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Autore: johnlockhell    14/02/2011    2 recensioni
Ambientata al tempo dell'Antica Roma, Sherlock e John sono due soldati dell'Impero. Il sole morente colora di un rosso inquietante l'accampamento militare. L'ombra longilinea di un soldato scivola lungo i dorsi delle tende issate per ospitare l'esercito, stanziatosi sulla cima dell'avvallamento per la notte. Al centro della croce formata che attraversa il campo, il corpo snello raggiunge la tenda del comandante. - Ti stavo aspettando, Sherlock. -
Genere: Erotico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ambientata ai tempi dell'Antica Roma, Sherlock e John sono due soldati dell'Impero.
La storia mi è venuta in mente studiando i Triumphi di Petrarca, quindi potete immaginare come andrà l'esame la prossima settimana U.U Diciamo che la concezione classica di amore e la libertà sessuale mi hanno ispirato xD In quel contesto la relazione tra Sherlock e John non sarebbe stata possibile, sarebbe stata OVVIA.

 


La caduta dell'Impero
 


Mellitos oculos tuos, Iuventi,
Siquis me sinat usque basiare,
Usque ad milia basiem trecenta,
Nec numquam videar satur futurus,
Non si densior aridis aristis
Sit nostrae seges osculationis.
1


Il sole morente colora di un rosso inquietante l'accampamento militare. L'ombra longilinea di un soldato scivola lungo i dorsi delle tende issate per ospitare l'esercito, stanziatosi sulla cima dell'avvallamento per la notte.
Al centro della croce formata che attraversa il campo, il corpo snello raggiunge la tenda del comandante. La sua mano sfiora il tendaggio come la brezza che sfiora i suoi scuri capelli: profuma del suo corpo speziato. Con la delicatezza di una carezza, apre.
Lo trova seduto su cuscino di piume dorato come i suoi capelli biondi, poggiato sul tappeto persiano della sua reggia mobile. Solo un drappeggio di seta copre il suo corpo, nudo.
- Ti stavo aspettando, Sherlock.
Si alza in piedi, lentamente, facendo scivolare la veste col movimento. Svela il petto robusto forgiato dalle mille battaglie, si erige fino a scoprire le vergogne.
- Eccomi, mio cesare.
Il moro raggiunge il biondo, l'abbraccio inebriante di due compagni, amici, amanti. Le sue mani scorrono su quelle membra conosciute, lambiscono l'ampia ferita alla spalla, ripassando il conto delle cicatrici delle precedenti guerre, per riconoscere quelle che, nuove, si sarebbero aggiunte l'indomani.
- John. Per te sono sempre solo John.
Il comandante libera Sherlock dalla pesante armatura che ancora celava le sue terga dalla marcia dell'avanzata mattutina, rilasciandole al suolo con tonfi gravi, sostituendovisi nel cingere i suoi fianchi.
Quella sua innaturale intelligenza, forse lo aveva colpito prima di quel perfetto corpo pallido scolpito nel marmo. Potrebbe aver successo nella carriera militare molto velocemente col suo talento, ma non sembra interessato a medaglie e riconoscimenti. È superiore a lui anche se nella carta non dovrebbe esserlo, ma entrambi lo sanno, perciò non c'è bisogno di palesarlo. È più giovane, più sveglio, più agile. E prendere quel corpo fresco che a nessun altro mai si concede è più adrenalinico dell'impeto della battaglia. Solo a lui si concede quell'arrogante puer, perché solo con lui può sfuggire alla solitudine del suo immenso genio. Ha bisogno di lui, più di quanto ne abbia l'altro, lo sa e lo sanno, e così lo innalza al suo livello, unico scelto tra i tutti. Il suo coraggio, il suo malato sprezzo del pericolo, la sua curiosità così manipolabile a piacimento, alcuni dei tratti che lo avevano attratto.
L'uno si avvinghia morbosamente all'altro per impossessarsene e dominarlo, placando il tacito pianto del suo spirito. L'altro si dimena senza realmente volerlo, esaltato dal sol poter prender parte a quel crudele gioco di godimento.
Ancora qualche ora rimane, prima dello scontro, dell'agguato ai Britanni.
Ancora qualche ora rimane, per fondere insieme le loro anime, rinvigorirsi in vista della battaglia, dirsi addio degnamente in caso perissero.

Vos, quei milia multa basiorum
Legistis, male me marem putatis?
Pedicabo ego vos et irrumabo.
2

Seguiti dal corteo dei prigionieri, sfilano vittoriosi sotto l'arco di trionfo al ritorno in patria, acclamati dalle folle. La giovane moglie del comandante John scuote le chiame al vento impastandole di lacrime di gioia. Il tribuno Lestrade, il capo illuminato dalle parse ciocche canute, già allunga bramoso il braccio sul suo esile protetto Sherlock, pianificando come celebrare la vittoria.
- Prenditene cura, Lestrade, che io adesso dovrò prendermi cura anche di mia moglie Sarah, ma non c'è bisogno che ti ricordi di tenere a freno il tuo membro. Lasciamelo ancora stanotte, Lestrade, perché questa notte è ancora nostra.


 


1. Carme 48 di Catullo dedicato al giovane amante.
Traduzione:
Se quei tuoi occhi di miele, Giovenzio,
Fosse dato baciarli sempre sempre
Trecentomila volte, neanche allora
Penserei di saziarmene in futuro,
Fosse messe di baci fitta fitta
Come mai fu messe di spighe asciutte.

2. Parte finale del c.16 di Catullo, legato alla poesia precedentemente citata, essendo risposta ad una critica a quella.
Traduzione:
Voi, perché scrivo di baci a migliaia,
Non mi credete maschio in senso pieno?
Ma io a voi lo metto in culo e in bocca.


Vi invito a leggervi tutti i canti di Catullo che non vi hanno fatto leggere a scuola, perché probabilmente vi hanno censurato proprio il meglio: non potete perdervi quanto Catullo è graziosamente volgare e fantasticamente slash.

  
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