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Autore: JoJo    09/02/2011    1 recensioni
Derek Morgan è un profiler dell'FBI e nel tempo libero ama divertirsi, soprattutto con esemplari dell'altro sesso. Alexandra Coleman è una fotografa, esperta nell'arte di tenere le persone al di fuori della propria vita. Non hanno niente in comune, se non una serata confusa e sfuocata nei ricordi di entrambi. E se, a partire da quella caotica sera di cui nessuno sembra ricordarsi, il destino iniziasse a far scorrere gli eventi in modo del tutto inaspettato?La vita di Derek non sarebbe più la stessa...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano molti i fattori che gli impedivano di aprire gli occhi.

Per prima cosa il dolore lancinante che sentiva alla testa.

Si rigirò nel letto e alzò un braccio per portarselo alla fronte: non ricordava di aver chiuso le tende la sera precedente, e non era affatto ansioso di scoprire questa dimenticanza con un brusco contatto con i raggi del sole mattutino.

In secondo luogo era stanco.

In quel momento, non ricordava perfettamente il motivo della propria stanchezza, ma era certo di non dovere andare in ufficio e perciò si sentì sollevato nel sapere di poter recuperare le ore di sonno che aveva perso recentemente.

Mentre qualcosa dentro di sé gli suggeriva che il terribile mal di testa che lo stava torturando in quel momento poteva essere collegato ai postumi da una sbronza da manuale, i particolari dell'ultimo caso a cui avevano lavorato lo travolsero come uno tsunami.

Ricordava il volto dell'SI deturpato da un foro, che dimostrava come una pallottola della polizia gli avesse attraversato il capo da parte a parte proprio qualche centimetro sopra il sopracciglio sinistro. Il pensiero che quel depravato avesse avuto quello che si meritava, però, non l'aveva affatto sollevato. Il fatto che quell'assassino fosse morto, infatti, non riportava in vita tutte le sue vittime- bambini, per giunta!- né poteva portare sollievo a chiunque fosse venuto in contatto con la sua perversione.

Quel caso li aveva lasciati tutti con l'amaro in bocca e nessuno dei membri della squadra, quando si erano salutati prima di andarsene dagli uffici della BAU a Quantico, era riuscito ad accennare un sorriso e lui non era stato da meno.

Non c'era nessuna cura per quella sensazione di oppressione e impotenza che l'aveva preso alla bocca dello stomaco, e lui lo sapeva, eppure aveva deciso di uscire, cercando di trovare un po' di conforto in qualche bicchiere di bourbon in un locale poco affollato. Al contrario del solito, non era dell'umore per affrontare una serata chiassosa in una discoteca o in un altro tipo di locale, anche se forse quello sarebbe stato un modo perfetto per distrarsi dai mille pensieri che gli vorticavano in testa.

Mentre un grugnito di protesta per la forte emicrania che lo tormentava gli uscì dalle labbra, gli ritornò in mente di essersi seduto al bancone, di aver ordinato da bere e infine di essersi voltato per...

Il rumore della porta del bagno che si chiudeva gli fece aprire gli occhi di scatto, con conseguenze disastrose per il proprio mal di testa. Tuttavia, non disse niente, osservando in silenzio la figura femminile che era rientrata in quel momento. Improvvisamente si rese conto di essere nudo sotto il lenzuolo che gli avvolgeva la vita e le gambe e capì immediatamente che piega aveva preso la serata precedente. Un evento non poi così raro per uno come lui, dopo tutto.

Tornò a rivolgere i propri occhi scuri sulla sconosciuta che era impegnata a raccogliere le proprie cose nella stanza, del tutto ignara di essere osservata.

Non era il suo tipo. Per niente. Certo, nella penombra era un po' difficile carpire con esattezza le caratteristiche peculiari della ragazza, ma era evidente che non corrispondeva allo schema tipico delle sue solite conquiste.

I capelli castani, che vedeva scivolare sulla schiena ancora nuda per metà, sembravano folti e morbidi, nonostante fossero vistosamente arruffati. Quando si voltò per infilarsi velocemente una camicetta nera di un tessuto leggero e impalpabile, riuscì ad intercettare il volto allungato e dai tratti delicati. Gli occhi sembravano chiari, ma era difficile a dirlo con l'oscurità che la faceva da padrone nella camera da letto.

Era carina, di questo era certo. Ma aveva avuto ragazze più belle, decisamente. E la sconosciuta, nonostante il tatuaggio a forma di fiore di loto che aveva intravisto alla base del collo e che forse doveva darle un pizzico di aria da ribelle, era decisamente troppo acqua e sapone per una storia di una notte, quindi, pensò, dovevano essere stati entrambi ubriachi la sera precedente.

La osservò ancora per un attimo mentre si infilava a tracolla la borsa e raccoglieva da terra degli stivali dal tacco non eccessivamente alto, e solo quando la vide puntare verso la porta decise di parlare.

Te ne vai così?” domandò, scoprendo di avere la voce roca e bassa.

La ragazza si voltò verso di lui, sul viso l'espressione di un animale braccato.

Scusami, non sono...- prese un grosso respiro prima di continuare a parlare e si intimò mentalmente di non balbettare, anche se trovava quella situazione decisamente imbarazzante- Non sono abituata a queste situazioni. In effetti non mi comporto mai così.”

Non devi sentirti imbarazzata.- ribattè l'uomo immediatamente, con un sorriso sul bel volto- Potremmo fare colazione e gestire la situazione con calma.”

La giovane scosse la testa, dandogli modo di notare che era più giovane di lui “Preferirei di no. In effetti vorrei fare finta che tutto quello che è successo non sia realmente successo.”

Chiaro.- annuì, ignorando il martello pneumatico che gli rimbombava in testa- Quindi preferiresti che io torni a dormire ignorando la tua uscita di scena?”

Sarebbe davvero gentile da parte tua.” disse lei, rivelando per la prima volta un sorriso largo, ma di circostanza.

Forse potresti prendere un paio di aspirine prima di andartene.- le suggerì, facendo un cenno verso la porta dalla quale era uscita poco prima- Sono nell'armadietto vicino allo specchio.”

La ragazza scosse piano la testa “Non è necessario.- disse, prima di borbottare incerta- Uhm...grazie della, uhm, serata...”

Derek.” suggerì, con un sorriso amichevole sul bel volto.

Derek.” ripetè lei, prima di uscire dalla stanza senza rivelargli il suo nome.

 

 

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Lo so.

Lo so!

Io sto già pubblicando Just for a week, right? E vi ho detto di essere super-incasinata e super-impegnata e via dicendo, ma non ho saputo resistere.

Ho le bozze di questa storia sul pc da un bel po' e volevo sapere che cosa ne pensate.

Non è una case-fic, ma qualcosa di più leggero, quindi un po' lontano dal mio solito stile e stavolta il protagonista è Derek: è un esperimento che mi piaceva fare, nato da un'idea che mi è balzata in testa mentre guardavo un episodio l'anno scorso quindi...

Fatemi sapere che cosa ne pensate, se vi va.

Kisses JoJo

   
 
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