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Autore: natsumi90    10/02/2011    0 recensioni
Ma cosa fai se soffri per qualcosa che non esiste, che non comprendi..come affronti un nemico di cui non conosci il volto?
E così i suoi problemi se li covava dentro..a volte sembravano svanire in una nuvola..scomparsi..e si trovava lei stessa ad ammettere che erano solo idiozie..ma la nuvola tornava..sempre..gonfia di pioggia..quel senso di vuoto, di paura che le rendeva difficile qualsiasi confronto col mondo esterno le piombava addosso come un fulmine..
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARALISI

 

Parlare con Amelia le era servito.

Sapere che qualcun altro vicino a lei provava le stesse sensazioni, aveva gli stessi disagi la faceva sentire meno sola.

Sarebbe stato meglio se fosse riuscita ad aprirsi anche lei, ad esternare ciò che le passava per la testa, eppure ogni volta che ci provava, che trovava la persona giusta a cui dire tutto, qualcosa scattava: quel senso di malessere, di passare per stupida, la paura di sentirsi dire che le sue emozioni e i suoi problemi non erano altro che paranoie insignificanti la bloccava.

Non credeva di essere stupida..Se il mostro che si covava in lei fosse stato un tenero animaletto non sarebbe stata così male, non avrebbe sofferto tanto. Invece ascoltando le storie di altre persone, altri problemi, altre vite la faceva sentire così piccola.

Non era giusto che i suoi sentimenti fossero svalutati solo perché la sua vita appariva serena.

Aveva una bella famiglia, degli amici, un ragazzo che l’amava..eppure mancava qualcosa..

Era quella carenza che la rendeva insoddisfatta..

Ma cosa fai se soffri per qualcosa che non esiste, che non comprendi..come affronti un nemico di cui non conosci il volto?

E così i suoi problemi se li covava dentro..a volte sembravano svanire in una nuvola..scomparsi..e si trovava lei stessa ad ammettere che erano solo idiozie..ma la nuvola tornava..sempre..gonfia di pioggia..quel senso di vuoto, di paura che le rendeva difficile qualsiasi confronto col mondo esterno le piombava addosso come un fulmine..

 

E cielo e terra si mostrò qual era:

la terra ansante, livida, in sussulto;

il cielo ingombro, tragico, disfatto:

bianca bianca nel tacito tumulto

una casa apparì sparì d’un tratto;

come un occhio, che, largo, esterrefatto,

s’aprì si chiuse, nella notte nera.

(G. Pascoli)

 

Ed era così: quando cercava di evadere dai suoi pensieri la realtà le riappariva all’improvviso, la sua indolenza, la sua vita si mostrava nei suoi aspetti più insopportabili..

Così cercava negli altri la propria realizzazione..se non sai cosa fare ascolti il prossimo..genitori, amici..qualcuno che credi abbia una visione della vita più chiara della tua e che vedendoti al di fuori sappia scegliere meglio di te il futuro più adatto..

Ma se non sei all’altezza dei sogni degli altri?..ecco il punto a cui era arrivata la sua mente annebbiata..

Ci aveva pensato suo padre a indirizzarla..aveva trovato un buon corso di studi e lei era riuscita ad entrare..quante notti a sperare di non avercela fatta..avrebbe incassato volentieri il colpo sebbene odiasse perdere..invece era entrata..

Fortuna?

Sfortuna?

Aveva smesso di chiederselo..La sua vita era diventata una sfida e basta..finire l’università perché non poteva arrendersi, perché non poteva deludere suo padre..

Ed aveva perso l’obiettivo..non aveva più un sogno..questa carenza la stava ossessionando..quello che per la sua famiglia doveva diventare l’apice della sua carriera per lei non era altro che un prender tempo..un cullarsi nell’attesa della svolta..

Aveva smesso di mangiare..quando non riesci ad affrontare un problema cerchi di distrarti, ti crei nuovi mostri..era passato tanto tempo dalla prima volta che aveva saltato un pasto..ed era diventato un  vizio..una necessità..ormai non sapeva più se era per il peso..se per attirare l’attenzione..si era abituata e basta alle giornate prive di energia, alla stanchezza massacrante, all’indolenza..non riusciva più a tollerare niente nello stomaco..il senso di pienezza dopo un pasto era una sconfitta..ed era spaventata..da un problema ne era nato un altro ancor più grande..era arrivata al punto di mangiare solo di notte, di alzarsi nel torpore del sonno e mangiare ciò che trovava perché in quello stato la mente non era del tutto attiva, non le permetteva di sentirsi in colpa..Era arrivata anche a vomitare..Il periodo peggiore..non era legato solo al cibo..ormai i conati le salivano come reazione naturale allo stress, al disagio..mettersi le dita in gola la faceva stare bene al primo momento..sentiva un senso di pulizia, di liberazione immenso..ma durava un istante..subentrava immediatamente la delusione..non era riuscita a resistere, ad essere forte..

Sapeva da sola che non era una soluzione, che si faceva del male, che era un’idiozia..eppure aveva continuato..a lungo.. forse troppo..

Ecco perché stava bene con Amelia..anche lei aveva vissuto esperienze simili..gli stessi pensieri nella testa..le aveva messo forza..

Amelia era dolce, socievole, di buona famiglia..senza un problema apparentemente..ma anche lei nascondeva le sue paure..Amelia non aveva il ciclo da 4 anni..le aveva raccontato come la dottoressa l’avesse interrogata chiedendole cose personali..se si sentiva in colpa mangiando un dolce..Amelia era un passo avanti..aveva ammesso la sua debolezza..si..si sentiva in colpa e lo sapeva..e il suo corpo risentiva di questa situazione..

Quella chiacchierata le aveva aperto gli occhi..voleva bene ad Amelia e vedere nel suo sguardo la preoccupazione per il proprio stato l’aveva incoraggiata a non arrendersi..

Doveva lottare..ritrovare sé stessa..perché il problema per lei non era il cibo..era solo un tentativo di distrarre la propria mente da ciò che la preoccupava davvero..

Claudio l’aveva aiutata in questo..dopo averlo conosciuto aveva smesso di vomitare..c’era voluto del tempo ma sapere di avere qualcuno vicino la incoraggiava non poco..non gli aveva svelato ciò che le passava dentro..bastava la sua presenza a infonderle fiducia..vederlo lottare per il suo sogno..contro la sua famiglia, contro tutte le aspettative di chi voleva fermarlo pur di avverare i suoi desideri..magari non ce l’avrebbe fatta..ma combatteva e lo ammirava..lo amava per questo..lo avrebbe sostenuto con tutte le sue forze pur di vederlo felice..

Ma non credeva l’avrebbe capita..Claudio riteneva che quel genere di problemi fossero solo per gente stupida e insicura mentre lei era intelligente e sveglia..almeno secondo il suo punto di vista..non l’avrebbe deluso..non voleva che cambiasse idea nei suoi confronti..

Non poteva parlare con la sua famiglia..volevano il meglio per lei..un futuro roseo..di agi..ma la fortuna non piove dal cielo..bisogna sudare per ottenere vantaggi..

E lei avrebbe sudato, pianto, lottato per raggiungere la vetta..ma il monte che si trovava davanti non l’aveva scelto e non le piaceva..

Si cullava indolente in quel purgatorio che non amava e non odiava aspettando di vedere la cima che recava il suo nome e che forse non esisteva affatto..

Intere giornate in attesa di un segno che non arrivava mai..restando in bilico tra la paura di aver perso tempo fino ad allora e quella di abituarsi ad una vita che non aveva scelto..paralisi allo stato puro..e forse era il male minore..

   
 
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