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Autore: Alchimista    08/02/2011    3 recensioni
Rimasi ad osservarlo per alcuni istanti senza essere a mia volta visto. Nonostante riuscissi a comprendere così bene ciò che provava in quel momento, quei sentimenti mi lasciarono per qualche istante interdetto.
Quanto poteva essere grande il cuore di un uomo che provava tali emozioni solo perché non era stato con me quando mi avevano aggredito? Solo perché non aveva potuto intervenire?

Irrisorio contributo alla grande amicizia tra due uomini altrettanto grandi. Credo di possa classificare come flash.fic anomala.
Dedicata a Bellis - che spero gradisca l'improvvisata - per il suo compleanno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trust ~

 

«A volte sono sicuro di conoscerti, altre volte…»

«Beh, io conosco voi»

 

 

#001 ~ Holmes

 

Mi osservava. Se ne stava seduto a testa basta e mi osservava, mesto. Nonostante la ferita, nonostante non potessi vedere i suoi occhi – che pure tante volte mi avevano aperto il mondo dei suoi sentimenti – ora ero certo di ciò che provava.

Rimorso. Senso di colpa.

Rimasi ad osservarlo per alcuni istanti senza essere a mia volta visto. Nonostante riuscissi a comprendere così bene ciò che provava in quel momento, quei sentimenti mi lasciarono per qualche istante interdetto.

Quanto poteva essere grande il cuore di un uomo che provava tali emozioni solo perché non era stato con me quando mi avevano aggredito? Solo perché non aveva potuto intervenire?

«Coraggio, Watson. Non sia così spaventato» mormorai, tentando blandamente di rassicurarlo «È meno peggio di quanto sembra»

«Ringraziando Iddio!»

Alzò gli occhi e quei sentimenti che avevo già intuito mi travolsero.

C’era, tuttavia, anche un’inaspettata paura.

A volte ero stato certo di conoscerlo tanto bene, il mio Boswell; altre volte invece, riusciva ancora - a sua insaputa - a togliermi il fiato, nel modo più semplice del mondo: lasciando liberi quei sentimenti che io, invece, tenevo sempre in catene.

Chiusi gli occhi per un istante, stranamente sereno e sorrisi.

Ero fortunato.

 

 

#002 ~ Watson

 

Non era la prima volta che il mio corpo fosse ferito da una pallottola: in guerra una simile cosa capitava molto spesso e il dolore che provai quando il proiettile di Garrideb sfiorò la mia gamba non fu del tutto nuovo.

Tuttavia non avevo mai provato un simile benessere in una situazione tanto pericolosa – solo il vedere con quale scoppio di sentimenti Holmes avesse accolto il mio improvviso ferimento mi fece immediatamente dimenticare il dolore che stavo provando, bloccando qualsiasi parola o emozione.

«E’ ferito Watson? Per amor di Dio, mi dica che non è ferito!»

Quegli occhi che avevo visto divertiti, irati, cinici, furbi o disgustati, mai avrei creduto di poterli vedere anche così affettuosamente preoccupati, quasi disperati.

Impauriti.

Per me.

Ero sempre stato uno sciocco e me ne resi conto solo allora: avevo sempre creduto di conoscerlo e invece solo allora mi resi conto di quanto fossi in errore. Con i miei racconti avevo contribuito a formare quella figura di uomo cinico e senza sentimento alcuno e – cosa ben peggiore – avevo finito per crederci io stesso.

Eppure ora nulla di tutto quello che avevo detto era vero. Nulla.

Restavano solo i suoi occhi liquidi e grigi e quella leale amicizia che aveva sempre tenuto nel cuore, celandola ad occhi indiscreti.

Mi sentii bene, come poche volte mi era successo.

Ero fortunato.

 

 

 

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ora, miei cari lettori, voi vi starete chiedendo da dove esca fuori questa.. cosa che poco ha in comune con una storia. Semplicemente Mme Ispirazione ha prepotentemente bussato alla porta suggerendomi un’intuizione che ben si sposava con il fatto che oggi la carissima collega Bellis – a cui la cosa è dedicata – compie gli anni.

Mi sono gettata in questa improvvisazione per dare il mio irrisorio contributo a sottolineare la grande amicizia che c’è stata fra questi due uomini e con la speranza che potesse farvi piacere leggerla e che possa essere un modo per fare gli auguri all’egregia collega che con la sua bontà e presenza mi ha più volte incoraggiato a scrivere o semplicemente ha rallegrato noiosi pomeriggi.

Vabbè divago, perdonatemi.

Ci tengo solo a dire che l’incipit iniziale è tratto dalla puntata “La morte di Artù” della serie “Merlin”, mentre le due frasi in grassetto sono prese direttamente dall’opera di Sir Doyle, rispettivamente la prima da “L’avventura del cliente illustre” e la seconda da “L’avventura dei tre Garrideb”.

Detto ciò vado, sperando che questa mia improvvisata non risulti sgradevole a nessuno. Ringrazio coloro che leggeranno, recensiranno, preferiranno o ricorderanno.

A presto. Un bacio.

 

Alchimista  ~ 

   
 
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