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Autore: Shari Deschain    08/02/2011    9 recensioni
Inizia tutto con Paul, Candice ed un computer portatile. E già Paul ed il computer non sono esattamente l'accoppiata del secolo, se ci si aggiunge la mente diabolica di Candice, e le due o tre bottiglie di alcool che hanno trafugato dal bar dell'albergo un quarto d'ora prima, si hanno tutti gli elementi per costruire una stronzata colossale.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: *prende fiato* Ian Somehalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Candice Accola, Steven R. McQueen, Zach Roerig, Katerina Graham, Michael Trevino, Sara Canning, Matthew Davis.
Rating: PG
Wordcount: 3.180 (OpenOffice)
Warning: Crack, vodka come se piovesse, idiozia generale, gente che si salta addosso senza motivi apparenti.
Disclaimer: Ma secondo voi, se io possedessi Somerhalder o un altro dei suoi degni colleghi, sarei qui a scrivere al computer?
Note: Io avevo una dignità una volta. Questi esseri sono una cosa impossibile, davvero XD Tra twitter, le interviste e le foto, ditemi voi come si fa a non shipparli come se ne andasse della propria vita XD Comunque. Per la maggior parte è tutto fanservice, ma ci sono elementi che ho ripreso dalle suddette interviste/twitterate che si fanno tra loro, quindi non biasimatemi troppo, se le vanno a cercare XD
— Sono felice di incolpare la maritombola per questa follia, è tutta colpa del loro prompt #3 – bottiglia.







Gioco della bottiglia







Inizia tutto con Paul, Candice ed un computer portatile.
E già Paul ed il computer non sono esattamente l'accoppiata del secolo, se ci si aggiunge la mente diabolica di Candice, e le due o tre bottiglie di alcool che hanno trafugato dal bar dell'albergo un quarto d'ora prima, si hanno tutti gli elementi per costruire una stronzata colossale.
Quindi inizia con loro, ma va avanti perché, bè, sono le dieci, sono stanchi morti dopo un'intensa giornata di riprese, fuori fa freddo, e nessuno ha voglia di uscire, ma nemmeno di mettere a repentaglio la propria reputazione andando a letto così presto.
Quindi sono tutti riuniti nella camera di Nina, dato che è la più grande – Nina ha sempre la camera più grande, e non si è mai capito bene il perché di questa cosa – e, stravaccati chi sui divani, chi sul pavimento, tra vodka, sigarette e chiacchiere, il tempo passa pigramente.
Almeno fino a quando i suddetti Paul, Candice e il computer fanno irruzione nella stanza.
«Abbiamo trovato un sito fenomenale», urla Candice, sventolando in aria il laptop.
«Non coinvolgermi nelle tue strane ricerche, io stavo solo controllando la mia casella e-mail», replica subito Paul, mentre tutti si voltano a guardarli, incuriositi.
«Sì, certo, come no», lo zittisce la bionda, facendosi largo tra bottiglie, buste di patatine e rifiuti vari ed eventuali. Paul alza gli occhi al cielo e la segue.
«È su di noi – ovviamente – e ci sono un sacco di teorie sulle varie coppie», spiega la ragazza, mentre si siede sul tappeto ai piedi del divano, esattamente di fronte agli altri.
«Li conosco tutti quei siti, e sono noiosi», replica Nina, prima di tornare a cercare di creare un anello di fumo – anni di tentativi e mai che sia riuscita ad ottenere qualcosa di vagamente simile ad un cerchio, mai, nemmeno un ovale o un'ellisse, niente di niente.
«Questo sono sicura che tu non l'abbia mai visto», Candice è troppo fiera della sua nuova scoperta per lasciarsi smontare così facilmente.
«Impossibile», si intromette Ian. «Nina rivolta il web pagina dopo pagina alla ricerca di tutto quello che il mondo ha da dire su di noi»
«Bè, ma Nina è un'edonista», aggiunge Matt.
«Non so cosa vuol dire», replica Nina sorridendo. «Ma lo prenderò per un complimento. Sarà meglio per te», aggiunge, ed ora il suo sorriso ha un che di estremamente minaccioso.
«Oh, ma ci sono praticamente tutte le coppie possibili ed immaginabili!», esclama Katerina, che intanto si è accoccolata alle spalle di Candice e Paul, e sbircia curiosa il monitor.
«In ordine di preferenza, anche», aggiunge Candice, fiera, neanche fosse stata lei a crearlo.
«Oh, bene, forse non lo conosco davvero», ammette Nina. «Ma cosa vuoi che sia, in fondo. Al primo posto ci saranno Elena e Damon, al secondo Elena e Stefan...»
«No, quelle ormai sono così scontate che non vengono neanche prese in considerazione», ribatte Candice con una punta – leggera leggera – di soddisfazione.
«Ma come!», esclama Nina, quasi offesa, prima di scoppiare a ridere.
«Caroline e Tyler vanno per la maggiore», annuncia intanto Candice, e lei e Michael si scambiano un sorriso neanche troppo furtivo.
Più o meno consapevolmente – per non dire del tutto consapevolmente – Steven spezza il contatto visivo tra i due piazzandosi di fronte a Candice con un gran sorriso sulla faccia.
«E Jeremy?», domanda.
«Anche lui e Tyler vanno alla grande», ghigna Paul, guadagnandosi un calcio da Steven, un'occhiataccia da Michael e una risatina maliziosa da parte di Candice.
«Caroline e Matt non vanno male», aggiunge poi quest'ultima, probabilmente a beneficio di Zach, che infatti tenta di dirle qualcosa, ma la sottospecie di scherzosa litigata tra Steven e Paul sui benefici che una coppia gay potrebbe portare allo show, sovrasta qualsiasi complimento lui le abbia rivolto – e in realtà Steven potrebbe benissimo ripeterle quello che Zach le ha detto, ma anche no, in fondo.
«Anche Alaric e Jenna sono molto apprezzati», aggiunge dopo un po' Paul, che intanto si è appropriato di una bottiglia di vodka e di un paio di bicchieri – uno dei quali gli viene subito strappato via dalle mani da Candice.
Matt si volta verso Sara e le manda un bacio con la mano, e lei, in risposta alza il bicchiere e gli strizza scherzosamente l'occhio.
«Guarda, poi vengono Damon e Bonnie!», esclama Katerina, puntando lo schermo con un dito.
«Perché Damon e Bonnie dovrebbero stare insieme?», domanda Ian, aspirando l'ultimo tiro della sua sigaretta e tentando di ricordare se è mai andato a letto con Katerina, per lavoro o per davvero.
«E perché Stefan e Bonnie dovrebbero stare insieme, anche», replica Katerina, più divertita che sbalordita, continuando a guardare lo schermo.
«Paul, Paul! In questa foto ci siamo io e te!», urla intanto Candice. «Aspetta, io non ti ho mai ficcato la lingua in bocca, vero?», domanda, chinandosi ad osservare meglio la fotografia.
«No. Me lo ricorderei, credo», replica Paul. «Questo, comunque, è uno dei motivi per cui sto alla larga dal web», aggiunge, gettando un'occhiata distratta al fotomontaggio.
«Per non vederti avvinghiato a me? Guarda che potrei offendermi!»
Mentre Paul si affretta a rassicurare Candice che lui non ha assolutamente nulla in contrario a trovarsela avvinghiata addosso, ma la sua ragazza è probabilmente di un altro parere, Nina si appropria finalmente del computer (perché deve per forza dare un'occhiata, si dice, oltraggiata all'idea dall'esistenza di un sito su di loro che lei non conosce).
«Ma ci accoppiano in modo completamente casuale!», strilla dopo qualche attimo, e si indignerebbe quasi, non fosse per il fatto che lei, nello show, tra Elena e Katherine, si è trovata a letto con quasi tutto il cast maschile.
«Nina ha ragione!», sbraita Candice. «Non possono mettere uno insieme ad un altro così, come niente fosse. Serve un metodo logico!»
«Ce l'abbiamo, tesoro: si chiama trama», ribatte Steven ridendo.
«Che c'entra? Quella sta nella testa di Julie e Kevin, che ne sappiamo noi della trama? È già tanto se ci dicono cosa accade nell'episodio successivo!», protesta Candice.
«Ma non è compito nostro decidere chi sta con chi!»
«E perché no, Kat? Lo fanno tutti tranne noi!»
«Grazie al cielo! », sbotta Nina, che ne ha già abbastanza di tutte le interviste in cui le chiedono con chi diamine finirà mai Elena – fosse per lei, li avrebbe mollati in tronco entrambi (ma solo dopo esserci andata a letto, aggiunge una vocina nella sua testa, che Nina sopprime immediatamente).
Intanto Paul afferra di nuovo la bottiglia di vodka che gli era stata sottratta da Candice e, senza prendersi il disturbo della mediazione di un bicchiere, ne svuota il contenuto direttamente nella propria gola.
«Trovato!», urla un attimo dopo, facendo roteare la bottiglia tra le dita con un'abilità che da sobrio non padroneggerebbe neanche a pagarlo.
Gli altri lo guardano perplessi.
«Trovato cosa, di preciso?», domanda infine Nina, dopo qualche secondo di silenzio.
Paul ghigna in modo decisamente inquietante.
«Il metodo logico, ovviamente», risponde.

Ian è troppo vecchio per tutto questo. Seriamente.
Non che non lo siano anche gli altri perché, okay, Nina, Steven, e gli altri ragazzi sono un bel po' più piccini di lui, ma l'epoca dei pigiama party dovrebbero ugualmente averla superata da un pezzo.
E Paul e Matt non hanno scuse, davvero. Nemmeno la vodka può giustificare il fatto che siano allegramente seduti in cerchio accanto alle ragazze, facendo girare una stupida bottiglia ed emettendo imbarazzanti gridolini divertiti.
Se Ian volesse rovinarli, potrebbe fare un video e metterlo su Youtube. Sicuro come l'oro che non troverebbero più uno straccio di lavoro nemmeno per girare un porno di bassa lega.
Bè, oddio, lì forse...
«Ian! Ian, se non vieni anche tu non vale!», si lamenta Sara, distraendolo dall'insana immagine mentale dei suoi colleghi impegnati in un'orgia collettiva.
Tutti si voltano istantaneamente verso di lui, il che è decisamente inquietante, soprattutto considerando il luccichio strano dei loro occhi – che no, non può essere dovuto solo all'alcool.
«Levatevelo dalla testa, ho ancora una dignità, io», replica subito, ma la sottile accusa sembra non scalfire affatto i diretti interessati. Anzi.
Senza proferire parola, Nina si alza e si dirige verso di lui, mani sui fianchi e sguardo di sfida.
«La vedi quella bottiglia?», chiede, ondeggiando appena sui propri piedi. Ha bevuto decisamente troppo. Ian si prepara fisicamente a raccattarla dal pavimento. «Se ti tiri indietro, giuro che non la riciclo», minaccia, agitando una mano per sottolineare il concetto e rendendo così ancora più instabile il suo già precario equilibrio. «Non riciclerò più niente, ecco!», continua.
«Ed io tornerò ad usare la mia lacca sfonda-ozono!», strilla Candice.
«E le bottiglie di plastica sul set!», aggiunge Sara.
«Io mi comprerò uno di quei macchinoni che consumano benzina solo a guardarli!», si aggrega Paul.
«Ne voglio uno anche io!», urla Steven. «D'altronde non puoi mica fare le gare da solo!»
Tempo dieci secondi e stanno elaborando uno dei peggiori assalti criminali all'ambiente che Ian abbia mai avuto la sfortuna di udire.
Mezzo perplesso e mezzo contrariato, alza di nuovo lo sguardo su Nina, che gli sorride con aria perfidamente divertita.
«Allora, vuoi essere la causa principale della distruzione del mondo?», gli domanda.
Ian non vede come lui potrebbe causare una cosa del genere, né come potrebbero farlo loro da soli, se è per questo – non che i maledetti non mostrino buona volontà in tal senso, comunque.
Però Nina è tremendamente carina quando sorride, ed è così difficile negarle qualcosa – e la stronza ne è molto più che consapevole –, quindi Ian si vede costretto ad alzarsi e seguirla fino al cerchio sbilenco che hanno formato i suoi colleghi.
Mettendosi a sedere tra Paul e Nina, Ian si consola pensando che tanto, qualsiasi cosa succeda, a fine serata saranno tutti troppo sbronzi per serbarne memoria. O almeno così spera.

Quando Nina fa girare la bottiglia per la prima volta e quella si ferma prima su di lei e poi su Paul, metà del cast è pronto a giurare che lei abbia barato.
Nina si proclama assolutamente offesa da un'accusa del genere, e quindi fa girare nuovamente la bottiglia.
Quando anche al secondo giro i prescelti risultano essere lei e Paul, tutto il cast è pronto a giurare che lei abbia barato, ma Nina si limita a sorridere innocentemente, e a buttare le braccia intorno al collo di Paul, che dal troppo ridere quasi si ribalta nel ritrovarsela improvvisamente addosso.
Tra i fischi generali, si scambiano un bacio leggero, che sa di vodka e patatine, e poi si staccano immediatamente l'uno dall'altra.
«Che diamine era quello?», urla Sara, indignata.
«Sul set a momenti scopate sul serio, e adesso invece di un bacio vi scambiate il segno della pace?», sbraita Candice, tra le risate del resto della compagnia.
«Paul è fidanzato», replica Nina, staccandosi dall'abbraccio e sorridendogli. Paul non dice nulla, ma sorride a sua volta e le scosta una ciocca di capelli dalla fronte.
«Molto fidanzato», aggiunge lui, e prima che qualcuno riesca a replicare, Nina torna al suo posto e riafferra la bottiglia.
«Okay, vediamo chi sono i prossimi!», strilla allegramente.

La bottiglia si ferma per la terza volta su Paul, che urla immediatamente al complotto.
Ian, che nel frattempo ha buttato giù altri tre o quattro bicchieri di alcool, ed è già abbastanza ubriaco da non vergognarsi più di sé stesso, si limita a ghignare e fissare la bottiglia che intanto sta per scegliere la seconda vittima.
Che si rivela essere Ian stesso.
«Assolutamente no», esclama Paul, mentre il sottofondo ormai costante di risate si fa più simile ad un boato da stadio.
Ian si volta verso di lui e mette su la sua migliore faccia triste.
«Mi spezzi il cuore, Paul. Lo sai che io ti amo», ed enfatizza ogni parola con quell'odioso tono melodrammatico da prima lezione di recitazione. Paul ride ma non abbassa la guardia.
«Ian, ricambio assolutamente il tuo amore, ma io sono fidanzato, e tu saresti mio fratello»
«Embè? Hanno inventato l'incesto!», ribatte Ian, allungando un braccio fino a cingere la vita dell'altro e a trascinarselo più vicino.
«È illegale!», urla Paul, che ha decisamente troppe sorelle per poter sentire pronunciare la parola incesto senza rabbrividire interiormente. «Non c'era un qualche tipo di regola per cui quelli dello stesso sesso non sono costretti a baciarsi?», domanda poi, tentando di divincolarsi dall'abbraccio di Ian.
«Niente regole, Stefan», sussurra Katerina, imitando alla perfezione lo sguardo seducente di Katherine, e Nina, che stava bevendo, quasi soffoca dal ridere, e tossisce vodka su tutti i suoi vicini. Ian approfitta della confusione per spingere con forza Paul giù sul tappeto, e scoccargli a tradimento un sonoro bacio sulle labbra.

«Questa deve essere la serata dell'incesto», biascica Paul – evidentemente ancora mezzo risentito per essere stato violentato da Ian –, quando la bottiglia si ferma prima su Steven e poi su Nina.
«In realtà cominciavo a sentirmi escluso», confessa Steven, guardando Nina non propriamente negli occhi. «Sono l'unico con cui ancora non ci hai provato»
Un cuscino del divano vola nella sua direzione, ma lo manca clamorosamente di una ventina di centimetri almeno. Nina non ha mai avuto una buona mira.
Steven afferra il cuscino e, tenendolo davanti a sé come scudo – non si sa mai con la Dobrev –, le si avvicina abbastanza da baciarla.
«Aspetta, aspetta!», urla però Nina, sistemandosi i capelli dietro le orecchie.
«Vuoi baciare Elena...» e sbatte gli occhioni con aria innocente, «O preferisci Katherine?», continua, guardandolo questa volta da sotto in su, con un leggero ghigno sulle labbra.
«Poi dice di non avere la sindrome da personalità multipla», borbotta Candice, senza troppa malizia. Nina però non la sente – o forse sì, forse è proprio a causa di quel borbottio soffocato che stringe il volto di Steven e lo bacia con più ardore del necessario.
In fin dei conti, pensa, qualcuno deve pur dare loro una scossa.

«Mi rifiuto di baciare Davis», esclama Ian, quando la bottiglia decide che per quella sera a lui toccano solo uomini – e con tutto il ben di dio che c'è lì, poi. Stupida bottiglia.
«Col cazzo!», tuona immediatamente Paul, che sembrava non aspettare altro. «Adesso baci anche lui!», continua, incurante delle risate intorno.
«E in fondo lo so che ti piaccio», sussurra Matt, lanciandogli quello che nelle sue intenzioni doveva essere uno sguardo seduttivo «Non fai altro che palparmi il culo»
«Appunto», ghigna Ian. «Se devo baciarti pretendo una maggiore privacy, non vorrei dovermi interrompere sul più bello»
A quel punto nemmeno Paul se la sente di insistere.

Il momento più eclatante della serata, è senza dubbio quello tra Candice e Nina.
Nessuna delle due sa bene il come, o il perché, ma da un semplice bacio che dovevano scambiarsi, finiscono a rotolare sul tappeto, una addosso all'altra, strusciandosi ed accarezzandosi energicamente, e gemendo come se fossero in preda al migliore orgasmo della loro vita.
E doveva essere solo per ridere, davvero, si dicono entrambe, ma anche se hanno messo su quello spettacolino per divertire i compagni – e ci sono riuscite benissimo –, quando poi si staccano e si guardano in faccia, nonostante scoppino entrambe a ridere, non riescono ad impedirsi di arrossire appena.
«Abbiamo bevuto troppo», bisbiglia Nina, e Candice annuisce e poi le sventola la bottiglia di vodka mezza vuota sotto il naso.
«Gli ultimi due sorsi?», propone sorridendo.

Tra un giro di bottiglia e l'altro comincia a farsi tardi, e un po' perché si stanno ubriacando sul serio (e non possono davvero permetterselo), e un po' perché tutti si rendono conto la situazione sta decisamente sfuggendo di mano (Candice e Nina ancora non si guardano negli occhi, per dire), pian piano i ragazzi cominciano ad andarsene.
Verso l'una, sdraiati sul tappeto coperto di rifiuti di varia natura, sono rimasti soltanto Ian e Nina, che con una mano gioca distrattamente con la bottiglia e con l'altra regge l'ennesima sigaretta della serata.
«Si è fatto veramente tardi, dovremmo andare a dormire», mormora la ragazza, che è troppo ubriaca per preoccuparsi della spudoratezza dell'invito.
Ian, steso sul divano come se volesse verificare quanto spazio riesce effettivamente ad occupare con il suo corpo, ghigna e si sporge fino a rubarle la sigaretta dalle dita.
«L'ultima e vado», replica.
Nina un po' sorride e un po' sbuffa, poi si avvicina a gattoni, fino a sedersi per terra accanto al divano e a posare la testa contro la sua gamba.
Lo guarda dal basso verso l'alto, come fanno i bambini quando vogliono qualcosa che non puoi dargli, e tentano quindi di farti cedere già in partenza.
«Niente bacio della buonanotte?», domanda infatti Nina, atteggiando le labbra in un leggero broncio. Ian sorride e scuote la testa.
«La bottiglia non vuole», risponde semplicemente.
«La bottiglia fa quello che dico io», replica subito Nina, ghignando appena.
«Quindi ammetti di aver ignobilmente barato tutta la sera, facendoci saltare l'uno addosso all'altro solo per il tuo divertimento?»
Nina ride e batte le mani, deliziata.
Ian borbotta un avrei dovuto immaginarlo, ed intanto la guarda e pensa che quel suo adorabile atteggiamento infantile lo diverte e lo preoccupa allo stesso tempo. È che Nina sembra così piccola, e a volte questo non fa affatto bene alla sua coscienza.
Borbottando si alza dal divano a fatica, mormorando maledizioni ai muscoli delle gambe addormentati.
Nina, ancora seduta ai suoi piedi, gli punta immediatamente la bottiglia alla faccia.
«Allora, questo bacio?», chiede, tentando di dare alla propria voce un tono autoritario.
Ian è forse l'unico che non si domanda mai come faccia sempre Nina ad avere le cose migliori – le camere più grandi, i trailers più confortevoli, e via dicendo –, perché lui per primo è pronto ad offrirle qualsiasi cosa lei voglia prima ancora che lo chieda.
A differenza degli altri, però, Ian può anche arrogarsi il sacrosanto diritto di rifiutarle qualcosa senza essere perseguitato poi dai sensi di colpa.
Inoltre, il fatto che lei abbia deliberatamente baciato mezzo cast tranne lui, non è una cosa su cui ha molta voglia di chiudere un occhio.
(“È perché ci vuole discrezione, Ian!” dice la voce di Nina nella sua testa, ma Ian comincia davvero a stancarsi di tutta questa discrezione che secondo lei serve a non rovinare entrambe le loro carriere, e che secondo lui serve solo a complicare le loro vite).
Così, dopo essersi messo in piedi e dopo aver tirato in piedi lei, si china appena su Nina, che lo guarda sorridente e maliziosa, e dopo averle appena sfiorato una guancia, ed aver evitato accuratamente le sue labbra, le posa un breve bacio sulla fronte.
La faccia di Nina è qualcosa di indescrivibile, e Ian vorrebbe veramente farle una foto e diffonderla al mondo via twitter, ma non lo fa perché, primo, non ha la minima idea di dove sia il suo cellulare e, secondo, questa è probabilmente una di quelle cose di cui da sobrio si pentirebbe di aver fatto. Così come si pentirà di non avere accettato quell'invito, probabilmente.
Sarà per la prossima volta, si dice per consolarsi.
«Buona notte», mormora quindi, ghignando appena, e poi si avvia velocemente verso la porta, cercando di togliersi dalla vista prima che lei si riprenda abbastanza da replicare o magari da lanciargli dietro la bottiglia.

   
 
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