Titolo: Passaggio
Fandom: Merlin
Character: Uther & Arthur
Parole: 2453
Disclaimer: il telefilm Merlin
appartiene alla BBC, le lyrics sono della canzone Standing in
the way cantata da Anthony Head. Ed è una canzone
che fa parte di un episodio musicale della sesta serie di Buffy.
Note: mel_kaine
ha postato un link a questa canzone QUI
e ha sottolineato come si adatti molto al rapporto tra Uther e Arthur.
Beh, devo dire che mi sono trovata d'accordo e quindi ho provato a
scrivere questa fic. Temo che i personaggi mi siano leggermente
sfuggiti di mano quindi si potrebbe leggervi un OOC (soprattutto per
Arthur) però spero sia accettabile visto il particolare
momento in cui ho ambientato la fic.
Detto questo spero che, nonostante tutto, vi piaccia^^
Passaggio
Il sole splendeva in cielo. Stormi di uccelli si levavano liberi
nell’aria sparendo tra le nuvole bianche spostate lentamente
da un vento leggero che faceva sventolare calme le bandiere sulle torri
del castello. Il tempo esterno non rispecchiava però, per
nulla, lo stato d’animo che si respirava
all’interno di quelle mura fortificate. Il re si era ormai
incamminato verso l’ultima meta comune a tutti i mortali.
Nemmeno Gaius avrebbe potuto fare qualcosa per evitare il compiersi del
destino. Il vecchio medico nulla poteva per opporsi alle più
antiche leggi degli uomini. Egli non era un mago, non più,
ed in qualsiasi caso aveva già avuto modo di vedere
più volte quali tragici effetti potevano susseguirsi
aggirando le sacre regole naturali... Perciò non avrebbe
chiesto aiuto alla magia. Ma avrebbe assistito al meglio il suo sovrano
in quell’ultimo viaggio, cercando di alleviare il
più possibile le sofferenze della partenza, non solo tramite
rimedi medici contro il dolore, ma anche permettendo la visita in
qualsiasi momento alle persone che sapeva il Re amasse più
della sua stessa vita. Ed era per quello, non tanto per il rango cui
appartenevano che avrebbe loro permesso qualsiasi cosa, che Arthur e
Morgana si davano costantemente il cambio al capezzale del padre.
Arthur soprattutto era una presenza che l’anziano sovrano
trovava oltremodo confortante.
You’re not ready for the world outside
You keep pretending, but you just can’t hide
I know I said that I’d be standing by your side
But I...
Siamo soli figlio mio. Soli nella mia stanza di morte, eppure la tua
presenza sembra bastare per attenuare il dolore fisico. Ma la mia mente
non ha riposo… andandomene ti lascio nelle mani un grande
regno e mi domando se esso non sia una fardello ancora troppo pesante
per le tue giovani spalle. Ho cercato di preparati a questo giorno, e
non mi hai deluso diventando il miglior cavaliere di Camelot, hai
sempre affrontato ogni pericolo, ogni sfida a testa alta e con
coraggio, ma in fondo sei solo ancora un ragazzo. Hai imparato a
mascherare il tuo lato fanciullesco fin da quando non avevi bisogno di
farlo, sei cresciuto senza la dolcezza di una madre, niente mani
gentili ad accarezzarti la testa, solo spade e scudi nelle tue giornate
di bambino. Ancora ora mi domando come tu abbia vissuto quegli anni.
Non mi hai mai domandato nulla di tua madre, chissà se
è perché probabilmente hai sempre intuito quale
sarebbe stata la mia risposta:
“è morta!”
…ti avrei detto e null’altro saresti riuscito a
carpirmi. Era inutile fare domande di cui già conoscevi la
risposta. Non abbiamo mai parlato di lei, quindi non sai quante volte,
di notte, guardando le stelle, io mi sia rivolto al ricordo di tua
madre pregandola di starti accanto così come
anch’io avevo giurato di fare sul suo letto di morte. Ma ora,
che sono così vicino a rincontrala, mi domando se io abbia
davvero mantenuto quel giuramento…Dimmi Arthur, ti sono
stato vicino io?
Your path’s unbeaten and it’s all uphill
And you can meet it, but you never will
And I’m the reason that you’re standing still
But I...
Ti avvicini per bagnare il pezzo di stoffa che tenta inutilmente di
abbassare la temperatura sulla mia fronte. Un compito che spetterebbe
ad un servitore, ma Gaius mi conosce meglio di chiunque altro e sa
benissimo che non sopporterei di farmi vedere in questo stato da
nessuno dei miei sudditi. Per questo, esercitando il suo potere di
medico di corte, ha vietato l’accesso alle mie stanze a tutti
eccetto che ai miei adorati figli.
Sai essere delicato Arthur, lo sai? Me ne accorgo solo ora sentendo con
quale gentilezza mi appoggi la stoffa bagnata sulla fronte. Avevo
già avuto modo di appurare il tuo valore e la tua forza sul
campo di battaglia, ma scoprire oggi anche la tua gentilezza mi
stupisce, e mi tranquillizza allo stesso tempo. Ho sempre pensato che
un buon re dovesse essere inflessibile in qualsiasi circostanza, ma non
è così…l’odio che ne ricavi
terrorizza il popolo invece di aiutarlo. Per governare in maniera
giusta ci vuole forza, certo, ma essa deve essere pronta a lasciar
spazio alla pietà e alla dolcezza nei momenti di bisogno
altrimenti rischi di vivere di rimorsi. Quante volte io stesso mi sono
pentito di decisioni prese perché spinto dall’odio
o più spesso dalla paura. Ma tu, Arthur, non devi avere
paura, so che non ne hai mai avuta nemmeno davanti alla bestia
più spaventosa o alla più ardua delle imprese. Il
sentiero che ti attende sarà irto di minacce e pericoli, un
sentiero in salita che dovrai affrontare per poter divenire un Re che
il mondo possa ricordare con orgoglio. So che potrai riuscirci figlio
mio, ne hai tutte le potenzialità, perciò fai
sparire dai tuoi occhi la paura che soltanto ora ne oscura
l’azzurro. Presto non ci sarò più e
potrai incamminarti verso il tuo destino di gloria.
I wish I could say the right words
To lead you through this land
Wish I could play the father
And take you by my hand
Wish I could stay here
But now I understand
I’m standing in the way
“padre...- mormori, e la tua voce è un sussurro
assai rumoroso in questa stanza silenziosa - non potete
lasciarmi…è troppo
presto…io… non sono pronto a
sostituirvi”
“Arthur…- la mia voce è ancora
più bassa della tua ma il silenzio in cui siamo immersi mi
permette di farmi sentire.- hai sempre saputo … che questo
giorno… sarebbe arrivato” dico facendo
faticosamente posto alle parole tra un respiro e l’altro.
“avete ragione, però…”
non completi la frase, forse anche tu non sai cosa dire, forse anche tu
non trovi le parole giuste per descrivere quello che il tuo animo
vorrebbe esternare, o forse ancora, perfino ora hai timore
nell’esprimere i tuoi pensieri di fronte a me, timore di
mostrarti debole, non degno del mio rispetto e della mia fiducia. Ma
non è così figlio mio. Tu sei la cosa
più importante del mondo per me, più importante
del regno, più importante dell’onore e certamente
più importante della mia stessa vita.
Ricordi?
Anni fa ti dicesti parole molto simili a queste e la tua reazione, la
tua espressione di quella volta è ancora incisa a fuoco
nella mia memoria. Lo stupore con cui mi guardasti dicendomi di credere
di essere sempre stato una delusione per me…quanto ti
sbagliavi! E anche quei tuoi pensieri non erano che colpa mia, di un
sovrano che non sa parlare, che non sa spiegare al proprio figlio
quanto amore di padre possa scorrere nelle vene di un Re.
Condividiamo lo stesso difetto con le parole, siamo ottimi oratori sul
campo di battaglia, ma le parole di conforto tra noi faticano a
scorrere. Vorrei poterti parlare, poterti dire come governare queste
terre che presto saranno sotto il tuo controllo, ma sono convinto che
tu non abbia bisogno dei mie consigli, hai dimostrato più
volte il tuo coraggio e la tua saggezza. Anche quando sei andato contro
il mio volere hai sempre fatto la cosa giusta. Sono orgoglioso di te
figlio mio, almeno questo vorrei portelo dire, ma sento il palato farsi
asciutto impedendomi di far uscire parole che avrei dovuto dirti molto
più spesso di quanto non abbia fatto. Per compensare la
mancanza di suoni cerco la tua mano e tento di stringerla nella mia.
Una stretta debole, nonostante io cerchi di metterci tutta la mia
forza. Sento le tue dita stringersi attorno alle mie in una silenziosa
risposta. La tua stretta è degna di un Re, forte e
confortante al tempo stesso. Sono orgoglioso di te, te lo dico tramite
questa vecchia mano e so che lo capisci. Vorrei poter restare Arthur,
per essere il padre che avresti meritato, per farti capire questa volta
davvero quanto tu sia importante per me, quanto ti abbia voluto bene e
quanto importate è stata per me la tua presenza. Ma ormai
è tardi, tardi per i rimorsi, per i rimpianti, troppo tardi
per qualsiasi cosa. Me ne vado Arthur, non ci sarò
più io ad intralciare il tuo cammino, potrai prendere le tue
decisioni e avanzare verso il futuro che è stato scritto per
te. Addio figlio mio, addio…
The cries around you
You don’t here at all
‘cause you know I’m here
to take that call
so you just lie there when you should be standing tall
but I...
Padre... vedo i tuoi occhi chiudersi e già so che
probabilmente non avrò più modo di poter vedere
le tue grigie iridi posarsi su di me. Il tuo petto però si
alza e si abbassa lentamente segno che ancora l’ultimo alito
di vita non ha lasciato il tuo corpo.
Dormi, padre?
Il tuo stanco corpo in questi giorni si è abbandonato al
sonno molte volte alla ricerca di un po’ di riposo. Chiuso in
questa stanza da ormai troppo tempo non sai che fuori il popolo piange
per la tua sorte. Durante il giorno non sono pochi i messaggeri che si
presentano a palazzo con comunicazione di vicinanza e di cordoglio per
la tua situazione. C’è chi si augura ancora una
tua guarigione, chi ormai ti da per morto, chi piange e probabilmente
anche chi si sentirà sollevato con la tua scomparsa. Di
certo tutti i maghi che si nascondono nel regno potranno tirare un
sospiro di sollievo perché, padre, anche se non te
l’ho mai detto, ho intenzione di revocare il bando che hai
messo alla magia. Perché mi domanderesti…no,
forse, non perderesti tempo a domandarmi le mie ragioni, cercheresti
soltanto di dissuadermi tentando ancora di farmi capire quanto
pericolosa possa essere la stregoneria. E su questo hai ragione
padre…può essere una nemica temibile, ma io penso
che il primo passo per salvarsi da essa sia riconoscere quando la magia
può invece trasformarsi in una protezione amica.
Sai...più volte ho pensato che sia venuta in mio aiuto e
forse ho anche un sospetto su come possa essere successo o forse dovrei
dire tramite chi…
Una volta mi dicesti che avrei avuto bisogno di un angelo custode al
mio fianco nel cammino per diventare Re e credo di averlo trovato, un
idiota ricolmo di magia…penso che non crederesti mai a chi
sto pensando, io stesso me ne stupisco e non oso crederlo davvero
finché non sarà lui a confessarmelo.
I wish I could lay your arms down
And let you rest at least
Wish I could slay your demons
But now the time has passed
Non so come mai tu odi tanto la magia, non me l’ha mai voluto
spiegare, ma più volte ho pensato che tutto il tuo astio sia
da cercare nella morte di mia madre.
È cosi padre?
Non ho mai osato chiederti nulla a riguardo perché temo di
aver ragione, perché mi è sempre stato fin troppo
facile leggere il dolore della perdita nei tuoi occhi ogni volta che li
posavi su di me. Per tanto tempo quello sguardo mi ha fatto pensare di
non essere altro che una delusione per te.
Ma mi sbagliavo.
Ricordo come fosse ieri le parole che mi dicesti dopo aver affrontato e
sconfitto quel cavaliere oscuro al mio posto. Le ricordo sillaba per
sillaba e non le dimenticherò mai, sono incise nel mio cuore
e mi hanno sempre aiutato ad avanzare e continueranno ad essere una
melodia di felicità nei miei ricordi. Grazie padre, quelle
poche parole hanno distrutto i demoni del dubbio che albergavano nel
mio animo. Con quelle parole mi hai salvato dalla mia più
grande paura e tanto avrei voluto fare lo stesso con te. Vorrei farti
capire che la stregoneria che odi tanto mi ha salvato la vita
innumerevoli volte e se tutto ciò che sospetto è
giusto quella stessa magia che disprezzi ha salvato anche la tua
esistenza più volte. Non so contro quale arte malvagia tu ti
sia dovuto scontrare per far nascere tanto odio nel tuo cuore, ma ha
incrinato in modo indelebile l’umanità che
c’era in te; non l’ha distrutta però.
Hai ucciso tante persone innocenti, ma so che non sei fiero di
ciò. Io ti capisco padre, la paura è assai
più temibile del dolore e tu temi la magia più di
ogni cosa perché non hai conosciuto il suo lato protettivo,
il suo lato benevolo…non hai avuto la fortuna di avere un
servitore idiota che te lo insegnasse senza nemmeno rendersene conto.
Avrei tanto voluto farlo capire anche a te padre, avrei voluto uccidere
con la mia spada i demoni della paura che vivono nel tuo cuore, ma non
ci sono riuscito. So che anche ora tu non puoi fare a meno di odiare la
magia ed è troppo tardi per tentare nuovamente di
convincerti del contrario con mere parole. E non lo farò,
non con parole che non hanno significato almeno, però non
negarmi un nuovo tentativo…permettimi di dimostratelo con le
azioni.
“padre... resta al mio fianco…continua ad
osservarmi anche negli anni futuri”
è una preghiera quella che ti faccio, non so se mi stai
sentendo, ma lo spero. Resta con me padre, guardami dal luogo ove
riposerai per sempre, guardami e lascia che ti mostri che la magia
può essere amica e alleata. Permettimelo padre...
Wish I could stay here
You’re stalwart standing fast
But I’m standing in the way
I’m just standing in the way
Arthur…le tue parole sono un sussurro lontano, ma anche se
le mie orecchie non riescono a sentire bene, il mio animo ha percepito
la tua richiesta. Vorrei restare con te, vorrei poter essere parte
integrante della tua Camelot, perché già so che
il tuo sarà un regno da leggenda, figlio mio. Sei circondato
da tanti sostenitori, più di quanti io non ne abbia mai
avuti, sei amato dal popolo più di quanto non abbiano amato
me. Sei destinato a grandi cose e io sarei solo un intralcio al tuo
cammino, ma se nonostante questo tu vorrai permettermi di osservare la
tua avanzata io non te lo negherò, mi farò da
parte ma i miei occhi non ti lasceranno Arthur. Continuerò
ad osservarti se questo è ciò che
desideri…
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La stretta dell’anziano sovrano si fece ancora più
debole fino a che Arthur non si ritrovò con una vecchia mano
priva di ogni forza chiusa nelle sue, forti e giovani. Il corpo del
padre aveva smesso di ansimare e ora giaceva immobile in
quell’enorme letto che da troppo tempo era comodo giaciglio
per una sola persona. Ora forse suo padre avrebbe potuto riunirsi alla
donna che avrebbe dovuto occupare la metà del letto che in
questi anni era sempre rimasta fredda. Questo unico pensiero dava
coraggio ad Arthur che si rifiutava di lasciare andare la mano
immobile, ma ancora calda del non più Re di Camelot.