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Autore: LivingTheDream    14/02/2011    5 recensioni
"Innumerevoli bicchieri dopo.
Decine di parole dopo.
Abbiamo perso il controllo.
Ormai siamo rimasti solo noi due,nel bar illuminato con luci soffuse. È l’una di notte,forse due,e lei è sicuramente andata molto più di me.
Ma mi parla. Mi parla delle sue idee,di come vede il mondo dal suo puto di vista,di come è scappata e dei sogni per il futuro."
Probabilmente,se le cose non fossero andate come sappiamo noi,il Destino sarebbe riuscito comunque a farli incontrare.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa storia NON fa parte della serie “Pezzi di un Futuro Perduto”,ma presenta alcune caratteristiche di questa raccolta.
 
 
Note dell’autrice: prego ascoltare anche 30 volte durante la lettura questa canzone.
Il POV cambia ad ogni nuova strofa della canzone.

 
-Treno in partenza per Londra! Si pregano i signori passeggeri di affrettarsi alle piattaforme.-
 

Just a small town girl 
Livin’ in a lonely world 
She took the midnight train
going anywhere…


-Scusi,per il vagone numero set..ah…-
Finalmente cel’avevo fatta.
-Si…non lo sa…mi scusi!-
Finalmente ero riuscita ad andare via da quella prigione.
-Chissà se questo è quello giusto...si,dovrebbe esserlo!- sussurro,tra me e me,trascinandomi dietro la valigia.
-Permesso…-
Dopo diciannove anni di prigionia in quella torre,ho risolto anche l’ultimo enigma.
Ho sbloccato il quadro.
Ho preso i soldi,e il villaggio non esiste più.
Mi sento realizzata. Molto.
-Permesso..insomma,permesso,fate passare!
Sono una donna,no?-
Qualcuno mi lancia qualche occhiata,di apprezzamento o di rimprovero,e me le lascio scivolare addosso.
Ho deciso di andare a Londra,sistemarmici per un po’,fare il punto della situazione per poi ripartire.
Non so dove andrò,e francamente non mi importa.
Voglio credere nel destino,una volta tanto.
 
 

Just a city boy 
Born and raised in south Detroit 
He took the midnight train
going anywhere…

 
-Quanta gente,il treno starà per partire!- sbuffo,correndo tra la folla.
Mi devo sbrigare,non posso mancarlo,il Professore mi aspetta. Già me lo vedo “Un gentiluomo non fa mai attendere nessuno!”.
Uff.
Com’è rigido.
-Scusi,per il vagone numero set…
Ah,no lo sa? Si,si,va bene,scusi,ma si calmi. Non le ho chiesto niente di che.-
Pft. Che gente.
Continuo a correre,sfinito,tenendomi con una mano il cappello turchese,e con l’altra la borsa di cuoio.
Si,sono arrivato,dev’essere qui. Sono sfinito,ho fatto una corsa…
Mi appoggio alla parete della carrozza,alzo la testa e chiudo gli occhi,riprendendo fiato.
O almeno,cercando di farlo,dato che mi è appena caduta una pesante valigia sul piede destro.
 

A singer in a smoky room 
The smell of wine and cheap perfume…

 

-Su,fatemi passar…- inciampo.
Cado.
Sono un’imbranata,proprio sui piedi di un ragazzo carinissimo,che mi ha afferrato al volo,per le spalle,e che ha ancora la mia valigia rossa sul piede.
-Oh,scusa,davvero,non so come…- imbarazzo totale,mentre lui ride.
-Tranquilla,venga,gliela porto io.- mi sorride.
Non dovrei fidarmi,lo so.
Per lo più perché assomiglia ad un criminale di qualche anno fa…come si chiamava?
Blive?
Plive?
Forse Clive…bho!
Non dovrei affidargli il mio bagaglio…ma quel sorriso è così puro e sincero,sotto delle guance rosee e degli occhi scuri e profondi. Porta una giacca e dei pantaloni di ottima fattura,tutti sui toni del blu
Lo vedo muovere la bocca,forse sta parlando.
-Ehi! Mi sente?-
Si,lo stava facendo.
-In che scompartimento è?-
-Il nono,credo. Vieni!- lo prendo e lo porto lontano dalla folla,dietro di lui il mio bagaglio.
Però…gentile!
  

 
For a smile they can share the night 
It goes on and on
and on and on.

            
                                

Trascinando la pesante valigia rossa,entro nello scompartimento,che poi è anche il mio.
-Ecco,gliela metto qui. Va bene?- chiedo,sistemando la borsa.
Lei annuisce,sedendosi su uno dei due divanetti,e sprofondo anche io in quello davanti a lei.
Rimane un attimo ad osservarmi,scostandosi una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio rosso anch’esso.
È una bellissima ragazza,snella,alta e ben proporzionata. Il viso è liscio e armonioso,molto pallido ma ben curato,come se non avesse fatto altro per una vita. Gli occhi sono chiari e grandi,leggermente truccati.
Porta un vestito lungo fino al ginocchio,a maniche lunghe,rosa chiaro,a pieghe,con un nastro rosso sotto il seno non molto grande.
Mi guarda quasi curiosa,abbassando qualche volta la testa. Si scopre un po’ il polso sinistro,e noto qualche taglio,ormai cicatrizzato
Non lo avrei mai detto.
Continuo a guardarla,col capo inclinato e gli occhi attenti a rilevare ogni minimo particolare del suo corpo,per intuirne la storia.
-Ri…rimani qui?-
-Già.
È anche il mio scompartimento!-
-Oh…bene.-
-Le dispiace?-
-Nonono,assolutamente no!- sorride,affrettandosi a rispondere. –Come ti chiami?-
-Luke…Luke Triton.
Sono l’allievo del Professor Layton,di Londra,e studio Veterinaria all’Università Gressenheller.
Lei chi è?-
-Io sono Flora Reinhold.-
Aspetto un attimo.
-Solo…solo Flora?-
-Si…vengo da un villaggio che ora non esiste più,si chiamava Saint Mystère.- Questo nome non mi è nuovo.
-Per il resto,non ho altro da raccontare.-
Rimango perplesso.
Come fa a non avere una storia?
 
 

Strangers waiting 
Up and down the boulevard 
Their shadows searching in the night 
Streetlight people 
Living just to find emotion 
Hiding somewhere in the night 


Glielo dovrei raccontare?

Insomma,non è che sembra cattivo,e poi mi dà del lei…non so.
-Potrei anche raccontarti la mia storia,solo che non so se fidarmi di te.-
Sono imbarazzata,mentre parlo,e lo sono ancora di più quando lo sento scoppiare a ridere.
-Di me si potrebbe fidare anche una mamma che non sa a chi affidare il bambino,signorina.-
-Sai,però, sembri un criminale che…- non sorride più.
-Capisco.
Clive,lo conosco. È un mio amico,ma non è cattivo.
Guardi,questa foto!- mi porge un pezzetto di carta dal portafoglio,orgoglioso.
Ci sono lui,il criminale e poi un altro uomo,che sorridono,abbracciati.
Lui e quel Clive si assomigliano in un modo impressionante,l’altro uomo è un quarantenne,di bell’aspetto,con una tuba nera calcata in testa.
Sento il cuscino vicino al mio appiattirsi,poi il fiato di Luke Triton sul collo,e il suo dito che mi indica la foto.
-Io sono questo,questo è Clive.
E questo è il mio Professore,mentore e…diciamo,quasi padre. Non ci crederai,ma il Professore e Clive stanno insieme,ormai è una cosa pubblica!- ridacchia,divertito. –Ha avuto un bel coraggio,non trova?-
-Perché mi dai del lei?-
-Bhe,lei è una donna,anche molto bella,se permette.-
-Si,ma abbiamo la stessa età. Per favore,dammi del tu e chiamami Flora.- sorrido,ridandogli la foto.
-Va bene,Flora.-
-Perché mi stai raccontando tanto,di te?-
-Perché mi ispiri simpatia,sei una brava ragazza.-
-Come fai a dirlo?-
Prende un grande sospiro.
-Sei stata tanto tempo chiusa,da qualche parte. Quelli li hai fatti per disperazione,non essendo brava,è rimasto il segno.- aggiunge,indicandomi i polsi.
-Sai di buona famiglia,hai soldi da spendere e una vita davanti,e non hai progetti per il futuro.
Inoltre non hai mai avuto molti contatti con persone e ragazzi de…
-
Scatto in piedi.
Non è possibile,costui deve essere un maniaco,per sapere tante cose.
-Come fai a dirlo? Mi hai spiato? Devi rapirmi per conto di qualcuno?-
 
 

Working hard to get my fill 
Everybody wants a thrill 
Payin’ anything to roll the dice 
Just one more time.


-Io? Rapir…- scoppio a ridere.
Quanto,ma quanto,ma quanto è ingenua questa dolce ragazza.
-Stai tranquilla,Flora. L’ho intuito dal tuo abbigliamento,dal tipo di ferite,dalla valigia piena e dalla carnagione pallida.
Dopotutto sono l’allievo di Layton,sono pratico di certe cose.
Ora,vuoi raccontami la tua storia,o ancora non ti fidi di me?-
Le sorrido,dolcemente,e si calma una volta per tutte,sedendosi vicino a me.
-Io…sono stata chiusa dall’età di nove anni in una torre,praticamente da sola,perché mio padre era morto,e mia madre anche.
Cercavano qualcuno che potesse prendersi cura di me,ma non venne mai nessuno. Così,sono uscita da sola.-
La fisso,curioso,e continua la spiegazione,nei dettagli.
Rimaniamo per un bel po’ a parlare,la ascolto volentieri,guardandola fissa negli occhi scuri.
Sguardo che spesso lei scosta.
-Non mi credi?-
-Al contrario,certo che ti credo.
Quindi,non hai amici,né parenti?-
Scuote la testa,triste,e l’abbraccio,d’istinto.
-Oh,scusa,non volevo essere…-
-No,no,grazie. Mi manca il contatto umano!- mi sorride,e l’abbraccio di nuovo.
Poi mi guarda fisso negli occhi. –Grazie per l’avermi ascoltato!-
-Di nulla!
Anzi,sai che si fa? Quando arriviamo a Londra vieni con me,dal Professore. Lui non mancherà di aiutare una fanciulla in difficoltà,ci scommetterei il cappello…-
Un velo di dubbio le si insinua sul volto.
No…non di nuovo.
 

 

Some will win, some will lose 
Some are born to sing the blues 


-Ecco,io non so se…- sussurro,titubante. Andare con uno sconosciuto con un bel sorriso in una grande città in cui non conosco nessuno? Non mi sembra una buona idea.
-Oh,andiamo! Ti devo ancora convincere?
Ecco,tieni!- mi porge il giornale più importante di Londra,e noto subito che sulla prima pagina spicca una foto del Professor Layton,al cui fianco c’è il ragazzo che ho davanti.
Leggo velocemente l’articolo che decanta le lodi investigative e caratteriali dei due,ma non mi soffermo sul caso che avevano appena risolto.
-…bhè…non vedo perché non dovrei avere altri dubbi.-
-Allora vieni a bere qualcosa al bar?- annuisco.
-Solo se mi permetti di ordinare dell’alcol.- esclamo,buttandola sullo scherzoso.
In realtà sono seria. Ne ho bisogno.
Devo dimenticare,almeno per un attimo,questi lunghi anni,e lui mi sembra perfetto per farmi compagnia.
Ora so che sicuramente mi dirà che sono un’alcolizzata,che non bisogna farlo,ed eccetera,eccetera…
-Va bene! Andiamo,ti accompagno. Il primo giro lo offro io.-
Ah.
Forse questo Luke è più forte di quanto pensassi.
 
 

Oh, the movie never ends 
It goes on and on
and on and on 


Due ore dopo.
Innumerevoli bicchieri dopo.
Decine di parole dopo.
Abbiamo perso il controllo.
Ormai siamo rimasti solo noi due,nel bar illuminato con luci soffuse. È l’una di notte,forse due,e lei è sicuramente andata molto più di me.
Ma mi parla. Mi parla delle sue idee,di come vede il mondo dal suo puto di vista,di come è scappata e dei sogni per il futuro.
La guardo fisso in quegli occhi scuri che mi affascinano sempre di più,dicono più cose di quante ne dice la bocca,è impressionante.
Anche da ubriaca,non perde di fascino e compostezza. Non so come faccia,è impressionante,ha bevuto molto pù di me.
Io mi sono fermato prima.
Io ho meno da dimenticare.
-E penso che tutto,tutto,tutto questo che ci circonda sia qualcosa che va oltre me,te e noi due,e quel tizio lì che ci osserva,e la regina e il presidente e anche oltre l’uomo più ricco al mondo.
È la natura,Luke,il destino ha preparato qualcosa per me,come per te,nulla è lasciato al caso,mai!-
-Penso…penso che tu abbia ragione.
Allora anche il nostro incontro,oggi,servirà a qualcosa?-
-Molto…molto probabile,Luke!- mi dona un sorriso un po’ storto,prima di tentennare.
-Ti riporto in camera,vieni!- la prendo in braccio,lascio i soldi al barista,e mi avvio lungo il corridoio.
-Ma tu pensa,Flora. Ci conosciamo da cinque ore,e già ti riporto via in braccio,ubriaca. E tu che non ti fidavi.- ridacchio,adagiandola sul divano. Si alza un po’ con a schiena.
-Uff…sono davvero andata,eh?- ridacchia,e mi siedo vicino a lei. Il suo sorriso è contagioso.
-Che ne dici di dormire? Domattina saremo a Londra,ti ricordo…-
-Luke!-
-Dimmi!-
-Dici che è presto per dire “Ti Voglio Bene”?.-
-Forse un po’,ma se te lo senti,dillo pure!- le sorrido.
-Allora vieni qui!- mi avvicino a lei,sempre pacata e dolce,solo un po’ frastornata.
Inaspettatamente,mi prende il volto con le mani,delicatamente,e mi avvicina a sé. Senza poter fiatare,sento le sue labbra morbide e lisce poggiarsi sulle mie,secche dall’aria condizionata. Il sapore delle sue labbra si mescola a quello del Whisky,e non mi dà tanto fastidio.
Rimaniamo così qualche istante,intrecciando le lingue,ad occhi chiusi,come se fosse un bacio atteso e programmato.
So che è ubriaca,ma non mi dispiace.
È una sensazione nuova,eppure ne ho avute di ragazze,in questi anni.
 

Don’t stop believin’ 
Hold on to that feelin’ 
Streetlight people 


No,non sono totalmente ubriaca.
So cosa sto facendo,ma meglio non farglielo sapere,che lo so.
Ho aspettato anni per sapere cosa fosse un bacio,quale momento migliore di ora?
Ho incontrato un giovane gentiluomo che si prende e si prenderà cura di me,ne sono sicura.
È il destino.
E lo amo,oh,come lo amo,questo destino sciocco e pazzo.
Sento il suo sapore candido sulle mie labbra,e quasi mi vergogno di aver bevuto tanto.
Poi,mi scosto. Non voglio mi risponda,quindi mi accoccolo sul suo petto. Lui si mette schiena contro alla parete,e si stende vicino a me.
-Ti Voglio Bene.- sussurro.
Lui ridacchia. –Anche io,Flora. Ti Voglio Bene anche io!-
E non pensate che io stia correndo,nessuno sa definire l’Amore,e nessuno mai ci riuscirà.
Per me,almeno per ora,l’Amore è questo che provo per Luke,avrò il tempo per coltivarlo e capirlo.
 

Intanto voglio continuare a credere.
Voglio continuare a credere di non stare sognando.
Voglio continuare a credere che questo è Amore,e che durerà per sempre.
Pretendo di avere ancheio quel po’ di speranza che mi è stata negata per tanto tempo.

 

Don’t stop believin’ 
Hold on 
Streetlight people 

Intanto voglio continuare a credere.
Voglio continuare a credere che lei sia pazza.
Voglio continuare a credere che sia ubriaca,e che non dica sul serio.
Anche se preferirei credere che quella sensazione di felicità che mi aveva donato il bacio fosse solo tutta colpa del Whisky.
 

 

Don’t stop believin’ 
Hold on to that feelin’ 
Streetlight people


 
 
 
 

Note dell’autrice: La canzone è "Don't Stop Believin' (Journey)"

   
 
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