Come può un’unica parola comprendere tanti stati d’animo insieme?
Alcune parole ci riescono benissimo, la delusione ad esempio può avere infinite sfaccettature.
Essere delusi da un risultato lavorativo ad esempio ti lascia l’amaro in bocca, ti fa sentire la persona più incapace del pianeta Terra, ti fa passare la voglia di andare avanti.
Questo tipo di sensazione ti segue e ti insegue per molto tempo e ti lascia andare solo quando riesci a dimostrare a te stesso che alla fine non sei così stupido o incapace.
Quando poi si sa già che presto la delusione arriverà si fa di tutto per evitare di farsi false speranze ma chissà perché nel cuore rimane sempre uno spiraglio di positività che ti fa pensare:  “forse in fondo potrebbe essere andata bene”.
È questa vana speranza che ti fa crollare addosso la disperazione quando realizzi che tutto è andato storto.
L’attesa di questo momento comunque è carico di ansia proprio a causa di quel barlume di positività e per quanto provi e riprovi a mandarlo via, lontano dalla tua mente e dal tuo cuore, questo rimane ben saldo nella sua posizione e da lì non si muove fino a quando non dai la cosiddetta facciata sul muro.
La delusione però non riguarda solo se stessi ma anche gli altri. Quando una persona cara ti delude non c’è niente da fare, il rapporto costruito fino a quel momento cade a pezzi.
Spetta ai delusi ricostruirlo perché solo loro possono decidere se quello che c’era prima è importante e se vale la pena ricostruirlo.
La delusione comunque non ti abbandona mai perché anche se riesci a ricucire i rapporti o a ottenere risultati migliori quella sensazione che ti ha fatto sentire un incapace rimane sempre in un angolino del cuore e rispunta nei momenti di difficoltà.