Sono una piccola pseudo-scrittrice del cazzo che voleva iniziare il suo bel romanzetto con il solito input ‘era una sera d’inverno’, bella trovata. Originale, soprattutto.

Chissà, forse lo sarebbe stato. Forse se avessi detto : era una cazzo di fredda nottata del cazzo.

Perché le parolacce fanno figa.

E ascolto ‘Impressioni di Settembre’ fatta dai Marlene, è la poesia per eccellenza.

C’è la natura comparata ai propri sentimenti, c’è il problema esistenziale del poeta maledetto, c’è l’amore, c’è il buio e la tempesta e il sole.

Ci sono io alle due e zero cinque del quattordici febbraio (sì, la festa degli innamorati) e se mio padre, mettiamo alle due e zero sette, viene a trovarmi in camera sono fottuta.

Perché, per prima cosa, non mi fa scrivere e per seconda inizia a borbottare stancamente.

Godano urla negli auricolari, io intanto cerco una trama.

Ovvero continuo a vivere. Io vivo per cercare una trama, per continuare a strisciare sul ventre possedendo parole, migliaia di parole, ma neanche una fottuta trama da raccontare.

Raccontare a chi, poi? A quest’etere marinaio che mangia ogni piatto che gli viene servito?

Sono di una sincerità sconquassante e le dita – tiepide e con lo smalto scrostato – mi fanno male.

Ho cambiato canzone, ho paura di innamorarmene, ma il video su youtube fatica a caricare e l’inizio della melodia tarda a presentarsi.

‘Non c’è contatto di mucosa con mucosa eppur m’infetto di te che arrivi e porti desideri e capogiri in versi appassionati indirizzati a me’…era bruttino Godano in questo videoclip. Puff.

Mai quanto me.

Si dice che per fare la scrittrice bisogna essere melodrammatici e di un egocentrismo unico. Penso di poter farlo. Penso.

Ma se sono in cerca di una trama, di cosa mai potrei raccontare?

D’amore, il perno universale di sanità mentale?

Tutti i miei fratelli sanno suonare qualcosa – anche il piccolo pulcino che ha vissuto nove anni, suona da dio – io no. Mi sento pervadere da questa fitta di gelosia acuta che esplode in un’emicrania che sento di meritare, mi sento surclassata, sento di non possedere una dote da mostrare a tutti. E poi, puff, ecco il modo per mostrare a tutti la mia bravura.

Ma brava, come sei esibizionista ed egocentrica. Fai proprio parte di questa società.

Apro una pagina Facebook. Un Myspace. Un Tumblr e chissà quante altre merdate.

E penso – ragionevolmente – che Leopardi non aveva nessuno, forse, a dirgli : ‘bravo, sei bravissimo’ e che eppure scriveva. Leopardi non sapeva se stava facendo bene, e non importava comunque. Sono le due e venti giuste. Perché dovrei paragonarmi a Leopardi? Io non sono lui, io sono la sua giovinezza. Sono la sua musa, la sua donna, la sua bella e inesistente, la sua scopata platonica. Non sono lui.

Possibile che sono destinata ad essere raccontata e a non saper raccontare? Raccontarmi?

‘Animali Familiari’ di Morgan.

Il fatto è che scrivo ancora meglio se penso di non voler far leggere niente a nessuno; ma allora perché voler a tutti i costi mostrare ciò che faccio?
Per essere ascoltata?

Plausibile, sì, senza dubbio, però insomma! Ho chi mi ascolta…forse.

Seghe mentali notturne …‘Agapornis’ il pappagallo di Morgan.

Domani scendo in città, mangio cioccolata e guardo le coppie. E…ho trovato la mia trama.

Sono così stupida, stupida, stupida!

Si trovava semplicemente nella data...domani, domani è San Valentino! Ecco di cosa scriverò!

Una fan fiction su S.Valentino.

T’oh, l’ho scritta. Ho scritto, t’oh!