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Autore: ArashiStorm    08/02/2011    6 recensioni
[scritta per il One True Writing meme][future fic][team7]
Una possibile quanto, temo, improbabile, conclusione per la vicenda del manga. La guerra è finita, ma...
Genere: Azione, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Per la serie "mai perdere le speranze" XD Ebbene dopo mesi di lavoro posto sta fic perchè altrimenti ancora un po' che aspetto e Kishimoto-sensei finisce il manga XD
Dunque è ben lontana da essere un capolavoro, ma vi assicuro che è molto meglio della prima stesura... Anche se continuo a pensare che ci sono molti punti migliorabili e che Sasuke tenda all'OOC >_<
Beh io ci ho provato, spero che possa piacere almeno un pochino. ^^
Ah Kim il titolo l'ho tenuto di proposito simile all'altra fic che mi hai chiesto, così vanno in coppia visto che il prompt è lo stesso XD

Titolo: Una fuga di ricordi
Fandom: Naruto
Paring: Naru/Saku/Sasu
Rating: per tutti
Spoiler: tutta la serie
Parole: 4841 (Word)
Disclamer: Naruto e i suoi personaggi sono proprietà del maestro Masashi Kishimoto
Note: scritta per il One True Writing Meme su seguente richiesta di [info]kimbnr : Naru/Saku/Sasu, "Ti ricordi quando abbiamo..." [future-fic, possibilmente fluff]




L’ultima battaglia era terminata, la guerra finita. La pace era tornata sul paese del Fuoco. Non era stato facile però, molte erano state le perdite, molti i nomi ad aggiungersi alla lapide in memoria del caduti davanti alla quale ogni giorno il nuovo Hokage si fermava silenzioso come sempre. Era diventato Hokage in via definitiva perché su quella lapide era stato da poco inciso anche il nome dell’ultimo ninja Supremo.

Tsunade era morta.

Troppo lo stress a cui dovette sottoporre il suo vecchio corpo, nessun ninja per quanto forte e potente era immune alla vecchiaia e alla debolezza che ne derivava.

Tsunade era morta e Hatake Kakashi era divenuto Hokage. Non si era opposto a quella decisione, non tanto perché desiderasse quella carica, anzi ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma c’era un motivo per il quale non avrebbe potuto rifiutare e quel motivo era un ragazzo che ora si trovava disteso su un letto di ospedale controllato a vista da una squadra di 10 Anbu. Ora era Hokage e come tale aveva in mano la vita dei prigionieri, come Hokage aveva in mano la vita dell’ultimo esponente del clan Uchiha.

Kakashi aveva letto e riletto tutti i rapporti che gli erano pervenuti su quell’ultima battaglia contro Madara, ma in fondo non ne aveva bisogno. Quel combattimento lo aveva vissuto in prima persona. Aveva visto con i suoi occhi Sasuke proteggere Naruto dall’attacco illusorio di Madara. I due Uchiha si erano poi immobilizzati uno di fronte all'altro, persi nelle illusioni l'uno dell'altro, sputando e piangendo sangue. Era inutile attaccare in quel momento, non c'era possibilità di sapere come i due avrebbero reagito. Naturalmente ciò non era valso per Naruto che non perse tempo lanciandosi verso il nemico. Quello fu il momento in cui tutto accadde. Ancora oggi Kakashi stentava a credere ai suoi ricordi..Circondata da una nuvola di corvi neri la volpe a nove code si era nuovamente liberata. Quei corvi erano la prova del potere che Itachi aveva innestato in Naruto, anche Sasuke lo capì. Gli occhi che suo fratello gli aveva donato riuscirono a guidare la volpe a nove code aiutando Naruto a porre fine ad un guerra che mai sarebbe dovuta iniziare.

Quando però Naruto riprese conoscenza dalla sua trasformazione era ormai troppo tardi per un lieto fine. Sasuke era a terra, stremato per aver protetto Naruto e per un uso troppo avventato di un potere che nemmeno suo fratello era riuscito a sconfiggere. Lo sharingan era un arma formidabile, ma allo stesso tempo un coltello a doppio taglio e per Sasuke era venuto il momento di affrontarne le conseguenze.

L’urlo di Naruto si accavallò a ricordi lontani, nella sua mente immagini passate si sovrapponevano agli eventi presenti. Ancora una volta Sasuke lo aveva protetto, in maniera diversa però, più brutale questa volta. Lo spettacolo di una guerra tra le sue braccia, un corpo troppo, troppo brutalizzato da una vita di vendetta e odio. Le lacrime che scendevano dai suoi occhi azzurri e i singhiozzi inarrestabili non gli impedirono però di sentire le ultime parole che Sasuke pronunciò prima di chiudere gli occhi.

“Naruto..non… morire”

Le stesse parole, ancora una volta le stesse parole prima di abbandonarsi tra le sue braccia circondato da lacrime e urla di disperazione.

Tutto questo Kakashi non aveva bisogno di rileggerlo nei rapporti, gli occhi dei suoi due allievi erano ancor più vivido documento di quei momenti.

Sasuke era caduto in coma quel giorno e non si era più risvegliato, ma nessuno aveva perso la speranza. Naruto, Sakura e lo stesso Kakashi andavano ogni giorno a fare visita a quella stanza bianca in cui Sasuke sembrava dormire. Ogni giorno da ormai un mese…


Finché un giorno la speranza arrivò…


Sia Naruto che Sakura si trovavano nella stanza e come sempre ricordavano i tempi delle loro missioni della squadra 7, quando erano ancora tre ragazzini con tutta la vita davanti. Fu durante uno di questi racconti che Naruto se ne accorse.

“Sa..Sakura-chan guarda!” esclamò il giovane indicando la guancia dell’amico sdraiato sul letto.

Sakura si avvicinò e vide anche lei una lacrima scendere da uno degli occhi chiusi di Sasuke.

I due amici si guardarono, e la speranza tornò a traboccare nei loro cuori, Sakura si portò le mani alla bocca cercando di trattenere le emozioni e quando Naruto si avvicinò abbracciandola forte, Sasuke non fu più l’unico nella stanza a piangere …

Da quel giorno i miglioramenti nelle condizioni cerebrali dell’ultimo Uchiha cominciarono lentamente a manifestarsi. Una leggera stretta alla mano, un movimento della ciglia, un sussulto delle labbra, ogni piccola cosa aumentava le speranze dell’ex team 7. Sasuke si sarebbe ripreso, questo il mantra che si ripetevano ogni giorno senza sosta.

Successe poco tempo dopo, in un giorno in cui sia Naruto che Sakura erano assenti dal villaggio per una missione e quindi fu Kakashi il primo a vedere Sasuke sveglio.

La notizia gli fu data personalmente da una delle guardie Anbu addette alla sorveglianza del ragazzo, Kakashi non chiedette spiegazioni ulteriori alla comunicazione “Uchiha Sasuke, criminale di grado S si è risvegliato dal coma”, precipitandosi con una fretta atipica nella stanza dell’ospedale.

Quando entrò lo trovò circondato da 5 guardie Anbu alle quali fece velocemente un segno ordinando loro di ritirarsi. Le guardie si inchinarono e con un fruscio sparirono dalla vista.

Quando rimasero soli Sasuke fu il primo a prendere la parola.

“Criminale di grado S…- cominciò prima di voltarsi e finalmente guardare Kakashi – a quando la mia decapitazione?”

“Domani” rispose l’Hokage impassibile e Sasuke non sussultò, non si scompose per nulla a quella semplice parola, anzi un leggero sorriso si formò sulle sue labbra.

“Capisco” disse solamente.

“Non hai paura di morire?”

“Paura?.. se avessi avuto paura non sarei tornato. Sono pronto a morire, ho avuto la mia vendetta, ho ucciso sia Danzo che Madara…sono stati loro la causa della caduta del mio clan, loro che mi hanno portato via mia madre, mio padre e Itachi. Non ho più nulla che mi leghi a questo mondo…”

“E allora perché un mese fa hai protetto Naruto…per la seconda volta?”

Il ragazzo si irrigidì, ma non ebbe tempo di rispondere perché la porta della stanza venne scardinata in quel preciso istante.

“Kakashi-sensei!”

Due furie ancora piene di lividi e tagli dalla missione appena conclusa si precipitarono nella stanza, le loro voci una sopra l’altra:

“è vero che Sasuke si è svegliato?”

“è vero che Sasuke-kun si è svegliato?”

Kakashi non ebbe bisogno di rispondere in quanto i due voltarono subito la testa verso il letto. Sasuke era seduto con la schiena appoggiata su due candidi cuscini. Un mese di coma non aveva fatto bene al suo aspetto, era magro e pallido, ma nonostante questo sembrava star abbastanza bene, evidentemente le droghe che aveva dovuto assumere nel villaggio del Suono avevano in qualche modo fortificato il suo corpo. Oppure era stata semplice fortuna, chissà… la cosa importante era che Sasuke era li, sveglio, davanti a loro.

Sakura caddè a terra in lacrime, Naruto le si avvicinò ridendo noncurante che anche dai suoi occhi tentassero di scendere alcune gocce salate.

“Sakura-chan, forza…avevamo deciso che tu dovessi essere la prima, no?”

“No, no…non tocca a me- rispose la ragazza alzandosi e spingendo l’amico verso il letto con una forza alquanto non femminile- prima tocca a te!”

Naruto finì letteralmente gettato addosso a Sasuke.

“Ehi che diavolo fai Usuratonkachi!” si lamentò l’altro ragazzo cercando di togliersi di dosso l’amico, ma fu bloccato dall’arrivo di Sakura che abbracciò entrambi tornando a piangere di felicità.

La scena era quanto di più assurdo e al tempo stesso commuovente che Kakashi avesse mai visto. Sorrise e decise di andarsene per lasciare che i suoi studenti di un tempo potessero finalmente essere felici di nuovo insieme per un po’ di tempo ancora.

“Sasuke, non dire nulla a loro riguardo a domani!”

“E perché no, - rispose lui – in fondo lo dovranno sapere prima o poi, no?”

“Cosa?” domandarono gli altri due staccandosi da Sasuke e rivolgendo gli occhi verso il loro vecchio Maestro

“La mia decapitazione è fissata per domani” disse secco Sasuke senza che un minimo di emozione trapelasse dalle sue parole.

“NO! Kakashi-sensei sei Hokage adesso, di sicuro puoi impedirlo, vero, vero?” la voce di Naruto iniziò la frase con un grido per finirla in una supplica

“Mi dispiace…io posso solo provarci…saranno gli anziani del consiglio a decidere…”

“NO!! Sappi che se ucciderete Sasuke, allora sono pronto a diventare nemico del villaggio!”

“Lo stesso dicasi per me “ aggiunse Sakura convinta.

“ahahahah” - la risata di Sasuke però li costrinse tutti a voltarsi verso di lui – “siete due idioti…avete davvero intenzione di fare lo stesso errore che ho fatto io dopo la morte di mio fratello?”

“Finitela e andatevene tutti, voglio stare da solo…non preoccupatevi non ho intenzione di scappare, ormai è finita.”

“Ma Sasuke…”

“Sasuke-kun…”

“Ho detto di andarvene!” e lo sguardo dell’ultimo Uchiha non lasciò spazio per altre parole.

Uscirono tutti…e con loro la felicità che fino a poco prima riempiva la stanza.

-----

La notte sopraggiunse e Sasuke sul suo letto non dormiva affatto. In fondo era abituato a passare le notti in bianco e in tutti quegli anni non aveva poi mai dormito veramente. Era un ninja e per di più un ricercato, era normale per lui passare le notti riposandosi senza dormire realmente. Ma quella notte nemmeno un minimo di riposo gli era concesso.

L’indomani sarebbe morto. Aveva paura? No, per nulla…un ninja non deve temere la morte, e poi, chissà, forse avrebbe finalmente incontrato nuovamente Itachi, sua padre, sua madre e tutto il suo clan perduto…eppure la sua mente in quel momento non andava ai suoi ricordi familiari, ma bensì a tutte quelle stupide missioni di infimo livello che aveva dovuto affrontare dopo la sua promozione a ninja. Perfino la cattura di Tora, ora riusciva a strappare un sorriso a quel volto imperturbabile. Quanta serietà per la semplice cattura di un gatto. Per non parlare di quando quell’idiota di Naruto propose di scoprire cosa nascondesse Kakashi sotto la maschera. A pensarci ora quelle stupidissime missioni erano state divertenti. Si, in fondo con loro era stato bene. I suoi primi anni da ninja erano un bel ricordo, il più bello che potesse avere insieme a quelli ancora più lontani riguardanti suo fratello. Con la squadra 7 aveva ritrovato una famiglia, l’aveva abbandonata per inseguire una vendetta che non sarebbe dovuta esistere e ora che finalmente aveva capito il suo sbaglio, avrebbe dovuto perderla di nuovo…ma che importava…era la giusta punizione e Sasuke lo sapeva.

Rumori provenienti dalla finestra lo distolsero dai ricordi, si alzò sul letto attivando lo sharingan ma non ci fu bisogno di passare all’attacco, Naruto e Sakura si fecero presto vedere entrando silenziosamente nella stanza.

“Che ci fate voi qui?” chiese mentre i suoi occhi tornavano al nero originale.

“Siamo venuti a prenderti, forza, scappiamo!”

“Cosa? Vi è dato di volta il cervello? Avete intenzione di tradire il villaggio facendo scappare un ricercato?”

“Ci puoi scommettere, visto che il ricercato in questione domani è atteso al patibolo.”

“Vi ho già detto che non ho intenzione di scappare…”

“E io da quando in qua do retta a quella che dici, eh?” rispose Naruto con un sorriso beffardo

“Forza Sasuke-kun, Andiamo! Abbiamo passato tutta la vita per riportarti indietro, ma se questo significa vederti morire, allora preferiamo scappare con te”

“Siete due stupidi”

“per essere amici tuoi per forza!” e dicendo questo Naruto prese il polso di Sasuke trascinandolo fuori dal letto “andremo a trovare Tazuna, sai aveva voglia di vederti quando è venuto qua ad aiutarci con la ricostruzione del villaggio. Lui non sa nulla quindi ci ospiterà volentieri senza sospettare niente.”

“Mi sbagliavo non siete stupidi siete anche pazzi, non capite che così diventerete anche voi dei traditori e non potrete più tornare indietro.”

“Infatti non ne abbiamo intenzione. Non vogliamo servire un villaggio che mette a morte gli amici dei suoi abitanti”

“Naruto, presto. Le guardie se ne accorgeranno”

“Andiamo!”

E Sasuke si vide spinto a forza fuori dalla finestra e costretto a seguire i due amici. Uscirono dal villaggio velocemente e stranamente nessuno sembrò inseguirli. Furono presto sulla via per il paese delle onde. Avevano previsto di passare la notte nel bosco nelle vicinanze della casa di Tazuna perché presentarsi da lui in piena notte avrebbe potuto accedere qualche dubbio sul perché della loro visita. Fortunatamente non erano più bambini e il tragitto sarebbe stato molto più veloce della prima volta che gli capitò di percorrerlo insieme.

Con pochi balzi sui rami arrivarono infatti allo spiazzo in cui subirono il loro primo attacco nemico sperimentando il loro primo combattimento tanto tempo fa. Tutti e tre se ne ricordarono. L’attacco di due chunin della nebbia, la paura che Sakura e Naruto provarono quella volta e la risolutezza e prontezza che invece Sasuke dimostrò in quella circostanza erano ricordi lontani nel tempo, ma ben fissi nella memoria dei tre ragazzi.

Altri balzi nei buio della notte per giungere al lago. Quello stesso lago dove affrontarono per la prima volta Zabusa.

I tre ninja scesero rapidi dagli alberi e, controllando il chakra sui piedi, procedettero camminando sulla superficie del lago. Camminavano uno dietro l’altro, lentamente per cercare di non far rumore muovendo l’acqua sotto di loro. Erano pur sempre in territorio estraneo e nonostante non ci dovessero essere ninja da quelle parti era meglio comunque essere prudenti, qualcuno avrebbe potuto essersi già accorto della loro fuga e aver mandato degli inseguitori.

“Ehi Sasuke, ti ricordi?” Naruto ruppe il silenzio ad un certo punto “quando abbiamo annullato la prigione d’acqua di Zabusa e salvato il maestro Kakashi? Che idea grandiosa che ho avuto quella volta eh.”

“Tsk! Sei stato fortunato che ho subito capito cosa avevi in mente. Se non ci fossi stato io non ce l’avresti mai fatta!”

“Ma sentitelo…modestia mai tu?”

“Quella volta siete stati grandiosi entrambi… mentre io come sempre non ho saputo fare nulla, come quella volta che mi hanno rapito…” si intromise Sakura ricordando un’altra missione che i tre avevano affrontato poco dopo quella del paese delle onde.

Naruto, in fondo alla fila, sentendo le parole dell’amica davanti a lui, saltò i due atterrando di fronte a Sasuke che camminava avanti a tutti.

“Non è vero Sakura-chan, tu ci hai sempre sostenuto, vero Sasuke?”

“Già” rispose Sasuke voltandosi verso la ragazza “se non ci fossi stata tu saremmo morti nella foresta durante l’esame per la selezione dei chunin”

“Giusto, giusto – confermò Naruto - quella volta ci hai davvero salvato!”

Sakura sorrise. Ricordi di quella battaglia dura e dolorosa ora le scaldavano il cuore perché ogni ricordo con quei due ragazzi, anche il più triste si era trasformato, per lei, in dolci memorie da conservare gelosamente.

Attraversarono così il lago e si gettarono nuovamente nella foresta per raggiungere la loro meta. Più proseguivano nel loro cammino più i ricordi di giorni lontani andavano ad affollare le loro menti. Se non fosse che stavano scappando da morte certa, quel viaggio sarebbe anche stato piacevole..di nuovo insieme dopo tanto, troppo tempo.

Arrivati alla fine della foresta, Naruto ora davanti al gruppo si bloccò di colpo, girandosi raggiante vero i due amici che con qualche balzo lo raggiunsero.

“Ehi guardate! Il ponte il ponte!” esclamò euforico.

Davanti a loro il grande ponte Naruto faceva bella vista di sé con la sua imponenza. Era una costruzione massiccia e robusta vista la sua funzione di collegamento, ma ciò che Naruto trovò eccitante era vedere il suo nome sulla grande insegna che campeggiava all’imbocco del ponte sopra le loro teste.

“Avete visto! C’è il mio nome! Troppo forte”

“è vero! Pazzesco. Lo hanno davvero chiamato come te. Hai visto Sasuke-kun?”

“Non è la prima volta che lo vedo” rispose lui incamminandosi sul lungo percorso legnoso.

“Eh? Davvero, eri già venuto qui?” domandò Naruto raggiungendolo.

“Si, Suigetsu voleva la spada di Zabusa”

“Ah…”

Male…faceva male sentire quelle labbra pronunciare un nome a loro sconosciuto. Quanto poco sapevano della vita che Sasuke aveva vissuto in quegli anni? Un buco nero profondo, un abisso in cui Sasuke era caduto, anzi in cui si era volontariamente gettato, rifiutando qualsiasi corda per la risalita. Un buio così profondo che gli aveva impedito di vedere la verità che circondava suo fratello, che gli aveva impedito di vedere la piccola luce con cui la squadra 7 aveva tentato di portarlo verso una felicità che Sasuke anelava senza nemmeno comprenderne la ragione. Poi Itachi era morto e con la sua scomparsa la verità venne a galla, ma ormai il giovane Uchiha era stato troppo tempo nell'oscurità, trasformando anche l'affetto per il fratello in combustibile per il suo odio, fino a che non arrivò la battaglia finale. Naruto e Sakura non sapevano cosa avesse portato Sasuke a tornare, ma erano felici entrambi di poter nuovamente camminare fianco a fianco a lui.

Proseguirono a passi lenti, le nebbia era fitta e difficilmente potevano essere visti se si fossero mossi silenziosamente.

Ad un certo punto Naruto si fermò di colpo e si chinò guardando con attenzione le tavole di legno.

“Era qui” disse ad un certo punto.

Sakura e Sasuke lo guardarono senza capire.

“Vedete, ci sono ancora i segni degli spiedi di Haku”

Ora tutto fu chiaro anche agli altri due. Naruto, nonostante la nebbia, aveva ritrovato con precisione il punto in cui lui e Sasuke erano stati intrappolati dentro gli specchi di ghiaccio di Haku.

“Forza Naruto andiamo” si affrettò a dire Sasuke prendendolo per un braccio prima che si finisse a ricordare…

“Mi hai salvato un'altra volta allo stesso modo”

…quello!

“è stato un caso, non è colpa mia se ti metti sempre nei guai”

“Grazie…- la voce di Naruto era diventata quasi un sussurro ma Sasuke lo sentì – non avevo mai avuto modo di dirtelo, quindi te lo dico adesso: Grazie per avermi salvato …entrambe le volte”

“Prego Usuratonkachi”

“Eh? Che hai detto? Guarda che io ero dannatamente serio sai!”

“Anch’io, quella volta sei stato un grandissimo cretino. Se invece di arrivare facendo quella buffonata avessi optato per un attacco a sorpresa e fossi rimasto fuori dagli specchi avremmo sconfitto quel moccioso molto più facilmente.”

“Ehi, come ti permetti, maledetto, io ero venuto ad aiutarti, sai. Non mi pareva che te la stessi cavando un granché bene”

“Che hai detto?”

“ahahaha” la risata di Sakura distolse i due ragazzi dalla litigata che si stava accendendo.

“Sentirvi litigare….Sembra di essere tornati ai vecchi tempi”

“Tsk” Sasuke non commentò oltre, riprendendo a camminare verso la fine del ponte, tentando di nascondere un sorriso in un broncio malriuscito.

Naruto invece non nascose nulla…anche a lui in fondo quella sciocca litigata sapeva molto di nostalgia.

Ripresero a camminare e pochi metri dopo arrivarono al limitare del villaggio dove viveva Tazuna. Ma come da programma proseguirono oltre senza farsi notare da nessuno fino ad arrivare al bosco nelle vicinanze. Qui avrebbero trovato rifugio per la notte.

Qualche passo all’interno della foresta e Sasuke si fermò saltando su un albero li vicino. Si accucciò su un ramo controllando la corteccia del tronco. Come previsto ricordava bene, quella era proprio l’albero su cui aveva fatto l’allenamento per il controllo del chakra. Sul tronco dell’albero erano ancora ben visibili le incisioni fatte con il kunai per indicare il punto di arrivo della scalata. Al ragazzo scappò un mezzo sorriso mentre toccava con la mano quelle incisioni. Naruto se ne accorse e capì subito dove si trovarono e imitando il compagno saltò sull’albero a fianco trovandoci come previsto altre incisioni del tutto simili a quelle che Sasuke stava guardando dall’altra parte. Si erano allenati insieme in quel luogo… era stata la prima e unica volta.

Sakura li guardò dal basso mentre i due con pochi balzi raggiunsero la cima dei rispettivi alberi.

Due ombre sulla cima di un albero, la più classica delle immagini per un ninja. Sakura li raggiunse fermandosi poco più sotto di Naruto.

"Ti ricordi Sakura-chan? - fece lui - "quando siamo tornati stremati la notte prima del combattimento contro Zabusa?"

"Certo- rispose lei alzando gli occhi - e mi ricordo anche delle sere prima che tornavate distrutti e facevate a gara a chi mangiava di più...peccato che finivate sempre per vomitare come due stupidi"

"Ahahah hai ragione..." rise Naruto ricordando anch'egli.

"Avevamo bisogno di mangiare..." commentò Sasuke continuando a guardare l'ambiente che li circondava.

Erano parecchio in alto e a quell'altezza anche la nebbia era molto rada permettendo ai loro occhi allenati di riuscire a vedere la foresta sotto di loro. Le punte dei pini sbucavano dalla nebbia più fitta che copriva le cime degli alberi più bassi e la luce della luna illuminava i volti e dei tre amici.

"Eravamo arrivati fin quassù, prima di tornare a casa, ora che sono di nuovo qui mi sembra ieri..."

"C'è perfino la stessa identica enorme falce di luna"

"è bella ..." il commento spiazzò entrambi i ninja che si voltarono vero la ragazza.

"La luna...è bella" specificò Sakura guardando le figure dei due giovani in controluce con la luna alle spalle. E non solo lei...pensò silenziosamente.

Rimasero su quegli alberi, tutti e tre persi nei ricordi che quel viaggio stava man mano facendo tornare a galla. Finché la stanchezza non decise di prendere il sopravvento costringendo i tre a trovare un riparo per la notte.
Poco lontano fortunatamente trovarono una piccola caverna scavata in un costone di roccia. Controllarono che nessun animale selvaggio la avesse già reclamato come tana e decisero di sistemarsi al suo interno.

"Voi dormite, farò io la guardia...ho dormito fin troppo di questi tempi" disse Sasuke andando a sedersi all'entrata della grotta.

"D'accordo" annuì Naruto con un mezzo sbadiglio mentre si sistemava una coperta sul corpo presto imitato da Sakura

"Buonanotte Sasuke-kun!"

"'notte"

Si addormentarono presto...domani sarebbe stata la prima alba da fuggitivi...

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Il giorno si palesò facendosi spazio tra i rami, perfino la nebbia non riuscì a fermare il fascio di luce che entrò nella caverna andando ad illuminare il volto di Sakura fino a svegliarla con delicatezza.
Aprì gli occhi notando subito Naruto sdraiato poco distante da lei, ancora profondamente addormentato. Si voltò verso l'entrata della grotta aspettandosi di vedere Sasuke ancora sveglio, ma fu smentita. Non c'era nessuno. Sakura si alzò avvicinandosi all'uscita domandandosi perché la luce fosse così intensa. La risposta le si presentò presto. Il sole fuori era alto nel cielo, segno che era mezzogiorno passato. Com'era possibile che avessero dormito così a lungo e dov'era Sasuke?

"Sas..." non riuscì a terminare di pronunciare il nome che i suoi occhi notarono un kunai conficcato nella roccia che teneva fermo un foglio di carta con un messaggio scrittovi sopra.

La ragazza staccò il kunai e preso in mano il foglio lesse il contenuto...

"NARUTO!"

L'urlo svegliò il ragazzo all'istante, alzandosi in piedi pronto all'azione, ma davanti agl'occhi non gli si presentò nessun nemico, bensì un foglio di carta con un messaggio che mai avrebbe voluto leggere:

Un ninja non deve fuggire da una giusta punizione. Non preoccupatevi, io sono contento così. Ho potuto passare un giorno con voi come ai vecchi tempi e ora potrò finalmente rivedere anche mio fratello. Come ultimo desiderio farò in modo che la vostra fuga non venga considerata un tradimento, quindi potrete tornare al villaggio. Addio.

Naruto accartocciò il foglio tra le mani e senza dire una parola si lanciò fuori dalla caverna seguito da Sakura. Non c'era bisogno di parole, entrambi avevano capito cosa fosse successo. Sasuke li aveva addormentati con una qualche tecnica di illusione e aveva deciso di tornare ad affrontare il suo destino di morte.

Non lo avrebbero permesso. Mai.

Arrivarono al villaggio a tempo di record, grondanti di sudore e fatica ma nonostante questo si diressero come due fulmini verso la stanza dell'Hokage entrando senza bussare.

"Kakashi-sensei! Sasuke ..."

Kakashi era rivolto verso la finestra, all'entrata dei suoi allievi si voltò lentamente. Il suo sguardo svelava già ogni risposta alle domande dei due giovani ninja.

"Sasuke-kun..." la voce di Sakura fu più un mormorio che una parola.

"é finita" disse l'Hogake tornando a guardare verso la finestra.

Sakura si impietrì sul posto mentre Naruto scattò avanti saltando sulla scrivania lanciandosi verso Kakashi e prendendolo per il lungo mantello simbolo dell'Hokage.

"Che significa è finita? Non accetto una cosa del genere! Perché non hai fatto nulla..perché ?"

Kakashi non reagì, lasciò che il suo allievo si sfogasse come voleva. Non avrebbe reagito nemmeno se lo avesse picchiato. Aveva previsto che Naruto non l'avrebbe accettato facilmente. Fu Sakura però ad intervenire. Le sue parole furono più forti di qualsiasi braccio nel fermare Naruto.

"Basta Naruto...in..in fondo..è giusto così..lo sapevamo che sarebbe finita così. Il mondo dei ninja non è un mondo tenero...lo sapevamo..."

Il ragazzo lasciò la presa sul mantello di Kakashi, e abbassò la testa ricordando le parole che il Raigake gli disse mesi fa quando si inchinò chiedendo il perdono per Sasuke.

"Abbassare la testa per un criminale, chiedere pietà per la salvezza dei compagni. Nel mondo dei ninja tutto ciò non si chiama amicizia. Moccioso di Konoha, rifletti bene su ciò che devi fare. Il mondo dei ninja non è tenero con chi continua a fare l’idiota.”

Sbattè un pugno contro la scrivania lasciando un segno ben visibile, poi si alzò e uscì chiudendo piano la porta alle sue spalle. Tutto ciò con il pianto di Sakura che tormentava le sue orecchie.

La ragazza si asciugò le lacrime decisa a seguire Naruto.

"Cercherò di calmarlo" disse avvicinandosi alla porta per uscire.

"Sakura " - la voce di Kakashi la fermò con la mano sulla maniglia - "quando lo avrai calmato venite tutti e due al centro di addestramento vicino alla lapide degli eroi"

"D'accordo" rispose e uscì.

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Il centro di addestramento vicino alla lapide degli eroi...perché proprio li, dove loro tre erano diventati ninja?

Naruto si era calmato solo superficialmente e se ne stava seduto davanti ai tre tronchi tagliati dove tanto tempo fa ricordava di essere stato legato per punizione. Sia Sasuke che Sakura quella volta avevano diviso il loro cibo con lui. Era stato il loro primo lavoro di squadra. Solo quei ricordi sembravano riuscire a calmare Naruto molto più di qualsiasi parola. Anche Sakura in piedi vicino a lui stava pensando a quegli stessi istanti. Per anni entrambi avevano vissuto tramite quei ricordi con la speranza che prima o poi se ne sarebbero aggiunti di nuovi, ma ora anche la speranza gli era stata negata. Sparita per sempre.

Kakashi comparì poco dopo davanti a loro proprio sopra il tronco centrale. Era vestito con la divisa da jonin, niente mantello e cappello da Hogake. Un semplice jonin con il suo inseparabile libro in mano. Frugò nella tasca e ne tirò fuori due campanelli. Naruto non riuscì a trattenersi a quella vista. Si alzò in piedi di scatto.

"Che intenzioni hai? - urlò fregandosene del rispetto che doveva al suo ex maestro e attuale Hokage - "non ho nessuna intenzione di giocare a quello stupido gioco"

"Hokage-sama " - aggiunse Sakura con tono gelido - "mi pare uno scherzo di cattivo gusto. Non intendo partecipare ad una simile messinscena "

"Non volete? Beh allora vorrà dire che prenderò io entrambi i campanelli"

La voce arrivò da dietro le loro teste. Entrambi si voltarono credendo di esser preda di un'illusione. Davanti a loro, seduto sulla lapide degli eroi Sasuke li guardava divertito, quasi con un sorriso di scherno su quel volto appoggiato su una mano.

"Sa..."

"Sasuke...kun?"

"Che triste...due allievi che non si fidano più del loro maestro. Ve l'avevo detto che avrei fatto di tutto per evitare la decapitazione, no? Pensavate davvero che fosse così semplice sfuggire alla squadra ANBU? Sapevo che avreste fatto scappare Sasuke e quindi avevo posto un compromesso agli anziani: se Sasuke fosse tornato per affrontare la sua decapitazione allora avrebbe potuto ottenere la grazia"

La voce di Kakashi era come suono ovattato alle orecchie dei due ninja. Tutti i loro sensi erano concentrati nella vista che avevano di fronte agl'occhi.

"Non fate quelle facce - sbuffò Sasuke guardando i suoi due compagni di squadra - "non è un'illusione" - chiarificò - "Semplicemente il villaggio non è più marcio come una volta."

"E la prova sta scritta qui" concluse colpendo leggermente con il piede la pietra della lapide su cui era ancora seduto.

I due ragazzi sembrarono svegliarsi dall'incanto e si avvicinarono alla pietra per capire cosa intendesse Sasuke con quelle sue ultime parole. E mentre Naruto e Sakura si accucciarono davanti alla lapide per leggere, l'ultimo Uchiha saltò dalla roccia scavalcando i due amici e atterrando davanti a Kakashi.

Sulla lapide degli eroi due nuove parole erano appena state incise:

Itachi Uchiha

Il nome del suo tanto amato fratello era stato riscattato portando Sasuke a ritrovare fiducia in quel villaggio che aveva abbandonato.

"Bene, e ora direi che è il momento di prendere quei campanelli, che ne dite?"

Si voltarono con il più sincero e enorme sorriso che Kakashi avesse mai visto sul volto dei suoi due allievi.

"Andiamo Sakura, Naruto!" la voce di Sasuke li incitò ancora una volta

"Si" risposero alzandosi in piedi. E la sfida iniziò.


  
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