Libri > La Setta dei Vampiri
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Autore: diariers91    10/02/2011    2 recensioni
Cosa sarà successo dopo che Ash è andato via? Basta leggere per scoprirlo.
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. "What strange creatures brothers are!" — "Che strane creature sono i fratelli!" — Jane Austen

In un film che Mary-Lynnette aveva visto molto tempo prima, di cui non ne ricordava il titolo, uno ragazzo diceva alla donna che amava: << L'amore è amore >>. A quel tempo ci aveva creduto. Dopo aver fatto esperienza del vero amore era stata costretta a ricredersi.
Perché l'amore non è semplicemente solo amore, pensò. No, l'amore è tante cose messe insieme, molte delle quali spiacevoli. E' gioia, passione, adrenalina oltre il limite consueto. Sgomento, perdersi ore a fantasticare su cose senza senso, ansia. Ma è anche rabbia, dolore, timore e delusione. Sofferenza. Ecco, cos'è l'amore. Un misto di emozioni e sentimenti, che può essere compreso solo vivendolo fino in fondo. 
Mary-Lynnette aveva provato ogni singola emozione di quella sorta di lista.
In quel periodo era nella fase della sofferenza per via della lontananza di Ash che lei stessa aveva imposto e che ormai durava da parecchi mesi. Nei primi giorni dopo che Ash era andato via per "uccidere draghi" in suo onore, si sentiva bene. Forse era perché sapeva che al suo ritorno, Ash sarebbe stato un uomo nuovo, migliore. Forse perché dodici mesi non le sembravano poi così lunghi e dal momento che aveva vissuto diciotto anni senza di lui era convinta di poterne fare a meno per un anno. Forse perché aveva la certezza che il vampiro la amava e la ammirava ardentemente.
Solo di una cosa era certa: stava bene.
Poi con il passare dei mesi quella sensazione di ... appagamento si affievolì poiché non si sentiva più sicura di quello che aveva pensato e provato.
Al suo ritorno Ash sarebbe stato un uomo migliore soltanto se ci fosse riuscito, solo se avesse avuto la volontà spontanea di cambiare, il fatto che fosse per lei era un incentivo, ma doveva volerlo sul serio per riuscirci. E se non ce la facesse? Se lui preferisse vivere secondo il suo stile di vita, quello che più gli stava comodo?
E se non fosse mai tornato? A quel punto i mesi non sarebbero stati dodici e gli anni uno. No, sarebbero diventati molti di più, una vita intera.
O, magari, se fosse ritornato solo per dirle che si era sbagliato? Che in realtà non l'amava, non l'aveva mai fatto e si era soltanto lasciato trasportare da quello che supponeva dovesse fare? Il principio dell'anima gemella ti permetteva di accorgerti che davanti ai tuoi occhi avevi la parte della mela complementare alla tua, ma non imponeva che quelle due parti dovevano unirsi per formarne una.
Tutti quei pensieri avevano affollato la mente di Mary-Lynnette per mesi, nove ad essere precisi, e ogno giorno se ne convinceva sempre di più.
Rise al pensiero che nove mesi prima odiava quel ragazzo, odiava tutto di lui e ciò che era, e che lo avrebbe volentieri rispedito nel posto da cui era venuto a calci negli stinchi per quanto le dava ai nervi quel sorrisino compiaciuto e quegli atteggiamenti da strafottente nei confronti delle sue stesse sorelle e degli umani. E invece ora era nella sua camera sotto le coperte a pensare, per l'ennesima volta, che l'unica cosa che voleva era rivederlo. In tutta la sua bellezza, avrebbe aggiunto lui se avesse saputo cosa Mary-Lynnette pensava. Non poteva dargli torto, era davvero il ragazzo più bello e accattivante che avesse mai visto. Ma questo non gliel'avrebbe mai detto perché si sarebbe montato la testa più di prima e soprattutto perché forse non avrebbe mai avuto l'occasione.
La porta della sua camera si aprì sebbene nessuno avesse bussato per entrare.
<< Mare, va tutto bene? >>. La voce di Mark, il fratello di Mary-Lynnette, nascondeva un velo di preoccupazione mal celato. Non era difficile capirne il motivo. Circa quindici minuti prima entrambi erano a casa delle sorelle Redfern per una sorta di festa in stile "notte prima degli esami", nonostante gli esami fossero finiti da un pezzo, in onore di Mary-Lynnette e Kestrel che, il giorno dopo, avrebbero partecipato alla consegna dei diplomi. Sarebbe stato l'ultimo giorno prima dell'estate, prima di prendere le decisioni decisive per i college, almeno nel caso di Mary-Lynnette. Ma qualcosa era andato storto. Si era resa conto che quella sera, più delle altre, Ash le mancava. E vedere Mark e Jade sempre appiccicati come se fossero un'unica persona, o vederli tenersi per mano come due semplici adolescenti innamorati, non le rese le cose facili, soprattutto se si aggiungevano le altre coppiette smielate che si appartavano in tutte le camere della casa. Così era andata via, inventando una debole scusa riguardo la stanchezza. Non riusciva più a restare in quella casa. Certo, c'erano Rowan e Kestrel, e si dispiacque nel mandare il fumo l'impegno che la prima aveva messo nell'organizzare la festa, ma non poteva farci nulla.
Mary-Lynnette si mise a sedere facendosi forza sulle braccia alla vista del fratello. << Si, non preoccuparti >> rispose con voce calma e controllata, cercando di nascondere nel miglior modo possibile il suo malessere. Dall'espressione scettica che aveva assunto il fratello capì che non aveva ottime doti da attrice. Ma sapeva che non poteva dargliela a bere facilmente. A suo padre forse e anche a Claudine, ma non a Mark. Era la sua spalla su cui piangere nei momenti di sconforto e il compagno ideale per divertirsi, la persona che più amava al mondo ... dopo Ash, si ritrovò a precisare inconsciamente. E sentiva con certezza assoluta che anche Mark la pensava come lei. << Sono solo un po' stanca >>. Era vero. Pensare troppo l'aveva resa debole e all'improvviso si era ritrovata a corto di energie. Ne attribuì il motivo a Ash, era lui che le giocava brutti scherzi.
La bocca di Mark si allargò in un sorriso. << Sei una pessima bugiarda >> disse, guardandola con una strana dolcezza in viso. Non che la dolcezza non fosse una sfaccettatura del carattere del fratello, ma Mary-Lynnette raramente gli vedeva in volto quell'espressione, in particolar modo se era intrisa di comprensione. Mark sospirò come a prepararsi per qualcosa di importante.<< Non posso immaginare quanto sia difficile per te >> iniziò, distogliendo lo sguardo dalla sorella per guardare il pavimento in legno. << dal momento che non mi sono trovato in questa situazione >>. Qualcosa come sollievo e consapevolezza lo colpì, donando al discorso una nuova direttiva. << e mai mi capiterà perché non esiterei a seguirla se si allontanasse da me >>. Ovviamente si riferiva a Jade. Una strana sensazione di rimorso invase Mary-Lynnette. Aveva sbagliato a mandarlo via? No, era convinta di ciò che aveva fatto. Anche se i suoi timori si fossero rivelati esatti, Ash avrebbe almeno tentato di cambiare, e indipendentemente dal risultato lei ne sarebbe stata felice. << Il punto è che - disse Mark, riprendendo il filo del discorso originario - non devi fingere di stare bene. Non è necessario. E' normale che ti manchi dopo tutto questo tempo >>. Come conclusione di quell' atto consolatorio-confessione Mark alzò nuovamente lo sguardo verso la sorella e le sorrise per infonderle un minimo di speranza e fiducia nel fatto che le cose sarebbero andate per il verso giusto.
Poi seguì silenzio assoluto, religioso. Mark sembrava essersi ammutolito di colpo e Mary-Lynnette non sapeva cosa dire. Per quanto lei e Mark fossero legati, non avevano mai fatto una cosa del genere. Il fratello non era mai stato il tipo di tante parole, ma tra di loro si era creata una complicità tale che uno sguardo era sufficiente per intendersi perfettamente. Eppure sentiva in quell'apertura anche verbale un senso di perfezione maggiore, come se suggellasse il loro rapporto in maniera definitiva.
Rispose con l'unico gesto che le sembrava più appropriato in quell'istante. Si sporse verso di lui e lo abbracciò. << Grazie >>.
  
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