Titolo: Soloist Note: Buon
San Valentino a tutti! Aaaaw, questa Disclaimer: Umineko
non mi appartiene, o Battler girerebbe seriamente per casa con quel
maglione...
Personaggi: Battler,
Beatrice.
Pairing: BattlerxBeatrice.
Rating: Verde.
Genere: Slice
of life, fluff.
Avvertimenti: One-shot,
AU.cacca fanfic
è il
seguito di Choir... ma non preoccupatevi, se non avete letto quella si
capisce allo stesso.
Soloist
“Battler,
vuoi spegnere quella roba?”
Era
da quella mattina che sentiva le stesse quattro canzoni... capiva che
Battler
ogni tanto avesse idee strane, capiva che per qualche strano motivo in
quel
momento fosse in pieno spirito natalizio, anzi, lo aveva capito
– e sopportato
– fino al 26 dicembre, ma ora basta. Il Natale era passato e
non riusciva a
capire perché lui continuasse a sentire quelle quattro
canzoni e indossare quel
maglione con ricamato davanti un pinguino – con tanto di
cappello natalizio in
testa e un cuore rosso fra le zampe. Era San Valentino... erano passati
quasi
due mesi. Ora basta.
“...
E quel maglione. Dov'è che sei andato a prenderlo? Credevo
d'aver fatto sparire
tutte le cose di Natale dopo Capodanno.”
“Questo?”,
un sorriso smagliante mentre posava i piatti sulla tavola,
“me l'ha regalato
ieri il mio dannato vecchio! Bello, vero~?”
“Mh...”
Beato
gli passò i bicchieri, osservandolo attentamente mentre li
disponeva con cura
ad ogni posto a tavola – con cura... di
solito non apparecchiava con
così tanta voglia, stanco com'era. Era strano...
Ormai
si conoscevano da più di un anno e da qualche mese avevano
iniziato a vivere
pure insieme – una mossa azzardata, come aveva detto
Kyrie-san, vista la loro
età. Tuttavia, nessuno era riuscito a fermarli dal comprare
quella casa e
trasferircisi. Anche se si conoscevano da così poco tempo,
Battler e Beato
avevo le idee ben chiare sul loro futuro ed anche Rudolf infine
constatò che
Beato per suo figlio non era la solita ragazza;
vedeva come si
atteggiava con lei attorno... si comportava normalmente, come se la
conoscesse
da sempre. Non lo aveva mai visto così felice...
così seriamente contento.
E
da quando abitavano lì, insieme, Beato non aveva mai visto
Battler
apparecchiare con tanta gioia in volto.
Era
innaturale, quel suo modo di fare improvviso...
“Battler,
posso farti una domanda?”
“Certo”,
si abbassò per prendere i tovaglioli nel cassetto ai piedi
di Beato, “dimmi
tutto!”
“Pe-Perché
sei così felice oggi? Sei strano...”
Il
sorriso sul volto di Battler si allargò ulteriormente mentre
osservava
divertito lo sguardo dubbioso della donna che aveva accanto a
sé.
“Perché”,
si alzò, passando un braccio attorno ai fianchi di Beato e
giocando con una
ciocca di quei capelli dorati che aveva sempre tanto adorato,
“abito insieme
alla mia fantastica fidanzata, che sta cucinando per me –
beh, di questo in
verità dovrei preoccuparmi...”
Beato
gli diede una gomitata allo stomaco, ammutolendolo.
“Ehm.”
“Sc...
Scusa, Beato.”
La
fissò con un sorriso idiota stampato in volto e ottenne il
solito broncio da
parte di Beato, la stretta sulla padella che aveva in mano sempre
più forte.
“...
E' che lo sai pure tu, non sei proprio un genio in
cuci—“
Un'altra
gomitata, e questa volta mozzò seriamente il respiro al
giovane.
“Idiota.
Cucina te allora.”
“Oooh,
lo sai che lo farei volentieri~”, le diede un bacio veloce
sulle labbra,
sorridendole quando si scostò da lei “Purtroppo qualcuno
oggi mi aveva
imposto di star lontano dalla cucina perché aveva una
sorpresa per me~”
Beatrice
arrossì lievemente, allontanandosi da lui, diretta al tavolo.
“Se
non volevi che cucinassi, bastava dirlo. Volevo solo farti un regalo...
visto
che oggi è San Valentino.”
Tirò
un po' la tovaglia, facendo sparire alcune grinze.
“Aaaw,
e il mio regalo sarebbe una nottata in ospedale per avvelenamento~?"
“...
Cucina te, allora! Idiota!”
L'uomo
rise, osservandola attentamente mentre stringeva fra le mani un
tovagliolo che
probabilmente sarebbe rimasto senza fiato se solo avesse avuto un
apparato
respiratorio. Anche se si divertiva a stuzzicarla in quel modo,
però, decise di
smetterla. L'aveva vista lavorare per tutto il giorno – Beato
gli aveva imposto
di rimanere nel salotto, ma non di non spiare dalla porta della cucina
– ed era
cosa rara che lei s'impegnasse tanto per qualcun altro all'infuori di
sé
stessa.
“Scusa,
scusa. Stavo solo scherzando, Beato.”
Le
sorrise ancora, sperando di convincerla, e quando la vide abbassare le
braccia
e lasciar andare il povero tovagliolo tirò un sospiro di
sollievo. Le guance
ancora rosse e gonfie dalla vergogna, Beatrice afferrò la
bottiglia di vino sul
tavolo e la stappò, versandone un po' nei due bicchieri
davanti a sé.
“Quello
quanto l'hai pagato?”, domandò Battler, notando la
marca che presumeva fosse davvero
costosa.
“E'
un regalo, non si dice.”
“Come
minimo quest'estate ci toccherà saltare le
vacanze.”
La
donna sbuffò. “Non essere sciocco. Forse... se
iniziamo a tener via qualcosa da
adesso potremmo...”
Battler
scosse la testa alzando appena le spalle.
“Nah,
se consideriamo il fatto che lavoro solo io e che il mio stipendio
è così
scarso che...”
“Battler.”
Beatrice
prese il suo bicchiere e glielo porse, ora davanti a lui, lo sguardo
deciso e
duro.
“E'
San Valentino. Oggi, solo per oggi... non parliamo di lavoro o denaro.
Va
bene?”
Lui
annuì, afferrando quel bicchiere che ora gli pareva esser
pieno d'oro colato.
Sorrise ancora, guardando la sua fidanzata negli
occhi e spostando poi
lo sguardo verso la tavola imbandita – i piatti preparati da
Beato non avevano
proprio un bell'aspetto ma, in quel momento, ai suoi occhi sembrarono
la cosa
migliore del mondo.
“Va
bene.” Una mano afferrò la sua e sorrisero
entrambi, sorrisi semplici, come
quelli di due bambini che avevano appena scoperto d'avere qualcosa
che
piaceva loro in comune.
“E
un'altra cosa Battler: quel maglione è orrendo.
Levatelo.”
“Solo
se sarai tu a togliermelo~”
“Oooh,
è un invito questo?”