- E’ bellissimo, Ron. Grazie - disse, afferrando il bel fiore che lui le stava porgendo. Subito però, distolse lo sguardo - La McGrannit sarebbe orgogliosa - scherzò.

Lui ridacchiò, ma subito il suo sorriso scomparve, lasciando il posto ad un‘espressione seria- Avrei voluto poter fare di più… - disse Ron, improvvisamente - Vorrei poter fare di più, Hermione.

Hermione rabbrividì quando lui le sfiorò leggermente il braccio. Fu solo in quel momento che si decise a guardarlo.

- Senti, io…

- Lo so- disse Hermione, scuotendo la testa per bloccarlo - Anche io avrei voluto poter fare di più - assicurò lei, comprendendo che dietro le parole di Ron non ci fosse solamente il rammarico per un regalo così povero - Abbiamo avuto tempi diversi e non ci siamo mai incontrati… è stata solo sfortuna, Ron.

Ron si passò una mano sulle tempie e sopirò - Tempismo di merda.

Hermione ridacchiò di nuovo, sommessamente, mentre si rigirava il fiore tra le mani.

- E’ troppo tardi ora, vero? - chiese lui, tornando a guardarsi i piedi.

Quella domanda provocò in Hermione un’incontrastabile voglia di piangere.

Piangere per tutto ciò che aveva perso.

Per tutto ciò che stava perdendo ora e che non sapeva se avrebbe mai più potuto recuperare.

- Non è tardi - disse con una vocina sottile, ma sufficientemente convinta. A quelle parole, Ron alzò lo sguardo, speranzoso e stupito - Ma non è questo il momento giusto, Ron - concluse lei, tirando su con il naso.

Ron abbassò le spalle, mentre la speranza di poco prima lo abbandonava.

- Temevo che rispondessi questo - fece lui, mentre il cuore di Hermione subiva una stretta insopportabile - Ma non saresti stata tu se avessi detto qualsiasi altra cosa - aggiunse, sorridendole.

Questo sembrò alleviare leggermente il peso e la tensione che si era creata.

Rimasero qualche minuto in ascolto del silenzio, lasciando che immagini e pensieri positivi prendessero il sopravvento sulla realtà.

- Pensi che durerà? - disse poi Ron, ancora fermo accanto a lei e con le mani in tasta, indicando, con un movimento del viso, il fiore che Hermione stringeva tra le dita - Ce la farà a resistere fino a quando tutto sarà finito? A non appassire?

Hermione mantenne il contatto con gli occhi azzurri di lui, prima di rispondere. Dopodichè, tornò a guardare il fiore e inaspettatamente, sotto lo sguardo curioso di Ron, afferrò la bacchetta e la puntò contro il fiore.

- Finite Incantatem - all’istante, il fiore scomparve, lasciando il posto alla pietrolina infangata.

Hermione la osservò, tenendola sul palmo della mano, poi chiuse le dita, portandosi il pugno al petto in un gesto di protezione.

- Così dovrà durare per forza.

Lo disse con tenerezza e imbarazzo, mordendosi le labbra.

Ron annuì, mentre di nuovo, si insinuava in lui la speranza che magari non fosse tutto perduto.

Le si avvicinò di un paio di passi e titubante, le sfiorò la nuca coperta dalla stoffa della felpa, facendo una leggera pressione mentre si chinava a baciarle la fronte.

- Buon compleanno, Hermione.

Lei chiuse gli occhi, in quei pochi secondi in cui le loro pelli furono a contatto.

- Grazie, Ron.

 

Hermione si chinò a raccogliere la pietrolina, sollevandola con due dita.

- L’hai conservata - disse Ron, sorpreso, sorridendole.

- Certo che l’ho conservata - fece lei, guardandola quasi con affetto. Poi portò il suo sguardo su Ron e gli sorrise di rimando.

Lui gettò malamente sul letto il groviglio di sciarpe e cappelli e con pochi passi, schivando le piccole montagne di abiti e pergamene, la raggiunse.

- Posso? - disse, indicandole la pietruzza. Hermione fece spallucce e gliela porse, curiosa - Vediamo se mi ricordo… ah, sì!

Come aveva fatto quasi due anni prima, Ron borbottò l’incantesimo, lasciando che un meraviglioso fiore arancione prendesse il posto della pietra. Lo porse a Hermione, guardandola fisso con i suoi occhi azzurri, quegli occhi che nascondevano la stessa promessa che lei vi aveva ritrovato la prima volta.

- Ce l’abbiamo fatta alla fine - le disse, afferrandola per i fianchi - E’ durato.

- Ce l’abbiamo fatta - confermò Hermione, alzandosi sulle punte dei piedi per riuscire a raggiungere la sua bocca, concludendo la discussione iniziata nell’autunno di due anni prima e che allora, erano stati costretti a lasciare in sospeso… ma consapevoli del fatto che su quella piccola pietra avrebbero costruito la strada che, nonostante tutto e tutti, li avrebbe condotti verso il loro lieto fine.

 

 

Salve gente!

Questa è la prima di una raccolta di missing moments. Come era accaduto per “Hogwarts Express”( per capirci, questa può essere collocata benissimo dopo l‘ultimo capitolo di quella raccolta), anche in questo caso ho scelto un tema fisso: l’ho intitolata “Raccontami di noi” proprio perché saranno i personaggi stessi a raccontare o a ripensare ai momenti passati.

Un’ultima cosa… contrariamente alla precedente, questa raccolta non seguirà un ordine cronologico preciso: saranno dei salti nel tempo, ma non preoccupatevi, sarà sempre chiaro il momento di cui sto parlando ( se così non fosse, lo chiarirò in una nota).

 

Spero che l’idea vi piaccia e che questo inizio sia stato di vostro gradimento!!

Fatemi sapere, a presto

Titti

 

   
 
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