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Autore: Ashtart    08/02/2011    2 recensioni
“Ti odio.” Affermò lui, ma c’era una nota di disperazione nella sua voce. “Non dimenticarlo mai.”
“Non lo farò.” Promisi.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hunter

 

[Hopeless time to roam
The distance to your home
Fades away to nowhere]
Muse - New Born

 
Terra.
Quella che sentivo sotto i miei piedi.
Aria.
Quella che muoveva i miei capelli, gli abiti; quella che si opponeva con ben poca forza alla mia corsa.
Acqua.
Come la pioggia che mi scorreva lungo il corpo, tracciando mille sinuosi sentieri sulla mia pelle.
Fuoco.
Quello che mi avrebbe consumata se mi fossi fermata.
Sangue.
Come quello che non bevevo da giorni, troppo occupata a fuggire.
 
Continuai a correre, ansimando, mentre le piante del sottobosco mi frustavano le caviglie nude, consapevole che se mi fossi fermata sarebbe stata la fine.
La morte mi inseguiva.
No, la mia morte mi inseguiva.
Armata di un paletto di frassino.
In preda alla disperazione, piegai le ginocchia e presi lo slancio per saltare.
Mi afferrai al ramo di un pino ed iniziai a salire, voltandomi indietro solo un istante per guardarlo: era fermo ai piedi dell’albero.
La pioggia gli frustava il volto, gli impregnava gli abiti, facendoli aderire al suo corpo snello e forte.
Nella mano destra reggeva l’oggetto che mi avrebbe tolto la vita.
La mia morte aveva gli occhi verdi.
Ricominciai a salire, consapevole che quegli occhi sarebbero stati l’ultima cosa che avrei visto prima di morire.
Respirai a fondo e saltai, afferrandomi ad un ramo dell’albero accanto.
Lui urlò, frustrato, prima di iniziare ad arrampicarsi a sua volta, il paletto fra i denti.
Fu la mia volta di gemere, frustrata; l’albero successivo era troppo lontano per arrivarci, e da quella posizione non mi era possibile tornare indietro.
Non potevo far altro che saltare o aspettare: optai per la prima.
L’istinto di sopravvivenza mi urlava di saltare giù ed uccidere il mio inseguitore, ma non potevo.
Non ci riuscivo.
Mi voltai a guardarlo, studiando il modo nel quale l’acqua bagnava i suoi capelli neri.
Perchè, perché doveva finire così? Non era giusto!
Squittii, in preda al panico quando lui mi raggiunse.
Arretrai, finchè non sentii il contatto con la corteccia dell’albero.
Mi alzai, in equilibro sopra al ramo, e mi appiattii contro il tronco dell’albero.
Lui mi si parò di fronte.
“Ti prego.” Sussurrai, ma la sua fermezza non vacillò.
Chiusi gli occhi, preparandomi alla fine.
Il paletto s’infisse nel legno al mio fianco con un tonfo secco.
“Ti odio.” Affermò lui, ma c’era una nota di disperazione nella sua voce. “Non dimenticarlo mai.”
“Non lo farò.” Promisi.
E baciai la mia morte.




Note inutili:
Non ha molto senso, lo so, ma è un sogno che ho fatto (questo spiega tutto xD) e ho pensato di riportarlo su carta (in senso figurato)

  
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