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Autore: Hullabaloos    10/02/2011    7 recensioni
Grimmjow non riesce ad accettare la propria natura, ma Ulquiorra di certo non è d'aiuto...
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bastardo, stronzo, ma soprattutto SADICO di un Ulquiorra.

Erano questi i pensieri che correvano caoticamente nella mente del sesto Espada, appiattito contro il muro di una delle numerose stanze di Las Noches.

Avrebbe voluto fondersi con la parete dietro di sé, sprofondare nel pavimento, lanciare un Cero sul soffitto e scappare verso lo smisurato deserto bianco dell’Hueco Mundo, verso la LIBERTÀ.

Invece si trovava schiacciato contro un fottuto muro come un coglione, paralizzato, con gli occhi azzurri fissi sulle mani del beneamato collega.

-Ammettilo, Grimmjow…-, sussurrò Ulquiorra con voce atona.

Grimm si appiattì ulteriormente contro la parete.

-Ammettilo che ne hai VOGLIA…-. Il quarto Espada aprì maggiormente le mani tenute in basso, mostrando l’oggetto che prima stringeva.

Grimmjow sgranò gli occhi, irrigidendosi.

-So che vuoi TOCCARLO…-.

Il Sesto Espada deglutì rumorosamente, lanciando occhiate imbarazzate verso l’oggetto in questione, senza però riuscire a distogliere completamente lo sguardo.

-So anche che vuoi GIOCARCI…-.

Grimmjow drignò i denti, stringendo i pugni e pensando all’assurdità di quella situazione. Non poteva rivelare la propria natura, neanche lui l’aveva ancora accettata! E poi era SBAGLIATO, terribilmente sbagliato, non poteva cedere ai propri istinti!

Eppure non poteva staccare gli occhi da QUELLO. Era come se i propri occhi fossero imprigionati da lunghe catene che portavano alle mani del quarto Espada. Era così invitante… d’apparenza così soffice… e chissà quanto era lungo…

Senza accorgersene, una mano si era staccata dalla parete e le dita si stavano muovendo esitanti verso l’oggetto del proprio desiderio. Riuscì a riprendere il controllo dei propri arti, che tornarono a saldarsi contro il muro.

-Bastardo…-, sibilò frustato Grimmjow.

-Non devi avere paura, Grimmjow…-, continuò Ulquiorra con la stessa voce monotona, -nessuno è venuto qui per giudicarti…-.

- CHE CAZZO STAI DICENDO?-, sbottò Grimmjow, spostando il busto in avanti, in una posa che lo rendeva molto simile a una bestia in gabbia.

-E ALLORA LORO COSA CAZZO CI FANNO QUI???-. Additò con un gesto di stizza le figure che stavano appartate in un angolo in penombra. Una di queste avanzò mostrando il proprio viso: Nnoitra Jirga.

-Perché siamo qui?-, rispose quello con tono divertito e mellifluo, -A noi piace GUARDARE…-.

Grimmjow si guardo disperatamente: doveva trovare una via di fuga, una QUALSIASI via di fuga. Non sapeva fino a quanto sarebbe resistito, stava perdendo pian piano la lucidità, gli istinti resi più violenti alla vista di QUELLO. Se avesse ceduto, la sua dignità sarebbe andata a farsi benedire.

-A quanto vedo non vuoi cedere…-, sospirò Ulquiorra, -non mi lasci altra scelta-.

Il sesto Espada fu preso dal panico. –Non oserai…-.

La faccia del moro si deformò in un ghigno sadico, lasciando cadere per un attimo la fredda maschera d’impassibilità che di solito vestiva.

Con gesti calcolati portò l’oggetto davanti agli occhi di Grimm e…

-Qui, micio micio micio! Guarda il gomitolino di lana! Guarda il gomitolino! Beeeello, il gomitolino!!-.

Gli occhi di Grimmjow divennero acquosi e le pupille si dilatarono. I lineamenti facciali si deformarono in una espressione inebetita che ben poco s’intonava al suo titolo d’Espada.

-Meow!-, esclamò deliziato il gatt…, emh, Grimmjow, mentre una zampin…, cioè volevo dire, una mano andava a colpire più volte il gomitolo.

Ma all’improvviso il quarto Espada allontanò l’oggetto tanto agognato e, dopo vari sghignazzamenti, lo lanciò in fondo alla stanza.

Il felin…, insomma Grimmjow, si slanciò verso il viluppo di filo, trotterellando allegramente in forma quadrupede. Appena l’afferrò, strusciò quella matassa di lana contro la guancia con fare adorante ed emettendo fusa molto grottesche. Estasiato, il micin…, oh insomma, QUELLO lì, sdraiato di schiena, lanciava quella palla lanuginosa in aria per poi prenderla all’ultimo istante.

Quel momento idilliaco terminò non appena Grimmjow sentì un flash che interrompeva quel gioco dannatamente divertente. Ma il divertimento lasciò per sempre il suo viso non appena vide Ulquiorra che sfoggiava una fotocamera ultimo modello e le facce sghignazzanti dei colleghi.

-MALEDETTO ULQUIORRAAAAAAAAAAA!!!!!!-.

Un urlo eccheggiò per il deserto dell’Hueco Mundo, per poi disperdersi tra i granelli di sabbia sollevati dal vento.

 

 

Hola, cari lettori, qual buon vent-

Grimm: DOV’È QUELLA SCLERATA?!?! DOV’È?!?!? LA FACCIO A FETTINEEEE!!!!

*L’autrice è precariamente nascosta dietro a cartone a forma di cespuglio. Fortunatamente il micio è troppo incazzato per accorgersene e va avanti*

Fiùùùù… Emh, dicevo, questa è una piccola storiella venuta in mente durante le pippe mattiniere durante la lezione di latino. Non so se scriverò altri capitoli, spero di avere altro tempo.

Detto questo, spero di avervi rubato almeno un sorriso! ^^  

   
 
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