La
sensazione più bella del mondo
-Dà allora ci vediamo oggi pomeriggio?-
-Oggi... Pomeriggio?- Mi rivolge uno
sguardo stupito
-Si, oggi pomeriggio, dobbiamo fare insieme
la ricerca di chimica, no?-
-Ah... Eh... Certo, la ricerca...-
-Te ne eri scordato?-
Tiro a indovinare
-Cosa? No, no, non me ne ero scordato, è solo
che... Ecco, Dovrei vedermi con Ale oggi pomeriggio... non possiamo
vederci un
altro giorno per la ricerca?-
-Davide, la ricerca è per domani...- Gli
ricordo pazientemente, stringendo i pugni al suono del nome della sua
ragazza
-Ma Dona, Ale ha detto che mi vuole parlare,
sono tre giorni che non ci vediamo... Non posso darle buca! ...Ti prego!-
-E va bene...- sbuffo -Vorrà
dire che la farò io...-
-Grazie tesoro, sei un Angelo!-
Mi
bacia una guancia e corre verso il suo autobus in partenza.
Tornando
a casa cerco di non pensare all’enorme mole di lavoro che mi aspetterà
questo
pomeriggio.
Ma
dannazione, perchè non riesco mai a dirgli di no? Perchè quando mi
chiede un
favore per poter uscire con quell’asina giuliva non posso fare altro
che dirgli
si? Eppure sarebbe così facile:
“No Davide, oggi pomeriggio lo passiamo
insieme, gomito a gomito, chini sui libri!”
...Si.
Certo.
Stupido
Davide, stupida Alessia e stupida io che non riesco a vederlo solo come
il mio
stupido migliore amico stupido. Stupido.
Entro
in casa e vengo sommersa dalle parole di mia madre.
-Blablabla ritardo, blablabla questa casa non
è un albergo, blablabla signorinella, blablabla io alla tua età...-
-L’autobus ha forato!-
Invento,
per non dirle che ho dovuto prenderne uno diverso dal solito perchè
(indovinate!) ho perso il mio aspettando che arrivasse quello di Davide.
Pranzo
velocemente e mi tuffo subito tra i libri, ho paura di non riuscire a
scrivere
la ricerca da sola. Avevamo due settimane a disposizione, ma chissà
perchè il
mio “compagno” era sempre occupato... Stupido!
Sono
le sei, non alzo gli occhi da questi libri da almeno quattro ore, la
testa mi
scoppia ed ho bisogno di riposarmi, ma almeno la ricerca è finita. Non
sarà la
relazione dettagliata e curata che aveva chiesto la prof, ma per
stavolta mi
accontenterò della sufficienza striminzita.
Faccio
appena in tempo a riporre i libri per sostituirli con quelli di
letteratura
greca (gioia e tripudio) che il mio telefono squilla. La voce della mia
amata
Taylor Swift mi informa che all’altro capo della cornetta c’è quello
stronzo,
falso, approfittatore e tremendamente irresistibile del mio migliore
amico.
-Dà?- Rispondo scocciata. Vorrà sapere
come procede la “nostra” ricerca.
Il
silenzio che si estende per i successivi secondi però sembra smentire
la mia
ipotesi
-Davide?- Chiedo incerta. Gli sarà
partita una telefonata?
Un
respiro pesante dall’altro capo del telefono, seguito da uno strano
verso.
Un...singhiozzo trattenuto?
-Dav? Ci sei? Tutto bene?- Comincio a
preoccuparmi
-Ale mi ha lasciato...- Biascica.
Uh
Signur! La preoccupazione svanisce. Dovrei fingermi dispiaciuta, vero?
E dirgli
che tornerà, giusto? Che palle.
-Lei... Ha detto che si è stufata-
Nascondo
uno sbuffo allontanando il telefono
-Dà dove sei?-
-Al parco...- Risponde con la verve di un
sasso di fiume
-Arrivo.- Sospiro.
Mamma
è uscita, quindi dico a mio fratello che rientrerò per cena e scendo
velocemente le scale, per fortuna c’è un autobus tra poco. Due fermate
e sono
di fronte al parco, mi volto per specchiarmi nella vetrina.
Ma
come mi è saltato in mente di uscire di casa così??
I
vestiti sono ok, non mi sono cambiata dopo scuola, ma i capelli... Sono
un
disastro!
Li
sciolgo dal mollettone in cui li avevo raccolti e li sistemo alla
meglio con le
mani.
Dall’altro
lato del vetro, dentro il negozio, una ragazza dall’aria famigliare sta
comprando una maglietta per mano con un ragazzo alto e scuro. Quando si
voltano
per uscire riconosco la ragazza: Alessia.
-Brutta sgualdrina!- Sibilo.
Non
ha quasi fatto in tempo a lasciare Davide che già ha trovato un altro
poveraccio disposto a farle da zerbino, eh?
Mi
allontano velocemente dal negozio verso il parco, guardo dappertutto ma
del mio
amico non c’è traccia. Comincia a farsi buio e i lampioni non bastano
ad
illuminare tutte le panchine.
-Dav? Davide??- Lo chiamo, facendo
voltare la poca gente che è ancora in giro.
Finalmente
lo trovo, seduto sulla panchina più isolata del parco, i gomiti sulle
ginocchia,
la testa tra le mani
-Dav...- Mi siedo accanto a lui e lo
circondo con le braccia -Non ne vale la
pena, fidati.-
Sembra
non ascoltarmi, ha lo sguardo più triste che gli abbia mai visto.
Mi
allontano leggermente da lui e tirandolo piano per le spalle lo faccio
sdraiare
di fianco sulla panchina, con la testa sulle mie gambe.
-Non ne vale la pena- Ripeto
carezzandogli i capelli, mentre lui annuisce piano.
Lentamente
comincia a raccontarmi di come Alessia gli fosse sembrata stranamente
distante
quel pomeriggio, di come avesse risposto con un monologo sulla finzione
alla
sua domanda di spiegazioni, e di come l’avesse scaricato in poche
parole.
-Questa è la fine della Dassia.- Conclude,
riferendosi al nomignolo che avevo dato alla loro coppia sulla scia
delle
coppie-con-soprannome dei vip.
-Prima o poi tutto si conclude- È l’unica
cosa che riesco a dire.
Dovrei
essere felice che finalmente quell’asina giuliva sia sparita dalla
scena, ma
non posso fare a meno di pensare che Davide era veramente legato a
lei... E
odio vederlo soffrire così!
-Se vuoi
posso parlare con Ale, magari cambia idea- Propongo,
incredula delle mie
stesse parole
-Ma se la odi...-
-Non la odio, semplicemente non la ritengo così simpatica-
-Ahahah certo- Ridacchia senza entusiasmo
-Tranquilla, non ce n'è bisogno... E non
solo perchè ha detto che era una decisione definitiva la sua.-
-E allora perchè?-
-Perchè da quando sto con Ale passo meno
tempo con te... E mi manchi Dona, mi manchi un sacco.-
Fortuna
che ha non mi sta guardando, non so cosa potrebbe pensare vedendomi
rossa come
un gamberone al sugo!
-Anche tu mi manchi...- Riesco a
sussurrare con il cuore in gola.
Davide
si mette a sedere, mi prende le mani e mi guarda negli occhi
-Sei la mia migliore amica e non esisterà mai
una ragazza talmente importante da permettermi di essere poco presente,
ok?
Nessun altro avrebbe mai fatto la ricerca anche per me, o si sarebbe
precipitato qui dopo che l’avevo scaricato senza un minimo di
preavviso. Fai
così tanto per me che non potrò mai ripagarti e...Ti voglio bene,
Donatella.-
Sorrido
confusa. In cinque anni di amicizia non era mai stato così diretto,
così pieno
di complimenti, così... Convinto di volermi bene, ecco.
È
la sensazione più bella del mondo.
-Ti voglio bene anch’io Davide-
Mi
abbraccia stringendomi forte, e dopo quasi un secondo anch’io lo
abbraccio,
aggrappandomi alle sue spalle e inspirando il suo profumo così
famigliare.
No,
mi sbagliavo. È questa la sensazione più bella del mondo.
Angolino
mio
Te ne avevo “promessa” una con la tua Devonna, ma poi ho deciso che tu sei così eccezionalmente Tu che non c'è bisogno di utilizzare nessuna Star per descriverti.
Melly, questa è per Te.
Per
Te che hai delle serate nere e fingi di ridere alle mie
cretinate, per Te che mi ascolti anche quando avresti più bisogno di me
di un
consiglio, per Te che mi passi le versioni per messaggio (e speriamo
che sia
giusta...)
Per
Te che hai questo “amore impossibile” con un imbecille che non
solo si non accorge di quanto Tu sia speciale, ma che ha anche lo
stesso nome
del “mio” imbecille.
E
anche perchè il Tuo Compleanno è capitato proprio mentre io avevo
il blocco, quindi non ti ho fatto nessun regalo. E di regali te ne
meriteresti
tanti quanti riesci a contarne.
Ti
Voglio Bene.