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Autore: Erisachan    11/02/2011    3 recensioni
Erano le 9.30 del mattino del giorno 31 ottobre 2010.
A Parigi Gerard Way camminava incurante del mondo che gli ruotava attorno e faceva colazione con una brioches presa al volo e del caffè bollente, questo almeno fino a quando non andò a sbattere contro qualcosa di estremamente……basso.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo scritto non ha scopi di lucro, non pretende di raccontare la realtà dei fatti ne lo crede, i personaggi citati non mi appartengono ed è tutta opera di una fantasia contorta!


Bulletproof Heart



And we could run away
If we could run away,
Run away from here

I gotta bulletproof heart
You gotta hollow point smile
We had our run away scarves,
Got a photograph dream on the getaway mile.

MyChemical Romance - Bulletproof Heart - Danger Days (the true life of the fabulous Killjoys)




Quando Gerard Way si svegliò quella mattina a tutto avrebbe pensato meno che lo scontro con una sconosciuta avrebbe cambiato le sorti della sua band...

"Uhm….eppure sono sicuro che questa storia cominciava con il ritrovamento del gatto..."
"Ma la vuoi finire? Arrenditi! Ti dico che è cominciato tutto con la ragazza!"
"Sarà…"
"Oh! Stai zitto e lasciami raccontare!"

Stavo dicendo…
Quando Gerard Way si svegliò quella mattina a tutto avrebbe pensato meno che lo scontro con una sconosciuta avrebbe cambiato le sorti della sua band. Si era alzato dal letto con la solita convinzione che era tutto inutile, si era dato una sonora grattata alle chiappe continuando a pensarlo e perpetuò nell'azione anche mentre si liberava dei suoi bisogni fisiologici, insomma, era un chiodo fisso ultimamente.
E' che non gli andava proprio giù come stavano andando le cose negli ultimi tempi - e con ultimi tempi si intendeva il periodo che andava da tre anni a questa parte - il problema ormai non era neanche più solo Frank, nel senso, Frank era un problema sì, ma non era l'unico ecco. Bob se ne era andato dalla band e non si capiva neanche davvero il perché, probabilmente era solo stanco della tensione che continuava ad aleggiare intorno a loro, a conti fatti ne erano stufi tutti quanti, per questo Gerard e Frank avevano deciso di rinfoderare l'ascia di guerra e mantenere - per quanto possibile - un rapporto civile. Certo, non andavano fuori a bere insieme dopo le prove, ma almeno non si sputavano in faccia appena si incontravano, era un passo avanti. Quando poi anche Brian aveva gettato la spugna e li aveva mandati a quel paese, beh, che le cose dovevano cambiare era parso abbastanza lampante a tutti. Ci avevano provato eh, di questo bisognava dargliene atto, è solo che l’orgoglio è sempre stato un elemento fondamentale - per quanto possa suonare inverosimile - di entrambi. Quindi, erano disposti a cedere a patti ma solo fino a un certo punto, punto che non raggiungeva delle scuse - ovviamente - né da parte di Gerard né da quella di Frank.
Insomma, come stavo dicendo: a Gerard la situazione non andava proprio giù, a volte si chiedeva se ci fosse davvero uno scopo per andare avanti con quella che oramai - ai suoi occhi - non sembrava altro che una farsa atta a non perdere fan e profitti.
Per ricredersi, doveva andare a sbattere contro Jenny.

Erano le 9.30 del mattino del giorno 31 ottobre 2010.
A Londra una massaia stava ascoltando le ultime hits del momento mentre preparava la colazione per la famiglia.
A Milano i ragazzi si mettevano d’accordo su quali maschere avrebbero indossato per la serata in discoteca.
A Madrid una ragazzina parlava con l’amica del cuore confidandole la sua speranza di veder realizzato il suo sogno di mettersi col ragazzo che le piaceva da un casino di tempo.
A Parigi Gerard Way camminava incurante del mondo che gli ruotava attorno e faceva colazione con una brioches presa al volo e del caffè bollente, questo almeno fino a quando non andò a sbattere contro qualcosa di estremamente…….basso.
“Ma che cazz….” imprecò cercando di salvare il salvabile dal suo bicchiere e tenendo saldamente la brioches tra i denti.
“Ma guarda dove vai!”
Abbassò gli occhi su quella che doveva essere una bambina tra gli 8 e i 9 anni con i capelli arancioni più improbabili del mondo e il naso - che puntava dritto al suo indirizzo - arruffato tra le lentiggini.
“Scusa piccola, non ti avevo vista…” Gerard era sicuro che non appena la ragazzina l’avesse visto sarebbe andata in euforia riconoscendolo all’istante, dopotutto, succedeva ogni volta, ormai non gli faceva neanche più l’effetto di un tempo.
Per risposta la ragazzina rifiutò la mano che gli veniva offerta, si alzò, rimise al proprio posto le pieghe della gonna a fiori e rifilò al cantante un sonoro calcio negli stinchi condito da una linguaccia di scherno mentre se la dava a gambe dalla parte opposta della strada.
“Ehi! Ragazzina!!!”
Non ci sono più i bambini di una volta.
Si sentì terribilmente vecchio non appena il pensiero finì di formularglisi nella mente. Alla fine, nonostante tutte le grandi cose che andava a dire in giro sull’avere trent’anni e sentirsi fichi, se ne rendeva conto anche lui che stava passando una crisi di mezza età e pure una di quelle precoci, motivo per il quale gli andava ancora meno giù che fosse così, quindi preferiva continuare con le stronzate, tingersi i capelli di rosso fuoco e spararsi le pose come aveva sempre fatto.
Mentre Gerard decideva che sì, aveva rimuginato abbastanza e sì, poteva pure muovere il culo e andare avanti per la sua strada, un paio di fogli buttati a terra ai suoi piedi colsero la sua attenzione, ne raccolse uno e lo ispezionò incuriosito.
“Lui è Matthew Bellamy, è scappato di casa ieri pomeriggio a causa di una divergenza di opinioni. Chiunque dovesse rintracciarlo per favore chiami il seguente numero: 03XXXXXX Grazie Jenny”
Mentre leggeva ad alta voce il volantino si rese conto di tre cose importantissime:
1. Quel foglio era con tutta probabilità della peste che gli era finita addosso due minuti prima.
2. La suddetta peste aveva dei seri problemi quando si trattava di dover dare un nome ad un gatto.
3. Quello era il gatto più brutto che avesse mai visto, quindi forse il nome non gli calzava poi tanto male.
Ma soprattutto…come diavolo si faceva ad avere una divergenza di opinioni con un gatto!?
Beh, non sono fatti miei dopotutto.
Si infilò il foglio nel taschino della giacca e si disse che se mai avesse trovato quel gatto lo avrebbe usato per farsi chiedere scusa da quella ragazzina maleducata, intanto però doveva preoccuparsi del fatto che aveva un notevole ritardo e che con tutta probabilità gli altri erano quantomeno scocciati dall’attesa, che alla fine, non è che avessero poi tutto questo tempo, il concerto era domani sera e loro per quel giorno avevano già un photoshoot in programma, di questo passo non avrebbero fatto in tempo a rilassarsi neanche un po’.
Il primo ad andargli incontro quando lo videro arrivare fu - come sempre nell’ultimo periodo - Mikey. Gerard cominciava a pensare di aver perso il titolo di fratello maggiore, non per altro, ma Mikey si comportava in maniera un tantino ossessiva da quando era successo tutto il casino, era come se si aspettasse da un momento all’altro che Gerard scoppiasse e finisse tutto in una bolla di sapone.
“Ma dove cacchio eri finito? Ci stavamo preoccupando!”
Gerard fissò Ray che si aggiustava il bordo del giubbino jeans e Frank che si stava fumando una sigaretta mentre armeggiava con il cellulare e pensò che tanto preoccupati non gli sembravano.
“Ho avuto un paio di imprevisti durante la strada, niente di che”
“Va bene, la prossima volta però magari avvisa eh…ora andiamo prima che il fotografo ci mandi a cagare definitivamente”
A Gerard i servizi fotografici non sono mai piaciuti più di tanto, certo, ama mettersi in mostra, spararsi le pose - è un animale da palcoscenico lui - però ha sempre preferito le cose naturali, ai servizi in pose da belle statuine preferisce di gran lunga quelli con dei fotografi un po’ più fantasiosi, di quelli che ti buttano un pallone in braccio e ti dicono “fatevi una partita e vediamo che ne viene fuori”; ma purtroppo per lui quello non era un servizio fotografico di quel tipo e quindi si stava maledettamente annoiando, per questo quando lo vide non ci penso due volte a stopparlo, dopotutto, lui si stava annoiando.
“Oddio è lui! E’ Matthew Bellamy!!!” Gerard urlava indicando un punto in fondo al giardino nel quale si trovavano per fare le foto, il fotografo insisteva per utilizzare la luce del sole ancora alto, quindi..

“Giardino! Ora gli Champs-Elysées sono diventati un giardino!”
“Dio quanto sei pedante!”
“Hai fatto diventare gli Champs-Elysées un giardino!”
“Sì e se non la pianti di interrompermi faccio diventare te una polpetta…”
“Dicevi? Gerard puntava il dito…”
“Ecco, bravo..”

Gli altri tre - insieme al resto dello staff - si voltarono a guardarlo come se fosse un alieno “Ma di che cazzo stai parlando?”
“Vi dico che è lui! E’ Matthew Bellamy ne sono sicuro! E’ troppo brutto per non essere lui!”
“A parte che non è carino nei suoi confronti dire così e comunque dubito fortemente che il cantante dei Muse sia a Parigi in questo momento sai?”
“Chi?”
“Il cantante dei Muse”
“Chi?”
“Cristo santo Gerard! Ci hanno aperto un tour intero! Hanno anche cercato di avvelenarci! Non puoi averli dimenticati!”
“Lo so chi sono i Muse ma che c’entrano in questo momento?”
“Hai appena detto di aver visto Matthew Bellamy!”
“E con questo?”
“E’ il cantant…non intendo continuare questa conversazione all’infinito!”
“Infatti smettila di perdere tempo Frank e vai a prendere il gatto! Mi serve!”
“Eh?” Questa volta era il turno di Frank di restare perplesso, la discussione era passata dai Muse a un gatto e per quanto cercasse di sforzarsi non trovava nessun nesso che li collegasse.
“Il gatto! Matthew Bellamy! Vai a prenderlo ti dico!”
Finalmente tutti si girarono a fissare il punto indicato dal dito del frontman e riuscirono a vederlo; un gatto grassoccio ma dall’aria malaticcia stava annusando i cespugli sbattendosene completamente di quello che gli stava succedendo intorno.
“Ora tu mi dici perché dovrei andare a prendere quel gatto”
“Perché mi serve!”
“Vattelo a prendere da solo allora!”
“Sono allergico!”
“Cazzi tuoi!”
Mikey e Ray che non ne potevano sinceramente più dei continui battibecchi che si creavano per le più piccole cose decisero di intervenire “Vai a prendere il gatto Frank!”
“Non vedo perché dovrei Mikey”
“Perché è il frontman”
“E quindi?”
“E quindi comanda lui!”
“Ma non è vero!”
“Non me ne frega un cazzo se non è vero, vai a prendere quel gatto o qui si fa notte!”
“Che palle però…”
Il gatto - che sembrava completamente stupido ma lo era solo in parte - non appena si sentì afferrare per il busto cominciò a mordicchiare e graffiare il predatore su ogni tratto di superficie che riusciva a raggiungere, soffiando e ringhiando come si confà a un gatto serio; certo, gli sforzi non gli valsero la libertà ma uno ogni tanto si deve anche accontentare di vincere le piccole battaglie.
“Sentite…non è che si potrebbe continuare?” il fotografo, che stava vagliando la possibilità di darsela a gambe, cercò di attirare la loro attenzione con l’ultimo barlume di speranza e coraggio che gli erano rimasti.
“Certo! Mi tenga il gatto un momento!”
“Eh?”
“Il gatto, mica possiamo fare le foto insieme a lui le pare?”
“Sì, ok….ma io non posso tenere un gatto in mano e scattare foto nello stesso momento!”
Fu un rampante ragazzo dello staff a salvare la situazione offrendosi di tenerlo lui, il gatto, così che potessero continuare - e finire - il photo-shoot.
Gerard non vedeva l’ora che finisse per poter telefonare alla ragazzina ed avere così, le scuse che si meritava; si impegnò a far bene tutte le pose richieste, lasciò che gli spettinassero i capelli senza fare un fiato e poi, quando il fotografo scattò l’ultima foto “Tu fatti dare Matthew, io intanto faccio una telefonata”
“Oh, siamo passati all’informale vedo…”
“Zitto e prendi il gatto!”
Frank se ne andò borbottando che se Gerard non la piantava di trattarlo così il gatto glielo avrebbe messo nel cuscino quella notte e poi si sarebbe divertito a guardarlo soffrire per l’allergia.
“Pronto?”
“Jenny?”
“Sì…”
“Sono Gerard Way”
“Chi?”
“Gerard Way…il cantante dei My Chemical Romance”
“Chi?”
“Non conosci la mia band?”
“Scusi ma è uno scherzo telefonico?”
“Mi prendi per il culo?!?!?”
“Un po’…..è che è divertente….comunque, com’è che hai il mio numero? Sarai mica uno stalker di adolescenti!”
“Ma ti pare!??!!?”
“Beh…”
“Hai perso uno dei foglietti quando mi sei venuta addosso!”
“Adesso…..addosso mi sei venuto tu se non ti dispiace..”
“In questo momento mi sta dispiacendo un sacco in effetti…” rispose Gerard che cominciava a trovare il tutto una punizione karmika per un qualche peccato in una vita precedente.
“Bravo, fai ammenda!”
“Ma guarda te se una bambina di 8 anni deve farmi la predica!”
“Come scusa?”
“Ho detto: ma guarda te se una bambin...”
“Ho capito!! Ma quali 8 anni!!! Io ne ho 12!”
“Ora non mentire! Bassa come sei se ne hai 9 ne hai tanti!”
“Senti tu, ma mi hai chiamata per farmi incazzare o c’è un motivo reale per cui sto ancora parlando con te?!”
“Certo che c’è un motivo e comunque, hai cominciato tu! Ho trovato Matthew Bellamy”
“Chi?”
“Ma lo fai apposta?! L’hai chiamato tu così quel gatto orrendo!”
“Ehi! Matt non è orrendo! E’ ancora nella fase della crescita!”
“Sì…orizzontale…”
“Sei insopportabile! Dimmi solo dov’è il mio gatto che vengo a riprendermelo!”
“Sono in un giardino in città”
“Mi prendi in giro? Un po’ più specifico per favore”
“Ray com’è che si chiama sto posto?….ah ok, siamo agli champs elisées”
“Che sono lunghi 11 kilometri……è utile tanto quanto “giardino””
“Uhm…..c’è un coso di pietra…un arco…credo, aiuta?”
“L’Arco di Trionfo? Sì, aiuta, aspettami lì, vengo a riprendermi il mio Matt”
Gerard chiuse la telefonata pensando che la sua prima impressione fosse stata corretta, quella era la ragazzina più insopportabile che avesse mai incontrato! Non vedeva l’ora di ridarle il suo gatto e liberarsi definitivamente di questa rottura di scatole.

“Ehm Gerard…”
“Che vuoi Mikey?”
“Il gatto…”
“Eh..cosa?”
“Se lo sono perso…”
“Cosa!?!?!?!?”

Quando Jenny arrivò sul luogo del ritrovamento e conseguente ri-perdita dell’ormai famoso gatto Matthew Bellamy, il nostro eroe era appoggiato a una sedia che si teneva stancamente la testa tra le mani.
Tre cose successero nell’arco di pochi secondi.
Jenny si avvicinò al tavolo con le mani protese pronta a riabbracciare il suo gatto.
Gerard sollevò la testa e prese a guardarsi intorno alla ricerca di un qualche appiglio apparso per magia.
Gerard si arrese all’evidenza di essere oggetto di derisione da parte di Dio e rivelò la cruda verità alla piccolina.
Jenny s’incazzò molto.

“Sono quattro cose…”
“Dammi tregua!!!”
“Ma sono quattro!”
“Dire tre faceva più fico ok?!”
“Sarà….”
“Bah!”

Fu grazie a Mikey se la situazione si appianò, decise lui il piano di ricerca/gatto/perduto/again in codice: PRAG che ricordava un po’ il prosciutto ma nessuno sollevò lamentele quindi…
Ray e Mikey sarebbero rimasti nei dintorni di Place Charles de Gaulle a cercarlo mentre l’altra squadra, quella formata da Gerard, Jenny e Frank, avrebbe percorso parte del viale risalendo verso Place de la Concorde. Le lamentele per la formazione delle squadre valsero a poco, ormai era tutto deciso e non avrebbero cambiato idea, almeno Mikey e Ray no di sicuro.
Per quanto riguardava gli altri tre si incamminarono tra una parolaccia e l’altra ma quantomeno sembravano voler tutti ritrovare il gatto, chi per disperazione, chi per senso di colpa e chi perché beh, era il padrone del ricercato.

“Frank ma ti vuoi muovere? Non puoi fermarti ad ogni vetrina! Sembri una femmina Cristo!”
“Ma che vuoi Gee?! Mica è il mio gatto! E poi non tornerò a Parigi tanto presto, che male c’è se mi guardo intorno?”
A quel punto Jenny si avvicinò a Frank, lo prese per la manica della giacca, la tirò leggermente, sollevò lo sguardo e poi sferrò il colpo.
“Vuoi dire che non ti importa del mio gattino sperduto per la città?”
“Eh?”
Un po’ di broncio e il colpo di grazia era stato lanciato e aveva colpito alla perfezione il segno.
“Ok, ok ho capito andiamo a trovare questo benedetto gatto!”
“Grazie zio Frank!”
Gerard quasi soffocò nel tentativo di non scoppiargli a ridere in faccia…tentativo vano, comunque.
“Questa dopo me la paghi….”

Nel frattempo, dalla parte opposta del viale, Ray e Mikey se ne stavano comodamente seduti ad un bar mentre scommettevano su chi sarebbe tornato vivo tra Gerard e Frank o se si sarebbero eliminati a vicenda. Dopo l’inferno che gli avevano fatto passare non si sentivano neanche più di tanto in colpa per averli mollati 1 a 0 palla al centro, forse Mikey un po’ sì, per via della genetica, ma gli sarebbe passata.
Fu proprio mentre sorseggiavano tranquilli una tazza di cappuccino che Matthew Bellamy decise di farsi rivedere e saltò sulle gambe di Mikey come se nulla fosse, facendogli rovesciare metà del suo cappuccino.
“Ma quello non è il gatto che stanno cercando?”
“Così pare….”
“Sembri piacergli un sacco”
“Così pare….Gli telefoniamo?”
“Nah…lasciamoli girare ancora un po’ così si sfogano per bene!”
“In effetti…”

“Senti….e se ti compro un altro gatto? Magari anche uno più bello già che ci sono!”
“Come osi!?!? Matthew è bellissimo! Sei tu che non capisci il suo fascino!”
“Secondo me sei tu che hai dei problemi alla vista…”
“Ho detto che rivoglio il mio gatto e visto che siete voi due che me lo avere perso di nuovo vi conviene collaborare!”
Ormai avevano cercato più o meno ovunque, quel gatto non si trovava, o quantomeno non voleva farsi trovare, stavano perdendo la speranza quando il telefono di Gerard prese a squillare e Mikey gli diede la notizia del ritrovamento.
A quanto pare alla fine avevano ceduto a pietà e avevano deciso di avvisarli.

In realtà era successo che un cameriere del locale al quale erano seduti li aveva gentilmente pregati di spostarsi altrove, i gatti a quanto pare non erano ammessi.
Così avevano deciso di telefonargli e disfarsi del “bagaglio” in più che si stavano portando appresso…prima di perderlo di nuovo.
Intanto Matthew Bellamy se ne stava comodamente adagiato addosso a Mikey, sembrava che avesse preso il bassista per il suo nuovo divano e non aveva la minima intenzione di alzare il culo.

Chiaramente il luogo di incontro era dove si trovavano in quel momento Mikey, Ray e il fuggitivo.
Il momento fu tra i più commoventi dell’intera storia dei ritrovamenti animali; non appena Jenny comparve all’orizzonte Matthew Bellamy cominciò a miagolare e ad allungare le zampine nella sua direzione e la stessa cosa fece Jenny - miagolio a parte - gli corse incontro ignorando i richiami dei ragazzi che le dicevano di non correre e finalmente lo riabbracciò, lo strinse forte a se come se fosse la cosa più preziosa che avesse al mondo.
“Io ti strozzo gattaccio della malora!!!! Ma ti pare che vengo in vacanza a Parigi e tu scappi di casa perché hai litigato con Brian!?!?!?”
Il gatto, che chiaramente non era in grado di rispondere si limitava a miagolare sommesso mentre cercava di respirare nella morsa d’acciaio di Jenny…l’amore!
Quando si furono chiariti

“Ormai si era fatta notte”
“Fai lo spiritoso?”
“Già!”

Quando si furono chiariti Jenny si avvicinò a Gerard che nel frattempo si era seduto al bar a bere con gli altri dato che la cosa sembrava andare per le lunghe.
“Grazie per avermi aiutato a salvare il mio gattino, alla fine non era neanche un tuo problema…”
A quel punto una folgorazione colpì Gerard in pieno lobo frontale.
Sono un coglione.
Si rese conto di aver passato l’intera giornata in giro per una città turistica a cercare un gatto non suo invece di fare un po’ il cacchio che gli pareva.
Appurato ciò, oramai no gli restava che reggersi il gioco da solo.
“Sempre disponibile per una piccola fan”
A quel punto fu il turno di Jenny di fissare Gerard con sguardo palato.
“In che senso fan?”
“Beh, sei una nostra fan no? Prima scherzavi quando hai finto di non conoscerci lo so!”
“Adesso…..punto primo io ascolto musica vera, punto secondo sì fingevo di non conoscervi ma mica tutti quelli che vi conoscono sono dei fan e punto terzo lui - disse indicando il gatto che teneva al sicuro tra le proprie braccia - si chiama Matthew Bellamy, non ti da da pensare?”
“Ehi! Vorresti dire che noi non siamo al livello dei Muse?!”
“Ho dato questa impressione?”
“Sei ingiusta!”
“E va bene! Vorrà dire che verrò a un vostro concerto appena sarò tornata a Londra ok? Tanto ci verrete prima o poi no?”
“Londra? Sei inglese?”
“Certo che sono inglese! Ti pare che una ragazzina di 12 anni francese possa parlare l’inglese bene come me?”
“E che ne so io? E comunque come hai fatto a perderti il gatto in vacanza?!”
“Non l’ho perso! Ti ho già detto che se ne è andato via per una divergenza di opinioni! Ha litigato di nuovo con Brian”
“Chi?”
“Brian Molko”
“Il cantante dei Placebo?”
“Magari! No, l’altro mio gatto, che comunque aveva ragione neh Matt? - in risposta il gatto si girò offeso dall’altra parte - ammettilo su, tanto a casa dovrai fare i conti!”
“Ok….farò finta di niente eh…senti, vieni un attimo che devo chiederti una cosa”
“Dimmi”
“Ho un’idea su come potresti ringraziarmi, che ne dici di farmi un piccolo favore?”

“Te l’avevo detto che avevo ragione io!”
“E io continuo a ribadire che sei uno stronzo!”
“Ohh ma piantala!”
“Stronzo!”
“Zitto e cuccia, c’è ancora un ultima cosa che dobbiamo raccontare, su!”

Ormai si era fatta sera, Gerard se ne stava coricato sul letto della camera d’albergo a giocherellare con il telefonino e domandandosi dove fosse finita Jenny, ormai non restava più tanto tempo e poi sarebbero dovuti uscire di nuovo per ridefinire la set list, decidere gli orari per il sound check, una cena veloce e poi tutti per i fatti propri.
Fortunatamente Jenny non si fece aspettare oltre e lo chiamò per dirgli che si trovava giù alla porta di ingresso che lo aspettava con quello che aveva chiesto.
Gerard corse giù per le scale sperando che gli altri non lo avessero visto e la raggiunse.
“Eccoti quello che avevi chiesto, anche se non capisco perché non sei andato a prendertelo da solo!”
“Perché avrebbero potuto accorgersene gli altri e non volevo ok?”
“Sarà…beh, io ora vado, grazie ancora per oggi!”
“Aspetta Jenny! Tieni - disse porgendole una busta - sono il biglietti per il concerto di domani, non mi sembra il caso di aspettare che veniamo noi a Londra!”
“Grazie…. - Jenny non sapeva bene come reagire, un po’ perché non se lo aspettava e un po’ perché cominciava a dispiacergli il modo in cui l’aveva trattato - senti, scusa per il calcio di stamattina..”
“Finalmente vittoria!! Ci voleva tanto!?!? Ora mi sento meglio!”
“Cretino!” Jenny corse via di nuovo come la prima volta, con la stessa linguaccia ma stavolta stringendo una busta contenente qualcosa che l’aveva trovata e non più qualcosa che era andato perduto.

Gerard risalì le scale pensando a cosa avrebbe dovuto dirgli, era passato davvero troppo tempo dall’ultima volta e anche se oggi gli era sembrato - almeno in parte - di essere tornati quelli di un tempo non si fidava ancora completamente e non si sentiva davvero sicuro a rischiare.
Ormai….
Ma dopotutto ci aveva pensato per metà della giornata ed era arrivato alla conclusione che voleva farlo, quindi tanto valeva seguire l’istinto e provare almeno!

Bussò piano alla porta accanto a quella della sua camera e per poco non trasalì quando Frank venne ad aprirla senza neppure chiedere chi fosse.
“Che c’è? Non dirmi che vi siete persi di nuovo il gatto perché stavolta sono cazzi vostri!”
“No, nessun gatto si è perso, posso entrare un attimo?”
Frank parve abbastanza sorpreso dalla richiesta ma si scostò comunque e lasciò che Gerard varcasse la soglia.
“Allora? Che succede?”
“Nulla, volevo darti una cosa”
“Ohhhhhh non dirmi che mi hai fatto un regalo!”
“E se anche fosse?”
Gerard cominciava a pensare che non era stata poi questa grande idea andare lì. “Niente, ne sarei molto stupito, tutto qui”
“Beh, in ogni caso tieni, è una cazzata comunque”
“Sei andato a comprarlo tu?”
“Veramente ci ho mandato Jenny!”
“Aahaah mi pare giusto, dopotutto ci ha fatti girare in tondo per una giornata!”
Finalmente entrambi riuscivano a sentire la tensione scendere dalle spalle e scivolare via, sotto il pavimento, lontana.
“Beh non lo apri?”
“Sì, solo una cosa prima…”
“Cosa?”
“Tu non sei stanco?”
“Eh?”
“Di questa situazione, mi alzo la mattina e mi sembra di non essere nemmeno andato a dormire, mi pesa fare qualunque cosa ormai e per quanto mi urti ammetterlo il 90% di questo problema è il risultato di come siamo diventati noi due e…”
“Apri il regalo”
“Ok…” Frank era convinto che a Gerard ormai importasse poco di quello che aveva da dire, non sembrava neppure ascoltarlo.
Aprì il regalo e ne tirò fuori uno dei ciondoli che aveva guardato quel pomeriggio, mentre Gerard lo rimproverava e intanto cercava il gatto insieme a Jenny, era stato un bel pomeriggio quello, sì.
“Se non ti dispiace - continuò Gerard aprendo la lampo del giacchetto di pelle - l’altro ciondolo l’ho tenuto io”
Frank fissò la chiave al collo di Gerard mentre chiudeva la collana che reggeva il lucchetto intorno al suo.
O forse sì…mi ha ascoltato alla fine.
“Nessun problema”
“Fine delle ostilità?”
In risposta Frank strinse la mano di Gerard e si sorrisero come non facevano da decisamente troppo tempo.
“Ah e Frank, Buon compleanno!”

“Fine”
“Halleluya aggiungerei!”
“In effetti…”
“Senti ma tu come facevi a sapere tutte queste cose? Io ti ho raccontato solo quelle in cui ero presente!”
“Ovviamente perché nelle altre ero presente io no?”
“Ma allora mi sei venuto a cercare!!!”
“Ero solo in giro per i fatti miei io!”
“Tanto lo so che mi sei venuto a cercare Brian!”
“Ohhh non rompere Matt!”


Fine
Ery 2011


Note dell'autrice...Fic senza troppe pretese scritta per il Fidelity contest <3
Vuole raccontare in modo molto leggero la "fine delle ostilità" tra Gerard e Frank e dare una spiegazione pure alle collanine che stanno più o meno ossessionando noi brave fangirl <3
Si ringraziano tutti quelli che la leggeranno e troveranno il tempo di lasciare un commento.
In modo speciale un grazie partiolare va come sempre a nainai per il betaggio <3
Ja Nya ppl!
   
 
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