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Autore: EffieSamadhi    08/02/2011    5 recensioni
Si è spezzato. A giudicare dal rumore, devono essere almeno un milione di pezzi. Un milione di frammenti di cuore che continuano a ballonzolarti nel petto senza darti tregua. Devono essere frammenti minuscoli, se sono così tanti, eppure fanno male.
Ti sorprendi immobile davanti al computer, imbambolata di fronte al lavoro che si è accumulato durante i giorni di festa. Giorni in cui ti sarebbe stato più gradito rimanere in ufficio, per tenere occupata la mente e non ripensare a quella maledetta sera.
Andava tutto bene. Era tutto perfetto. E invece il tuo cuore è andato in mille pezzi, facendo un rumore molto simile alla suoneria del tuo cellulare.
Come si ripara un cuore rotto?

[Sarah/Karl]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love Actually - L'Amore Davvero

How Can You Mend A Broken Heart?

 

 

 

 

            Si è spezzato. A giudicare dal rumore, devono essere almeno un milione di pezzi. Un milione di frammenti di cuore che continuano a ballonzolarti nel petto senza darti tregua. Devono essere frammenti minuscoli, se sono così tanti, eppure fanno male.

            Ti sorprendi immobile davanti al computer, imbambolata di fronte al lavoro che si è accumulato durante i giorni di festa. Giorni in cui ti sarebbe stato più gradito rimanere in ufficio, per tenere occupata la mente e non ripensare a quella maledetta sera.

            Andava tutto bene. Era tutto perfetto. E invece il tuo cuore è andato in mille pezzi, facendo un rumore molto simile alla suoneria del tuo cellulare.

            Come si ripara un cuore rotto?

            “Sarah, nel mio ufficio” ti impone Harry, passando accanto alla tua scrivania a passo di marcia.

            Come un soldatino, ti alzi e lo segui. Esattamente come sette settimane fa, quando ti ha convocata per chiederti di ‘fare un favore all’ufficio’ e darti una mossa con Karl. Sai che, esattamente come sette settimane fa, ti darà una bella strigliata. E tu ti sentirai peggio di prima.

            “Allora?” ti chiede, appoggiandosi alla scrivania e incrociando le braccia, come aspettando la rivelazione del segreto di Tutankhamon.

            “Allora cosa?”

            “Non fare la finta tonta. Perché non stai scorrazzando per l’ufficio in preda ad un’euforia incontrollata, strillando il tuo amore per Karl e mostrando uno scintillante anello di fidanzamento a tutti, compresa la macchinetta del caffè?” Però, Harry ha davvero una sfrenata fantasia.

            “Non… Karl e io non siamo fidanzati, Harry.” Natale è passato da due settimane, la sera che tu cerchi di dimenticare da un po’ di più.

            “Come sarebbe a dire che non lo siete?” ti domanda Harry, visibilmente alterato.

            “Sarebbe a dire che non ci frequentiamo” rispondi, cercando di sembrare naturale.

            “Ok. Che diavolo hai combinato?”

            “Ehi, un momento! Perché dovrebbe essere colpa mia?” sbotti, contrariata.

            “Non sono io quella innamorata del capo designer da due anni, sette mesi, tre giorni e circa un’ora e mezza” risponde, scimmiottandoti. “Anche se il conteggio dovrebbe essere aggiornato, visto che sono passati quasi due mesi, da allora” aggiunge, sovrappensiero.

            “Harry…” tenti, con scarsa convinzione.

            “No, Sarah. Ascolta, io ti voglio bene, sei come una sorella. Anche se sei con noi da poco, tengo molto a te” ti interrompe, facendosi improvvisamente serio e paterno. Riconosci subito la preoccupazione celata nelle sue parole: hai perso tuo padre troppo presto, quando ne avevi ancora bisogno, e in ogni uomo cerchi quel senso di comprensione e di protezione che ti sta dimostrando Harry. “Che cos’è successo? Karen mi ha detto che quella sera ti ha chiesto di ballare…”

            “Sì” ammetti, lasciandoti cadere su una poltroncina. “Abbiamo parlato un po’, poi mi ha accompagnata a casa, e… abbiamo quasi fatto sesso.”

            Quasi? O lo avete fatto, o non lo avete fatto” osserva lui, ancora appoggiato alla scrivania.

            “Non lo abbiamo fatto” ammetti.

            Le pupille di Harry si dilatano in modo allarmante al di là delle lenti. “Non ti sarà suonato il cellulare?” domanda, a voce alta, conoscendo benissimo la risposta.

            “Harry, lo sai, è mio fratello, non potevo…” cerchi di giustificarti, alzandoti in piedi e iniziando a gesticolare e balbettare.

            “Che cosa voleva?”

            “Voleva… parlare con il Papa” sussurri, con un pizzico di vergogna. Non vergogna per le condizioni di tuo fratello, ma per il fatto di non riuscire ad affrancarti da quella responsabilità. “Per un esorcismo” aggiungi, come se quel particolare potesse giustificare la situazione. Harry si porta una mano davanti al volto, sconcertato. “Harry, non potevo…”

            Harry alza l’indice davanti al tuo volto, invitandoti al silenzio. “Tu” inizia, puntandoti contro il dito, “hai lasciato un uomo nudo nel tuo letto – un uomo che tra l’altro ami – perché tuo fratello voleva essere esorcizzato dal Papa?”

            Vista così, in effetti sembra una cosa stupida. “Non era nudo” puntualizzi. “Non ancora” specifichi, captando lo sguardo di Harry.

            “Vattene” ti dice, facendo il giro della scrivania e tornando a sedersi. “Torna al lavoro, e cerca di riflettere sulla stupidità di quanto hai fatto. Io nel frattempo cercherò di rimediare, in qualche modo.”

            “No, Harry!” esclami, appoggiando le mani sulla scrivania. “Non voglio che tu faccia nulla. Non voglio passare per una stupida adolescente che si fa aiutare dalle amiche per conquistare il ragazzo che le piace.”

            “Non mi sembra che tu sia andata molto lontano, da sola” osserva, lanciandoti una delle sue solite occhiate sarcastiche. “E ora fuori, ho da fare. Lavoro” specifica, convinto di fugare i tuoi dubbi.

            Torni dietro alla tua scrivania, ormai spoglia di qualsiasi decorazione natalizia. Hai spazzato via ogni ammennicolo già il secondo giorno dell’anno, sperando di spazzare via anche i ricordi – quelli brutti e quelli belli. Purtroppo, togliere agrifoglio e brillantini non ha cancellato un bel niente: né i ricordi, né il senso di imbarazzo che provi ogni volta che, per sbaglio, incroci gli occhi di Karl.

            Proprio mentre cerchi di ritrovare la concentrazione necessaria per sbrigare il tuo lavoro, Karl si alza e inizia a camminare verso di te. Le mani iniziano a sudarti, mentre la gola si fa più asciutta del deserto e il cuore inizia a battere così forte che probabilmente anche da Buckingham Palace possono sentirlo. Ma lui non punta verso di te. Ti supera, riservandoti nulla più di uno sguardo fugace, e raggiunge l’ufficio di Harry. Senti la porta chiudersi e ti volti di scatto a guardare, ma il caro Harry, incrociando il tuo sguardo, chiude le veneziane.

            Con uno sbuffo, torni al lavoro.

            Come si ripara un cuore rotto?

            Trascorri la giornata lavorando sodo, fissandoti piccoli obiettivi facilmente raggiungibili e sbrigando uno alla volta tutti i tuoi doveri. Il cellulare squilla una volta sola, verso le otto di sera. Sei rimasta al lavoro di più, come al solito, ma questa volta hai una ragione: troppo lavoro arretrato da sbrigare. E certo, vuoi tenerti lontana da quell’appartamento in cui hai quasi fatto sesso con Karl. No, in cui non hai fatto sesso con Karl. Purtroppo Harry ha ragione: certe cose o si fanno o non si fanno, non ci sono vie di mezzo.

“No, tesoro, non credo di poterti reperire il numero del capo di Scientology” rispondi a tuo fratello, piuttosto stancamente. Gli occhi si posano, senza volerlo, sul tavolo da lavoro di Karl. Anche lui è rimasto di più in ufficio: lo fa spesso, il che potrebbe far pensare che non ha altro da fare, o… no, ti imponi di non pensarci più. Per la tua salute mentale. “No, tesoro, ascolta… no, credo… credo che dovremmo smettere di vederci e di sentirci così spesso.” Sulle prime, non riesci a credere alle tue parole. “No, tesoro, io ti voglio molto bene. E’ proprio perché ti voglio bene che lo dico. No, tesoro, non…” Non riesci a finire, perché ha riattaccato. Rimani ad osservare il telefono con circospezione, quasi avessi paura di venirne azzannata. Forse questo farà diminuire le chiamate.

Cerchi di tornare a concentrarti sul lavoro, ma un movimento davanti a te cattura la tua attenzione. Karl si sta alzando: lo guardi sistemarsi il cappotto, la tracolla, lo guardi spegnere la luce. Abbassi lo sguardo, mentre lui si avvicina a te. Perché si sta davvero avvicinando a te, adesso. “Buonanotte, Sarah” dice, appoggiando una busta chiusa accanto alle tue mani.

“Buonanotte, Karl” rispondi, alzando gli occhi e cercando di non tremare.

Se ne va, e di lui non resta che una busta. E la scia del suo profumo. Il profumo della sua pelle, che continui a rivedere davanti ai tuoi occhi, come frammenti di una pellicola rovinata. Chiudi gli occhi per un istante, e senti le sue mani sui tuoi fianchi, le sue labbra sulle tue, gli occhi scuri così vicini e brillanti… riapri i tuoi, e ritorni dietro la tua scrivania, nella semioscurità dell’ufficio.

Come si ripara un cuore rotto?

La busta bianca non era un sogno: è ancora lì, a pochi centimetri dalle tue mani. C’è il tuo nome scritto al posto del destinatario, vergato dalla sua calligrafia ordinata e sottile. Lasci perdere il lavoro, e mentre spegni il computer cerchi il tagliacarte. Ti è sempre piaciuto il rumore di una busta che viene strappata, ma non sei mai stata più agitata. Ne estrai un foglio, piegato con cura in tre parti. La stessa calligrafia ordinata e sottile ti osserva dalla pagina bianca – un semplice foglio per fotocopie –, e un po’ ti spaventa.

Leggi con attenzione ogni parola, osservi ogni virgola, e per sicurezza rileggi il tutto altre tre volte. Poi afferri il telefono e componi il numero di casa di Harry. “Ciao, Karen. Sono Sarah, scusa il disturbo. Posso parlare un secondo con Harry?”

“Certo, te lo passo. Tesoro, è Sarah.”

Aspetti il passaggio di cornetta, e lo senti sbuffare. “No, non ti aiuterò a cercare un esorcista per tuo fratello” esordisce.

“Che cosa hai detto a Karl stamattina?”

“Abbiamo parlato della nuova campagna pubblicitaria per i chewing-gum al mirtillo.”

“Bugiardo.”

“E gli ho fatto capire che avrebbe dovuto fare il primo passo, se era ancora interessato a te.”

“Capisco. Quindi, tu non gli hai ordinato di scrivermi una lettera, o altro?”

“Certo che no. Può darsi che la lettera fosse compresa nell’elenco di cose che gli ho suggerito di fare per conquistarti, insieme al lasciarti un mucchio di rose rosse sulla scrivania e aggredirti mentre rientravi dal lavoro, ma…”

“Harry, mi stai prendendo in giro?”

“Certo che no. Allora, che dice il nostro enigmatico capo designer nella lettera?”

“E’… è semplicemente bellissima. Devo averla letta almeno quattro volte” ammetti, con la voce appena incrinata dall’emozione.

“Avanti, rendimi partecipe della tua felicità.”

“No, Harry, non credo che tu voglia sentire quello che dice.”

“E invece voglio. Avanti, leggila.”

Ti schiarisci la voce e metti il foglio sotto la luce della lampada, per assicurarti la massima visibilità, poi inizi. “Cara Sarah, sono passate un po’ più di due settimane dalla festa di Natale dell’ufficio, e tu non sai quante volte mi sono trovato a ripensare a quello che è successo. O che non è successo, dipende da come la vedi. Ho ripensato così tanto a quella sera che sarebbe consumata, se fosse un oggetto. Forse abbiamo corso troppo, quella sera. Forse avrei dovuto corteggiarti un po’ meglio, prima di cercare di infilarmi nel tuo letto. Sicuramente avrei dovuto corteggiarti. Il fatto è che sono sempre stato un disastro in queste cose, e per me riuscire a rivolgerti la parola, riuscire a ballare con te… era già una forma di corteggiamento. Per questo mi hai visto irritato, dopo la chiamata di tuo fratello. Ero arrivato ad un punto che non avevo mai osato nemmeno immaginare, e improvvisamente tutto stava svanendo davanti ai miei occhi. Ho sentito il cuore spezzarsi, mentre parlavi con lui. È andato in un milione di pezzi. Pezzi che continuano a fare un rumore infernale. E da quella sera non faccio che pormi una domanda: come si ripara un cuore spezzato?” Fai una pausa e prendi fiato. “Come si ripara un cuore spezzato? Non sono ancora riuscito a trovare una risposta. La sola cosa in grado di consolarmi è che forse – se sei la donna che ho imparato a conoscere e apprezzare – tu ti senti esattamente come me. E allora rivolgo a te quel problema che io non sono in grado di risolvere: come si ripara un cuore spezzato?” Ti fermi, e assapori ancora una volta il suono di quella frase – una frase che ti ha accompagnato per l’intera giornata.

Mentre aspetti un parere di Harry, in sottofondo senti quella che assomiglia alla voce del Primo Ministro: “Accidenti, è un poeta!” esclama.

“Harry, chi è stato a parlare?” domandi, sospettosa.

“Mio cognato. È qui a cena con la sua fidanzata.”

“Tuo cognato… il Primo Ministro?”

“Esatto. Oh, mi sembra doveroso informarti che sei in viva voce.”

“Come sarebbe a dire? Vuoi dire che tutti hanno sentito la lettera? Sei un brutto figlio di…”

            “Ci sono i miei figli” ti interrompe. “E poi sono il tuo capo.”

            Ti copri il viso con una mano, sconvolta. Il Primo Ministro ti ha appena sentita leggere una lettera in cui Karl si scusa per i tuoi errori. E sua sorella, la moglie del tuo capo, ti sta dando il parere che tu avevi chiesto a lui. “Sarah, io credo che Karl sia davvero preso. Insomma, si vede.”

            Si vede? E allora perché tu, in quasi tre anni, non te ne sei mai accorta? “Che cosa devo fare?”

            “Chiedo scusa per l’intromissione” esordisce il Primo Ministro, schiarendosi la voce, “ma io le suggerisco di andare a parlare con quest’uomo. Insomma, non sono cose che si possono risolvere per lettera. Ma questo è solo il mio parere.”

            Pagheresti, per vedere la tua espressione in questo momento. “Oh, io… io la ringrazio, signor Primo Ministro.”

            “Magari Harry potrebbe darle il numero di telefono di questo…”

            “Karl” lo informa Karen.

            Karl” ripete il Primo Ministro. “Magari potrebbe chiamarlo, e potreste fissare un appuntamento.”

            “Esatto, sarebbe un’ottima idea!” esclama Harry, che subito dopo ti legge le cifre del numero di Karl.

            Dieci minuti più tardi, ti stupisci di te stessa. Hai appena inviato un sms – anonimo – a Karl.

Come si ripara un cuore spezzato? Non lo so. Forse possiamo scoprirlo insieme.

 

 

 

 

Note dell’Autrice

Ho adorato questo film dal primo all’ultimo istante, compresa la scena in cui il Primo Ministro

balla per i corridoi di Downing Street ^^

Però non sono mai riuscita a digerire il fatto che Sarah e Karl non siano riusciti

a combinare nulla. Non è giusto, punto e basta.

E allora, basandomi sul titolo di una celebre canzone di Al Green,

ho scritto questa ff.

Speriamo in bene.

   
 
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