Questa storia si è classificata quinta al "Free Contest" di AliH. Per prima cosa ringrazio tantissimo la giudiciA, che fra l'altro è una delle poche scrittrici che adoro davvero! =) Buona lettura!
Nick
autore: _madduz_
Titolo:
Nessuna rosa è senza spine
Personaggi: Lily Evans, James Potter
Pairing: Lily/James
Genere:
Generale, Romantico
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One Shot
Parole
scelte: Finestra, Spina
Citazione
scelta: Ci sono giardini di cui nessuno conosce l’esistenza, ma che risiedono
nell’anima di ognuno di noi.
Introduzione:
““Sai,
preferirei anche che voi quattro la piantaste con i vostri piani di conquista
del mondo. A quanto pare non servono ad altro che togliere punti ai
Grifondoro.” Continuò Lily, gli occhi ridotti a fessure. James sospirò. “Non è
il mondo che vorrei conquistare, Lily.” Mormorò, troppo dolcemente.”
Nessuna rosa è senza spine
La torre dell’orologio suonò la mezzanotte e i suoi rintocchi
forti riecheggiarono nel silenzio.
Lily era seduta su una comoda poltrona della sala comune di
Grifondoro, fissava le fiamme che si contorcevano nel camino e pensava alla sua
‘Tunia.
Era il suo quinto anno ad Hogwarts, il giorno prima era
rientrata dalle vacanze di Natale passate in famiglia. Probabilmente erano
state le peggiori di sempre: sua sorella si era arrabbiata con lei e la aveva
guardata con disprezzo, tenendosi a distanza per l’intera settimana. Tutto per
colpa di uno stupido scherzo dell’Idiota Numero Uno: Petunia odiava la magia e
la strillettera con gli “auguri di buone feste” non era stata di suo
gradimento.
In quel momento il quadro della Signora Grassa scattò e quattro
ragazzi sfrecciarono nella stanza ridendo come pazzi, seguiti dalle urla
furibonde della direttrice della loro casa: “E cinquanta punti in meno a
Grifondoro! Per ciascuno di voi!”
Lily non ebbe bisogno di voltarsi per sapere chi era la causa di
tutto quel baccano. “Idioti.” sibilò velenosamente.
“Oh, oh! Avete sentito ragazzi?! La Evans crede che noi siamo degli idioti!”
la canzonò James.
“Dovrebbe vedere in che stato si trova Mocciosus, allora!”
continuò Sirius maliziosamente.
Lily stava per ribattere qualcosa a proposito del loro stadio
mentale, ma venne preceduta da Remus Lupin, l’unico dei quattro con cui
riusciva perfino a trovarsi d’accordo.
“Smettetela ragazzi! Finiremo per svegliare l’intero dormitorio.
E poi …” improvvisò un sonoro sbadiglio “Sto morendo dal sonno, andiamo a
dormire!” disse, iniziando a salire le scale che portavano al dormitorio
maschile. Borbottii sommessi e rumore di passi le annunciarono che anche gli
altri stavano facendo lo stesso.
Prese mentalmente nota di ringraziare Remus, la mattina seguente
e sprofondò di nuovo nella poltrona scarlatta.
Era una delle sue notti insonni, quelle in cui non riusciva a
bloccare il flusso di pensieri e poteva solo fermarsi ad ascoltare. Un gufo
entrò veloce dalla finestra spalancata alla sua destra e posò una lettera su un
tavolo alle sue spalle prima di sparire di nuovo nella notte.
Le venne in mente quella volta in cui sua madre la aveva fatta
sedere sul davanzale della finestra di casa sua. Avevano appena aperto la
lettera di ammissione ad Hogwarts e Lily era un po’ spaventata: “Strega” nel
suo mondo era un termine tutt’altro che positivo. Ma sua madre le aveva
indicato il mondo all’esterno, il loro bel cortile verdeggiante e le aveva
detto una bellissima frase. Quale? Non riusciva a ricordare.
Chiuse gli occhi concentrandosi, ma fu inutile. Sapeva solo che
la paura all’improvviso se ne era andata …
Sospirò e li riaprì.
“AAH!” saltò in piedi, il cuore in gola: James Potter era
proprio davanti a lei, più precisamente ad un palmo dal suo naso, e
sghignazzava odiosamente, evidentemente soddisfatto del suo ennesimo scherzo.
“Sei insopportabile! L’Idiota Numero Uno, Potter!” Gli strillò
contro furibonda.
“Che ci fai qui? Tornatene con i tuoi amichetti decerebrati!” Continuò
puntandogli minacciosamente un dito contro.
Ma James Potter rideva. “Rilassati Evans, la notte è giovane!”
Lily si risedette, improvvisamente calma, afferrò un rotolo di
pergamena fra quelli sparsi sul tavolo davanti a lei e prese a leggerlo.
“Ti senti bene Evans?” Domandò James spostandosi verso la
finestra ancora aperta, il suo solito sorriso malandrino stampato in volto.
Lily alzò momentaneamente lo sguardo. “Certo Potter, leggo.”
Sentenziò impassibile.
James inarcò il sopracciglio destro. “Ah-ah. E da quando sai
leggere al contrario?” chiese ironicamente.
Lily raddrizzò la pergamena e arrossì un po’ sulle guance. “Ti
sto ignorando Potter. Mi sembra l’unico modo per sopportarti.” Sibilò
indignata.
James si sedette sul davanzale della finestra con aria scettica.
“Sai, preferirei anche che voi quattro la piantaste con i vostri
piani di conquista del mondo. A quanto pare
non servono ad altro che togliere punti ai Grifondoro.” Continuò
Lily, gli occhi ridotti a fessure.
James sospirò. “Non è il mondo che vorrei conquistare, Lily.”
Mormorò, troppo dolcemente.
Non sapeva come era successo, ma quando James aveva pronunciato
il suo nome, per la prima volta dopo secoli, qualcosa dentro di lei era
scattato come una molla e improvvisamente aveva ricordato.
“Ci sono giardini di cui nessuno conosce l’esistenza, Lily, ma
che risiedono nell’anima di ognuno di noi.”
Sussurrò.
“Cosa? Parli da sola Evans?!” La canzonò James, il suo tono di
voce era tornato quello di sempre, forse non era mai cambiato.
Lily arrossì di nuovo. “Nulla James”
rispose calcando il suo nome “è solo … Un ricordo”.
Aveva ricordato la frase di sua madre, quella che le aveva detto
dolcemente posandole l’indice sul cuore.
“Un ricordo sdolcinato Evans. Però dovrei appuntarmelo …
Potrebbe tornarmi utile, magari con Clearmoon …” La prese in giro.
Lily divenne rossa quanto i suoi capelli, questa volta di
rabbia. “Non provarci Potter! Me la ha detta mia madre cinque anni fa!” Scattò
di nuovo in piedi e raggiunse James che stava già estraendo carta e penna.
“Com’era? Giardini nelle nostre anime …” disse, ma Lily gli
strappò violentemente la pergamena dalle mani e la fece a pezzi rabbiosamente.
James la fissava, e sotto alla sua maschera indignata, rideva.
Quando ebbe finito, Lily gettò i rimasugli fuori dalla finestra
e li guardò ondeggiare nell’aria. Non voleva nemmeno immaginare Potter che
andava a flirtare con quella bisbetica della Clearmoon, utilizzando una frase
che nemmeno capiva.
“È vero Evans? La storia del giardino e tutto il resto … Nel tuo
cosa c’è?” Le chiese a bruciapelo.
Lily si voltò lentamente, colpita da quella domanda inattesa. In
realtà aveva già una risposta … la aveva da sempre, da quando aveva undici
anni. Ma sarebbe arrivata a dirla proprio a lui?
Lo guardò negli occhi castani, cercando di scorgere la sua
solita ironia.
Ma James Potter non era mai stato più serio, sentiva l’aria
intorno a loro vibrare in silenzio. Forse era il momento giusto, forse era
finalmente riuscito ad aprire un varco dentro di lei.
“In realtà io … Io ho sempre immaginato un giardino fiorito, uno
di quelli accoglienti che ricordano casa.
Un giardino pieno di rose … sai, di quelle che sbocciano
all’improvviso, come per magia. Ho sempre cercato di non dimenticarla, questa
frase, perché dice chi sono … cosa
sono.” Sussurrò.
Poi vide lo stupore di James, una punta di quello che interpretò
come scetticismo nei suoi occhi e avvertì il rumore di qualcosa che si rompe.
“Lascia perdere Potter, tu
non capisci.” Disse duramente.
James fissava ancora quelle grandi finestre che davano sul suo giardino pieno di rose e
vedeva quello squarcio di cielo luminoso spegnersi e tornare notte.
Sentì lo schianto del vetro che si infrange, le mille schegge
che si conficcavano ovunque, più taglienti che mai.
“Fiori Evans? Io vedo solo spine.” Anche la sua voce era più
dura, della dolcezza che Lily aveva avvertito prima, quando aveva pronunciato
il suo nome, non rimaneva nulla.
Le spine delle sue rose, dei suoi sogni, colpivano dritte al
cuore di James, ferendolo nel profondo.
James si voltò e salì in fretta le scale, più stanco di
quanto fosse mai stato, senza nemmeno salutare la ragazza. Lily lo guardò
sparire, lo stomaco chiuso in una morsa e le mani che tremavano senza
controllo.
Nessuno di loro sapeva cosa era successo quella sera, ma
entrambi ne avvertirono il dolore.
Avevano creduto di potersi cogliere così, velocemente e a mani
nude. Senza capire che serviva tempo, che prima di cogliere una rosa andavano
tolte tutte le spine.
NdA: Ho
utilizzato la frase facendola pronunciare dalla madre di Lily per spiegarle che
dentro ciascuno c’è qualcosa di speciale, per Lily la magia. Lily poi ripete la
frase a James, pentendosene subito dopo, a causa di una sottigliezza che forse
nemmeno era vera. Ma doveva finire così, perché quei due sono sempre stati in
contrasto, fino al settimo anno, quando James “mette la testa a posto”.
Io ho
cercato di trasmettere le sensazioni dei due personaggi, l’irritazione di Lily,
l’ironia di James. Spero di esserci riuscita.
Quinta classificata - Nessuna rosa è senza spine -
Madduz
Grammatica: 8,05/10
Stile e lessico: 8,5/10
Attinenza al tema: 10/10
IC e Caratterizzazione del Personaggio: 10/10
Originalità: 18/20
Giudizio personale: 4,5/5
Punti bonus: 3.5/3.5
Totale: 62,55
Maddddd! *__*
Sono rimasta totalmente estasiata da questa tua dolcissima fanfiction! Perciò
sappi che l'ho adorata dall'inizio alla fine (triste fine, uff T.T)
Certamente, lo ammetto: il finale mi ha lasciata con l'amaro in bocca; però un
lettore molto attento capisce subito che quel "prima di cogliere una rosa
andavano tolte tutte le spine" significa che comunque, prima o poi, quel
fiore sarà colto e il loro amore – tenerissimo amore – sboccerà come una rosa,
come per magia – per riprendere le dolci parole della Evans.
Nel complesso la storia è d'impronta piuttosto fluff, simpatica; i dialoghi
sono vivaci e frizzanti, un po' come il rapporto che c'è tra Potter e la Evans:
sempre in contrasto, sempre a battibeccare su qualsiasi cosa (spesso mi
ricordano Ron ed Hermione).
Scorre velocemente ma è originalità e il tuo stile porta il lettore
direttamente nel racconto, a contatto con i due personaggi che si scherniscono
a vicenda con assurde frecciatine.
Quello che non ho apprezzato – ma non devi considerarla una critica, magari un
piccolo appunto per il futuro – è il totale distacco che c'è tra una parte
della storia e il resto, quando Lily e James si feriscono a colpi di frase.
Il discorso fila, certo: Lily ha pensato che quello sbruffone di James non
potesse affatto comprendere certe sottigliezze; però il distacco è veramente
troppo forte e stona rumorosamente con il resto della fanfiction.
Avendo tu scritto una storia simpatica, una sorta di Commedia, be', arrivare al
finale e ritrovare questa 'netta separazione' mi ha lasciata un pochettino
perplessa. Tutto qui.
Questo è l'unico appunto che volevo farti per quando concerne la trama del tuo
racconto.
Per quanto riguarda la grammatica: ci sono alcune virgole mancate, la parola
Strillettera si scrive con la 'S' maiuscola e, quindi, non con la minuscola; e
disseminata nel testo c'è una virgola che non serve.
Stilisticamente non ho nulla da ridere, perché come ben sai adoro il tuo modo
fluido e scorrevole di scrivere. E poi tu sei così brava da farmi entrare nella
storia! *_*
Sei stata bravissima, davvero.
Mille complimenti e grazie per aver partecipato a questo Contest!