Zanzanzan! Eccomi
tornata con una nuova fic. Non ve l’aspettavate vero? Eh, lo
immaginavo.
u.u
Ad
ogni modo sta di fatto che mentre ascoltavo “All
my loving” dei Beatles mi è
venuta in mente questa cosa
qui che vi accingete a leggere e dunque dopo averla corretta e
riveduta
millemila volte e dopo varie peripezie alla ricerca di una beta che
però poi mi
ha abbandonato… ve la propongo lo stesso u.u
Adesso
basta blateramenti insensati che l’ho introdotta fin troppo
questa storia.
Buona
lettura.
Rima
Ah
dimenticavo, come al solito: “i
personaggi non sono miei ma di mamma Row, niente è stato
scritto a scopo di
lucro, eccetera.”
Tomorrow
I’ll miss you.
“Close your
eyes and I’ll kiss you
Tomorrow I’ll miss you”
(All
my loving – The Beatles)
Il
campo da Quidditch illuminato dalla luna sembrava deserto e poteva
benissimo
dirsi tale se non fosse stato per la solitaria presenza, su uno degli
spalti
più vicini a bordo-campo, di un ragazzo che osservava
malinconico lo spiazzo di
prato da cui si innalzavano i sostegni per tre anelli del portiere.
Quella
sarebbe stata la sua ultima notte a Hogwarts, pensava, e probabilmente
anche
l’ultima in cui avrebbe visto così da vicino il
campo da Quidditch.
Dall’indomani
sarebbe stato ufficialmente diplomato e ufficialmente disoccupato,
obbligato da
suo padre a trovare lavoro al ministero e da sua madre a trovare una
brava
ragazza Purosangue di rispettabile famiglia con cui sposarsi e dare
degli eredi
maschi alla famiglia Flint.
Marcus
Flint sapeva però che l’una e l’altra
cosa erano altamente improbabili che si
verificassero.
La prima perché, con i suoi voti scarsi, al massimo poteva
sperare di lavorare
come assistente di Weasley senior all’ufficio di
Regolamentazione per l’Uso
Improprio dei Manufatti dei Babbani - come del resto gli ricordava
sempre suo
padre.-
La
seconda in quanto non era propriamente un Adone: certo, un carattere
amabile,
assieme al suo cospicuo patrimonio, sarebbe bastato a supplire a questa
mancanza. Tuttavia Marcus Flint, benché di ricchezze ne
avesse a sufficienza,
non era stato dotato da Madre Natura neanche di quella spontanea
affabilità nei
modi che sarebbe magari bastata a raccomandarlo al cuore di una
fanciulla.
Marcus
sapeva, e fin troppo bene, di non essere né bello,
né cordiale né tantomeno
intelligente, ma non se ne curava: c’era un luogo, e lui lo
sapeva bene, dove
tutto questo non contava e quel luogo era proprio quello che gli
sarebbe
mancato di più di quella scuola.
Lì,
sul campo da Quidditch, l’ormai ex-capitano Flint poteva
scordarsi di essere “un troll con i
denti storti” ed essere
semplicemente ciò che meglio gli riusciva: un ottimo
Cacciatore.
Eccome se lo era. Non aveva mai avuto problemi a dimostrare di essere
il
migliore almeno in quel campo, almeno finchè non era
arrivato quello stupido
Grifondoro pompato, convinto di essere una divinità del
Quidditch solo perché
era riuscito a entrare in squadra già al suo secondo anno e
già come Portiere
titolare.
Quell’Oliver
Baston gli aveva dato un sacco di filo da torcere parando i suoi colpi
migliori
sul campo e ricordandoglielo in continuazione nei corridoi, in
aula… insomma
ovunque.
Dannato
Baston!
Non era ma
riuscito a fargliela pagare nei sei anni in cui era
stato membro
della squadra di Serpeverde: in qualche modo quell’idiota
Grifondoro era sempre
riuscito a essere un passo avanti a lui.
Perfino
quando era stato nominato capitano della squadra lo era stato nominato
in
contemporanea con “Quello”.
E
ora, dopo aver finalmente superato i M.A.G.O., doveva lasciare la
scuola senza
essere riuscito per una volta a spuntarla su Baston.
Non
solo, pure nell’andarsene Quello era
riuscito a superarlo ancora una volta nel suo ambiente naturale: ecco
che
mentre lui doveva accontentarsi di un posto qualunque al ministero,
Oliver
Baston, come ormai da mesi amava sbandierare ai quattro venti, avrebbe
giocato
nel Puddlemere United.
Si
può certo dire che Marcus Flint aveva detestato con ogni
fibra del suo essere
Oliver Baston; forse anche solo perché l’altro era
riuscito in tutto ciò lui
stesso aveva fallito e soprattutto era tutto ciò che lui non
sarebbe mai stato:
intelligente e… bello.
Non
si poteva di sicuro negare che Baston fosse un bel ragazzo; senza
contare che
aveva un certo modo di fare che lo rendeva ancora più
affascinate, soprattutto
quando parlava di Quidditch.
Sarebbe
potuto stare per ore ad ascoltarlo parlare, fingendo naturalmente di
fare altro
o di cercare di spiare le loro tattiche, e più di una volta,
grazie a
quest’ultima scusa, se l’era cavata, dopo essere
stato beccato a origliare i
suoi discorsi.
E
pur essendosi ripromesso di detestarlo, aveva finito con il provare
verso la sua
più naturale nemesi un sentimento controverso che lui stesso
non si sapeva
spiegare e su cui non osava chiedere consiglio ad altri.
Stava
per l’appunto cercando di chiarirsi un po’ le idee
quando una voce fin troppo
conosciuta sentita alle sue spalle lo fece girare di colpo:
l’oggetto dei suoi
pensieri era esattamente dietro di lui e chissà da quanto.
Marcus
Flint sperò soltanto di non aver espresso qualcosa ad alta
voce.
-
Sei venuto anche tu a salutarlo? -
Il
Serpeverde fissò Oliver Baston con un’aria
meravigliata che lo faceva sembrare
estremamente stupido, ma il Grifondoro sembrò non farci
caso, troppo intento a
scrutare il Campo.
- Beh,
io si. - Proseguì, - anche se sembra una cosa stupida da
fare. Insomma… ho
vissuto i più bei momenti della mia vita a Hogwarts su
questo Campo. Credo
proprio che mi mancherà. -
Marcus
Flint alzò un sopracciglio sempre più sorpreso:
stavano parlando per la prima
volta in modo civile?!
Baston
si voltò verso il Serpeverde come se si aspettasse che
dicesse qualcosa anche
lui, mettendolo decisamente in imbarazzo.
-
S-si. Credo che mancherà anche a me. Anche se naturalmente
non dovrai sentire
troppo la mancanza di volare… -
Il
Grifondoro, che di certo non si aspettava l’ennesima
frecciatina, rimase in
silenzio per qualche minuto squadrando il campo:
-
Sai, - disse poi - non sono davvero entrato nel Puddlemere United; mi
hanno
provinato, è vero, ma non so se mi prenderanno in squadra. -
Flint
sgranò gli occhi e poi storse la bocca in un ghigno:
-
A quanto pare neanche l’infallibile Baston può
tutto.-
Baston
ghignò a sua volta:
-
Ho detto che non so se mi prenderanno? Scusa, Flint, mi sono confuso.
Sono
sicuro che mi prenderanno. Non sono mica te.-
A
questa uscita il Serpeverde montò su tutte le furie e senza
degnare di
un’ulteriore risposta il Grifondoro gli girò le
spalle e si avviò per il
cancello, lasciando l’altro sugli spalti con
un’espressione indecifrabile.
Era
quasi arrivato alla capanna del guardiacaccia quando dei passi dietro
di lui,
che per altro riconobbe subito, lo convinsero ad accelerare.
-
Aspetta, Flint. – Baston lo afferrò il braccio
facendolo girare verso di sé e
quasi andare a sbattere l’uno contro l’altro.
-
Cosa vuoi, Baston? - replicò l’altro guardandolo
negli occhi.
-
Ecco… Io… Mi dispiace, ecco tutto. -
-
È tutto? - Flint fece per andarsene, ma Baston lo
fermò di nuovo
-
No. –
E
poi fece quello che mai Marcus si sarebbe aspettato: gli prese il viso
tra le
mani e posò le labbra sulle sue in un gesto un po’
timido e impacciato, quasi
si aspettasse di essere respinto.
Marcus
Flint rimase pietrificato sul posto indeciso sul da farsi e convinto
che fosse
solo l’ennesimo modo del Grifondoro per prendersi gioco di
lui.
Pensando
che il suo agire fosse sgradito all’altro Oliver Baston
sciolse quel contatto e
con aria quasi ferita riprese a camminare verso il castello senza
proferire
verbo.
Ripresosi
dal momentaneo turbamento Marcus lo rincorse e piantandoglisi davanti
lo fermò:
-
Perché l’hai fatto? -
-
Non pretendo che tu lo capisca… -
L’espressione
del Serpeverde virò velocemente da uno stato di assoluta
confusione a uno di
totale collera.
-
Allora stammi bene a sentire stupido… Grifondoro -
sputò l’ultima parola come se fosse il peggiore
insulto possibile - non puoi
prenderti gioco di me in questa maniera. Non brillerò certo
per acume e
intelligenza però di essere trattato così non mi
va. Non da te, almeno. -
Baston
lo guardò basito, senza capire.
-Sto
dicendo, Signor Testa di Pluffa, che se è solo
l’ennesimo modo per
prenderti gioco di me o una nuova trovata per confondermi le idee per
poi
riderci su con i tuoi amichetti, non è divertente. -
In
quel momento che nella mente del Grifondoro vi fu
un’improvvisa illuminazione:
capì nell’arco di un secondo o poco più
a cosa davvero si stesse riferendo
l’altro, e si mise a ridere.
Non una di quelle risate da mal di pancia o da lacrime, semplicemente
la risata
sollevata di chi finalmente ha capito qualcosa che non riusciva a
spiegarsi.
-
Lo trovi così spassoso, Baston?-
-
Perdonami Flint ma c’è stato un malinteso, a
quanto pare. -
Fu
di nuovo il turno di Marcus di rimanere stupito.
-
Chiudi gli occhi… -
La
voce del Grifondoro si fece più suadente mentre si
avvicinava al Serpeverde,
sempre più perplesso.
Baston
era talmente vicino che avrebbe tranquillamente potuto contragli le
lentiggini
sul naso se l’altro le avesse avute e se, naturalmente, fosse
stato giorno.
Così
vicino che sarebbe bastato niente per far sfiorare le loro labbra di
nuovo.
E poi Baston, di nuovo, annullò la distanza tra loro e
prendendogli il viso tra
le mani, fece incontrare le loro bocche in un bacio che sapeva di molte
cose
non dette.
Quando
si staccarono per riprendere fiato il Grifondoro guardò
l’altro negli occhi e
gli sussurrò un impercettibile “domani
mi
mancherai”.
Il
Serpeverde in risposta si limitò a far congiungere di nuovo
le loro labbra come
se volesse dire all’altro “mi mancherai anche
tu”.
Piccolo
angolino buio dell’Autrice:
Ordunque
(?) questo delirio di onnipotenza notturno (ebbene l’ho
scritta di notte XD) si
è concluso senza troppi morti né feriti. u.u
Anyway,
avevo in mente un paio di precisazioni:
-
Sono perfettamente consapevole che lo stile in alcuni punti
(soprattutto
all’inizio) è un po’ pedante, ma sono
gli effetti collaterali del leggere la
Austen in contemporanea alla stesura della storia. Ad ogni modo non ho
intenzione di correggermi perché in fondo mi piace
così. u.u
-
Sono fermamente convinta che nessun mago Purosangue, per di
più Serpeverde,
tenga in grande considerazione il lavoro di Arthur Weasley (ricordo a
questo
proposito Lucius che lo prendeva per il culo bellamente u.u) e quindi
ecco
spiegato il motivo per cui ho pensato di inserire quello come lavoro da
quattro
soldi al Ministero u.u
-
Ho scritto deliberatamente la parola Campo con la C maiuscola, questo
perché
penso che per dei giocatori il Campo sia una cosa importante, tanto da
personificarlo quasi.
-
Non mi ricordo più XD però trovo la fine un
po’ mielosa… non mi convince molto
XD
A
questo punto non posso fare altro che attendere le vostre recensioni
*-* e mi
defilo a studiare
R.
Storia che ha
partecipato al contest "I personaggi dimenticati" di
Ale HP
Grammatica:
8/10
Stile:
8/10
Originalità:
10/10
Caratterizzazione:
15/15
Uso
del Prompt: 1,5/5
Gradimento
personale: 10/15
Punti
Bonus: 6/15
Totale:
58,5/80
Iniziamo, la grammatica non era perfetta: usi in modo spropositato i
due punti,
spesso anche più di due volte in una sola frase, ti
consiglierei di usare anche
punti e virgole.
Lo
stile, proprio per questi “Due punti” non era molto
scorrevole, in più i
periodi erano lunghissimi, il che rende tutto molto più
pesante; sarebbe
perfetto alternare un periodo lungo ad uno breve, ti assicuro che
diventerà
molto scorrevole.
In
ogni modo era originale, originale al massimo. Marcus innamorato di
Oliver non
lo sarei mai riuscita ad immaginare. Il prompt non
l’ho visto quasi. Era
presente solo al primo rigo, poi basta.
Non mi è piaciuta particolarmente, ma questi sono solo
gusti, è ovvio, devo
dire che Marcus innamorato di Oliver e viceversa non è
proprio IC, e io sono
una che cerca sempre di rispettare l’IC.