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Autore: Rima_    08/02/2011    6 recensioni
Dopo i M.A.G.O. Marcus Flint, capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde va a dire addio al Campo da Quidditch, ma perso nei suoi pensieri non si accorge che Oliver Baston gli si è avvicinato.
"Quella sarebbe stata la sua ultima notte a Hogwarts, pensava, e probabilmente anche l’ultima in cui avrebbe visto così da vicino il campo da Quidditch. Dall’indomani sarebbe stato ufficialmente diplomato e ufficialmente disoccupato, obbligato da suo padre a trovare lavoro al ministero e da sua madre a trovare una brava ragazza Purosangue di rispettabile famiglia con cui sposarsi e dare degli eredi maschi alla famiglia Flint"
[Baston/Flint]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Zanzanzan! Eccomi tornata con una nuova fic. Non ve l’aspettavate vero? Eh, lo immaginavo. u.u 

Ad ogni modo sta di fatto che mentre ascoltavo “All my loving” dei Beatles mi è venuta in mente questa cosa qui che vi accingete a leggere e dunque dopo averla corretta e riveduta millemila volte e dopo varie peripezie alla ricerca di una beta che però poi mi ha abbandonato… ve la propongo lo stesso u.u

Adesso basta blateramenti insensati che l’ho introdotta fin troppo questa storia.

Buona lettura.

Rima

Ah dimenticavo, come al solito: “i personaggi non sono miei ma di mamma Row, niente è stato scritto a scopo di lucro, eccetera.”

 

 

 

 

 

Tomorrow I’ll miss you.

 

Close your eyes and I’ll kiss you
Tomorrow I’ll miss you

(All my loving – The Beatles)

 

 

 

 

Il campo da Quidditch illuminato dalla luna sembrava deserto e poteva benissimo dirsi tale se non fosse stato per la solitaria presenza, su uno degli spalti più vicini a bordo-campo, di un ragazzo che osservava malinconico lo spiazzo di prato da cui si innalzavano i sostegni per tre anelli del portiere.

Quella sarebbe stata la sua ultima notte a Hogwarts, pensava, e probabilmente anche l’ultima in cui avrebbe visto così da vicino il campo da Quidditch.
Dall’indomani sarebbe stato ufficialmente diplomato e ufficialmente disoccupato, obbligato da suo padre a trovare lavoro al ministero e da sua madre a trovare una brava ragazza Purosangue di rispettabile famiglia con cui sposarsi e dare degli eredi maschi alla famiglia Flint.

Marcus Flint sapeva però che l’una e l’altra cosa erano altamente improbabili che si verificassero.
La prima perché, con i suoi voti scarsi, al massimo poteva sperare di lavorare come assistente di Weasley senior all’ufficio di Regolamentazione per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani - come del resto gli ricordava sempre suo padre.-

La seconda in quanto non era propriamente un Adone: certo, un carattere amabile, assieme al suo cospicuo patrimonio, sarebbe bastato a supplire a questa mancanza. Tuttavia Marcus Flint, benché di ricchezze ne avesse a sufficienza, non era stato dotato da Madre Natura neanche di quella spontanea affabilità nei modi che sarebbe magari bastata a raccomandarlo al cuore di una fanciulla.

Marcus sapeva, e fin troppo bene, di non essere né bello, né cordiale né tantomeno intelligente, ma non se ne curava: c’era un luogo, e lui lo sapeva bene, dove tutto questo non contava e quel luogo era proprio quello che gli sarebbe mancato di più di quella scuola.
Lì, sul campo da Quidditch, l’ormai ex-capitano Flint poteva scordarsi di essere “un troll con i denti storti” ed essere semplicemente ciò che meglio gli riusciva: un ottimo Cacciatore.
Eccome se lo era. Non aveva mai avuto problemi a dimostrare di essere il migliore almeno in quel campo, almeno finchè non era arrivato quello stupido Grifondoro pompato, convinto di essere una divinità del Quidditch solo perché era riuscito a entrare in squadra già al suo secondo anno e già come Portiere titolare.

Quell’Oliver Baston gli aveva dato un sacco di filo da torcere parando i suoi colpi migliori sul campo e ricordandoglielo in continuazione nei corridoi, in aula… insomma ovunque.
Dannato Baston! Non era ma riuscito a fargliela pagare nei sei anni in cui  era stato membro della squadra di Serpeverde: in qualche modo quell’idiota Grifondoro era sempre riuscito a essere un passo avanti a lui.

Perfino quando era stato nominato capitano della squadra lo era stato nominato in contemporanea con “Quello”.

E ora, dopo aver finalmente superato i M.A.G.O., doveva lasciare la scuola senza essere riuscito per una volta a spuntarla su Baston.

Non solo, pure nell’andarsene Quello era riuscito a superarlo ancora una volta nel suo ambiente naturale: ecco che mentre lui doveva accontentarsi di un posto qualunque al ministero, Oliver Baston, come ormai da mesi amava sbandierare ai quattro venti, avrebbe giocato nel Puddlemere United.

Si può certo dire che Marcus Flint aveva detestato con ogni fibra del suo essere Oliver Baston; forse anche solo perché l’altro era riuscito in tutto ciò lui stesso aveva fallito e soprattutto era tutto ciò che lui non sarebbe mai stato: intelligente e… bello.
Non si poteva di sicuro negare che Baston fosse un bel ragazzo; senza contare che aveva un certo modo di fare che lo rendeva ancora più affascinate, soprattutto quando parlava di Quidditch.
Sarebbe potuto stare per ore ad ascoltarlo parlare, fingendo naturalmente di fare altro o di cercare di spiare le loro tattiche, e più di una volta, grazie a quest’ultima scusa, se l’era cavata, dopo essere stato beccato a origliare i suoi discorsi.

E pur essendosi ripromesso di detestarlo, aveva finito con il provare verso la sua più naturale nemesi un sentimento controverso che lui stesso non si sapeva spiegare e su cui non osava chiedere consiglio ad altri.

Stava per l’appunto cercando di chiarirsi un po’ le idee quando una voce fin troppo conosciuta sentita alle sue spalle lo fece girare di colpo: l’oggetto dei suoi pensieri era esattamente dietro di lui e chissà da quanto.
Marcus Flint sperò soltanto di non aver espresso qualcosa ad alta voce.

- Sei venuto anche tu a salutarlo? -

Il Serpeverde fissò Oliver Baston con un’aria meravigliata che lo faceva sembrare estremamente stupido, ma il Grifondoro sembrò non farci caso, troppo intento a scrutare il Campo.

- Beh, io si. - Proseguì, - anche se sembra una cosa stupida da fare. Insomma… ho vissuto i più bei momenti della mia vita a Hogwarts su questo Campo. Credo proprio che mi mancherà. -

Marcus Flint alzò un sopracciglio sempre più sorpreso: stavano parlando per la prima volta in modo civile?!

Baston si voltò verso il Serpeverde come se si aspettasse che dicesse qualcosa anche lui, mettendolo decisamente in imbarazzo.

- S-si. Credo che mancherà anche a me. Anche se naturalmente non dovrai sentire troppo la mancanza di volare… -

Il Grifondoro, che di certo non si aspettava l’ennesima frecciatina, rimase in silenzio per qualche minuto squadrando il campo:

- Sai, - disse poi - non sono davvero entrato nel Puddlemere United; mi hanno provinato, è vero, ma non so se mi prenderanno in squadra. -

Flint sgranò gli occhi e poi storse la bocca in un ghigno:

- A quanto pare neanche l’infallibile Baston può tutto.-

Baston ghignò a sua volta:

- Ho detto che non so se mi prenderanno? Scusa, Flint, mi sono confuso. Sono sicuro che mi prenderanno. Non sono mica te.-

A questa uscita il Serpeverde montò su tutte le furie e senza degnare di un’ulteriore risposta il Grifondoro gli girò le spalle e si avviò per il cancello, lasciando l’altro sugli spalti con un’espressione indecifrabile.

Era quasi arrivato alla capanna del guardiacaccia quando dei passi dietro di lui, che per altro riconobbe subito, lo convinsero ad accelerare.

- Aspetta, Flint. – Baston lo afferrò il braccio facendolo girare verso di sé e quasi andare a sbattere l’uno contro l’altro.

- Cosa vuoi, Baston? - replicò l’altro guardandolo negli occhi.

- Ecco… Io… Mi dispiace, ecco tutto. -

- È tutto? - Flint fece per andarsene, ma Baston lo fermò di nuovo

- No. –

E poi fece quello che mai Marcus si sarebbe aspettato: gli prese il viso tra le mani e posò le labbra sulle sue in un gesto un po’ timido e impacciato, quasi si aspettasse di essere respinto.

Marcus Flint rimase pietrificato sul posto indeciso sul da farsi e convinto che fosse solo l’ennesimo modo del Grifondoro per prendersi gioco di lui.

Pensando che il suo agire fosse sgradito all’altro Oliver Baston sciolse quel contatto e con aria quasi ferita riprese a camminare verso il castello senza proferire verbo.

Ripresosi dal momentaneo turbamento Marcus lo rincorse e piantandoglisi davanti lo fermò:

- Perché l’hai fatto? -

- Non pretendo che tu lo capisca… -

L’espressione del Serpeverde virò velocemente da uno stato di assoluta confusione a uno di totale collera.

- Allora stammi bene a sentire stupido… Grifondoro - sputò l’ultima parola come se fosse il peggiore insulto possibile - non puoi prenderti gioco di me in questa maniera. Non brillerò certo per acume e intelligenza però di essere trattato così non mi va. Non da te, almeno. -

Baston lo guardò basito, senza capire.

-Sto dicendo, Signor Testa di Pluffa, che se è solo l’ennesimo modo per prenderti gioco di me o una nuova trovata per confondermi le idee per poi riderci su con i tuoi amichetti, non è divertente. -

In quel momento che nella mente del Grifondoro vi fu un’improvvisa illuminazione: capì nell’arco di un secondo o poco più a cosa davvero si stesse riferendo l’altro, e si mise a ridere.
Non una di quelle risate da mal di pancia o da lacrime, semplicemente la risata sollevata di chi finalmente ha capito qualcosa che non riusciva a spiegarsi.

- Lo trovi così spassoso, Baston?-

- Perdonami Flint ma c’è stato un malinteso, a quanto pare. -

Fu di nuovo il turno di Marcus di rimanere stupito.

- Chiudi gli occhi… -

La voce del Grifondoro si fece più suadente mentre si avvicinava al Serpeverde, sempre più perplesso.

Baston era talmente vicino che avrebbe tranquillamente potuto contragli le lentiggini sul naso se l’altro le avesse avute e se, naturalmente, fosse stato giorno.

Così vicino che sarebbe bastato niente per far sfiorare le loro labbra di nuovo.
E poi Baston, di nuovo, annullò la distanza tra loro e prendendogli il viso tra le mani, fece incontrare le loro bocche in un bacio che sapeva di molte cose non dette.

Quando si staccarono per riprendere fiato il Grifondoro guardò l’altro negli occhi e gli sussurrò un impercettibile “domani mi mancherai”.

Il Serpeverde in risposta si limitò a far congiungere di nuovo le loro labbra come se volesse dire all’altro “mi mancherai anche tu”.




 

 

 

Piccolo angolino buio dell’Autrice:

Ordunque (?) questo delirio di onnipotenza notturno (ebbene l’ho scritta di notte XD) si è concluso senza troppi morti né feriti. u.u

Anyway, avevo in mente un paio di precisazioni:

- Sono perfettamente consapevole che lo stile in alcuni punti (soprattutto all’inizio) è un po’ pedante, ma sono gli effetti collaterali del leggere la Austen in contemporanea alla stesura della storia. Ad ogni modo non ho intenzione di correggermi perché in fondo mi piace così. u.u

- Sono fermamente convinta che nessun mago Purosangue, per di più Serpeverde, tenga in grande considerazione il lavoro di Arthur Weasley (ricordo a questo proposito Lucius che lo prendeva per il culo bellamente u.u) e quindi ecco spiegato il motivo per cui ho pensato di inserire quello come lavoro da quattro soldi al Ministero u.u

- Ho scritto deliberatamente la parola Campo con la C maiuscola, questo perché penso che per dei giocatori il Campo sia una cosa importante, tanto da personificarlo quasi.

- Non mi ricordo più XD però trovo la fine un po’ mielosa… non mi convince molto XD

A questo punto non posso fare altro che attendere le vostre recensioni *-* e mi defilo a studiare

R.







Storia che ha partecipato al contest "I personaggi dimenticati" di Ale HP

Tomorrow I’ll miss you di Rima_

Grammatica: 8/10 
Stile: 8/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione: 15/15 
Uso del Prompt: 1,5/5 
Gradimento personale: 10/15
Punti Bonus: 6/15
Totale: 58,5/80


Iniziamo, la grammatica non era perfetta: usi in modo spropositato i due punti, spesso anche più di due volte in una sola frase, ti consiglierei di usare anche punti e virgole. 
Lo stile, proprio per questi “Due punti” non era molto scorrevole, in più i periodi erano lunghissimi, il che rende tutto molto più pesante; sarebbe perfetto alternare un periodo lungo ad uno breve, ti assicuro che diventerà molto scorrevole. 
In ogni modo era originale, originale al massimo. Marcus innamorato di Oliver non lo sarei mai riuscita ad immaginare. Il prompt non l’ho visto quasi. Era presente solo al primo rigo, poi basta.
Non mi è piaciuta particolarmente, ma questi sono solo gusti, è ovvio, devo dire che Marcus innamorato di Oliver e viceversa non è proprio IC, e io sono una che cerca sempre di rispettare l’IC.

   
 
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