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Autore: Emily Doe    02/01/2006    26 recensioni
La colpevolezza che mi viene attribuita risiede per caso anche nella mia mano esperta che indugia lentamente e languidamente sul suo collo bianco, dalla linea morbida? Sono ancora più colpevole se la lascio scivolare tra i suoi riccioli castani, sparsi confusamente?
Inclino appena il capo da un lato: la testa giace abbandonata, come quella di un burattino senza vita.

Mai fidarsi del serpente.
"Ama il tuo peccato, Granger..."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Disclaimer: I personaggi e tutto ciò che qui ho citato, correlato ad Harry Potter, appartengono di diritto a J.K.Rowling. La citazione finale, invece, è di Jim Morrison. Non ho scritto questa storia a scopo di lucro, pertanto non si ritiene infranto alcun copyright. Buona lettura ^^






Colpevole
(Ama il tuo peccato)








È strano quanto siano diverse le concezioni umane riguardo agli eventi. Come è strano che qualcuno mi consideri colpevole per ciò che ho appena fatto e per ciò che sto contemplando. ... È strano?
Riflettici un momento, Draco Malfoy, figlio di Lucius Malfoy, innegabilmente e stramaledettamente Serpeverde - fiero di esserlo fino all'osso.
No, in fondo non lo è. Devo ammetterlo.
Un curioso sorrisetto a metà tra il sarcastico e l'ironico - o forse anche autoironico - scivola sulle mie labbra.
Catturata tra le insidiose spire del serpente...
La mia colpevolezza deriva anche dal fatto che non riesco a distogliere lo sguardo dal suo corpo esanime, tra queste candide lenzuola?
Oppure dal fatto che è a causa mia se quelle membra sottili, armoniose e delicate giacciono inerti, prive di qualsiasi forza, accanto a me?
Draco dormiens nunquam titillandus.
Le premesse, gli avvertimenti parlavano chiaro: mai fidarsi di un Serpeverde.
Specialmente perché Serpeverde e Grifondoro sono incompatibili per natura.
Ma si sa, è proprio qualcosa nei geni di questi tanto acclamati Grifondoro a rendere malleabile la loro indole... a far sì che si fidino di noi. Sembrano compiaciuti quando credono di concederci qualcosa solo ed esclusivamente per la loro infinita magnanimità, mentre non si accorgono che siamo noi a manovrarli invisibilmente, muovendo con gesti puliti - in contrapposizione al modo che usiamo per agire -, netti e precisi i fili di questa storia: siamo noi i vincitori - per natura manipolatori -, e loro, sciocchi, ingenui Grifondoro, imbevuti di valori come lealtà e coraggio fino alle punte dei capelli, sono solamente il nostro passatempo. Okay, lo ammetto, il nostro passatempo prediletto.
... e va bene, oggi mi sento in vena di essere sincero, fino in fondo. Il mio passatempo prediletto. Ancor più precisamente, lei.
E da qui è scaturita questa mia colpa. È tutto partito da qui.
Serpeverde e Grifondoro, i due poli opposti; si odiano da secoli, da millenni, come sempre è stato e sempre sarà, eppure non riescono in alcun modo a fare l'uno a meno dell'altro. Avanti, parliamo chiaramente, cosa sarebbe Grifondoro senza Serpeverde?
La mia colpa sta nel fatto di essermi reso conto che - mi duole dirlo - neppure Serpeverde è Serpeverde, senza Grifondoro? Il Male - come tanto amano definirci, e lasciamogli questa magra consolazione, poveri sciocchi Grifondoro - senza il Bene, che ragione avrebbe di esistere?
E si sa, è innata nei Grifondoro sì, la tendenza a fidarsi troppo facilmente, ma anche e soprattutto l'attrazione verso il Male. Bene e Male, unico immenso fulcro palpitante. Eppure mi chiamano 'colpevole', me lo gridano dietro i loro silenzi, i loro sguardi sfuggenti.
La colpevolezza che mi viene attribuita risiede per caso anche nella mia mano esperta che indugia lentamente e languidamente sul suo collo bianco, dalla linea morbida? Sono ancora più colpevole se la lascio scivolare tra i suoi riccioli castani, sparsi confusamente?
Inclino appena il capo da un lato: la testa giace abbandonata, come quella di un burattino senza vita.
Piccola ingenua.
Quante volte ho visto quel mento tenuto alto, spavaldo? Quante volte ho visto quel capo voltarsi con stizza o con disgusto?
Quante volte ho sorriso freddamente a quel tuo atteggiamento, sapendo che un giorno l'avrei vinto?
Piccola sciocca.
Mai fidarsi del serpente.
Quel giorno è arrivato.
Draco dormiens nunquam titillandus.
Invece di tacere, tu controbattevi, pungente; invece di scappare in lacrime, tu, piccola Grifondoro, stringevi in pugno la bacchetta. Sempre.
Se così non fosse stato, se tu avessi lasciato il serpente - forma apparente del Drago - sonnecchiare placido all'ombra e crogiolarsi nelle cattiverie che vi - e ti - scagliava contro, probabilmente questo non sarebbe accaduto. Io sarei libero da questa mia colpa e tu saresti ancora in salvo. Ripensandoci a posteriori, a mente fredda, credo sia stato proprio quel tuo atteggiamento di ribellione nei miei confronti, quell'orgoglio fiammeggiante nei tuoi occhi adesso chiusi, a scatenare in me tutto questo.
Mai fidarsi del serpente.
Ma è risaputo: Leone che ruggisce non morde.
E tu, stupida bambina, mi sei venuta dietro.
Forse, anzi, sicuramente, anche tu hai la tua parte di colpa, in questa faccenda, ma so che, ovviamente, davanti ad un tribunale ricadrebbe tutta sul sottoscritto. E cosa potrei dire io, davanti ai giudici?
Cosa potrei dire a mia discolpa?
Lo sguardo si muove dolce ed amaro sulla curva gentile della gamba leggermente scoperta.
Draco dormiens nunquam titillandus.
Nulla.
Piccola, incauta Mezzosangue...
Perché sono stato io ad ucciderla.
Questa notte, lei è morta per mano mia.
Mi chino sulle sue labbra pallide e le sfioro leggermente con le mie.
“Ama il tuo peccato, Granger...” Sussurro appena contro il suo viso.
Sottolineo: per mano mia.
Questa notte, lei è morta e risorta.
Apre con poca convinzione gli occhi, le palpebre incerte, le iridi velate di sonno ferite da quella lieve luce mattutina.
Ebbene, Vostro Onore, se amare con tutta l'anima è un peccato, io mi dichiaro colpevole.
Colpevole al cento per cento. E senza alcuna attenuante.




Ama, ama follemente, ama più che puoi, e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.

(William Shakespeare)

   
 
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