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Autore: ArashiStorm    08/02/2011    5 recensioni
Tutta la vita di Vegeta in una grande metafora.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Freezer, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: I vincoli di una catena
Claim: Vegeta @ [info]cameraoscura
Set: personale
Numero dell'immagine: 22
Rating: verde-giallo
Parole: 650
Avvertimenti: è tutto sotto forma di metafora comunque sono presenti spoiler per tutta la saga di DBZ
Disclaimer: Dragonball, Vegeta e tutti i personaggi sono proprietà di Akira Toriyama



I vincoli di una catena

Avrebbe dovuto nascere con una corona sulla testa invece era nato con una catena al collo. Se ne accorse poco prima della morte di suo padre, quella catena aveva cominciato a stringere dolorosamente attorno al suo collo di bambino e all’altro capo di quel guinzaglio di ferro stava il gelido dittatore che aveva invaso e distrutto il suo pianeta. Anche se, ancora, il giovane principe non era a conoscenza della verità, ciò non gli impediva di odiare quel infame padrone che aveva preso possesso della sua vita. Era diventato una piccola belva nera rinchiusa in un recinto di odio, crescendo e alimentandolo attorno a lui, unico sentimento che gli permetteva di sopportare lo stringersi ulteriore del suo giogo, il sangue colare sulla sua pelle, le piaghe sul suo corpo farsi sempre più profonde… Aveva imparato a nutrirsi di quell’odio, per sopravvivere…

Ma la sua vita cominciò a cambiare quando tentò di ribellarsi al padrone della catena. Sette sfere magiche avrebbero potuto esaudire un suo desiderio, avrebbero potuto permettergli di diventare immortale e sconfiggere l’odiato tiranno riprendendosi indietro l’onore e la dignità del suo popolo. Avrebbero… perché così non fu! Nel suo tentativo di spezzare quella catena diede uno strattone troppo forte e si ritrovò sotto terra senza respiro in corpo, ancora rinchiuso nel suo recinto.
Ma nemmeno la morte fu per lui sinonimo di fine.
Si risvegliò con una luce dorata troppo abbagliante che proveniva dall’esterno dello steccato. Si mosse per avvicinarsi a quella luce e si accorse che la catena sul suo collo non opponeva più tanta resistenza; dall’altro capo del guinzaglio non v’era più alcuno a tenere i suoi ferri. Ma non era più la libertà che ora desiderava, ciò che bramava era solo quella luce brillante che inondava il suo piccolo mondo quasi a deriderne l’oscurità. Quel suo nuovo obbiettivo lo accecò a tal punto da fargli notare solo quando era ormai troppo tardi, una dolce macchia azzurra che nel frattempo gli si era avvicinata, entrando all’interno della recinzione, sorpassando coraggiosa le barriere di filo spinato che circondavano il cuore del principe.

E insieme all’azzurro anche la belva nera riuscì ad ottenere finalmente l’oro.

Quei due colori lo avvolsero uno con la sua dolcezza, l’altro con il suo potere, allentando la morsa della catena, ma senza riuscire a sfilarla, era ancora troppo sporca di sangue per poter essere purificata e tolta. Ma stringeva meno, molto meno, tanto che alla vista dello spegnersi della prima luce dorata che tanto aveva bramato e di un fiore di lavanda tagliato a metà che piangeva sangue a terra, senza più vita, qualcosa in lui scattò. Uscì per la prima volta dal suo confine per vendicare la morte di quel fiore, di quel fiore che gli apparteneva, che era parte di lui…ma ancora una volta fu ricacciato nel suo recinto con brutalità e decisione. La smacco al suo orgoglio fu grande, così grande che lo costrinse a rinchiudersi nuovamente nelle tenebre fino ad arrivare a cedere, dando nuovamente in mano ad un malvagio la sua catena, per ottenerne in cambio potere. Ma in tutti quegli anni l’azzurro era entrato in lui così prepotentemente che non riuscì a nasconderlo nemmeno nella nuova oscurità riottenuta. Inoltre, insieme a quell’oceano celeste che lo avvolgeva con il suo calore, riusciva anche a scorgere un nuovo piccolo fiore di lavanda spuntare sullo steccato, stare li sul confine del suo mondo, ammirandolo, ma senza tentare di entrarci. Fu così che la catena finalmente si spezzò, e il principe uscì dal recinto per prendere tra le braccia quel fiore lilla. Ultimo ed unico gesto affettuoso verso quei colori che avevano dipinto la tela nera del suo cuore. Ultimo gesto affettuoso prima che la sua luce di fuoco non si espandesse intensa e potente, creata per la prima volta per proteggere tutto e tutti da una minaccia rosa intenzionata a soffocare il suo intero mondo. Morì così, diventando pietra e spezzandosi come aveva fatto la sua catena, ora abbandonata sullo steccato finalmente aperto…

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Nota finale: Beh penso che tutte le metafore siano facilmente intuibili, ma in caso abbiate bisogno di delucidazione basta chiedere^^ Spero che la fic vi sia piaciuta ^_^


  
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