L’aria
fredda del mattino punge la pelle come un ago, ma è pulita.
Puliti sono anche
gli occhi di un grosso cane nero che, seduto tra le macerie di una
casa, piange
in silenzio.
Sono
le lacrime a lavare quegli occhi grigi. Ma l’anima? Chi
laverà la sua anima?
Nessuno, piccolo animale. Nessuno si occuperà più
di te. Quel posto è
sbagliato, e lo sai anche tu. James è salvo, è
riuscito a scappare. Te lo
ripeti di continuo, ma sai che non è vero. Il tuo amico, tuo
fratello, è ancora
lì, ma non hai il coraggio di cercarlo.
Codardo.
Chini
il capo, uggioli frustrato. Non hai saputo proteggerlo, non eri con
lui. L’hai
lasciato solo nel momento del bisogno.
Traditore.
Poi,
qualcosa smuove quel paesaggio di disperata desolazione. Un vagito,
qualcosa
che picchia contro le macerie. Sollevi le orecchie speranzoso, ti alzi
in
piedi. C’è qualcuno, lì sotto!
È James? Sì, dev’essere lui!
Cominci
a scavare con forza nella pietra. Scosti detriti di ogni genere, ma
ignori le
zampe che lentamente cominciano a sanguinare copiose. James
è lì, ti sta
aspettando. Non lo deluderai.
Illuso.
Continui
a scavare finché anche l’ultima maceria non si
è spostata. Abbassi le orecchie
quando il grigio spento dei tuoi occhi incontra il verde speranza delle
iridi
di un bambino. Gli occhi di Lily. Ma non è Lily a guardarti
da là sotto.
Hai
fallito anche stavolta, Black?
Abbassi
il muso all’altezza del piccolo, che lentamente alza una
manina e la appoggia
sul tuo naso freddo. Ti guarda, fidandosi di quel bellissimo cane nero
che ben
conosce. Sa chi sei, e sa che stai soffrendo. Ti consola in silenzio,
semplicemente accarezzandoti. Andrà tutto bene.
Qualcosa
attira la tua attenzione, distogliendola dallo sguardo acceso del
bambino. Un
paio di occhiali rotondi, lucenti… sporchi di sangue e
terra. Sai di chi sono
quegli occhiali, bel cane nero? Sai a chi appartenevano? Sì,
li hai visti
rompersi molte volte. Spesso, li rompevi tu in qualche baruffa da
ragazzi. Ma
ora non ha più senso riaggiustarli con la magia. Gli occhi
ai quali erano
destinati, non vedono più.
Ti
chiedi se c’è davvero un paradiso,
lassù. Speri di sì. James se lo merita
più
di chiunque altro. Ma a te, che non eri lì nel momento del
bisogno, è destinato
l’inferno più nero.
Qualcosa
di bagnato s’infrange sulla lente spaccata. È una
tua lacrima? Hai davvero gli
occhi per piangere? Avresti preferito non averli. James non
tornerà più, e
questa realtà devi accettarla. Non è rimasto
niente dei Malandrini. Solo tu e i
ricordi pesanti che ti porti dietro, chiusi in uno scrigno di gelida
pietra.
Il
dolore cresce, diventa insopportabile. Perciò, alzi la testa
al cielo e gridi
la tua sofferenza. Il tuo ululato si confonde al pianto spaventato del
bambino,
unendosi al canto silenzioso dei vostri cuori sanguinanti.
Un’orchestra
d’incubo che spacca a metà un mondo di freddo
silenzio.
Qualcosa
ti tocca una spalla, e tu chiudi la bocca spaventato. Ti volti. Non
c’è
nessuno, lì. L’hai immaginato.
Un
altro tocco, stavolta più leggero. Ti spaventi e guardi
davanti a te,
digrignando i denti affilati. Una figura vestita di bianco cammina
sulle
macerie con disinvoltura. Ti dà le spalle mentre si
allontana, ma tu ci metti
un istante a riconoscere gli spettinati capelli neri che si agitano
sbarazzini
all’aria aperta. Al suo fianco, e lo noti solo adesso,
c’è qualcun altro.
Sembra
una donna. Giovane, alta, con lunghi capelli infuocati.
Il
tuo cuore si illumina, nonostante le ferite che ancora lo fanno
sanguinare.
L’uomo si volta lentamente verso di te e ti sorride da dietro
gli occhiali
cerchiati. Non dice niente, semplicemente ti incoraggia ad andare
avanti. Sai
che lui ci sarà, così come
c’è sempre stato. Ma James Potter ha bisogno di te
per un’ultima volta, e non gli negherai questa
volontà.
Un
soffio sottile di vento e le figure tremano, si dissolvono
nell’aria gelida del
mattino. Ramoso e Lily sono andati via per davvero. Non torneranno mai
più, e
tu lo sai. Però non è il momento di cedere.
James
ti ha chiesto un favore, ed è con quest’unico
pensiero in mente che ti
acciambelli accanto al piccolo Harry, coprendolo dal freddo con il tuo
lungo manto
di pece. Chiudi gli occhi e accosti il muso alla mano tesa del bambino.
Senti le
dita di Harry toccarti fiduciose. Ed è così che
resterete fino all’arrivo di
Rubeus Hagrid alle macerie di casa Potter. Un cane e un bambino uniti
per
sempre da una silenziosa richiesta di aiuto.
Ta-daaaaa!!!! Ok, lo
ammetto, sto piangendo. Sirius ne ha passate
davvero di tutti i colori, non trovate? XD e adesso mi ci metto anche
io con
quest’orrore di fan fiction! Mi lasciate un commento? Mi
farebbe piacere sapere
cosa vi ha trasmesso ciò che ho scritto. Spero che vi sia
piaciuta… a presto, e
buon finesettimana!!!!!!!
Tomi Dark Angel