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Autore: Silvar tales    11/02/2011    5 recensioni
Correva tra le vie sporche dei bassifondi, sotto la pioggia.
Cercava, cercava quasi disperatamente, ma in cuor suo sapeva che non l'avrebbe mai trovato.
[Seconda classificata al contest "Dorian Lovers - 'Cause we love him!" indetto da _DreamerGirl_]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dorian Gray, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Silvar Tales (Efp); Deidaradanna93 (Forum)

Titolo: Corsa

Fandom: Il Ritratto di Dorian Gray

Personaggi: Dorian Gray; Nuovo personaggio
Pairing:
Dorian Gray/Nuovo personaggio
Rating:
Arancione
Avvertimenti:
One-shot; slash
Introduzione:
correva tra le vie sporche dei bassifondi, sotto la pioggia.
Cercava, cercava quasi disperatamente, ma in cuor suo sapeva che non l'avrebbe mai trovato.

Note d'autore (facoltative): Una piccola one-shot davvero senza pretese, scritta in poco tempo, senza davvero tanto entusiasmo. Speravo di riuscire a concludere qualcosa di meglio per la prima slash che scrivo (a dire il vero, questa è la mia prima fan-fiction con protagonisti di fattezze reali che scrivo), ma pazienza. Ci tenevo a scriverla, perché adoro la psicologia e il mutamento di questo personaggio, Dorian Gray. Ho letto molte opere di Wilde, ma non la sua più famosa, questa che ha come protagonista Dorian. Mi sono comunque informata sul libro (che prima o poi leggerò sicuramente), ma l'ispirazione è data dal film. Mi dispiace di aver messo in risalto solo l'attrazione di Dorian per un piacere sessuale, ma credo che fosse quella più adatta per la piccola storia che ho messo in scena, e d'altronde è anche quella che saprei descrivere meglio. Ed è una slash perché, anche cambiando ambiti, rimango sempre io =)


Corsa

Camminava con ondeggianti passi decisi, attraverso quelle sudicie vie, in mezzo a quei muri spenti incrostati di fango. Gettava lo sguardo, da sotto il cappello, ad ognuna di quelle figure che si susseguivano ai lati della strada, a destra e a sinistra. Bambini con il viso sporco e gli occhi attenti, prostitute con il seno scoperto, uomini sfaccendati, difficilmente distinguibili tra commercianti e briganti. Anzi, molto spesso le due categorie coincindevano. Nessun viso familiare, nessuno che corrispondesse con quello della persona che stava cercando. Eppure ben sapeva, che le possibilità di ritrovarlo erano quasi pari a zero.


Si trovava ancora sotto la porta di casa sua.
In realtà non doveva esserne neppure stupito, visto che era stato lui a chiamarlo.
Eppure, quando lo rivedeva dalla sua finestra, si dimenticava di averlo voluto lui stesso.
Cosa ci faceva lì? E soprattutto, perché era ancora, sempre lui?
Questa era davvero una cosa che non gli era mai capitata.
Chiedeva al maggiordomo di farlo salire, con una voce che non era la sua.
Lo faceva entrare in camera, chiudeva la porta a chiave, e dopo tutto era concesso.
Dai baci, ai graffi sulla schiena, al sangue.
Dalla mattina alla sera, e dalla sera alla mattina dopo.
Per due giorni stava lì, addormentato sul suo letto, o sveglio a farsi servire la sua colazione.
E poi svaniva, e lui non riusciva a non pensarci.
Nessun'altra puttana lo appagava.
Voleva sempre lui.


Svoltava un'altra via, tuffandosi nel buio più fitto del crepuscolo. Solo qualche luce rossa di qualche locanda spiccava nel nero, decantata dagli squittii dei topi che correvano lungo il canaletto. A forza di girovagare così, senza una meta, si stava perdendo. Eppure non riusciva a rinunciare al suo intento, e l'ansia nel raggiungerlo si stava trasformando in disperazione. Saettava gli occhi, cercando di aguzzare la vista sui singoli volti, accelerando senza accorgersene, trovandosi quasi a correre e a chiamare il suo nome.
“Jack!” Un verso strozzato e nemmeno calcolato. E poi la lucidità tornava, non appena rifletteva, appoggiato ad un'anonima parete di un altrettanto anonimo vicolo. Il freddo umido lo risvegliava, e se ne rendeva conto. Non c'era motivo perché si comportasse così.
Non c'era motivo perché sprecasse anche un solo pensiero per un anonimo corpo maschile.


Dorian...” un nome mormorato, assieme a un'insensata lacrima spenta sulle coperte.
L'altro lo invitò a piegare la testa, cieco.
Solo quando chiudeva gli occhi, per il piacere, cominciava a vedere.
Cominciava ad andare fuori di testa, e a vedere fotogrammi più erotici di quello che gli stava offrendo il ragazzo in quel momento.
Affondava alla cieca la mano tra i suoi capelli biondi.
Li strattonava, volendoli quasi staccare.
Quel corpo era suo, anche se solo per qualche attimo.
E in quei due attimi, poteva fargli tutto quello che voleva.


La pioggia cominciava a scorrere, inzuppando le sue vesti signorili.
A casa, fredde e sole stanze l'attendevano. In qualsiasi bordello, intriso di nicotina e macchiato di rosei capezzoli, non avrebbe trovato sostegno. Avrebbe trovato piacere, solo piacere devastante, per qualche momento. Poi si sarebbe riallacciato i pantaloni, l'effetto di qualche fumata d'oppio sarebbe scomparso, e lui si sarebbe ritrovato ancora più affamato, ancora più frustato di prima, con il torace dolorante e una sgradevole sensazione di bagnato tra i vestiti. E un attimo dopo quelle donne si ricomponevano, tornavano a ridarsi il trucco, poi lui diventava uno dei tanti, magari un esemplare più bello, più giovane e più dotato, ma pur sempre uno dei tanti porchi che pagava per il loro corpo.


Si era addormentato.
La sua guancia pallida appoggiata sul cuscino ricamato, la bocca socchiusa, il torace nudo che palpitava piano.
Il suo profumo impregnava le coperte.
Dorian non poteva fare a meno di guardare quell'estranea creatura, così arrogantemente entrata nella sua vita.
Sapeva di prenderlo solamente a prestito.
Sapeva che, in realtà, non era suo.
Se ne rendeva conto solo quando, con più lucidità, lo guardava tra le coperte, e credeva di chiudere gli occhi e di non vederlo più, una volta riaperti.
Aveva bisogno di lui.
In un qualche modo, aveva bisogno di lui.
E non ne capiva il perché.
Forse, stava invecchiando.
Forse aveva esaurito tutte le forze, e non poteva continuare a vivere di attimi.
Forse, gli serviva una base salda alla quale potersi appoggiare.
Allungò una mano, sfiorando con un dito i suoi capelli, di un biondo strano.
Quella chioma, a tratti secca, a tratti fluente, lo incuriosiva sempre.
L'odore di vaniglia che emanava era pungente, e allo stesso tempo morbido.
Aveva un corpo gracile, nonostante tutto.
Addominali e muscoli ben formati, ma nulla di speciale.
Poteva avere vent'anni, come poteva averne quindici.
I suoi profondi occhi castani sembravano dire tutto e nulla, colmi a volte d'innocenza, a volte di perversione.
Era un corpo normalissimo, bello, sì, ma non eccezionale.
Cos'era di lui che attirava tanto Dorian?


Jack... Jack poteva essere un nome qualunque, di un qualunque squallido gigolò. Sarebbe anche potuto non essere il suo vero nome. Non avrebbe ottenuto nulla a chiedere di lui in giro, in quei quartieri popolati dalla peggior feccia, tra l'altro. Se continuava a vagare così sbandato, sotto quella pioggia a quell'ora della notte, sarebbe presto stato ammazzato o stordito da uno dei tanti delinquenti che bazzicavano in quelle sporche vie, attirati dal suo aspetto ricco ed elegante.
Si appoggiò ad un muro, ad un lato della strada. Si passò una mano sugli occhi, e sulla fronte. Cercò di riprendere il respiro, e il controllo su di sé.
Chi diavolo stava inseguendo?
Gli venne quasi da ridere, per il suo comportamento.
L'aveva perso per sempre.

Un bacio, un altro ancora.
Dorian” lo spinse ancora sotto di sé, bloccandogli ogni parola.
Fa silenzio, Jack. Sei solo uno squallido peccatore, la tua anima è più incenerita della mia!”
E gli mozzò il fiato in gola, sorprendendolo con poderose spinte.
L'anima di quell'essere gemente sotto il suo corpo, era una delle più pure.
Lo sapeva bene, questo.
Anzi, lui stava cercando di dirgli qualcosa.
Doveva dirgli qualcosa, ma Dorian non glielo permetteva.
E non glielo permetteva per un ben precisato motivo.
Jack aveva visto giusto.
E l'altro ragazzo aveva paura di vedere scoperto il suo punto debole.


Ucciso. Morto ammazzato, abbandonato a un lato della strada.
Pugnalato dopo esser stato violentato più volte.
Così era la sua fine.
Quali sensazioni sentiva, ora, a vederlo così?
Sentiva male, che si confondeva con infinito piacere.
O forse, era lui che confondeva le cose, perché quello era per davvero solo male.
Male inguaribile.
Eppure, in un qualche senso credeva di averlo fatto suo.
Colui che era sopravvissuto alla sua vera immagine.
Forse perché era troppo poco importante, o forse perché lo era troppo.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

Questa storia si è classificata seconda (su quattro) al contest Dorian Lovers - 'Cause we love him!, indetto da DreamerGirl sul forum di efp. 
Devo dire in tutta sincerità che questo è stato un risultato alquanto inaspettato, veramente non ho mai nutrito grandi fiducie in questa storia, forse perché sono nuova, anzi nuovissima in questo campo, forse perché l'ho scritta di fretta. Comunque siano andate le cose, sono davvero felice di aver ottenuto questo giudizio  su questa mia prima esperienza di genere, e per coronare il tutto, sono anche stra-felice di essermi aggiudicata il premio descrizione, è un premio cui tengo davvero tanto e che purtroppo raramente nei contest organizzati nel fandom di Naruto mettono in palio, il che è un po' un peccato... Ringrazio infinitamente la giudice, DreamerGirl, per il giudizio preciso e completo, per il banner (carinissimo!! ^///^), e per aver indetto questo bellissimo contest, su questo affascinante personaggio, Dorian Gray.

Giudizio :

Deidaranna93/Silvar Tales - Corsa
- 9,5/10 correttezza grammaticale

Perfetto, davvero perfetto! Hai fatto solo un errore: hai scritto “porci” con la “h”.

- 10/10 lessico e stile
Lo amo, sul serio, lo amo! Cavolo, mi piace troppo. Descrivi tutto con una meticolosità paurosa e credimi, continua a farlo perché coinvolgi le persone a trecentosessanta gradi. È come se fossi lì, nella Londra malfamata, come se potessi toccare con mano tutto, e provare, sentire ogni cosa, ogni odore, ogni sapore.

- 12,5/15 caratterizzazione dei personaggi ed IC
Ma proprio qui mi cadi? Uff, che desolazione. Davvero, mi dispiace tantissimo toglierti due punti e mezzo, ma Dorian non è pienamente IC. Insomma, non hai specificato bene in quale punto della sua vita viene ambientata la fanfiction. Prima che conoscesse Emily? – visto che dici d’averlo ambientato nel film – o durante la sua assenza da Londra? Perché, in entrambi i casi, Dorian non potrebbe aver amato nessuno. Lui cercava il piacere e dice di averlo trovato troppo spesso, ma non specifica mai che avesse amato qualcuno.
Sì insomma, è sempre questa la triste fine dei/delle suoi/sue amanti. Non sono mai ricambiati – eccezion fatta per Sybil nel libro e in parte nel film, e per Emily. Ti sei riscattata solo facendo morire Jack, visto che la parte malvagia di Dorian emerge.

- 5/5 originalità
Il punteggio parla da sé! Credo sia la fanfiction più originale del concorso.

- 4/5 giudizio personale
Ho amato le descrizioni, ho amato la trama, ho amato il finale… è scontato dirlo, ma ho amato ogni singolo dettaglio!. Peccato solo per quell’IC, secondo me, non rispettato appieno.

Tot Punti 41/45
Vincitrice del premio “Descrizione”












   
 
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