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Autore: ___Sky    10/02/2011    7 recensioni
E se Damon ed Elena rimanessero chiusi nel pensionato dei Salvatore a causa di un vecchio incantesimo? Ne riusciranno ad uscire?
Tratto dal primo capitolo:
« Cosa stai facendo?». Gli chiese fermandosi all'ultimo gradino.
« Sto cercando di giocare a Sharade con mio fratello. Stefan non è così divertente, ho già indovinato tutti i suoi personaggi: Dr. Seuss: "Il Grinch che ha rubato il Natale". Ma non vuole cambiare personaggio. Non fraintendermi: Stefan sta disapprovando tutto con il suo sguardo arrabbiato. Ha anche aggiunto una sesta ruga sulla fronte pensierosa. Così la somiglianza con il Grinch è inquietante. Ora però è il mio turno e lui insiste per essere il Grinch tutto il tempo. Non credo che abbia capito le regole».
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lockdown (2) Elena seppellì la faccia nel cuscino e urlò silenziosamente al suo interno, prima di tirarsi le coperte fin sopra la testa. Quanto tempo avrebbe dovuto stare chiusa lì dentro?
La musica rock ad alto volume ormai le aveva fatto guadagnare un terribile mal di testa e l'aveva fatta rimanere sulla stessa pagina del libro di storia per chissà quanto tempo. Non era sicura se stava immaginando il letto che tremava sotto i toni della musica pesante, o se davvero stava succedendo.

Gemette, prima di lanciare via le coperte.

« Damon!». Urlò quasi a squarciagola, anche se era ben consapevole che lui sarebbe stato in grado di sentirla anche se avesse solo sussurrato. « Sto cercando di studiare!».
Non ci fu nessuna risposta a parole. Invece la musica era diventata ancora più forte in una manciata di secondi. Ovviamente lui aveva alzato il volume. Se non lo aveva odiato prima, di sicuro lo adiava ora. Emise un ferso di frustrazione, prima di gettare il suo libro da parte e di alzarsi dal grande letto. Poi uscì dalla camera da letto.

Scese le scale e si ritrovò faccia a faccia con un Damon ballerino che andava avanti e indietro per il corridio e il soggiorno, la camicia sbottonata e un bicchiere di scotch in mano. La musica era a dir poco assordante così vicino allo stereo e Elena si chiedeva come facesse lui con il suo udito super sensibile da vampiro.

« Damon!». Urlò di nuo, incazzata sul serio.
Lui alzò gli occhi al cielo, facendo finta di non averla sentita. Danzò verso la radio e finalmente abbassò il volume ad un tono accettabile, e poi le rivolse uno sguardo interrogativo. « C'è qualche problema?».
« Sì. Sto cercando di studiare! Cosa stai facendo tu?».
« Ballo». Si strinse nelle spalle, prendendo un sorso del suo scotch preferito. « Rivivo l'ultima volta che sono rimasto bloccato in questo osto. Anche quella votla con una bella ragazza, aggiungerei. Era moolto più divertente di te. Non è finita così bene per lei, però».
« E' una minaccia?». Chiese Elena, incrociando le braccia a quelle parole.
« Bé, ho pensato che un desclaimer vago non aiuterebbe nesuno di noi. Sto solo dicendo che potresti comportanti un pò più gentilmente con me, visto che sei consapevole del mio brutto carattere e non c'è modo di sapere quanto sangue ho nel frigo. La mia scorta potrebbe esaurirsi presto e potrei avere molta fame, allora, e molto presto, anche».
« Non mi fai paura, Damon. Non sono una ragazza a caso che hai raccolto per strada».
« Un motivo in più per essere un pò spaventata, Elena. A differenza di quelle ragazze a caso, tu sai di cosa sono capace». Le fece l'occhiolino.

« Non hai intenzione di farmi del male».
« La cosa importante è che tu ci creda». Rispose lui, indifferente, voltandosi di nuovo verso la radio, pronto per alzare il volume di nuovo.
« Potremmo solo..». Iniziò a dire, ma si fermò a metà frase, appena Damon alzò lo sguardo verso di lei, la sua mano già toccava la radio.
« Sì, Elena? Potremmo solo..?».
Sospirò, temendo le parole che stava per dire. « Potremmo solo chiamarla "tregua"? Per ora? Ovviamente staremo bloccati qui dentro per chissà quanto tempo e potremmo per lo meno essere un pò più gentili».
« Ah, un pò di civiltà. E' tutto quello che chiedo anche io. C'è qualcosa che vuoi chiedermi, ora?».
« Puoi tenere la musica ad un volume accettabile cosicché io possa studiare?».
« Assolutamente». Rispose Damon, sogghignando. « Non è un problema».
« Grazie». Disse, prima di voltarsi e tornare su per le scale.

-X-X-X-X-X-X-X-X-X-

« Andiamo, Elena!». Damon la stava chiamando dal piano di sotto. « Posso sentire il tuo stomaco brontolare da qui! E' fastidioso! Non fare la testarda e porta il tuo culo qui!».

Elena si rigirò sul letto, in realtà non aveva voglia di stare in compagnia di Damon. Era vero: aveva fame, ma poteva resistere ancora. Voleva solo ritardare l'inevitabile.
« Elena!». Damon quasi cantava. « Sai, sono molto affamato anche io, ma non ho intenzione di mangiare finchè non ci sei anche tu. E quando ho fame sono irritabile. Quindi smettila di metterti in un inutile pericolo e vieni qui!».
Finalmente, Elena capì che Damon non avrebbe smesso fino a quando non l'avrebbe vista già in cucina. Si pasò una mano tra i capelli e poi si trascinò al piano di sotto.

Lui la stava aspettando con un sorriso orgoglioso sul volto.
« Cancella quel sorriso dalla tua faccia». Mormorò lei. « E cosa è successo a quella cosa chiamata "tregua"? Quella era una minaccia bella e buona».
« Nah. Basta solo capire i miei modi di fare. E quello era esattamente un invito a mangiare questo delizioso pasto».
« Stefan non è ancora tornato?». Chiese invece lei, stringendosi nelle braccia.
« Non credi che te l'avrei detto prima se fosse tornato?». Damon le laciò un'occhiata sarcastica. « Comunque dovremmo elaborare un piano». Continuò, piegandosi verso il frigorifero. « Io sono quello al piano di sotto che tenere d'occhio la finestra in ogni momento. Sono l'unico che pensa sia sleale? Il mio collo ne risente».
« Bene». Rispose Elena, sedendosi al bancone. « Faremo a turni. Tu andrai al piano di sopra, mentre io rimango qui a tenere d'occhio la finestra».
« Oh, ma io non ho detto che volevo andare al piano di sopra. Ho appena detto che non volevo tenere d'occhio la finestra per tutto il tempo».  
« Davvero? E ballare come un idiota era tenere d'occhio la finestra?».
« Cosa posso dire? Sono un tipo che sa fare più cose contemporaneamente». Damon si strinse nelle spalle. « Cosa vuoi mangiare?».
« Che hai? Non sono stata qui da un pò».
« Sono ancora curioso di scoprire cosa ha causato il cambiamente nel tuo cuoricino per passare la notte qui». Cambiò discorso, poi si concentrò su qualche altra cosa: « Faccio un pò di uova e pancetta. Con un contorno di ragazza del college per chiunque sia interessato». Decise tutto da solo e andò ai fornelli con tutti gli occorrenti per cucinare.

« Nessun cambiamento, Damon». Ripetè ancora. « Ho solo pensato che non c'era motivo per non passare la notte qui. Sappiamo dove dovevamo stare e abbiamo stabilito che non ho paura di te. Puoi farmi le uova..».
« Strapazzate». Finì lui per lei, rivolgendol  un sorriso compiaciuto quando lei fece una faccia sorpresa. « Forse non ti piacerà, ma ti conosco, Elena. Questo non è di certo la prima volta che ti osservo quando fai colazione qui. Però prima le cose erano meno tese». Arricciò le labbra e iniziò a mettere le uova sul fuoco.
« Bè, non ti pare che le circostanze siano cambiate da allora?». Chiese Elena alzandosi e inarcando un sopracciglio. Cacciò dei bicchieri dalla credenza. « Vuoi un succo?». Gli chiese poi.
« Solo una ragazza del college per me, grazie». Rispose lui sarcastico.

Lei alzò gli occhi al cielo e prese un altro bicchiere. Doveva comunque aprire il frigorifero. Si sentì sollevata nel vedere che c'erano più di una ventina di sacchetti pieni di sangue là dentro. Non aveva mentito prima, non aveva paura di Damon, ma sapeva che erano davvero nei guai se lui avesse finito il sangue.

« Qual è la ragazza del college?». Chiese di rimando, sarcastica anche lei.
« Non ne ho idea. L'ospedale non li etichetta con cura, che è un vero peccato. Di solito lo scelgo per gruppo sanguigno. Ma mi piace immaginare una storia sulla persona che bevo. Quindi.. a te la scelta». Rispose Damon, continuando a maneggiare le uova sulla pentola. Gli era sempre piaciuto cucinare.. solo dopo essere diventato un vampiro. Quando non cercava Katherine, cucinava.

Elena fece una smorfia quando prese il sacchetto in mano. Era troppo mollo.

« Fai attenzione a non fartelo cadere addosso». La mise in guardia. « Potrei decidere di leccarti pur di riavere la mia ragazza del college».
Elena riconobbe il tono della presa in giro nella sua voce, ma si allontanò un pò alle sue parole. Il brivido che le corse lungo la schiena scomparve in un istante, appena sentì il piacevole odore di uova e pancetta riempire la cucina. Posò il bicchiere sul tavolo con la faccia disgustata. Prendere un bicchiere era stata una pessima idea: qualcosa di meno trasparente sarebbe stata meglio. Versò un quarto del contenuto della sacca nel bicchiere.

Damon notò l'espressione sul suo volto e si fece avanti, prendendo il bicchiere dal tavolo e buttò tutto giù in un sorso come se fosse stato un bicchierino di tequila.
« Non c'è bisogno di fare la schizzinosa». Sorrise, posando il bicchiere sul tavolo.
« Ma non è il sangue. Ormai ci sono abituata. E' il fatto che in realtà tu lo beva».
« A ciascuno il proprio, eh?». Rispose lui sarcastico.
 Elena sorseggiava il suo succo di arancia e annuì lentamente. « Forse».

« Facciamo un brindisi con le uova e la pancetta e tanto sangue». Propose Damon.
« Faccio io aspetta». Elena ignorò il commento di Damon e andò verso il tostapane. Il vampiro la fermò a metà strada e le avvolse lentamente la sua mano intorno al polso.
« Sei l'ospito, ricordi?».

Elena fu sorpresa dal suo tocco improvviso. Per qualche motivo toccare Damon non era mai stato facile per lei, ma era ancora più difficile in quel momento, sapendo che erano rinchiusi là dentro. Tirò rapidamente il polso indietro e tornò al suo posto, guardandosi i piedi mentre il suo disagio cresceva.
« Oh andiamo! Non posso neanche toccarti più il braccio?». Commentò Damon lanciandole uno sguardo di puro fuoco.

« Non hai ancora risposto alla mia domanda». Disse Elena, ignorando di nuovo il commento di Damon. « Non pensi che le circostanze siano cambiate?».
« Certo che le circostanze sono cambiate. Hai espresso molto bene il concetto del "per-sempre-lontano-da-me"». Rispose lui, ricordando le parole di Elena in modo beffardo che la fecero irritare all'istante.
« Damon io sto cercando di capirti. E mi sa che ho cercato fin troppo. Sto anche cercando di essere civile con te, ma.. devi capire che se avessi potuto scegliere, non avrei mai scelto te.. e non saremmo mai stati insieme a fare colazione e cucinare insieme, mai. Non ho potuto fare una scelta e sto cercando di fare del mio meglio».
« Cercare di ricavare il meglio da una brutta situazione». Damon annuì, ripetendo le parole di quella mattina, ancora chino sulla padella.
« Esatto».
« Come andare avanti in questo incubo». Continuò il vampiro, con un pò di amarezza nella voce.
« Non farlo, ti prego. Tregua, ricordi?». Sospirò Elena.
« Oh, io mi ricordo». La rassicurò Damon, rivolgendosi a lei e poi mettendo il cibo nei due piatti che Elena aveva messo sul tavolo. « Sei tu quella che sta continuando a dire quanto non vorrebbe rimanere qui. L'ho capito la prima e la seconda volta che l'hai detto. Ti ho persa per sempre». Si sedette di fronte a lei e le porse una forchetta e subito si tuffò sul piatto con il cibo.

Elena contemplò le sue parole ancora per un secondo, senza mangiare ancora. Non poteva fare a meno di stare male. Era una sensazione del tutto irrazionale.

« Ma io non sono un cucciolo malato d'amore, Elena». Continuò Damon dopo aver ingoiato il primo morso. « Io non sto facendo il gentile con te perchè voglio tornare nelle tue grazie. Abbiamo chiuso. Per sempre. Ho capito. Io qui sono di troppo, nonostante anche io stia cercando di trarre il meglio da una brutta situzione. Quindi non confondere il mio essere gentile con te per altre cose. Mai più.».

Elena guardò il suo piatto senza sapere cosa dire.

« Non voglio essere tuo nemico Elena, a meno che tu me ne dia motivo». Concluse il vampiro. « Ora mangia il tuo cibo o si farà freddo».

-X-X-X-X-X-X-X-X-X-

« Dovrebbe essere già tornato. Cosa sta combinando di tanto importante?». Elena sospirò, parlando a se stessa mentre era seduta sulla comoda poltrona che aveva messo convenientemente nel corridoio, davanti la finestra.

Damon entrò anche lui nel corridoio sentendo la voce della ragazza. « E' vero. Non è un buon segno».
« Non posso credere sia stata io a farci bloccare qui dentro». Si rimproverava Elena, scuotendo la testa. « Potremmo non uscire mai più».
« Ed eccola che inizia ad armare le truppe...».
« Non avrei mai dovuto curiosare! Solo che non so cosa mi è preso. Di solito non sono così curiosa».
« Questa è la peggiore scusa che io abbia mai sentito nella mia non-vita».

Damon si avvicinò alla porta e allungò la mano.

« Non farlo!». Lo avvertì lei che era saltata in piedi dalla poltrona, ma era troppo tardi e la scossa -ormai familiare- percosse la casa, facendo cadere Damon all'indietro.
« Tutto sotto controllo». Disse lui, rialzandosi e fissando con aia di sfida la porta. « I problemi non se ne vogliono proprio andare, eh?».
« Devi smetterla di farlo. Ti friggerai il cervello o qualcosa del genere».
« Sei preoccupata per me?». Damon sorrise sarcastico, girandosi verso di lei.
« Ti stai facendo del male deliberatamente. E' un pò da masochisti, non credi?». Elena si andò a sedere di nuovo sulla poltrona senza degnarlo di un'occhiata.
«E hai perso tutto questo tempo per capirlo? Dopo aver speso quasi un secolo e mezzo andando dietro ad una donna che non voleva sapere niente di me..». Lasciò la frase in sospeso, credendo che Elena avesse capito, invece lei aggrottò le sopracciglia.
« Mi stai dicendo che ti piace il dolore?».
« Bè, il dolore ha uno strado modo per trovarmi, così mi ci sono abituato. Dire che mi piace potrebbe essere un ponte troppo lontano». Spiegò Damon, tirando un sospiro e immergendosi nel silenzio venutosi a creare.

« Lo stai cercando, il dolore». Disse Elena dopo un pò, accennando alla porta. « Sapevi che l'incantesimo non era ancora stato revocato».
« Ero sicuro al 99 per cento. L'incantesimo potrebbe avere anche un limite temporale. Chi lo sa. Ho voluto controllare». Lui scrollò le spalle.
« Bene, allora la prossima volta punzecchia la porta con un bastone o qualcosa del genere». Consigliò Elena.
« Hm. Non è una cattiva idea».

Elena si portò la mano sulla fronte, stanca di stare seduta senza fare niente per tutto il giorno. Era quasi buio e stava iniziando a preoccuparsi. Che cosa dovevano fare Stefan e Bonnie per impiegarci così tanto tempo?

Improvvisamente Damon era al suo fianco, tenendole il braccio.
« Che stai facendo?». Chiese Elena scettica.
« Cos'è questo?». Chiese lui, fissandole il braccio.
Elena abbassò lo sguardo e sospirò. « Parli come se non avessi mai visto un livido prima».
« Ti fa male?».
« E' solo un livido, Damon. Ricordi che sono caduta addosso a te stamattina?».
« Ricordo, sì. Ti fa male da qualche altra parte?».
« Basta». Ordinò lei, sfilando il braccio da sotto la mano del vampiro. « Sto bene».
« Quanto "bene"?». Chiese curioso Damon.
« Ho un leggero mal di testa per via, oh sì, della musica troppo alta e qualche livido qua e là».
« Definisci "qua e là"». Ordinò Damon con voce seria.
« Damon, se fossi ferita in modo grave, te lo direi».
« Mostrameli e basta».
« Non so nemmeno io dove sono! Praticamente mi fa male tutto! Perchè tutto questo interesse improvviso?». Chiese Elena aggrottando le sopracciglia.
« Nel caso non l'avessi notato, siamo bloccati qui dentro. Non c'è nessun medico né tantomeno forniture mediche. Ti sfiderei a trovare una sola garza in questo posto. Se c'è qualcosa che non va, dovresti dirmelo. Sto solo cercando di tenerti fuori pericolo, perchè se succedesse qualcosa, sono praticamente condannato a morte certa. La causa? Santo Stefano da Mystic Falls!». Damon alzò gli occhi al cielo con fare sarcastico.
« Non succederà niente finchè ti comporterai bene. Sono sempre seduta su una sedia in una casa. Starò bene».
« Potresti avere una commozione celebrale».
« Non morirò, Damon! Vuoi smetterla, per favore? Va tutto bene!!». Esclamò Elena al limite dell'esasperazione. Non capiva perchè tutto quell'interesse improvviso. Stava bene, insomma!

Damon sembrò notare qualcosa con la coda nell'occhio e sparì dalla sua vista in un secondo. Elena si guardò intorno confusa, prima di accorgersi che il vampiro era in piedi accanto la finestra e che stava cercando di comunicare con Stefan. Le praticamente si gettò verso la finestra, dopo essere stata raramente così felice e sollevata di rivedere il suo ragazzo.
« Dov'è la scatola?». Chiese Damon appena lei lo raggiunse al suo fianco e dopo aver letto ciò che Stefan aveva scritto su un foglio: Mostraci la scatola.
Elena prese la scatola dalla tasca e la sollevò davanti la finestra. Improvvisamente Bonnie comparve accanto a Stefan, a malapena aveva guardato Damon ed Elena, era concentratissima sulla scatola.
« Bonnie!». Esclamò Elena, ovviamente sollevata di vederla.
Bonnie disse qualcosa a Stefan che subito passò a scrivere velocemente su un altro pezzo di carta.
Fate un passo indietro.

Damon ed Elena si allontanarono subito, tenendosi qualche passo più dietro dalla finestra. La giovane strega alzò le braccia verso il cielo e, anche se non riuscivano a sentirla, si accorsero che stava pronunciando qualche parola strana -un incantesimo.

« Finalmente..». Damon quasi ringhiava. « Potrei anche abbracciarla se ci tira fuori di qui».
« Ti ucciderà se solo ti avvicini a lei di un passo». Rispose Elena, sorridendo alla visione di lei fuori da quella casa.
« Era un sorriso quello, Elena? Non l'ho visto per tutto il giorno».
Il sorriso di Elena si accentuò leggermente quando Damon le toccò dolcemente il braccio.
«Peccato che tu stia sorridendo perchè finalmente terrai l'inferno lontano da te». Aggiunse il vampiro, scherzosamente.
Damon ed Elena immediatamente rispettate, tenendo qualche passo indietro in quanto atteso la prossima mossa di Bonnie. La strega giovane alzò le braccia verso il cielo e, anche se non riuscivo a sentire lei, ovviamente, cominciò a cantare.
« Sto sorridendo solo alla prospettiva di uscire di qui. Non prenderla sul personale». Ribattè lei, lanciandogli una rapida occhiata.
« E questa è la fase due nella giusta direzione». Damon fece uno dei suoi sorrisi sghembi.

Dopo poco la casa cominciò a tremare, facendo aggrappare Elena istintivamente al braccio di Damon. Sembrava che la casa stesse crollando lentamente a pezzi, come se un tuono forte li stava circondando e lampi di luce li disorientavano. Damon si tirò qualche passò indietro e seppellì il volto sulla testa di Elena, facendosi il più piccolo possibile. Sentì i vetri rotti intorno a loro.

« Ora!». La voce di Bonnie echeggiò per tutta la casa. « Non so per quanto tempo posso tenere aperto tutto!».
« Elena!». Urlò Stefan, quasi spaventato.
« Vai, Elena!». Damon lo disse con voce calma, senza urlare, ma la spinse forte in avanti.

Elena perse quasi l'equilibrio mentre si dirigeva verso il piccolo portale e si affrettò quando Stefan allungò le mani verso di lei. Quasi volò in avanti, ma riuscì ad afferrare le mani di Stefan che inziò a tiralra verso di sé, trascinandola con i piedi. Il vetro stava graffiando le gambe della ragazza, ma lei non lo sentiva nemmeno. Strisciò ancora più vicino a Stefan, le mani sulle sue braccia e poi passò ad arrampicarsi sul collo del vampiro, pronta a gettarsi intorno ad esso. Poi l'ambiente diventò così brillante da farle bruciare gli occhi, e poi ci fu un grande scoppio, e si trovò a volare verso la parte opposta. Lottò a mezz'aria per trovare di nuovo le mani di Stefan, ma non ci riuscì.

Poi tutto diventò nero.
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Author's note:
Ben ritrovati! ^^
Allora ha superato e soddisfatto le vostre aspettative questo capitolo? Io ho adorato scriverlo! Così tante spiegazione da dare e soprattutto tanto Damon!! xD
Bene non ho più nulla da dire, se non rispondere alle vostre recensioni, che sono bene 6! Volevo anche ringraziare tutte le persone che hanno letto, quelle che hanno recensito, le persone che hanno messo la storia tra le preferite (16), quelle che l'hanno messa tra le ricordate (1) e quelle che l'hanno messa tra i seguiti (25)! Un grazie dal profondo del mio cuore! ^^
DeLiz:
Ehi e chi ha detto che Elena cederà al fascino di Damon?? u.u  Ovviamente scherzo, ma non posso dire di più, non voglio U_U  Anche perchè se dicessi il finale, nessuno leggerebbe più niente! xD  Grazie cara! Un bacio **
Siwa94:  Grazie cara! Sono felice che ti sia piaciuta! Mi raccomando vorrei tanto sapere se questo capitolo ti è piaciuto, okay? Ci conto! u.u  Un bacio! **
B_Green: Grazie milleee!! ** Non sai quanto ho adorato la tua recensione :3  Proprio tanto! Mi fa piacere che siano quelle le parti che ti siano piaciute perchè io ho adorato -letteralmente!- scriverle! E ho voluto metterci tutto il sentimento e il sarcasmo che c'era in me! Ancora grazie! Un bacio. **
gerby: Ahah bè credo che ci abbiano pensato un pò tutti, ma alla fine solo io sono riuscita a scriverci su! :3 u.u  Comunque, bando alle ciance, mi fa piacere che tu abbia recensito e spero tu continui a seguire la storia! Grazie e un bacione **
kiss88: Ed ecco qui il tanto atteso secondo capitolo, visto? ^^  Spero ti sia piaciuto!  A presto, un bacio **
gloria7: Grazie mille!! ^^ Spero ti sia piaciuto questo capitolo! :)  Alla prossima, un bacio **

PS (dalla traduttrice):  Volevo precisare che questa FF è una TRADUZIONE! E volevo ringraziare neusiedler perchè mi ha fatto precisare, nel caso nessuno l'avesse capito! Ho ricevuto i permessi dalla vera autrice (che è dei Paesi Bassi) ed è lei che risponde alle recensioni e mette i commenti, io ho solo il compito di tradurre! Comunque grazie per il complimenti che le avete fatto, ne è stata molto felice, la Stef u.u :) **



   
 
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